AFRICA, COLONIZZAZIONE DELL' (XVI-XX secolo). Processo di occupazione e spartizione del territorio africano da parte delle potenze europee. Dalla fine del XV secolo e specialmente durante i due secoli successivi i portoghesi stabilirono basi commerciali in diversi luoghi della costa dell'Africa occidentale e orientale, punti di riferimento sulla via delle Indie orientali. Solo in alcuni casi (Etiopia, Congo, Angola, città swahili) l'insediamento assunse anche connotazioni politico-strategiche, divenendo un punto di partenza per l'esplorazione e la penetrazione verso l'interno del continente. A partire dal XVII secolo ai portoghesi si affiancarono olandesi, francesi e britannici, con modalità di insediamento simili. Fino a tutta la prima metà del XIX secolo gli europei furono spinti verso l'Africa principalmente da interessi di natura commerciale legati in particolare alla tratta negriera e la conoscenza diretta del territorio si limitò per lo più all'immediato entroterra degli empori costieri. Le prime spedizioni a scopo scientifico (J. Bruce in Etiopia, M. Park in Africa occidentale ecc.) furono attuate verso la fine del XVIII secolo, incentivate, dopo l'abolizione della tratta degli schiavi, dal nuovo interesse per le materie prime necessarie allo sviluppo industriale delle potenze europee, che si accompagnò agli interessi scientifici e religiosi. Da ciò derivò una vasta attività di esplorazione sistematica (H. Barth, J. Grant, J. Speke, S. Baker, G. Schweinfurth, R. Gessi, D. Livingstone, H. Stanley, G. Miani ecc.) che, avvicinandosi l'ultimo ventennio del secolo, divenne sempre più funzionale all'ormai aperta competizione fra le potenze europee per l'occupazione e la colonizzazione politico-militare del continente. Al passaggio dalla presenza quasi esclusivamente economico-commerciale degli europei alla conquista territoriale concorsero tanto dinamiche locali e regionali quanto più generali trasformazioni degli equilibri mondiali, quale l'affacciarsi sulla scena di nuove potenze con ambizioni imperiali, che mettevano in discussione la preponderanza pressoché assoluta della Gran Bretagna durante il XIX secolo. Alla tradizionale rivalità anglo-francese (la Francia nel 1830 aveva occupato l'Algeria) si affiancarono le aspirazioni dell'Italia, del Portogallo, del re Leopoldo del Belgio, della Germania. Dopo l'insediamento di Leopoldo sul fiume Congo e l'intervento britannico in Egitto nel 1882, la conferenza internazionale convocata a Berlino nel 1884-1885 per discutere eminentemente di questioni legate alla libertà di commercio nei bacini dei grandi fiumi del continente (istanza sostenuta dalla Gran Bretagna e contraddetta dal protezionismo dei nuovi aspiranti imperiali) costituì la svolta verso una precisa e determinata logica di spartizione del continente. Entro pochi anni l'Africa, facilmente stroncata la resistenza delle popolazioni locali, fu pressoché completamente occupata e suddivisa. Al nord si formò un'area di predominio francese (Algeria, Marocco, Tunisia), separata dall'Egitto e dal Sudan, controllati dalla Gran Bretagna, dal territorio larvatamente turco, poi italiano (1911), della Libia. La Francia ebbe ampi possedimenti anche nelle regioni occidentali a sud del Sahara, facenti capo al Senegal, nonostante le grandi enclave britanniche di Nigeria, Costa d'oro e Sierra Leone, il Gambia e la Guinea portoghese. Francese fu anche gran parte dell'Africa centroccidentale, sino al fiume Congo (o Zaire), con la piccola inserzione spagnola sul Rio Muni (Guinea equatoriale) e la grande colonia tedesca del Camerun. Gran parte del bacino del Congo era invece occupata dal cosiddetto stato libero del Congo, dominio privato di re Leopoldo. I portoghesi occuparono Angola e Mozambico, i tedeschi l'Africa del sudovest, il Tanganica e il Ruanda-Urundi, la Gran Bretagna il Sudafrica, la Rhodesia, il Nyasaland e, risalendo verso nord, il Kenya, l'Uganda e la Somalia settentrionale. Il resto della Somalia e l'Eritrea furono italiane, mentre la Francia si stanziò a Gibuti e nel Madagascar. Unici stati africani a mantenere la propria indipendenza furono la Liberia e l'Etiopia, che la perdette brevemente a opera dell'Italia nel 1936-1941. Benché durato solo pochi decenni (tra gli anni cinquanta e settanta del Novecento quasi tutta l'Africa riacquistò l'indipendenza), il dominio europeo trasformò radicalmente il contesto culturale, socioeconomico e politico del continente, causando inoltre squilibri e dipendenze strutturali che pesarano poi tanto sulle modalità della decolonizzazione quanto sugli assetti degli odierni stati africani. P. Valsecchi |