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AUTODETERMINAZIONE NAZIONALE
Teoria politica che regolava i rapporti tra le diverse nazionalità dello stato sovietico. I principi contenuti nel "decreto sulla pace" del 1917 e ripresi nelle prime dichiarazioni dei bolscevichi sul problema delle nazionalità si basavano sul diritto di ogni popolo di decidere circa le forme della sua organizzazione statale e prospettavano la possibilità di un'unione solidale tra popoli diversi. L'applicazione di tali indicazioni risultò difficile nelle regioni non russe dell'Urss, in particolare dove una forte presenza nazionalista si poneva come alternativa al potere sovietico (nel Caucaso e in Ucraina). Inizialmente il potere sovietico dichiarò la propria disponibilità a riconoscere l'indipendenza dei popoli e si formarono repubbliche indipendenti in Bielorussia, Ucraina, Turkestan, Lituania, Estonia e Lettonia. In seguito, nel maggio 1919, le misure di centralizzazione varate a causa della guerra civile (unico comando militare, unica direzione economica e finanziaria) diedero il via a un accentramento dei poteri sempre più saldo. Il problema dell'autodeterminazione nazionale riesplose in tutta la sua radicalità con la liberalizzazione di Gorbaciov e la formazione di repubbliche indipendenti e di stati sovrani.
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