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BOTTAI, GIUSEPPE
(Roma 1895 - ivi 1959). Intellettuale e politico italiano. Fondatore del fascio di combattimento romano nel 1919, fu poi deputato e segretario del gruppo parlamentare fascista. Corrispondente e collaboratore di molti giornali, ebbe un ruolo di primo piano all'interno del regime, esprimendone l'anima moderata e normalizzatrice. Sostenitore e teorico del corporativismo, fu il principale artefice della legge sul Consiglio nazionale delle corporazioni. In merito all'intervento statale in economia, vide molti punti di vicinanza tra l'esperienza corporativa e il New Deal. Nel 1935 e 1936 fu nominato governatore di Roma, carica che sostituiva in epoca fascista quella di sindaco della capitale. Come ministro dell'Educazione nazionale fece approvare la Carta fascista della scuola (1927). Fervente cattolico, fu sostenitore delle leggi razziali e fautore dell'esclusione di studenti e insegnanti ebrei dalle scuole italiane. Diresse la rivista teorica del fascismo "Primato", alla quale collaborarono molti intellettuali in seguito diventati antifascisti. Votò l'ordine del giorno Grandi al Gran consiglio del fascismo il venticinque luglio 1943. Condannato dal tribunale di Verona della Rsi, si arruolò nella Legione straniera e combatté per essa. Ritornò in Italia nel 1948, dopo l'amnistia. Ha lasciato un libro di memorie, Vent'anni e un giorno (1949) e un Diario 1935-1945 (1982).
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