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BELLE ÉPOQUE
(1870 ca. - 1914). Periodo di pace e di sviluppo vissuto dalla borghesia europea tra la guerra franco-prussiana del 1870 e la Prima guerra mondiale. Il nome di "epoca bella" è dovuto a un mito creato a posteriori, che ne sottolineò gli aspetti di creatività e di spensieratezza, di serenità "perbene" e di sicurezza. Si riferisce a una società cosmopolita, benestante, che aveva il suo centro ideale in Francia e che era fiduciosamente convinta della durevolezza della propria condizione, nonostante i contrasti di classe e di ceto, il disagio sociale, l'anarchismo, gli scandali dell'amministrazione repubblicana, un sistema politico fragile. La Prima guerra mondiale mise dolorosamente fine a questa "innocenza di vita", come la definì il poeta boemo Rilke, e rappresenta dunque un sicuro termine di periodizzazione; più discusso è invece il criterio della datazione iniziale, a seconda che si voglia fare riferimento al 1880, anno di grande importanza dal punto di vista finanziario, o alla Exposition Universelle di Parigi del 1900 nella quale trionfò l'illuminazione elettrica, o ancora ai dati della biografia dello scrittore francese Marcel Proust (1871-1922), massimo interprete del periodo. Capitale riconosciuta della belle époque fu Parigi, la ville lumière riedificata da Haussmann, arricchita di palazzi magnificamente ammobiliati, i cui proprietari trascorrevano l'anno tra battute di caccia, soggiorni sulla Costa azzurra, viaggi all'estero, ricevimenti frequentati da poeti, musicisti o letterati. Dopo l'inaugurazione obbligata ad Atene, la prima sede delle Olimpiadi moderne, nel 1900, fu Parigi; il bridge, ma anche il tennis e lo sci, importati dall'Inghilterra, rappresentarono una nuova autentica occupazione per la società "bene", mentre la bicicletta rimase un mezzo di lusso fino al 1900. Erano un'attrazione le tecniche di illusionismo di Meliès, le prime pellicole dei fratelli Lumière, la quantità di circhi (Nouveau Cirque) i cui spettacoli fastosi, eroici e divertenti ispirarono i pittori Degas, Seurat e Toulouse-Lautrec, i caffè concerto, dove tra i tavolini dei clienti si esibivano i cantanti, accompagnati solo dal pianoforte (l'Eldorado, il Divan japonais, oltre al famoso Moulin Rouge). La borghesia parigina, esperta frequentatrice di ristoranti d'eccezione, si appassionava al teatro e all'opera (per i ceti più umili l'operetta di Offenbach), ma esprimeva disinteresse verso le tendenze più significative dell'arte, a cominciare dagli impressionisti. Maggior successo incontrarono invece le immagini della vita serena e monotona della famiglia piccolo borghese dipinte da Bonnard o Vuillard, o i ritratti delle donne agiate, che Stevens o Boldini dipinsero aumentandone la bellezza e restituendo un'immagine trasfigurata dell'epoca, che contrastava in modo stridente con il mondo raffigurato da Toulouse-Lautrec, osservatore chiaroveggente delle contraddizioni della società contemporanea. Gli artisti si dimostrarono, in gran parte, sensibili al fascino della torre d'avorio, all'arte per l'arte, all'ispirazione della bellezza e dell'atmosfera serena, esprimendo così il desiderio dei contemporanei di non essere coinvolti o addolorati dalla vita. Il successo parigino di D'Annunzio ne fece un simbolo di questo rovesciamento della vita nello spirito. Sul versante opposto reagiva una letteratura che si potrebbe definire "impegnata": gli scrittori della Mitteleuropa, l'arte di avanguardia tedesca e l'espressionismo, l'acuta sensibilità dei decadenti, le scelte di metodo e di contenuto, il gusto per la psicologia sperimentale e per le scoperte scientifiche dei naturalisti. La ricerca medica e scientifica proseguiva rapidamente ottenendo risultati straordinari (Bernard, Pasteur, Yersin, Richet, Roux, Marie e Pierre Curie, Charcot). Nell'esposizione del 1867 i visitatori avevano potuto fare escursioni sulla Senna con battelli a vapore; in quella del 1899 poterono ammirare sulla spianata degli Invalides il pallone aerostatico più grande del mondo, Le Géant (6000 metri di cubatura), costruito da Nadar, che per primo ebbe l'idea di prendere fotografie da un mezzo aereo, e una torre metallica alta trecento metri progettata da Eiffel. Automobile (prima gara automobilistica, Parigi-Rouen, 1894) e aeroplano (1909, biplano dei fratelli Wright) furono subito festosamente accolti in quel mondo ricco e intraprendente; furono perfezionati i motori (officina De Dion Bouton), gli studi sulla dirigibilità degli aerostati (aeronave di Santos-Dumont) e si giunse ai primi aeroplani a motore. Fu il periodo del positivismo materialistico; la filosofia divenne metodologia della scienza e l'esperienza l'unico criterio di verità; ma, per altri aspetti, si assistette allo scatenarsi di emotività irrazionali, di pregiudizi costituiti, di interessi particolari e di passioni di parte, che esplosero, in modo paradigmatico, nell'affaire Dreyfus. Al trionfo del positivismo scientifico e alla nascita delle nuove filosofie spiritualiste si accompagnò il vertiginoso sviluppo dell'espansione coloniale, che da fenomeno marginale divenne conquista imperialistica su larga scala, cui diedero spinta ideologica, sotto la bandiera della civilisation française, il nazionalismo di Barrès, le teorie dell'ereditarietà, le formulazioni sulla razza, l'antisemitismo, le idealizzazioni folkloristiche del passato. Anche Vienna, città dei valzer e del lungo carnevale, fu contemporaneamente centro di una vita festosa e sede di un'università che stava alla guida della scienza; Berlino riuniva ammirati istituti scientifici a irrequieti circoli artistici; nei teatri scandinavi si rappresentavano le opere di Ibsen e di Strindberg; Budapest era la città delle orchestrine zigane e delle eleganze di un'aristocrazia raffinata, ma anche la sede di un governo che opprimeva le nazionalità non magiare, ignari entrambi dell'abisso che si stava per spalancare sotto i loro piedi. Neanche in Inghilterra la belle époque fu bella per tutti: alle grandi fortune dell'alta aristocrazia, al progresso del commercio e dell'industria che garantiva il potere della borghesia si contrapponevano la mancanza di diritti politici della gran parte dei lavoratori e pesanti condizioni di lavoro, che furono attenuate solo con le leggi sociali del primo Novecento. Il movimento femminista, nonostante le spettacolari dimostrazioni delle suffragette, ottenne il diritto di voto per le donne solo dopo la guerra e la questione irlandese era ancor lungi dal trovare soluzione, nonostante il voto favorevole all'indipendenza della Camera dei comuni.

F. Koch
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