ASIA, POPOLAZIONE DELL' Nel 1950 la popolazione dell'Asia ammontava a circa un miliardo e 380 milioni di persone. Dopo solo cinquant'anni la sua consistenza era quasi triplicata: alla fine del secolo gli asiatici erano più di tre miliardi e seicento milioni, di cui circa un miliardo e duecento milioni in Cina e circa un miliardo in India. La densità media è di circa 80 ab./kmq, anche se la distribuzione è molto disomogenea. In base a stime elaborate dalle Nazioni Unite nel 1990 si prevedeva che nel 2025 il continente asiatico avrebbe raccolto quasi cinque miliardi di abitanti. Indubbiamente si tratta di incrementi di notevolissima entità, anche se i saggi di crescita della popolazione cominciavano già a subire un rallentamento. La stragrande maggioranza dei paesi del continente asiatico si trovava infatti all'inizio della seconda fase della transizione demografica, contrassegnata dall'avvio del declino della fecondità e quindi da saggi di crescita più contenuti di quelli relativi all'America latina e soprattutto all'Africa (dove la fecondità era ancora a livelli elevati). Le differenti aree territoriali che compongono il continente contribuivano in modo decisamente differenziato all'evoluzione generale della popolazione. In Cina, all'inizio degli anni settanta la fecondità era molto elevata (sui livelli dei paesi africani), ma in seguito all'adozione di una rigida politica demografica, il tasso di crescita della popolazione diminuì sensibilmente, allineandosi ai tassi di incremento europei. Anche l'India fin dalla sua indipendenza (1947) cercò di mettere in atto programmi di controllo delle nascite, che però non risultarono così efficaci come in Cina e diedero luogo solo a una diminuzione lenta e più contenuta dei ritmi di crescita della popolazione. L'insieme degli altri paesi asiatici (che raccoglievano nel 1990 il 36 per cento della popolazione del continente) si accresceva ancora con saggi di aumento relativamente sostenuti. In molti di questi paesi erano stati avviati programmi nazionali di pianificazione familiare che, se pur lentamente, davano buoni risultati e permettevano quindi di sperare in uno sviluppo più controllato della popolazione nel prossimo futuro. Un aspetto decisamente rilevante dello sviluppo della popolazione asiatica era il fenomeno dell'urbanizzazione: in termini globali si calcolava che alla fine del secolo in Asia ci sarebbero state almeno otto città fra le quindici più popolose del mondo: Shanghai (che già nel 1960 superava i 10 milioni di abitanti), Tokyo (23,7 milioni di abitanti), Pechino (20,9 milioni), Bombay (16,8), Calcutta (16,4), Giacarta (15,7), Seul (13,7) e Madras (12,7). Le prospettive di questi giganteschi agglomerati non erano rosee: la loro crescita era così sostenuta e repentina che non fu possibile adattare di conseguenza le strutture cittadine alle mutate esigenze. A. Samoggia |