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olio



OLIO

Liquido ricavato dalle sostanze grasse contenute nei semi e nei frutti di alcune piante o in particolari tessuti animali. Prima della diffusione dell'olivo in Egitto, in Mesopotamia e anche in Grecia e nell'Europa settentrionale si ricavava olio commestibile dai semi di sesamo, di lino, di ricino, di papavero, dalle noci e dalle mandorle. In Asia furono usati allo stesso scopo i semi di soia e di lino, in America quelli di mais, di girasole e di arachide. Gli abitanti della zona artica elaborarono invece procedimenti per ottenere l'olio dal grasso degli animali marini, principalmente balene, foche e merluzzi. L'olivo fu coltivato in Asia minore fin dal III millennio a.C. e la coltura, acquisita dai greci, fu da loro portata nelle colonie dell'Italia settentrionale penetrando poi, forse nel IV secolo a.C., in Etruria e nel Lazio. La tecnica di estrazione degli oli vegetali messa a punto nell'antichità, consistente nella macinazione dei semi o dei frutti con un frantoio a mole di pietra e nella successiva spremitura mediante pressione, rimase inalterata per secoli. Non è escluso che ciò sia dipeso dal progressivo declino che la coltura dell'olivo, sviluppatissima nella civiltà greco-romana, conobbe fino al tardo Medioevo. Gli oli vegetali, soprattutto quello d'oliva, che aveva un costo di produzione più alto rispetto a quello di qualsiasi altro olio o grasso alimentare, furono sostituiti nel consumo popolare da grassi animali, prevalentemente suini, che i romani avevano considerato segni di barbarie. L'olio di oliva rimase, per motivi legati al culto (estrema unzione e cresima), nella tradizione dei monasteri e dei conventi e proprio per questo fu considerato cibo magro, ammesso nei giorni di digiuno, mentre costituiva segno di distinzione sulla tavola dei nobili e dell'alto clero. A partire dal XVII secolo un rinnovato interesse per le colture oleiche favorì la ricerca e la messa a punto di tecniche di spremitura più economiche finché si giunse all'invenzione della pressa idraulica (John Bramah, 1795). Ciononostante i consumi di olio vegetale rimasero limitati e la grande gastronomia dell'Ottocento preferì i grassi animali, principalmente il burro. A metà di quel secolo però furono effettuati negli Stati uniti i primi esperimenti di estrazione di olio da semi vegetali con solventi chimici quali il solfuro di carbonio e la benzina. L'affinamento di questi metodi e il perfezionamento dei macchinari permisero di ridurre sensibilmente il costo degli oli di semi, alcuni dei quali (di soia e di palma) trovarono, di lì a poco, utilizzo nella produzione di margarina, mentre altri (di cocco, di lino, di mandorle, di ricino) furono indirizzati a usi industriali, cosmetici e farmaceutici. Proprio il minor costo rispetto all'olio di oliva, assieme alla "leggerezza" loro attribuita dalla pubblicità, portò dagli anni Sessanta a un aumento sensibilissimo del consumo mondiale di oli di semi.

R. Nistri