LA SACRA BIBBIA - ANTICO TESTAMENTO - QOELET

INTRODUZIONE AL LIBRO DEL QOELET

Caratteristiche generali
Questo libro presenta le riflessioni di un sapiente sulle contraddizioni della vita. L'autore parla molto spesso in prima persona, raccontando quel che gli è accaduto e quel che ha pensato, come in una specie di testamento che riassume la sua esperienza personale.
Ha costatato l'inutilità degli sforzi umani, la difficoltà di capire il senso della vita, l'insufficienza della sapienza tradizionale di fronte ai problemi dell'ingiustizia, del futuro, della morte. Spesso polemizza con molta libertà contro le idee correnti dei sapienti. Non gli bastano i tradizionali consigli per vivere bene l'esistenza quotidiana: egli sembra cercare il senso globale della vita, allo scopo di scoprire quale sia il compito dell'individuo di fronte al suo destino. Ma tutto questo gli sfugge. La conclusione è che l'uomo deve riconoscere umilmente il suo posto nel mondo e di fronte a Dio, accogliendo quel che di buono la vita gli offre come un dono di Dio, nel momento presente. Con questa modesta conclusione, il libro mostra i limiti della sapienza umana: la sola ragione trova di fronte a sé un vuoto che non sa riempire. Altri libri della Bibbia colmano questo vuoto rivelando gli interventi di Dio nella storia. Ma anche il Qoelet è su questa linea quando indica come via d'uscita il timore di Dio, l'affidarsi totalmente a lui.

Autore e ambiente storico
Secondo alcuni studiosi, il libro fu composto probabilmente nel IV o III secolo a.C. L'autore mette le sue parole in bocca al re Salomone, considerato il sapiente per eccellenza, seguendo l'uso, allora comune, di attribuire a grandi personaggi dell'antichità opere ispirate ai loro insegnamenti.

Schema
E' difficile dare uno schema del libro, che è una specie di inchiesta sui casi della vita, continuamente riesaminati da diversi punti di vista. Ritorna con insistenza la dichiarazione dell'assurdità e inutilità degli sforzi e delle gioie umane, della giovinezza, della fama, del lavoro, della saggezza e così via. Più che uno schema si possono ricavare dal libro tre grandi idee chiave: 1) la vita è contraddittoria, 2) solo Dio, che è padrone della storia e Signore del creato, ne conosce il senso segreto, 3) l'uomo è incapace di scoprire la volontà di Dio per l'avvenire.

LIBRO DI QOELET

CAPITOLO 1
1 Libro di Qoelet, figlio di Davide
e re di Gerusalemme.
2 «Tutto è come un soffio di vento:
vanità, vanità, tutto è vanità», dice Qoelet.

NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE
3 L'uomo si affatica e tribola
per tutta una vita.
Ma che cosa ci guadagna?
4 Passa una generazione e ne viene un'altra;
ma il mondo resta sempre lo stesso.
5 Il sole sorge, il sole tramonta;
si alza e corre verso il luogo
da dove rispunterà di nuovo.
6 Il vento soffia ora dal nord ora dal sud,
gira e rigira, va e ritorna di nuovo.
7 Tutti i fiumi
vanno nel mare,
ma il mare non è mai pieno.
E l'acqua continua a scorrere
dalle sorgenti dove nascono i fiumi.
8 Tutte le cose sono in continuo movimento,
non si finirebbe mai di elencarle.
Eppure gli occhi non si stancano di vedere
né gli orecchi di ascoltare.
9 Tutto ciò che è già avvenuto
accadrà ancora;
tutto ciò che è successo in passato
succederà anche in futuro.
Non c'è niente di nuovo sotto il sole.
10 Qualcuno forse dirà:
«Guarda, questo è nuovo!».
Invece quella cosa esisteva già
molto tempo prima che noi nascessimo.
11 Nessuno si ricorda delle cose passate.
Anche quello che succede oggi
sarà presto dimenticato
da quelli che verranno.

INUTILE CERCAR DI CAPIRE
12 Io, Qoelet, sono stato re d'Israele
e abitavo a Gerusalemme.
13 Ho messo tutte le mie forze
per indagare e scoprire il senso
di tutto ciò che accade in questo mondo.
Ma devo concludere che ogni sforzo
è stato inutile.
Dio ha dato agli uomini
un compito troppo faticoso!
14 Ho meditato su tutto
quel che gli uomini fanno
per arrivare alla conclusione
che tutto il loro affannarsi è inutile.
E' come se andassero a caccia di vento.
15 Non si può raddrizzare una cosa storta,
né si può calcolare quello che non c'è.
16 Ero convinto di essere molto sapiente,
più di tutti quelli che prima di me
hanno governato a Gerusalemme.
Pensavo di possedere
una sapienza straordinaria.
17 Poi ho cercato di capire
qual è la differenza
tra il sapiente e lo stolto,
tra chi è istruito e chi è ignorante.
Ma ho concluso che in questa ricerca
è come andare a caccia di vento.
18 Chi sa tante cose ha molti fastidi,
chi ha una grande esperienza ha molte delusioni.

