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monarchia



MONARCHIA

Forma di governo nella quale il potere (arché) di comando è concentrato in una sola (monos) persona. Tuttavia vi possono essere poteri incentrati su una sola persona che non per questo sono monarchici. L'idea di monarchia implica prima di tutto quella di legittimità del potere e va quindi distinta dalla tirannide e dal dispotismo, nei quali prevale l'elemento di illegalità o arbitrarietà nell'assunzione o nell'esercizio del potere. Essa implica poi uno stretto rapporto tra la persona del re e il potere pubblico, cosicché il re può considerare sua pertinenza personale la prerogativa di comando. La monarchia si differenzia dunque anche da una repubblica incentrata sui poteri in ultima istanza prevalenti di un presidente, perché nelle repubbliche non ci sono persone cui ineriscono poteri, ma funzioni pubbliche ricoperte da persone. In sintesi si può dire dunque che nella monarchia vi è un elemento di sacralità personale, assente invece nelle funzioni civili di una repubblica. Ciò è vero in tutte e quattro le diverse modalità del fondamento del potere regio: il re può derivare il suo potere dalla trasmissione del potere sacrale attraverso la designazione del suo predecessore; la monarchia (se ereditaria) può derivare dalla eccezionale nobiltà della stirpe regia; essa può poi derivare o essere rinforzata dal diritto divino; può infine poggiare interamente sull'elezione da parte di una assemblea (il caso delle monarchie elettive è storicamente più frequente di quello delle monarchie ereditarie). Anche se elettivo, d'altra parte, il re ottiene un potere che resterà suo e a vita; una monarchia a termine appartiene piuttosto al genere della repubblica mentre quella che preveda una destituzione che riassegna il potere a una assemblea, e non al legittimo erede entro la dinastia, codifica le forme stesse della rivoluzione. La monarchia elettiva non è meno sacrale di quella ereditaria, specie quando del collegio elettorale fanno parte membri del clero. I fondamenti del potere regio spesso si combinano fra di loro: Ottone I di Sassonia venne eletto da un'assemblea che lo considerava legittimo erede di Enrico I (da cui era stato designato) e fu consacrato da tre arcivescovi. I re di Francia, a partire da Pipino il Breve, si fecero consacrare, come i vescovi e come Davide, con l'olio santo, mentre l'elemento elettorale si venne atrofizzando nella semplice acclamazione da parte dei grandi del regno. Il sistema della designazione restò a lungo in vigore nella Russia dei Romanov creando lunghe lotte di potere. L'evoluzione dall'elettività all'ereditarietà è la più comune, perché garantisce i minori traumi nella successione; la Polonia, ultimo regno a restare elettivo ancora nel Settecento, finì annientata. La monarchia può diventare invece, da assoluta, costituzionale, senza negare il suo principio; ciò accade quando i re accettano che il fondamento monarchico-sacrale del potere sia integrato da un diverso fondamento quale è la sovranità popolare, da cui derivano le assemblee elettive. Un equilibrio di tal genere può essere stabile, come mostra la monarchia inglese, con la sua dinastia ereditaria e il suo parlamento elettivo ovvero una formula come re per grazia di Dio e per volontà della nazione.

S. Guarracino