eXTReMe Tracker

persecuzioni romane dei cristiani


PERSECUZIONI ROMANE DEI CRISTIANI

(I-IV secolo). Azioni repressive esercitate in epoca imperiale contro le comunità cristiane. Secondo la tradizione cristiana la prima persecuzione, nella quale avrebbero trovato la morte gli apostoli Pietro e Paolo, venne ordinata da Nerone nel 64, forse in seguito al grande incendio di Roma, del quale l'imperatore incolpò i cristiani stessi. La portata di questa e della seconda persecuzione, attribuita nel 95 a Domiziano, resta però ampiamente controversa. I primi atti di ostilità nei confronti dei cristiani dovettero essere in realtà sporadici e locali e non vi fu un atteggiamento univoco e coerente da parte dell'autorità, che si limitò a non intervenire nei tumulti popolari anticristiani. La linea ufficiale fu quella documentata da una lettera indirizzata nel 112 da Traiano a Plinio il Giovane, proconsole in Bitinia, nella quale si vietava ai magistrati di perseguire d'ufficio i cristiani e di tener conto delle accuse anonime, limitando la repressione ai rei confessi. Mentre la persecuzione contro la chiesa di Lione al tempo di Marco Aurelio (161-180) fu ancora locale e occasionale, nella prima metà del III secolo si tentò anzi di integrare anche i cristiani nel sistema religioso sincretistico sostenuto dalla dinastia dei Severi. La prima persecuzione veramente sistematica fu quella di Decio nel 250, allorché il cristianesimo, ormai organizzato, appariva come un reale pericolo religioso e politico: i sudditi dell'impero furono obbligati in questa occasione a ottenere un certificato (libellus) che attestava di aver compiuto il sacrificio agli dei pagani. Particolarmente aspre furono successivamente le misure anticristiane di Diocleziano (303) e di Massimiano e Galerio (311).