CAPITOLO 2
UNA GIOIA PROVVISORIA
1 Mi son detto: «Ora voglio provare
ogni specie di piacere e di
soddisfazione».
Ma tutto mi lasciava sempre
un senso di vuoto.
2 Il divertimento lascia insoddisfatti,
l'allegria non serve a niente.
3 Allora ho cercato il piacere nel bere,
ma senza perdere il controllo.
Mi son dato alla pazza gioia.
Volevo vedere se questo
dà felicità all'uomo
durante i pochi giorni della sua vita.
4 Ho fatto anche grandi lavori.
Ho fabbricato palazzi,
ho piantato vigneti.
5 Ho costruito giardini e parchi,
dove ha piantato
ogni qualità di alberi da frutto.
6 Ho costruito serbatoi d'acqua
per irrigare quegli alberi.
7 Ho comprato schiavi e schiave;
avevo molti servi in casa mia,
possedevo moltissimi buoi e pecore,
più di tutti i re di Gerusalemme.
8 Ho accumulato molti oggetti
d'oro e d'argento.
Ho preso le ricchezze e i tesori
di altri re e governanti.
Ho fatto venire nel mio palazzo
cantanti e ballerine:
per i miei piaceri, tante belle donne.
9 Insomma, ero diventato più ricco
e più famoso
di tutti i miei predecessori di Gerusalemme.
Per di più, non ho mai perso la testa!
10 Ho soddisfatto ogni mio desiderio;
non ho rinunziato a nessun piacere.
Sono riuscito a godere delle mie attività:
questa è stata la ricompensa
per tutte le mie fatiche.

CHE COSA CONTA ESSERE SAPIENTE?
11 Ho tentato di fare un bilancio
di tutte le opere che avevo fatte
e della fatica che mi erano costate.
Ma ho concluso che tutto è vanità,
come inseguire il vento.
In questa vita sembra tutto inutile.
12b Anche il re che verrà dopo di me
non farà niente di nuovo
12a Poi mi son chiesto:
è meglio essere sapienti
oppure ignoranti e stolti?
13 Senz'altro la sapienza vale
più dell'ignoranza,
come la luce è più preziosa delle tenebre.
14 Il sapiente vede dove va,
lo stolto invece cammina nel buio.
Ma tutti e due fanno la stessa fine.
15 Anch'io morirò come muore lo stolto.
Ma allora, perché sono diventato sapiente?
Che cosa ci guadagno?
Tutto mi appare inutile.
16 La gente dimentica presto
tanto il saggio che lo stolto.
Con il passare degli anni
tutto è dimenticato.
E morirà tanto il sapiente che lo stolto.
17 Così ho cominciato a odiare la vita.
Tutto quel che si fa mi sembra male.
Tutto mi appare inutile.

LA MORTE SCONVOLGE I NOSTRI PIANI
18 Mi vien voglia di distruggere
tutto quello che ho fatto.
Perché devo lasciar qui ogni cosa
al mio successore?
19 E chissà se sarà sapiente o stolto!
Ad ogni modo, lui erediterà
tutto quel che ho fatto
con tanto sforzo e abilità
durante la mia vita.
Anche questo è vanità.
29 Ho imparato a non farmi illusioni
su quello che sono riuscito
a guadagnare con fatica nella mia vita.
21 Infatti, un uomo che lavora
con abilità, intelligenza e impegno
deve poi lasciar tutto
a uno che non ha fatto niente.
Anche questo è assurdo, non è giusto.
22 Insomma, che cosa ricava l'uomo
da tutte le fatiche e preoccupazioni
della sua vita?
23 Di giorno egli non fa che soffrire
e agitarsi per i suoi affari.
E non ha pace neppure di notte.
Anche questo è assurdo.
24 Unica gioia per l'uomo è mangiare e bere
e godere i frutti del suo lavoro.
Ma ho capito che anche questo è un dono di Dio.
25 Infatti, chi può mangiare e godere
senza il suo permesso?
26 Dio dona a chi gli è caro la sapienza,
la scienza e la gioia.
I cattivi, invece, si agitano e si preoccupano,
raccolgono tanta ricchezza
per lasciar tutto a chi Dio vorrà.
Anche questo è assurdo,
come andare a caccia di vento.

