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GRANDE DEPRESSIONE
(1873-1896). Periodo di grave deflazione che colpì l'economia del mondo capitalistico. Il fenomeno più appariscente fu la forte caduta dei prezzi, in particolare dei manufatti, cui si accompagnò una marcata riduzione dei profitti e una stagnazione degli investimenti fissi. Le cause della Grande depressione, e in particolare della caduta dei prezzi, sono ascritte, da un lato, all'insufficiente crescita dell'offerta di moneta dovuta ai vincoli posti dal gold standard adottato dalla maggior parte dei paesi dopo il 1870; dall'altro lato, all'andamento ciclico dell'economia, legato alle grandi ondate di innovazione tecnologica. Secondo questa prospettiva, la Grande depressione rappresenterebbe la fase di esaurimento della seconda rivoluzione industriale, legata alla costruzione delle ferrovie (seconda onda lunga, 1843-1897). Negli anni della Grande depressione si verificò, contrariamente alle sensazioni che suscitò, anche una profonda trasformazione del sistema capitalistico, con l'ascesa del capitale finanziario e la concentrazione oligopolistica, da un lato, e la riorganizzazione dei processi produttivi dall'altro, in relazione all'utilizzo delle nuove fonti di energia e allo sfruttamento di rendimenti di scala fortemente crescenti. Inoltre l'asse dell'egemonia economica mondiale cominciò a spostarsi dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti e alla Germania.
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