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AZTECA, RELIGIONE
L'universo azteco era concepito come uno spazio
formato da due piramidi cosmiche le cui basi, coincidenti, costituivano
la superficie terrestre: la piramide superiore, divisa in tredici cieli,
era sede degli dèi luminosi, la piramide inferiore, divisa in nove
parti, era sede degli dèi inferi. Nel cielo più alto, detto
Omeyocan (luogo della dualità), dimorava il potente Ometeotl, "dio
della dualità", che assumeva le forme di Ometecutl e Omecihuatl ("il
signore e la signora della dualità" o, anche, "padre nostro" e "madre
nostra"): un dio-dea, insomma, da cui derivava l'intera creazione. Al di
sotto di questa divinità si sviluppava un rigoglioso pantheon nel quale emergevano, sopra a tutti, Coatlicue (colei che ha una
veste di serpenti), dea della terra madre, e Huitzilopochtli (colibrì
di sinistra), suo figlio, dio del sole e della guerra, principale protettore
dell'antica tribù azteca nella sua migrazione dal nord verso l'altopiano
centrale del Messico: a lui, dio della vita, venivano sacrificati i prigionieri
di guerra. Il sacrificio umano è una delle caratteristiche più
note della religione azteca: sembra che esso fosse sia "simbolico" (un giovane
di rara bellezza sacrificato ogni anno) che "rituale" (migliaia di vittime
scorticate vive o a cui veniva strappato il cuore). Tra le altre divinità
si possono ricordare Tezcatlipoca ("specchio fumante"), dio dell'Orsa maggiore,
signore dell'inverno e della morte; Tlazolteotl, dea della fertilità;
Xipe Totec, dio della primavera; Centeotl, dio del mais; Chihucoatl, dea
del parto; Xochipilli, dio della gioia e della musica; Xechiquezatl, dio
dei fiori e dell'amore; Chalchiuitlicue, dea delle acque e Xiuhtecutl, suo
sposo, dio del fuoco; infine, Mitlontecutli e Mictlancihuatl, signore e
signora dei morti. Un posto speciale, tra le divinità azteche, occupava
Quetzalcoatl (il serpente dalle piume preziose o "serpente piumato verde").
Costui era, in realtà, un antico re tolteco, sovrano di Tollan (977-999),
che si impegnò per abolire i sacrifici umani praticati dal suo popolo.
Osteggiato dalla casta sacerdotale di Tula (Tollan), fu costretto all'esilio.
Costruì, allora, una zattera fatta di serpenti intrecciati e salpò
verso il Paese dell'aurora promettendo però che sarebbe ritornato.
Dopo la sua scomparsa fu divinizzato e, in suo onore, vennero istituiti
sacrifici umani. Lo sbarco di Cortés e degli spagnoli (1519) fu visto
dagli aztechi come il "ritorno di Quetzalcoatl". Gli spagnoli, da parte
loro, interpretarono i riti della religione azteca come deformazioni "diaboliche"
del cristianesimo: così vennero giudicati la purificazione in acqua
dei bambini (battesimo), la denuncia dei propri peccati (confessione), il
sacro pasto a base di mais delle ossa e carne di Huitzilopochtil (comunione)
e le due assi di legno incrociate che simboleggiavano l'albero su cui dimorava
"il serpente piumato" (la croce).
P. Concetti
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