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mercenari



MERCENARI

Uomini d'arme al servizio di stati o di singoli signori in cambio di denaro, bottino o compensi d'altro genere. Si possono individuare tre fondamentali modalità di servizio mercenario, non sempre però nettamente distinguibili nella realtà storica: il contratto individuale tra un determinato signore e l'uomo d'arme; il contratto tra un signore e un capitano di ventura (compagnie di ventura) che s'impegnava, per un tempo determinato e dietro compenso (solitamente versato in anticipo), ad armare, equipaggiare e addestrare a sue spese una truppa (dalla denominazione del contratto, condotta, viene il tradizionale nome di condottieri dato ai capitani); infine l'arruolamento di uomini, non necessariamente sudditi, disposti a combattere per uno stato, il quale predispone i quadri gerarchici e fornisce l'equipaggiamento e le armi. Un caso particolare è la contrattazione con la quale uno stato cede temporaneamente a un altro l'uso di reparti militari così arruolati.

NELL'ANTICHITÁ. In Cina il fenomeno mercenario fu collegato al processo di formazione di un impero unitario tra il IV e il III secolo a.C.: il sistema feudale cedeva gradualmente il passo a stati sempre più vasti e potenti (gli stati combattenti) che si formavano in seguito a guerre e trattati tra gli antichi principati. I signori spodestati e i nobili al loro seguito si adattavano a volte a servire il nuovo signore, assumendo così il comando di eserciti mediante un rapporto bilaterale caratterizzato da un reciproco obbligo anche di natura morale: se il signore avesse trascurato i suoi obblighi maltrattando il servitore, questi sarebbe stato moralmente legittimato ad abbandonarlo. Il fenomeno nasceva anche dall'esigenza di eserciti sempre più numerosi: non più le modeste formazioni feudali, prevalentemente composte di nobili su carri da guerra con piccoli reparti di fanteria reclutata nel paese, ma complessi eserciti nei quali, oltre alla fanteria, si reclutava tra il popolo anche una parte della cavalleria. Si prepararono così la mentalità e la struttura del grande stato unitario realizzato nel III secolo a.C., con l'impero han. In Sicilia e nella Magna Grecia (IV-III secolo a.C.) comparvero a più riprese milizie mercenarie reclutate tra le popolazioni locali. Agatocle, tiranno di Siracusa (IV-III secolo a.C.), arruolò mercenari italici, una parte dei quali, i mamertini, si ammutinarono scacciando i coloni greci da Messina e installandosi nella città. Analoga la vicenda dei mercenari campani arruolati nella stessa epoca da Roma per la guerra contro Pirro: ammutinatisi a Reggio Calabria, furono sterminati dai romani dopo un duro assedio. Roma dovette comunque ricorrere spesso a truppe mercenarie, arruolate nelle province periferiche dei suoi domini come auxilia (truppe ausiliarie), spesso fornite dai piccoli sovrani soggetti a Roma, e non sempre fedeli. Anche per questo i romani usavano trasferire queste truppe, specie la cavalleria, in regioni anche molto lontane da quelle d'origine, dove non avrebbero potuto facilmente fraternizzare con le popolazioni locali. Verso il 70 d.C. gli auxilia vennero incorporati nell'esercito come truppe regolari.

NELL'EUROPA MEDIEVALE E MODERNA. La ricomparsa del fenomeno mercenario in Europa fu collegata alla nascita degli stati moderni, basati sull'autorità regia e centralizzati, a scapito della nobiltà feudale e bisognosi di eserciti dotati di fanteria pesante numerosa e agguerrita per fronteggiare adeguatamente l'urto della cavalleria e dell'artiglieria. Il ricorso a estesi reclutamenti popolari era tuttavia inimmaginabile a causa del distacco fra popolo e potere. In parecchi casi i nobili (ma anche avventurieri di svariate provenienze), anziché integrarsi nella corte del sovrano costituirono proprie milizie mercenarie con le quali esercitare una sorta di brigantaggio oppure trattare con il re da una posizione più forte offrendogli i servigi di una forza militare armata e addestrata. Molti di questi capitani vennero poi compensati con territori da governare direttamente, recuperando così un potere politico di rilievo. In taluni casi la fama di queste truppe mercenarie era tale che altri stati ne richiedevano i servigi. La trattativa si svolgeva allora a livello di sovrani. In Svizzera, Austria e Germania il fenomeno mercenario ebbe manifestazioni di particolare rilievo. L'esistenza di popolazioni di pastori e di contadini, usi a uno stile di vita sobrio e duro, favorì infatti la costituzione di bande inquadrate da nobili decaduti o da signori vassalli decisi a costituirsi un proprio esercito. Famosi i "quadrati" di lanzichenecchi armati di picca, reclutati in Svizzera e nei territori fra Germania meridionale e Austria, e le bande provenienti dalla Germania renana e dalle Fiandre. Il rafforzamento degli stati nazionali produsse però, specie durante il XVI e il XVII secolo, un'ulteriore evoluzione in campo militare: l'affermazione degli eserciti permanenti, con la conseguente progressiva scomparsa delle truppe mercenarie, sostituite da eserciti di mestiere al comando di ufficiali provenienti dagli stessi ranghi della nobiltà, che riacquistava in tal modo il ruolo militare perduto. L'incapacità delle signorie italiane fra XIV e XVI secolo di realizzare uno stato unitario nazionale comportò una decadenza militare. L'abituale ricorso ai sovrani stranieri ne fu insieme causa ed effetto. Le bande mercenarie raccolte da capitani di ventura (che reclutavano i soldati soprattutto in Piemonte, nel Friuli, nel Napoletano e nello Stato pontificio) non furono però inferiori, per addestramento e armamento, alla media delle truppe mercenarie estere, ed ebbero famosi capitani come Francesco Sforza, Niccolò Piccinino e suo figlio Jacopo, Bartolomeo Colleoni, Muzio Attendolo Sforza. Non ebbe invece modo di svilupparsi in Italia quella ulteriore fase di evoluzione che altrove condusse agli eserciti di mestiere permanenti.

I MERCENARI CONTEMPORANEI. In Europa, dopo la fase degli eserciti nazionali, non si ebbe un'estesa ripresa dal fenomeno mercenario; tuttavia dalla fine dell'Ottocento alcuni eserciti europei, e in particolare quelli di Francia e Spagna, fecero ricorso al reclutamento sistematico di mercenari che offrivano individualmente i loro servigi e venivano inquadrati in apposite formazioni (Legione straniera, Tercio) organizzate e guidate dallo stato. Dopo la seconda guerra mondiale bande mercenarie, messe insieme da avventurieri generalmente tra reduci di guerra, criminali politici sfuggiti alla cattura, sbandati di diversa provenienza, furono ingaggiate da organizzazioni europee o locali nelle numerose guerre e guerriglie in atto in Africa, Asia e America latina. E nel fenomeno mercenario si possono anche inquadrare le bande armate, numerose e ben organizzate, reclutate negli ultimi decenni del Novecento da parte di grandi organizzazioni criminali, specialmente quelle dedite al commercio della droga in paesi dell'Asia e dell'America latina.

R. Nassigh



P. Pieri, Il Rinascimento e la crisi militare italiana, Einaudi, Torino 1952; Av.Vv., Storia d'Italia e d'Europa. Comunità e popoli, Jaca Book, Milano 1978.