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BORROMEO, FEDERICO
(Milano 1564 - ivi 1631). Religioso italiano,
arcivescovo di Milano (1595-1631). Avviato dal cugino Carlo alla carriera
ecclesiastica, conseguì la laurea in teologia a Pavia. Benché
aspirasse a una vita di studio, dopo la morte di Carlo, trasferitosi a Roma,
fu fatto cardinale nel 1587. Sotto la guida di Filippo Neri, partecipò
del clima spirituale dell'Oratorio romano e si dedicò a raccogliere
iscrizioni e iconografie catacombali. Nel 1595, seppur riluttante, fu destinato
da Clemente VIII arcivescovo di Milano, ove si conformò al modello
carliano: effettuò visite alla diocesi, convocò sinodi, ampliò
i seminari e rafforzò la rete dei vicariati, incentivò l'associazionismo
religioso dei laici, si prodigò in occasione della pestilenza del
1630. Si impegnò inoltre per la pubblicazione degli atti e decreti
pastorali di Carlo (Acta ecclesiae mediolanensis, 1599) e per il
buon esito del suo processo di canonizzazione, conclusosi nel 1610. Ma il
suo governo pastorale fu condizionato dai contrasti giurisdizionali con
il governo civile, al punto che decise di recarsi a Roma (1597) per difendere
il suo operato e vi rimase per cinque anni. Le polemiche si protrassero
fino al 1618, allorché fu pubblicata a Milano la Concordia iurisdictionalis
inter forum ecclesiasticum et forum saeculare, sottoscritta da papa
Paolo V e da Filppo III di Spagna. Oltre a un ricco epistolario ci restano
di Federico Borromeo un gran numero di opere, italiane e latine, di carattere
erudito e spirituale, che rivelano la sua attenzione per il misticismo e
per il soprannaturale. Ricchissima di libri e di manoscritti, la Biblioteca
ambrosiana, da lui fondata nel 1607 e affiancata nel 1618 dalla Pinacoteca,
testimonia il suo impegno di umanista e di mecenate.
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