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BANCARIA, LEGGE
(1936). Emessa in Italia sotto il regime fascista per far fronte alle persistenti difficoltà dei maggiori istituti di credito in seguito alla crisi del 1929-1930 e nell'ambito del riassetto generale dell'economia (vedi Iri), limitò le attività della Banca d'Italia all'emissione e al controllo e suddivise gli istituti di credito in: di diritto pubblico, controllati dallo stato (Banco di Napoli, di Sicilia, di Sardegna; Monte dei Paschi, Istituto San Paolo, Banca nazionale del lavoro); di interesse nazionale, dell'Iri (Banca commerciale italiana, Credito italiano e Banco di Roma); di credito ordinario; banche popolari (cooperative a livello locale); casse di risparmio (associazioni per opere di pubblica utilità e beneficenza); monti di credito su pegno; casse rurali e artigiane.
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