INTRODUZIONE AL LIBRO DEL QOELET
Caratteristiche
generali
Questo libro presenta le riflessioni di
un sapiente sulle contraddizioni della vita. L'autore parla molto spesso in
prima persona, raccontando quel che gli è accaduto e quel che ha pensato,
come in una specie di testamento che riassume la sua esperienza
personale.
Ha costatato l'inutilità degli
sforzi umani, la difficoltà di capire il senso della vita,
l'insufficienza della sapienza tradizionale di fronte ai problemi
dell'ingiustizia, del futuro, della morte. Spesso polemizza con molta
libertà contro le idee correnti dei sapienti. Non gli bastano i
tradizionali consigli per vivere bene l'esistenza quotidiana: egli sembra
cercare il senso globale della vita, allo scopo di scoprire quale sia il compito
dell'individuo di fronte al suo destino. Ma tutto questo gli sfugge. La
conclusione è che l'uomo deve riconoscere umilmente il suo posto nel
mondo e di fronte a Dio, accogliendo quel che di buono la vita gli offre come un
dono di Dio, nel momento presente. Con questa modesta conclusione, il libro
mostra i limiti della sapienza umana: la sola ragione trova di fronte a
sé un vuoto che non sa riempire. Altri libri della Bibbia colmano questo
vuoto rivelando gli interventi di Dio nella storia. Ma anche il Qoelet è
su questa linea quando indica come via d'uscita il timore di Dio, l'affidarsi
totalmente a lui.
Autore e ambiente
storico
Secondo alcuni studiosi, il libro fu
composto probabilmente nel IV o III secolo a.C. L'autore mette le sue parole in
bocca al re Salomone, considerato il sapiente per eccellenza, seguendo l'uso,
allora comune, di attribuire a grandi personaggi dell'antichità opere
ispirate ai loro
insegnamenti.
Schema
E'
difficile dare uno schema del libro, che è una specie di inchiesta sui
casi della vita, continuamente riesaminati da diversi punti di vista. Ritorna
con insistenza la dichiarazione dell'assurdità e inutilità degli
sforzi e delle gioie umane, della giovinezza, della fama, del lavoro, della
saggezza e così via. Più che uno schema si possono ricavare dal
libro tre grandi idee chiave: 1) la vita è contraddittoria, 2) solo Dio,
che è padrone della storia e Signore del creato, ne conosce il senso
segreto, 3) l'uomo è incapace di scoprire la volontà di Dio per
l'avvenire.
LIBRO DI QOELET
CAPITOLO
1
1 Libro di Qoelet, figlio di Davide
e re di
Gerusalemme.
2 «Tutto è come un
soffio di vento:
vanità, vanità,
tutto è vanità», dice
Qoelet.
NIENTE DI NUOVO SOTTO IL
SOLE
3 L'uomo si affatica e tribola
per tutta una
vita.
Ma che cosa ci guadagna?
4 Passa una generazione e ne viene un'altra;
ma il mondo resta sempre lo
stesso.
5 Il sole sorge, il sole tramonta;
si alza e corre verso il luogo
da dove rispunterà di
nuovo.
6 Il vento soffia ora dal nord ora dal
sud,
gira e rigira, va e ritorna di nuovo.
7 Tutti i
fiumi
vanno nel mare,
ma il mare non è mai pieno.
E l'acqua continua a scorrere
dalle sorgenti dove nascono i fiumi.
8 Tutte le cose sono in continuo movimento,
non si finirebbe mai di
elencarle.
Eppure gli occhi non si stancano di
vedere
né gli orecchi di
ascoltare.
9 Tutto ciò che è
già avvenuto
accadrà
ancora;
tutto ciò che è successo in
passato
succederà anche in
futuro.
Non c'è niente di nuovo sotto il
sole.
10 Qualcuno forse
dirà:
«Guarda, questo è
nuovo!».
Invece quella cosa esisteva
già
molto tempo prima che noi nascessimo.
11 Nessuno si ricorda delle cose
passate.
Anche quello che succede
oggi
sarà presto
dimenticato
da quelli che
verranno.
INUTILE CERCAR DI
CAPIRE
12 Io, Qoelet, sono stato re d'Israele
e abitavo a Gerusalemme.
13 Ho messo tutte le mie forze
per indagare e scoprire il senso
di tutto ciò che accade in questo mondo.
Ma devo concludere che ogni
sforzo
è stato
inutile.
Dio ha dato agli
uomini
un compito troppo
faticoso!
14 Ho meditato su
tutto
quel che gli uomini fanno
per arrivare alla conclusione
che tutto il loro affannarsi è
inutile.
E' come se andassero a caccia di vento.
