Tweet


BREDA
(1886-1962). Complesso industriale meccanico tra i maggiori d'Italia. Sorse a Milano nel 1886 con il rilevamento da parte di Ernesto Breda della società di costruzioni meccaniche l'Elvetica, con l'intenzione di trasformare la sua produzione promiscua in una più specializzata finalizzata, in particolare, alla fabbricazione di locomotive in anni di forte domanda per lo sviluppo ferroviario italiano cui, fino a quel momento, aveva contribuito più l'industria straniera di quella nazionale. Successivamente la produzione della Breda si estese anche ai carri, alle carrozze ferroviarie e alle trebbiatrici. Nel 1903, divenuta società anonima, l'impresa allargò il proprio esercizio in nuovi e più moderni stabilimenti a Sesto San Giovanni. Durante la Prima guerra mondiale la Breda beneficiò delle commesse militari, dimostrando intraprendenza e dinamismo: alla penuria di acciaio supplì con la creazione di una propria acciaieria; si cimentò nella produzione di motori per aerei e di aerei completi; nel porto di Venezia iniziò la costruzione di un cantiere navale. Nasceva così una grande impresa multisettoriale, che si articolava in otto sezioni: cinque a Sesto S. Giovanni (ferroviaria, termomeccanica, fucine, siderurgica e aeronautica), una a Brescia (armi), una a Marghera-Venezia (cantiere) e una a Roma (armi). Fiore all'occhiello del regime fascista, la Breda fu quindi di nuovo in prima fila nel godimento di commesse belliche durante la Seconda guerra mondiale. Alla conclusione del conflitto l'apparato produttivo della Breda, però, risultava assai provato da bombardamenti alleati e requisizioni tedesche, mentre le maestranze, in buona parte altamente specializzate, risultavano in sovrannumero (oltre 12.000 solo a Sesto) rispetto alle ridotte capacità produttive dell'azienda, ostacolando di fatto la riconversione della produzione a fini di pace, mentre la proprietà non era in grado di farvi finanziariamente fronte. L'intervento dello stato, principale creditore tramite il Fim (Fondo per il finanziamento dell'industria meccanica), impose un commissario straordinario (Pietro Sette) di propria nomina, il quale, nonostante le aspre lotte dei lavoratori, procedette a licenziamenti e smembramenti, e trasformò la società in Finanziaria Ernesto Breda ("holding" di nuove società per azioni a capitale pubblico che rilevarono le sezioni più produttive della ex Breda). La quinta sezione aeronautica, fiore all'occhiello di operai e tecnici, venne smantellata, malgrado la strenua opposizione e resistenza delle maestranze. Vennero inoltre chiuse la settima e l'ottava sezione, mentre la sesta si costituì in una società a sé stante (la Fabbrica nazionale d'armi di Brescia, con una quota di minoranza della Breda) e la produzione ferroviaria venne concentrata nelle Officine pistoiesi. Nel dicembre del 1962, dopo aver perso altre centinaia di addetti, la Breda Finanziaria passò nell'ambito dell'Efim di cui lo stesso Sette divenne presidente. A questo punto la Breda Finanziaria raggruppava un considerevole numero di aziende e si spingeva a sostenere varie iniziative industriali nel Mezzogiorno d'Italia.

G. Garigali
eXTReMe Tracker