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AMENDOLA, GIOVANNI
(Napoli 1882 - Cannes 1926). Filosofo, giornalista e politico italiano. Come filosofo, fu partecipe della reazione antipositivista in nome di uno spiritualismo dotato di una forte spinta etica e volontaristica. Costante fu in lui il riferimento ideale ai valori liberali. Aderì al primo nazionalismo nel 1913 e si schierò, poi, con gli interventisti. Dal 1914 collaborò al "Corriere della Sera". Dopo la guerra fu eletto al parlamento, si avvicinò a Nitti e fu sottosegretario nel suo breve governo. Fondò "Il Mondo" e, nel giugno 1922, con Nitti, il Partito democratico italiano. Fu ministro delle Colonie nel governo Facta (1922). All'ostilità verso Giolitti e i socialisti aggiunse quella verso i fascisti. Si oppose alla marcia su Roma e alla legge Acerbo di riforma elettorale. Dopo l'omicidio di Matteotti pubblicò su "Il Mondo" un memoriale del segretario di Mussolini che era un vero atto d'accusa contro quest'ultimo. Fu l'animatore politico della secessione dell'Aventino e promotore, presso Croce, del manifesto degli intellettuali antifascisti. Tentò, inoltre, di riorganizzare le forze antifasciste liberali nella Unione democratica nazionale. Più volte aggredito dai fascisti, morì a causa delle percosse subite.
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