15 Non si può raddrizzare una cosa
storta,
né si può calcolare quello
che non c'è.
16 Ero convinto di essere
molto sapiente,
più di tutti quelli che
prima di me
hanno governato a
Gerusalemme.
Pensavo di
possedere
una sapienza straordinaria.
17 Poi ho cercato di capire
qual è la differenza
tra il sapiente e lo stolto,
tra chi è istruito e chi è
ignorante.
Ma ho concluso che in questa ricerca
è come andare a caccia di
vento.
18 Chi sa tante cose ha molti fastidi,
chi ha una grande esperienza ha molte
delusioni.
CAPITOLO
2
UNA GIOIA PROVVISORIA
1 Mi son detto: «Ora voglio provare
ogni specie di piacere e
di
soddisfazione».
Ma
tutto mi lasciava sempre
un senso di
vuoto.
2 Il divertimento lascia insoddisfatti,
l'allegria non serve a
niente.
3 Allora ho cercato il piacere nel bere,
ma senza perdere il controllo.
Mi son dato alla pazza gioia.
Volevo vedere se
questo
dà felicità
all'uomo
durante i pochi giorni della sua vita.
4 Ho fatto anche grandi lavori.
Ho fabbricato palazzi,
ho piantato
vigneti.
5 Ho costruito giardini e parchi,
dove ha
piantato
ogni qualità di alberi da frutto.
6 Ho costruito serbatoi
d'acqua
per irrigare quegli alberi.
7 Ho comprato schiavi e schiave;
avevo molti servi in casa mia,
possedevo moltissimi buoi e pecore,
più di tutti i re di
Gerusalemme.
8 Ho accumulato molti
oggetti
d'oro e
d'argento.
Ho preso le ricchezze e i tesori
di altri re e governanti.
Ho fatto venire nel mio palazzo
cantanti e
ballerine:
per i miei piaceri, tante belle donne.
9 Insomma, ero diventato più
ricco
e più
famoso
di tutti i miei predecessori di
Gerusalemme.
Per di più, non ho mai perso
la testa!
10 Ho soddisfatto ogni mio desiderio;
non ho rinunziato a nessun piacere.
Sono riuscito a godere delle mie
attività:
questa è stata la
ricompensa
per tutte le mie
fatiche.
CHE COSA CONTA ESSERE SAPIENTE?
11 Ho tentato di fare un
bilancio
di tutte le opere che avevo
fatte
e della fatica che mi erano costate.
Ma ho concluso che tutto è vanità,
come inseguire il vento.
In questa vita sembra tutto
inutile.
12b Anche il re che verrà dopo di
me
non farà niente di
nuovo
12a Poi mi son
chiesto:
è meglio essere
sapienti
oppure ignoranti e
stolti?
13 Senz'altro la sapienza
vale
più dell'ignoranza,
come la luce è più preziosa delle
tenebre.
14 Il sapiente vede dove va,
lo stolto invece cammina nel buio.
Ma tutti e due fanno la stessa
fine.
15 Anch'io morirò come muore lo
stolto.
Ma allora, perché sono diventato
sapiente?
Che cosa ci
guadagno?
Tutto mi appare inutile.
16 La gente dimentica
presto
tanto il saggio che lo stolto.
Con il passare degli
anni
tutto è
dimenticato.
E morirà tanto il sapiente
che lo stolto.
17 Così ho cominciato a
odiare la vita.
Tutto quel che si fa mi sembra
male.
Tutto mi appare
inutile.
LA MORTE SCONVOLGE I NOSTRI
PIANI
18 Mi vien voglia di
distruggere
tutto quello che ho fatto.
Perché devo lasciar qui ogni
cosa
al mio
successore?
19 E chissà se sarà
sapiente o stolto!
Ad ogni modo, lui
erediterà
tutto quel che ho
fatto
con tanto sforzo e
abilità
durante la mia
vita.
Anche questo è
vanità.
29 Ho imparato a non farmi
illusioni
su quello che sono
riuscito
a guadagnare con fatica nella mia vita.
21 Infatti, un uomo che
lavora
con abilità, intelligenza e impegno
deve poi lasciar
tutto
a uno che non ha fatto
niente.
Anche questo è assurdo, non
è giusto.
22 Insomma, che cosa ricava
l'uomo
da tutte le fatiche e preoccupazioni
della sua
vita?
23 Di giorno egli non fa che soffrire
e agitarsi per i suoi affari.
E non ha pace neppure di
notte.
Anche questo è
assurdo.
24 Unica gioia per l'uomo è
mangiare e bere
e godere i frutti del suo lavoro.
Ma ho capito che anche questo è un dono
di Dio.