CAPITOLO 3
OGNI COSA IL SUO MOMENTO
1 Nella vita dell'uomo, per ogni cosa c'è il suo momento,
per tutto c'è un'occasione opportuna.
2 Tempo di nascere, tempo di morire,
tempo di piantare, tempo di sradicare,
3 tempo di uccidere, tempo di curare,
tempo di demolire, tempo di costruire,
4 tempo di piangere, tempo di ridere,
tempo di lutto, tempo di baldoria,
5 tempo di gettar via le pietre,
tempo di raccogliere le pietre,
tempo di abbracciare, tempo di staccarsi,
6 tempo di cercare, tempo di perdere,
tempo di conservare, tempo di buttar via,
7 tempo di strappare, tempo di cucire,
tempo di tacere, tempo di parlare,
8 tempo di amare, tempo di odiare,
tempo di guerra, tempo di pace.

OGNI COSA AL SUO POSTO
9 Perché tanto lavorare e tribolare?
10 Che senso hanno tutte le fatiche
alle quali Dio ha sottoposto l'uomo?
11 Dio ha dato un senso a tutto,
ha messo ogni cosa al suo posto.
Negli uomini Dio ha messo il desiderio
di conoscere il mistero del mondo.
Ma non son capaci di capire
tutto quel che Dio ha fatto,
dalla prima all'ultima cosa.
12 Mi sono convinto che la cosa migliore
per l'uomo
è stare sereno e godersi la vita.
13 Anche mangiare e bere
e godersi i frutti del proprio lavoro è un dono di Dio.
14 Anche questo ho capito: tutto ciò che Dio fa
durerà per sempre;
ogni cosa rimane al suo posto.
Dio vuole che noi lo rispettiamo.
15 Quello che è successo in passato,
capita anche oggi;
quello che avverrà in futuro è già capitato
in passato.
Tutto passa,
ma a Dio non sfugge niente.

IL DESTINO DELL'UOMO
16 Ho osservato che, in questo mondo,
ci sono anche
giudici ingiusti e amministratori disonesti.
17 Allora mi son detto: un giorno Dio
giudicherà sia i giusti sia i cattivi.
Infatti ogni cosa ed ogni azione
avviene quando è il suo momento.
18 Ho anche pensato:
Dio vuole metterci alla prova
per farci capire
che, in fondo, non siamo che bestie.
19 Gli uomini e le bestie hanno
lo stesso destino:
tutti devono morire.
Tutti hanno lo stesso spirito vitale
ma l'uomo non è superiore agli animali.
Tutto è come un soffio.
20 Tutti vanno allo stesso luogo.
Tutti vengono dalla polvere
e tutti alla polvere ritorneranno.
21 Chi può sapere se lo spirito
degli uomini sale veramente in alto
e lo spirito degli animali scende sotto terra?
22 Ho concluso che la cosa migliore per noi
è goderci i frutti del nostro lavoro.
Questo è il nostro destino.
Noi non possiamo sapere
quel che accadrà in futuro.

CAPITOLO 4
NESSUNO SI CURA DEGLI OPPRESSI
1 Ho riflettuto anche su tutte le
ingiustizie
che si compiono in questo mondo.
Gli oppressi piangono e invocano aiuto,
ma nessuno li consola,
nessuno li libera
dalla violenza dei loro oppressori.
2 Invidio quelli che sono morti.
Essi stanno meglio di noi che siamo
ancora in vita.
3 Anzi, più fortunati ancora quelli
che non sono mai nati,
quelli che non hanno mai visto
tutte le ingiustizie di questo mondo.

IL LAVORO
4 Ho osservato la gente che lavora sodo
e che ha successo.
Ma ho capito che fa tutto
per invidia degli altri.
Anche questo è assurdo,
come andare a caccia di vento.
5 E' stupido incrociare le braccia
e lasciarsi morire di fame.
6 Ma vale di più godersi un po' di riposo,
accontentandosi di poco,
che lavorare tanto per niente!
7 Ho scoperto un'altra assurdità.
8 Un uomo vive da solo,
senza nessuno, senza figli né fratelli.
Eppure lavora tutto il giorno
e non è mai contento di quello che ha.
Ma per chi lavora quest'uomo,
che rinunzia a ogni soddisfazione?
E' proprio un brutto modo di vivere,
e non serve a niente.

SOLIDARIETÀ
9 Meglio essere in due che da solo.
Lavorare insieme rende di più.
10 Se uno cade, il compagno può aiutarlo.
Ma se uno è solo e cade,
nessuno lo aiuta a rialzarsi.
11 Se fa freddo, in due si può dormire
insieme e star caldi,
ma uno da solo come si scalderà?
12 Quando si è aggrediti
in due ci si può difendere.
Come dice il proverbio:
«Fune a tre capi, difficile a rompere».

