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BORROMEO, CARLO
(Arona 1538 - Milano 1584). Religioso italiano, arcivescovo di Milano dal 1564. Compiuti gli studi giuridici, si trasferì a Roma dopo l'elezione dello zio materno, Pio IV, al soglio pontificio nel 1559, divenendone il più stretto collaboratore in qualità di cardinale nipote. Il suo impegno ai vertici della curia romana coincise con la fase conclusiva del concilio di Trento e l'avvio della sua applicazione nel mondo cattolico. In tale clima visse un'intensa maturazione personale, che lo portò a rivolgere le sue aspettative verso la cura della grande diocesi di Milano che gli era stata affidata nel 1564. Lì tornò a vivere dopo la morte di Pio IV (1566), segnalandosi fino al termine dell'esistenza come energico realizzatore delle misure auspicate dalla Chiesa della Controriforma. Aperto all'impegno caritativo e zelante nel ruolo di pastore, fu intransigente nelle vedute morali, accanito difensore della dottrina e restio ad accettare rapporti di subalternità con il potere politico. Agli occhi della gerarchia ecclesiastica finì con l'imporsi come un modello da ricalcare. La legislazione messa a punto nei concili locali che ebbe cura assidua di presiedere (Acta ecclesiae mediolanensis, 1582) e le istituzioni per la formazione del clero e la vita religiosa dei laici da lui create o riorganizzate, furono imitate in tutto il mondo cattolico, segnandone fino a un recente passato i tratti più largamente unitari. Fu proclamato santo nel 1610.
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