25 Infatti, chi può mangiare e
godere
senza il suo
permesso?
26 Dio dona a chi gli è caro la
sapienza,
la scienza e la
gioia.
I cattivi, invece, si agitano e si
preoccupano,
raccolgono tanta
ricchezza
per lasciar tutto a chi Dio
vorrà.
Anche questo è assurdo,
come andare a caccia di
vento.
CAPITOLO
3
OGNI COSA IL SUO MOMENTO
1 Nella vita dell'uomo, per ogni cosa c'è
il suo momento,
per tutto c'è
un'occasione opportuna.
2 Tempo di nascere,
tempo di morire,
tempo di piantare, tempo di
sradicare,
3 tempo di uccidere, tempo di curare,
tempo di demolire, tempo di costruire,
4 tempo di piangere, tempo di ridere,
tempo di lutto, tempo di baldoria,
5 tempo di gettar via le pietre,
tempo di raccogliere le pietre,
tempo di abbracciare, tempo di staccarsi,
6 tempo di cercare, tempo di perdere,
tempo di conservare, tempo di buttar via,
7 tempo di strappare, tempo di cucire,
tempo di tacere, tempo di parlare,
8 tempo di amare, tempo di odiare,
tempo di guerra, tempo di
pace.
OGNI COSA AL SUO
POSTO
9 Perché tanto lavorare e
tribolare?
10 Che senso hanno tutte le fatiche
alle quali Dio ha sottoposto l'uomo?
11 Dio ha dato un senso a tutto,
ha messo ogni cosa al suo posto.
Negli uomini Dio ha messo il desiderio
di conoscere il mistero del mondo.
Ma non son capaci di capire
tutto quel che Dio ha fatto,
dalla prima all'ultima cosa.
12 Mi sono convinto che la cosa
migliore
per
l'uomo
è stare sereno e godersi la vita.
13 Anche mangiare e
bere
e godersi i frutti del proprio lavoro
è un dono di Dio.
14 Anche questo ho
capito: tutto ciò che Dio fa
durerà per sempre;
ogni cosa rimane al suo posto.
Dio vuole che noi lo
rispettiamo.
15 Quello che è successo in
passato,
capita anche
oggi;
quello che avverrà in futuro
è già capitato
in
passato.
Tutto passa,
ma a Dio non sfugge
niente.
IL DESTINO
DELL'UOMO
16 Ho osservato che, in questo mondo,
ci sono
anche
giudici ingiusti e amministratori
disonesti.
17 Allora mi son detto: un giorno Dio
giudicherà sia i giusti sia i cattivi.
Infatti ogni cosa ed ogni azione
avviene quando è il suo
momento.
18 Ho anche pensato:
Dio vuole metterci alla prova
per farci
capire
che, in fondo, non siamo che bestie.
19 Gli uomini e le bestie
hanno
lo stesso
destino:
tutti devono
morire.
Tutti hanno lo stesso spirito vitale
ma l'uomo non è superiore agli animali.
Tutto è come un
soffio.
20 Tutti vanno allo stesso
luogo.
Tutti vengono dalla polvere
e tutti alla polvere
ritorneranno.
21 Chi può sapere se lo
spirito
degli uomini sale veramente in
alto
e lo spirito degli animali scende sotto
terra?
22 Ho concluso che la cosa migliore per
noi
è goderci i frutti del nostro lavoro.
Questo è il nostro destino.
Noi non possiamo sapere
quel che accadrà in
futuro.
CAPITOLO
4
NESSUNO SI CURA DEGLI OPPRESSI
1 Ho riflettuto anche su tutte le
ingiustizie
che
si compiono in questo mondo.
Gli oppressi
piangono e invocano aiuto,
ma nessuno li
consola,
nessuno li
libera
dalla violenza dei loro oppressori.
2 Invidio quelli che sono
morti.
Essi stanno meglio di noi che siamo
ancora in vita.
3
Anzi, più fortunati ancora quelli
che non
sono mai nati,
quelli che non hanno mai
visto
tutte le ingiustizie di questo
mondo.
IL LAVORO
4 Ho osservato la gente che lavora
sodo
e che ha successo.
Ma ho capito che fa tutto
per invidia degli altri.
Anche questo è assurdo,
come andare a caccia di
vento.
5 E' stupido incrociare le braccia
e lasciarsi morire di
fame.
6 Ma vale di più godersi un po' di
riposo,
accontentandosi di poco,
che lavorare tanto per niente!
7 Ho scoperto un'altra
assurdità.
8 Un uomo vive da solo,
senza nessuno, senza figli né fratelli.
Eppure lavora tutto il giorno
e non è mai contento di quello che ha.
Ma per chi lavora quest'uomo,
che rinunzia a ogni
soddisfazione?
