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BOSTON, MASSACRO DI
(5 marzo 1770). Scontro armato verificatosi sulla piazza di Boston fra un drappello di soldati inglesi e un gruppo di coloni. Dall'ottobre 1768 l'invio nella capitale del Massachusetts di due reggimenti regolari inglesi, acquartieratisi in città su richiesta del governatore per facilitare l'applicazione delle odiate leggi Townshend e sul bollo (vedi Stamp Act), aveva provocato la forte ostilità della popolazione e un crescente sentimento antibritannico. La presenza di un esercito permanente in tempo di pace venne interpretata come una minaccia alla libertà e la più chiara manifestazione della politica tirannica che la madrepatria intendeva applicare alle colonie americane. Il 5 marzo 1770, durante il cambio della guardia, un gruppo di provocatori prese a schernire e a bersagliare le giubbe rosse con pietre e pezzi di ghiaccio; nella rissa che ne seguì, alcuni soldati fecero fuoco sulla folla uccidendo cinque uomini. L'episodio venne abilmente utilizzato dalla propaganda patriottica radicale, e il "massacro" diventò la manifestazione visibile delle premeditate intenzioni tiranniche della Gran Bretagna. L'assoluzione dei soldati imputati di omicidio rafforzò l'odio popolare e la richiesta esplicita di indipendenza.
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