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BOSTON TEA PARTY
(16 dicembre 1773). Episodio di protesta contro l'approvazione del Tea Act (10 marzo 1773), legge britannica sul tè, che aveva conferito alla Compagnia delle Indie il monopolio del commercio del tè con le colonie nordamericane. Fu organizzato dai radicali bostoniani. Travestiti da indiani mohawk, alcuni appartenenti ai Sons of Liberty diedero l'assalto a una delle navi della compagnia, gettandone in mare il carico di tè. Altrove, durante analoghi "ricevimenti", il tè fu sequestrato o rispedito in Inghilterra, mentre le importazioni dalla madrepatria furono ovunque boicottate. In risposta all'episodio, re Giorgio III decretò il Boston Port Act, legge che bloccava il porto della città finché la compagnia non fosse stata indennizzata e il Massachusetts non avesse garantito per il futuro il rispetto degli obblighi di importazione. A esso fecero seguito i cosiddetti Coercive Acts (20 maggio 1774), leggi di coercizione che sottraevano alla colonia i poteri di governo e l'amministrazione della giustizia, riassegnandoli a funzionari e tribunali inglesi.
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