E' proprio un brutto modo di
vivere,
e non serve a
niente.
SOLIDARIETÀ
9
Meglio essere in due che da solo.
Lavorare
insieme rende di più.
10 Se uno cade, il
compagno può aiutarlo.
Ma se uno è
solo e cade,
nessuno lo aiuta a rialzarsi.
11 Se fa freddo, in due si può
dormire
insieme e star caldi,
ma uno da solo come si
scalderà?
12 Quando si è aggrediti
in due ci si può difendere.
Come dice il
proverbio:
«Fune a tre capi, difficile a
rompere».
IL GIOVANE E IL
VECCHIO
13-15 Meglio un giovane povero e
intelligente
che un re vecchio e stolto,
incapace ormai di
controllarsi.
Il giovane può uscire di
prigione
anche se è
poveraccio
e regnare al posto del
vecchio.
Tutta la
gente
sta dalla parte del
giovane.
16 Egli governa un popolo immenso,
ma quelli che verranno dopo di lui,
nemmeno di lui saranno contenti.
Anche questo è
un'assurdità.
LA
PREGHIERA
17 Pensa bene a quello che fai
quando vai nella casa di
Dio.
Ci devi andare per ascoltare
l'insegnamento di Dio
piuttosto che fare come gli
stolti:
essi offrono sacrifici,
ma non s'accorgono nemmeno
quando fanno il male.
CAPITOLO
5
1 Quando preghi,
pensa bene a quello che dici
e non parlare a vanvera.
Ricordati che Dio è in cielo
e tu sulla
terra!
Perciò devi pesare le tue parole.
2 Se sei troppo preoccupato,
più facilmente farai brutti sogni.
Se parli troppo,
più facilmente dirai sciocchezze.
3 Se hai fatto una promessa a Dio,
fa' di tutto per mantenerla.
Guai a chi è negligente!
Fa' quello che hai
promesso.
4 E' meglio non fare promesse,
piuttosto che promettere e non mantenere.
5 Non permettere alla tua
lingua
che ti faccia peccare,
e poi scusarti dicendo all'inviato di Dio:
«Non l'ho fatto apposta!».
Attirerai su di te la collera di Dio,
e il giusto castigo per le tue
azioni.
6 Quante illusioni,
quante opere inutili,
quante parole!
Ma
tu rispetta sinceramente il
Signore.
L'AUTORITÀ
7
Non meravigliarti se vedi che il governo
opprime
i poveri, non rispetta i loro diritti,
commette
ingiustizie.
Perché ogni
funzionario
è protetto da chi sta
più in alto
e tutti sono
protetti
da un'autorità
superiore.
8 Tutti traggono beneficio dalla
terra,
anche il re dipende dai
campi.
LA
RICCHEZZA
9 Chi ama il denaro non sarà
mai
soddisfatto.
Chi desidera la ricchezza
non avrà mai tutto quello che vuole.
Anche questo io non lo capisco.
10 Più uno aumenta le ricchezze
e più crescono gli
scrocconi.
L'unica soddisfazione che gli resta
è di guardare i suoi
soldi.
11 Poco o molto che mangi,
chi lavora dorme tranquillo.
Il ricco è così sazio
che non riesce neppure a
dormire.
1213 Ho visto che in questo mondo
succede un'altra cosa terribile.
Uno fa di tutto per mettere soldi da parte,
ma poi un cattivo affare gli fa perdere tutto.
Così non può lasciare niente ai
suoi figli.
14 Nudo uscì dal seno di sua
madre,
e senza niente se ne andrà da
questo mondo.
Nonostante tutti i suoi sforzi,
non porterà niente con
sé.
15 Anche questa è una triste
faccenda:
l'uomo se ne va così
com'è venuto!
Ma allora, perché
lavorare tanto per niente?
16 Viviamo tutta la
vita come se fossimo al buio,
tra mille fastidi,
malanni e arrabbiature.
17 Secondo me, questa
è la cosa migliore:
mangiare e bere e
godersi i frutti
del proprio duro lavoro.
Questo è il destino dell'uomo
durante la breve vita che Dio gli
concede.
18 Dio permette ad un
uomo
di possedere grandi ricchezze e di usarle,
di prendersi la sua parte
e di godere il frutto del suo lavoro:
tutto questo è un dono di
Dio.
19 Perché non pensi troppo che la
vita è breve
Dio gli fa provare queste
soddisfazioni.
CAPITOLO
6
1 Ho visto che può accadere un altro
caso
grave e doloroso per l'uomo in
questo
mondo.
2
Dio concede a uno grandi ricchezze e onori,
gli
dà tutto quel che desidera,
ma non gli
permette di goderseli.
