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AFROAMERICANI
Popolazione statunitense di origine africana così chiamata per l'appartenenza a una precisa identità etnoculturale. Nel censimento del 1990 gli afroamericani (o Black Americans, termine utilizzato a partire dagli anni sessanta dal movimento per i diritti civili) erano oltre 29 milioni, pari al 12,1 per cento della popolazione (l'11,7 per cento nel 1980). A differenza di altre minoranze etniche e razziali che, in successive ondate di immigrazione, si integrarono nello stile di vita statunitense, la componente afroamericana dimostrò la sostanziale sconfitta del mito del melting pot. Gli afroamericani, del resto, erano l'unico esempio di immigrazione forzata negli Stati Uniti avvenuta attraverso la tratta dei neri e l'istituzione della schiavitù, che era stata introdotta nelle colonie britanniche dell'America settentrionale nel 1619 e si era diffusa, dopo l'indipendenza, negli stati del sud. La schiavitù venne abolita al termine della sanguinosa guerra civile americana, che segnò l'inizio della Ricostruzione, uno dei periodi più tragici nella storia dei neri americani, privati, negli stati meridionali, del diritto di voto e costretti a una condizione di assoluta inferiorità. Alla segregazione legale (sancita dai cosiddetti Jim Crow Provisions) corrispose la segregazione residenziale nei grandi centri urbani del nord dove, a partire dal 1912, i neri immigrarono dalle aree rurali per formare una manodopera industriale non qualificata e sottopagata. La battaglia contro la discriminazione, che animò la vita politica degli anni sessanta, fu combattuta dai neri sostanzialmente su due fronti: da una parte la componente riformista del movimento per i diritti civili perseguì tenacemente, con dimostrazioni non violente, l'obiettivo dell'integrazione a tutti i livelli nella società bianca; dall'altra la componente radicale, formata da diversi gruppi nazionalisti di tendenza rivoluzionaria (tra i quali musulmani neri, Potere nero, Black Panthers), fece appello ai neri dei ghetti sostenendo una politica di separazione razziale, necessaria per salvaguardare l'identità etnica e culturale. Alla nuova classe media nera emersa negli anni ottanta e composta da professionisti e intellettuali di tendenze politiche conservatrici, gelosi dei privilegi economici e sociali conquistati (i cui membri furono soprannominati buppies, da black yuppies), si contrapponeva la realtà preponderante della comunità nera dei ghetti degradati delle grandi città, abbandonati a se stessi durante il decennio di governo repubblicano e divenuti potenziali focolai di rivolta.

Vedi anche segregazione.

E. Maranzana



R. Giammanco, Neri d'America, in P. Bairati (a c. di), Storia del Nord America, La Nuova Italia, Firenze 1978; J.H. Franklin, From Slavery to Freedom: A History of American Negroes, Knopf, New York 1969; E. Franklin Frazier, The Negro in the United States, Macmillan, New York 1973.

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