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BONIFICA
Processo storico di modificazione ambientale, idraulica
e agronomica, delle pianure. In Italia la maggior parte delle pianure era
colpita da disordine idrografico con corsi d'acqua divaganti e conche paludose.
Riuscire a fare scolare le acque fu impegno già etrusco e romano;
fra l'XI e il XIV secolo abbazie e ordini monastici, e quindi i comuni,
se ne occuparono nella pianura padana e lungo Adriatico e Tirreno; fra Quattrocento
e Cinquecento vennero tentati grandi canali con grossi investimenti. Nel
Settecento fiorirono progetti e studi, soprattutto per l'Italia centrale;
dalla seconda metà dell'Ottocento l'impiego delle idrovore a vapore
consentì, specie nella bassa padana, il sollevamento dell'acqua in
precedenza espulsa solo per gravità. Importante fu la bonifica per
colmata (per esempio, nel Ravennate), cioè il riempimento
di conche grazie al deposito delle alluvioni fluviali. Forte fu il contributo
pubblico dello stato unitario a tali opere. Ben quattro milioni di ettari
(60% delle pianure italiane) continuano a essere regolati da canali di scolo
e idrovore. In Europa centrale opere di bonifica idraulica furono attuate
nelle zone verso le quali avanzavano e si insediavano popolazioni di lingua
tedesca: nel XIII secolo alle foci dell'Elba e dell'Oder, nel Seicento nell'area
deltizia della Vistola. In questi casi sempre furono presenti tecnici fiamminghi
e olandesi. Alla fine del Settecento coloni tedeschi prosciugarono la valle
del Notec. Ma la regione di bonifica per antonomasia in Europa è
stata e continua a essere la fascia costiera fra Groninga e Bruges, soprattutto
nella parte olandese. Attorno al 1300 le terre a bassa giacitura che potevano
essere coltivate vennero sistematicamente difese dalle inondazioni marittime
e fluviali da dighe circolari. Dall'inizio del XIV secolo si organizzarono
i corpi per i polders, responsabili del drenaggio e della manutenzione
delle dighe. Nel XVI secolo iniziò il prosciugamento di bacini interni
attraverso canali di drenaggio e il pompaggio dell'acqua grazie all'energia
dei mulini a vento. Nel XVII secolo vennero compiuti enormi investimenti
per ampliare, attraverso prosciugamento con grandi pompe elicoidali, spazi
maggiori per agricoltura intensiva e insediamenti. Disastrose inondazioni
del XX secolo (1916 e 1953) fecero promuovere nuovi grandiosi progetti di
dighe costiere terminate alla fine degli anni ottanta. Il territorio olandese
è frutto di un'opera di alta tecnica idraulica per il prosciugamento
degli acquitrini interni, la difesa dall'avanzata del mare e la progressiva
modificazione del suolo da salmastro ad agricolo. Questo lavoro ha richiesto
capitali ingenti, la formazione di una scuola di ingegneri idraulici, la
messa a punto di una serie di norme amministrative per la gestione del territorio
che limitava l'uso individuale del suolo.
L. Rombai
P. Bevilacqua, M. Rossi-Doria, Le bonifiche in Italia dal '700 ad oggi,
Laterza, Roma-Bari 1984; G. Pungetti, Acqua ambiente paesaggio. Pianificazione
olandese e italiana a confronto, Pitagora, Bologna 1991.
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