Infatti un estraneo se li
gode al suo posto.
Questa è una
disgrazia
e una grande
delusione.
3 Uno può avere cento
figli
e vivere molto a
lungo.
Se però non è felice di
quello che ha
e quando è morto non gli
danno sepoltura,
che valore ha la sua lunga
vita?
Meglio essere un
aborto
piuttosto che vivere così!
4 Un aborto nasce per
niente
e se ne va senza vedere la
luce.
Non ha nemmeno un
nome.
5 Non ha mai visto la luce del giorno,
non ha conosciuto la vita,
ma almeno riposa più
tranquillo.
6 L'altro, invece, potrebbe anche
vivere
duemila anni,
senza trovare la
felicità.
E alla fine tutti vanno allo
stesso luogo.
7 L'uomo lavora per mangiare,
ma la gola non è mai sazia.
8 Che cosa ha il sapiente più dello
stolto?
Che cosa serve al povero
conoscere
le buone
maniere?
9 Meglio godere di ciò che si
ha
piuttosto che vivere di sogni e
speranze.
Fantasticare è inutile,
come andare a caccia di vento.
10 Ciò che esiste ha già un nome,
e noi lo
conosciamo:
si chiama
Uomo.
E l'Uomo non può
competere
con Uno più forte di
lui.
11 A far molti ragionamenti e
discorsi
si dicono molte
sciocchezze.
E che cosa ci si
guadagna?
12 Chi sa quel che è meglio per
l'uomo?
La sua vita ha i giorni contati,
passa come un soffio, come
l'ombra.
Chi può dire che cosa
succederà
nel mondo dopo di
noi?
CAPITOLO
7
IL PENSIERO DELLA MORTE
1 Meglio un buon
nome
che un buon profumo.
Meglio il giorno della morte
che il giorno della
nascita.
2 Meglio visitare una casa in lutto
che una casa in
festa.
Davanti a un morto
ognuno ricorda la fine,
quella che tocca a
tutti.
3 Insegna più la sofferenza che
l'allegria,
perché vedere un volto triste
fa riflettere.
4 Gli stolti pensano solo a
divertirsi,
gli uomini saggi
pensano spesso alla morte.
5 Meglio i rimproveri di un sapiente
che ascoltare le lodi cantate da uno
stolto.
6 L'allegria dello
stolto
è come lo scoppiettare della legna
nel fuoco sotto la
pentola.
7 Per un imbroglio, un sapiente
può perdere la testa;
per un regalo, lasciarsi corrompere.
Tutto questo è
inutile.
8 La fine di una cosa
val più del suo inizio.
La pazienza più della
superbia.
9 Controlla i tuoi scatti d'ira:
è da
stolti
lasciarsi dominare dalla rabbia.
10 Non chiederti perché i tempi antichi
erano migliori di quelli attuali:
non è una domanda intelligente!
11 Nella vita, l'ideale sarebbe
di avere insieme saggezza e
ricchezza.
12 Saggezza e ricchezza
proteggono come l'ombra.
Ma la sapienza vale di più
perché insegna a vivere.
13 Osserva tutto quel che Dio ha fatto.
Chi potrebbe raddrizzare
quello che Egli ha fatto
curvo?
14 Quando le cose vanno bene,
sta' allegro;
se
qualche cosa ti va male,
rifletti.
Ricorda
che tutto viene da Dio;
di fatto non possiamo
sapere
quale sarà il nostro
futuro.
EVITARE GLI
ESTREMI
15 Durante la mia vita
inutile
ho potuto vedere di tutto:
persone buone che sono morte presto,
gente cattiva che è vissuta a lungo,
nonostante la loro
cattiveria.
16 Non pretendere di essere
troppo buono e troppo sapiente:
faresti del male a te
stesso.
17 E non
pensare
di essere il più cattivo e stolto
di tutti:
sarebbe una rovina per
te.
18 Devi evitare questi due estremi.
Chi ha fiducia in Dio riesce bene in tutto.
19 L'uomo sapiente è più forte
di una città che ha dieci
torri.
20 In questo mondo,
nessuno è così
buono
da comportarsi sempre
bene
e non sbagliare
mai.
21 Non dare
ascolto
a tutte le chiacchiere che si
fanno;
non far
caso
se il tuo servo parla male di te.
22 Sai bene che molte
volte
anche tu hai sparlato degli
altri.
23 Ho esaminato con ordine tutte queste
cose.
Pensavo di diventare sapiente,
ma non ci sono
riuscito.
24 Chi può
scoprire
il senso vero di tutte le cose
passate?
Per noi son troppo oscure e
profonde.
