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FERRO
Metallo fondamentale nella storia dell'umanità, il più diffuso in età contemporanea dopo l'alluminio ma il primo fino a tutta l'età moderna. La sua adozione per la fabbricazione di utensili e armi, tra il 1500 e il 1000 a.C., in un'ampia area tra il Mediterraneo, il Caucaso e l'altopiano dell'Iran, costituì una delle svolte fondamentali della preistoria aprendo un'età del ferro di cui resta tuttora difficile decretare la fine. Le armi di ferro, che sostituirono quelle di bronzo, permisero l'ascesa della potenza degli assiri (XIV-VII secolo a.C.). In Cina la fusione ad alta temperatura (1200-1300 °C.) col carbone, in grado di produrre ghisa, era nota fin dal IV secolo a.C. In Occidente essa fu adottata soltanto nel XIII secolo, ma nel XVIII fu compiuto il fondamentale passo verso l'acciaio, mentre le altre popolazioni restavano alla fusione a basse temperature, che dà ferro di scarsa consistenza e durezza, o addirittura (come in America) lo ignoravano, il che contribuì non poco alla facilità dell'espansione europea nel pianeta. Con la siderurgia, fortemente avvantaggiati si trovarono i paesi ricchi sia di minerali di ferro sia di carbone (come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, la Francia, la Germania, la Russia, la Spagna e pochi altri). In Italia fu sfruttato fin da epoca romana il giacimento dell'isola d'Elba e in molte valli alpine fu praticata per secoli una siderurgia elementare ma di grande sagacia artigiana, che creò una tradizione particolarmente rilevante nella fabbricazione di lame e armature in età moderna, riversatasi nel XX secolo nell'industria delle armi in Lombardia.
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