Tweet PROFETA Chi parla in nome di Dio oppure chi parla anticipatamente del futuro. Così vengono chiamati alcuni personaggi che nella Bibbia ebraica ricevono i nomi di nabi (messaggero), ro'eh (veggente), hozeh (visionario), uomo, servo di Dio, uomo dello spirito. Li accomunava la comunicazione della volontà divina tramite minacce, ordini, promesse. Tale attività poteva essere occasionale o continuativa, individuale o collettiva (i "figli dei profeti") e varia era la presenza della componente estatica, delle azioni simboliche e taumaturgiche. In ciò Israele non era differente dal mondo circostante, come quello fenicio e accadico. Su questo sfondo emersero nell'VIII secolo a.C. i profeti Amos, Osea, Michea, Isaia, che con la loro accentuazione del momento etico caratterizzarono in modo decisivo la religione ebraica. La stagione dei grandi profeti-scrittori continuò almeno fino al IV secolo a.C. (Deutero-Zaccaria) con la proclamazione dell'universalità della religione di Jahvè e della signoria di Dio nella storia (Ezechiele, Deutero-Isaia). A partire dal V secolo affiorarono forme letterarie e temi che testimoniano il graduale affermarsi dell'apocalittica e il suo sostituirsi alla profezia. Si andava affermando (III-II secolo a.C.) l'idea che l'età dei profeti era passata, e che ai contemporanei spettava solo interpretarne il messaggio, si attendeva la comparsa di un profeta escatologico (il "profeta come Mosè") o il ritorno di un profeta del passato (Elia) che avrebbe risposto a tutti i problemi irrisolti. Lo "spirito di profezia" sarebbe ritornato tra gli uomini in età messianica (messia). |