LA
DONNA
25 Mi sono impegnato a fondo
nella riflessione e nello studio.
Ho cercato di
conoscere
il senso profondo delle
cose.
Volevo sapere qual è la peggiore
cattiveria,
la stupidità più
assurda.
26 Trovo che si
dice
«La donna è più amara
della morte.
E' come una rete,
il suo affetto è una trappola,
la sue braccia
catene.
Solo chi è gradito a
Dio
riesce a
liberarsene:
il peccatore ne rimane
schiavo».
27 «Ma attento! - dice
Qoelet: -
io ho
scoperto
che, prima di poter dare un giudizio,
bisogna confrontare bene le
cose».
28 Io sono
ancora
alla ricerca di una soluzione,
ma non ho trovato
risposta.
Tra mille, un uomo lo
capisco;
una donna
no.
29 Ma in fondo, attento
che
una cosa è
importante:
Dio ci ha fatti equilibrati,
ma noi abbiamo
inventato
ogni genere di
complicazioni.
CAPITOLO
8
IL SAPIENTE
1
Soltanto l'uomo sapiente capisce
il senso di
quello che accade.
La sapienza rende sereno e
benevolo
il volto
dell'uomo.
23 Ubbidisci agli ordini del re,
come hai promesso a Dio.
Non aver troppa fretta di allontanarti dal re,
ma non restare alla sua presenza
quando le cose si mettono male:
il re può fare tutto quello che
vuole.
4 Il re ordina con piena autorità,
e nessuno può contestare quel che fa.
5 Chi ubbidisce agli ordini del re
non va incontro a
disgrazie.
Un uomo saggio sa quando e come agire.
6 Infatti per ogni
cosa
c'è un momento adatto e un modo
giusto.
Ma l'uomo è esposto a tanti
mali
7 perché non conosce il suo avvenire
e nessuno può dirgli cosa gli
capiterà.
8 L'uomo non è padrone
della sua vita,
non può evitare la morte.
Nessuno può scampare da questa battaglia:
neppure la cattiveria può salvarci!
9 Ho osservato tutto quel che si
fa
in questo
mondo
e ho visto che alcuni
uomini
hanno autorità,
mentre altri soffrono
oppressione.
RICOMPENSA DEI GIUSTI E DEI
MALVAGI
10 Infatti ho visto delinquenti morire in
pace
ed essere sepolti con
onore.
Invece quelli che avevano fatto del
bene
erano
costretti
ad andarsene dalla città,
ed erano dimenticati da
tutti.
Anche questo è
assurdo.
11 A volte una condanna contro
criminali
non viene eseguita
subito.
Per questo gli
uomini
continuano a compiere
delitti.
12 Un delinquente fa il male cento volte
e resta in vita a
lungo.
So bene che si dice: «Tutto
riuscirà
a chi ubbidisce a Dio,
13 e i cattivi non avranno successo.
La vita dei cattivi
passa presto, come ombra,
proprio perché non ubbidiscono a
Dio».
14 Ma questo non è
vero.
In questo
mondo
succede che ai buoni toccano disgrazie,
e certi delinquenti se la godono.
Le disgrazie dovrebbero colpire i cattivi
e i buoni dovrebbero avere un premio:
ma non è
così.
Anche questo è
assurdo.
15 Allora godiamoci la
vita.
In questo mondo,
non c'è niente di
meglio
che mangiare, bere e stare
allegri.
Questo è quel che possiamo fare
in questa vita piena di fatiche,
che Dio ci
concede.
NESSUNO CAPISCE QUELLO CHE DIO
FA
16 Ho messo tutto il mio impegno
per diventare
sapiente
e capire quel che si fa nel
mondo.
Ho visto come gli uomini
si danno da fare giorno e notte,
senza chiudere
occhio.
17 Ma essi non riescono a capire
quel che Dio fa in questo mondo.
Gli uomini cercano con tutte le loro forze,
ma non
trovano.
Il saggio dice di saperlo,
ma neanche lui l'ha
scoperto.
CAPITOLO
9
IL DESTINO DEGLI UOMINI
1 Ho riflettuto
molto
e sono arrivato a questa
conclusione:
le azioni dei giusti e dei
saggi
sono nelle mani di
Dio.
Amore e
odio
nessuno li può
prevedere:
può capitare di
tutto.
2 Innocenti e colpevoli,
buoni e cattivi,
giusti e peccatori,
tutti fanno la stessa
fine.
Non c'è
differenza
tra chi dice preghiere e chi non le
dice,
tra quelli che
giurano
e quelli che non
giurano.
3 Per tutti c'è uno stesso
destino.
E' questo è il guaio
peggiore
della nostra
vita.
Per di più, il cuore degli
uomini
è pieno di
malizia.
