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GENTILE, GIOVANNI
(Castelvetrano 1875 - Firenze 1944). Filosofo italiano. Idealista, fu dapprima collaboratore di B. Croce, quindi si indirizzò decisamente verso l'"attualismo", una propria filosofia che considerava il divenire non come oggetto (come Hegel), ma come processo soggettivo, frutto di pensiero e di volontà. La storia rappresentò, per Gentile, un momento necessario di tale processo. Così considerò il fascismo degno continuatore del Risorgimento e artefice della rigenerazione morale del paese. Fece parte del Gran consiglio del fascismo (1923-1929) e fu ministro della Pubblica istruzione realizzando, nel 1923, la riforma scolastica improntata alla selezione e in cui gran peso ebbero la scuola privata e la dottrina cattolica. Il regime gli assegnò il compito di organizzare l'alta cultura; dopo aver redatto il Manifesto degli intellettuali fascisti, da cui Croce prese le distanze, diresse l'Enciclopedia italiana e chiamò a collaborarvi anche intellettuali non fascisti. Ebbe larga influenza sugli studi storici e su intellettuali di altre correnti ideali (come D. Cantimori e R. Morandi). Nel 1943 auspicò l'unione di tutti gli italiani di fronte alla imminente sconfitta. Trasferitosi a Firenze (dove già dirigeva la casa editrice Sansoni) per dirigere l'Accademia d'Italia della Rsi, fu ucciso dai partigiani.
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