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 Tweet RABBINO Esperto della legge ebraica, maestro spirituale e religioso di una comunità. Le prime attestazioni del titolo di rabbino (dall'ebraico rav, grande) risalgono all'epoca successiva alla distruzione (70 d.C.) del secondo Tempio di Gerusalemme, quando i rabbini, laici, ereditarono alcune prerogative di governo della comunità ebraica in precedenza di spettanza sacerdotale. Mentre il culto sinagogale poteva essere presieduto da qualunque ebreo, l'investitura rabbinica (semikhà), effettuata attraverso l'imposizione delle mani a opera di un precedente rabbino, risultò indispensabile per esercitare la funzione di capo riconosciuto di una comunità, per l'esercizio di alcune competenze giudiziarie, per la promulgazione di responsi autorevoli ecc. Questa struttura restò costante fino all'epoca in cui fu riconosciuto agli ebrei l'esercizio della pienezza dei diritti civili (XIX secolo). Da allora in poi la figura del rabbino, pur non perdendo mai del tutto le competenze giuridiche, assunse in occidente compiti prevalentemente liturgici, pastorali e di insegnamento. Su questa trasformazione incise l'influsso esercitato dall'ambiente cristiano circostante (risale, tra l'altro, a quest'epoca l'adozione da parte dei rabbini di particolari paramenti liturgici). La formazione dei futuri rabbini venne affidata sempre più a collegi o seminari rabbinici in grado di rilasciare titoli accademici. La comparsa di più correnti in seno all'ebraismo (ortodossa, riformata, conservativa) diede luogo alla creazione di una corrispettiva pluralità di centri di formazione. Negli ultimi anni le correnti riformata e conservativa hanno ammesso al rabbinato anche le donne. Nello stato d'Israele sopravvive fin dall'epoca ottomana un monopolio ortodosso sul rabbinato, istituzione a cui sono attribuite varie competenze nel campo del diritto civile, dell'istruzione, del controllo sull'osservanza da parte dei pubblici esercizi di determinate norme rituali. Per la legge italiana i rabbini svolgono le funzioni di ufficiali di stato civile. |
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