Durante la vita si fanno follie,
tanto, poi.. si deve
morire!
4 Certo finché si vive c'è
speranza.
E' meglio un cane vivo che un leone
morto.
5 I vivi sanno che devono
morire.
Ma i morti non sanno proprio niente,
non ricevono nessuna
ricompensa
perché sono dimenticati da
tutti.
6 L'amore, l'odio e le passioni
umane
finiscono con la
morte.
I morti non parteciperanno
più
a quello che si fa in questo mondo.
7 Va', mangia serenamente il tuo
pane
e bevi con gioia il tuo vino,
perché Dio è già contento
di te.
8 Porta sempre i vestiti delle feste,
il profumo non manchi mai sul tuo capo.
9 Godi la vita con la donna che ami,
per questi vuoti e brevi anni
che Dio ti lascia
vivere.
In mezzo alle tante fatiche della vita
questa è la tua parte di soddisfazione.
10 Cerca di compiere con molto impegno
quel che riesci a fare quaggiù.
Perché nell'al di là, dove andrai,
non si lavora e non si fanno progetti,
non c'è né scienza né
sapienza.
11 Un'altra cosa ho visto in questo
mondo:
in una corsa non vince sempre il
più veloce,
in una battaglia non vince
sempre
il più
forte.
Non sempre i più sapienti hanno
pane
né i più intelligenti sono
ricchi.
Quelli che fanno carriera
non sono sempre i più capaci.
Può sempre capitare un
imprevisto
e una
sfortuna.
12 Non sappiamo quand'è la
nostra ora.
Come i pesci sono presi nella rete,
come gli uccelli cascano nella trappola,
così possiamo essere vittime
di una
sfortuna
quando meno ce lo
aspettiamo.
LA FORZA E LA SAPIENZA
13 Ho visto un altro esempio molto istruttivo.
14 C'era una piccola città con pochi
abitanti.
Un prepotente l'attaccò e
l'assediò
con grandi mezzi
d'assalto.
15 In quella città c'era un
uomo,
povero ma intelligente ed abile.
Con la sua astuzia avrebbe
potuto
salvare la
città:
ma nessuno si ricordò di
lui.
16 Ho pensato: «Vale più
l'intelligenza
che la
forza».
Ma la sapienza del povero è
disprezzata
e nessuno bada ai suoi consigli.
17 Meglio ascoltare nella
calma
le parole dei
sapienti
che le urla di un capo
in una banda di
sciocchi.
18 Vale più la sapienza che le
armi da guerra.
Ma basta una
sciocchezza
per rovinare
tutto.
CAPITOLO
10
1 Basta una mosca morta per sciupare
un intero vaso di olio
profumato.
Si paga più cara un po' di
follia
che molta sapienza e
onore.
2 Il sapiente ha la testa sul collo,
lo stupido ha la testa
vuota.
3 Anche per la strada
lo stolto si manifesta per quello che
è.
La sua stupidità gliela si legge
in faccia.
4 Se un tuo superiore si adira contro
di te,
tu resta fermo al tuo
posto.
La calma fa evitare gravi sbagli.
5 Un male ho notato in questo mondo,
un grave errore dei capi:
6 mettono un ignorante in
posti
di responsabilità,
mentre i grandi e i
ricchi
rimangono in
basso.
7 Ho visto degli schiavi andare a cavallo
e uomini nobili a piedi come
schiavi.
INCIDENTI SUL
LAVORO
8 Se scavi una fossa, puoi caderci dentro;
se demolisci un muro,
può morderti una
vipera.
9 Se fai il cavapietre, ti puoi ferire,
se fai lo spaccalegna, ti puoi far male.
10 Se la scure non è
tagliente
e non sai affilarne la lama,
devi fare doppia fatica.
Con la sapienza si ottiene di più.
11 Se il serpente morde prima
di essere incantato,
non c'è niente da fare per
l'incantatore.
LE
PAROLE
12 Il sapiente guadagna
stima
con le sue parole,
lo stolto invece danneggia se stesso
con quello che
dice.
13 Lo stolto comincia con discorsi sciocchi
e finisce dicendo pericolose
assurdità.
14 Lo stolto dice molte parole,
ma nessuno conosce l'avvenire.
Chi può dire che cosa capiterà in
futuro?
15 Solo lo stupido si ammazza di fatica,
non sa neanche trovare la
strada
per andare a
casa.
16 Guai alla
nazione
che ha per re un
ragazzo
e ministri che banchettano fino al
mattino.
17 Fortunata quella
nazione
che ha per re un uomo maturo
e ministri che mangiano a suo tempo,
per nutrirsi, e non per far
baldoria.
