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BORBONE DI FRANCIA, RESTAURAZIONE DEI
(1814-1883). La casa di Borbone poté tornare sul trono di Francia solo nel 1814, dopo la lunga parentesi rivoluzionaria e napoleonica. Giustiziato Luigi XVI (gennaio 1793), i principi emigrati dichiararono re suo figlio Luigi Carlo, già duca di Normandia (Luigi XVII). L'esecutivo repubblicano, tuttavia, fece arrestare il bambino (nato nel 1785), che morì poco dopo in circostanze mai chiarite (verso il 1795). I molti dubbi circolanti sull'identità del defunto alimentarono dicerie e tentativi di truffa da parte di numerosi impostori, desiderosi di farsi passare per il delfino (il caso più clamoroso fu quello dell'avventuriero prussiano Karl Wilhelm Naundorff). Esauritasi la discendenza maschile di Luigi XVI, il trono passò nel 1814 all'ex conte di Provenza, fratello del monarca decapitato, che assunse il titolo di Luigi XVIII (1814-1824). Questi morì senza figli maschi; quindi gli succedette Carlo (già conte di Artois), altro fratello di Luigi XVI, che regnò dal 1824 al 1830 col titolo di Carlo X. In seguito alla rivoluzione del luglio 1830, Carlo X fu costretto all'abdicazione e sostituito sul trono di Francia da Luigi Filippo del ramo cadetto degli Orléans. Il ramo primogenito, tuttavia, non si estinse. Dal matrimonio del futuro Carlo X con Maria Teresa di Savoia (1773) erano nati due figli: Luigi Antonio, duca di Angoulême (1775-1844), che aveva sposato nel 1799 Maria Teresa Carlotta (1778-1851), figlia primogenita dello zio Luigi XVI e quindi sua cugina (soprannominata Madame Royale); e Carlo Ferdinando, duca di Berry (1778-1820), marito di Maria Carolina di Napoli (1816), ucciso in un attentato nel 1820. Il duca di Berry aveva lasciato la moglie incinta d'un figlio, Enrico, duca di Bordeaux e poi di Chambord, salutato come "il figlio del miracolo": a lui Carlo X, abbandonando la Francia nel 1830, cedette la corona dopo l'abdicazione del primogenito, Luigi Antonio. Benché i legittimisti lo avessero riconosciuto come Enrico V e, dopo la caduta del Secondo impero, il destino istituzionale della Francia per qualche mese inclinasse verso una nuova restaurazione borbonica, il duca di Chambord rimase un re senza regno. Dalla sua morte senza eredi (1883), in piena Terza repubblica, ogni eventuale diritto alla corona di Francia passò al ramo degli Orléans, cioè agli eredi di Luigi Filippo.

R. Balzani

G. de Bertier de Sauvigny, La Francia (1814-1847), in Il mondo moderno, IX, Garzanti, Milano 1969.
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