18 Un pigro lascia cadere anche il
tetto;
un fannullone lascia piovere in
casa.
19 Un banchetto ti dà gioia
e il vino ti dà allegria,
ma in ogni caso ti serve il
denaro.
20 Non sparlare contro il re neanche
col pensiero,
non parlar male dei
ricchi
neanche in casa
tua;
perché un uccellino potrebbe
cantare
e far
conoscere
quello che hai
detto.
CAPITOLO
11
LA VITA E RISCHIO
1 Investi i tuoi
beni
nel commercio marittimo,
e a suo tempo li
ritroverai.
2 Dividi i tuoi investimenti in tante
parti,
perché non sai quali
disgrazie
ti possono
capitare.
3 Quando le nubi sono piene di pioggia,
la riversano sulla
terra.
Quando un albero cade
in una direzione o in un'altra,
rimane dov'è
caduto.
4 Se aspetti il vento favorevole,
non semini
più;
se stai a guardare quando
pioverà,
non ti deciderai a
mietere.
5 Tu non sai come comincia la
vita
di un bambino nel seno della madre.
Così non puoi capire le opere di
Dio
che fa ogni
cosa.
6 Tanto il mattino che la sera
è tempo buono per seminare.
Ma tu non sai se tutti i semi nasceranno
e se una semina rende più di
un'altra.
LA VITA E'
BELLA
7 Dolce è la
luce!
Ci rallegriamo alla vista del sole.
8 Anche se vivrai a lungo,
godi tutti i giorni della tua vita,
ma ricordati
che
saranno molti i giorni oscuri.
Non sai come
sarà il tuo avvenire.
9 Perciò,
godi la vita, ragazzo!
Sii felice, finché
sei ancora giovane.
Fa' tutto quello che ti
piace
e segui i desideri del tuo cuore.
Ma non dimenticare che Dio
ti chiederà conto di tutto.
10 Scaccia le preoccupazioni dal tuo animo
e tieni lontani da te i dolori,
perché la giovinezza passa
presto.
CAPITOLO
12
LA VECCHIAIA
1
Ricordati del tuo Creatore
finché sei
giovane,
prima che arrivi l'età degli
acciacchi.
Verranno gli anni in cui dirai:
«Non ho più voglia di
vivere».
2 Allora il sole, la luna e le
stelle
per te non saranno più
luminosi
e il cielo sarà sempre
nuvoloso.
3 Allora le tue braccia, che ti hanno
protetto,
tremeranno;
le
tue gambe, che ti hanno sostenuto,
diventeranno
deboli.
I tuoi denti saranno troppo
pochi
per masticare il
cibo;
i tuoi occhi non vedranno più
chiaramente.
4 Le tue orecchie diventeranno
sorde
al rumore della
strada.
Non sentirai quasi più il rumore
della macina del
mulino
e il canto degli uccelli.
La tua voce sarà debole e
tremante.
5 Avrai paura di camminare in
salita
e ad ogni passo sarai in pericolo di
cadere.
I tuoi capelli diventeranno bianchi
come i fiori di mandorlo;
ti sarà difficile
muoverti.
Ogni desiderio
scomparirà.
Poi te ne andrai alla dimora
eterna,
mentre per le
strade
piangeranno e faranno
lutto.
6 Godi la
vita.
La vita
finirà
come si rompe un filo d'argento,
o come va in pezzi una lampada d'oro,
come s'infrange una brocca per l'acqua
e si schianta la carrucola del
pozzo.
7 Il tuo corpo ritornerà alla
polvere della terra
dalla quale fu
tratto;
il tuo spirito vitale
ritornerà a Dio che te l'ha
dato.
8«Tutto è come un soffio
di vento:
vanità, vanità, tutto
è vanità», dice
Qoelet.
CONCLUSIONE
9-10
Proprio perché Qoelet era un sapiente
insegnò al popolo quello che sapeva.
Studiò, inventò e compose
molti
proverbi.
Qoelet cercò di
esprimersi
in modo attraente e piacevole,
e ha scritto con
precisione
parole
vere.
11 Le parole dei sapienti
sono come colpi di frusta.
Le raccolte di proverbi
sono come paletti ben piantati.
Un unico pastore ci ha dato
queste parole e le ha raccolte
insieme.
12 Figlio mio, sta' attento a un'altra
cosa:
non si finisce mai di scrivere libri,
ma il troppo studio esaurisce le forze.
13 In fin dei conti,
una sola cosa è importante:
«Credi in Dio e
osserva
i suoi comandamenti».
E questo solo vale per ogni uomo.
14 Dio giudicherà tutto quel che facciamo
di bene e di male,
anche le azioni fatte in
segreto.