IL GIOVANE E IL VECCHIO
13-15 Meglio un giovane povero e intelligente
che un re vecchio e stolto,
incapace ormai di controllarsi.
Il giovane può uscire di prigione
anche se è poveraccio
e regnare al posto del vecchio.
Tutta la gente
sta dalla parte del giovane.
16 Egli governa un popolo immenso,
ma quelli che verranno dopo di lui,
nemmeno di lui saranno contenti.
Anche questo è un'assurdità.

LA PREGHIERA
17 Pensa bene a quello che fai
quando vai nella casa di Dio.
Ci devi andare per ascoltare
l'insegnamento di Dio
piuttosto che fare come gli stolti:
essi offrono sacrifici,
ma non s'accorgono nemmeno
quando fanno il male.

CAPITOLO 5
1 Quando preghi,
pensa bene a quello che dici
e non parlare a vanvera.
Ricordati che Dio è in cielo
e tu sulla terra!
Perciò devi pesare le tue parole.
2 Se sei troppo preoccupato,
più facilmente farai brutti sogni.
Se parli troppo,
più facilmente dirai sciocchezze.
3 Se hai fatto una promessa a Dio,
fa' di tutto per mantenerla.
Guai a chi è negligente!
Fa' quello che hai promesso.
4 E' meglio non fare promesse,
piuttosto che promettere e non mantenere.
5 Non permettere alla tua lingua
che ti faccia peccare,
e poi scusarti dicendo all'inviato di Dio:
«Non l'ho fatto apposta!».
Attirerai su di te la collera di Dio,
e il giusto castigo per le tue azioni.
6 Quante illusioni,
quante opere inutili,
quante parole!
Ma tu rispetta sinceramente il Signore.

L'AUTORITÀ
7 Non meravigliarti se vedi che il governo
opprime i poveri, non rispetta i loro diritti,
commette ingiustizie.
Perché ogni funzionario
è protetto da chi sta più in alto
e tutti sono protetti
da un'autorità superiore.
8 Tutti traggono beneficio dalla terra,
anche il re dipende dai campi.

LA RICCHEZZA
9 Chi ama il denaro non sarà
mai soddisfatto.
Chi desidera la ricchezza
non avrà mai tutto quello che vuole.
Anche questo io non lo capisco.
10 Più uno aumenta le ricchezze
e più crescono gli scrocconi.
L'unica soddisfazione che gli resta
è di guardare i suoi soldi.
11 Poco o molto che mangi,
chi lavora dorme tranquillo.
Il ricco è così sazio
che non riesce neppure a dormire.
1213 Ho visto che in questo mondo
succede un'altra cosa terribile.
Uno fa di tutto per mettere soldi da parte,
ma poi un cattivo affare gli fa perdere tutto.
Così non può lasciare niente ai suoi figli.
14 Nudo uscì dal seno di sua madre,
e senza niente se ne andrà da questo mondo.
Nonostante tutti i suoi sforzi,
non porterà niente con sé.
15 Anche questa è una triste faccenda:
l'uomo se ne va così com'è venuto!
Ma allora, perché lavorare tanto per niente?
16 Viviamo tutta la vita come se fossimo al buio,
tra mille fastidi, malanni e arrabbiature.
17 Secondo me, questa è la cosa migliore:
mangiare e bere e godersi i frutti
del proprio duro lavoro.
Questo è il destino dell'uomo
durante la breve vita che Dio gli concede.
18 Dio permette ad un uomo
di possedere grandi ricchezze e di usarle,
di prendersi la sua parte
e di godere il frutto del suo lavoro:
tutto questo è un dono di Dio.
19 Perché non pensi troppo che la vita è breve
Dio gli fa provare queste soddisfazioni.

CAPITOLO 6
1 Ho visto che può accadere un altro caso
grave e doloroso per l'uomo in questo
mondo.
2 Dio concede a uno grandi ricchezze e onori,
gli dà tutto quel che desidera,
ma non gli permette di goderseli.
Infatti un estraneo se li gode al suo posto.
Questa è una disgrazia
e una grande delusione.
3 Uno può avere cento figli
e vivere molto a lungo.
Se però non è felice di quello che ha
e quando è morto non gli danno sepoltura,
che valore ha la sua lunga vita?
Meglio essere un aborto
piuttosto che vivere così!
4 Un aborto nasce per niente
e se ne va senza vedere la luce.
Non ha nemmeno un nome.
5 Non ha mai visto la luce del giorno,
non ha conosciuto la vita,
ma almeno riposa più tranquillo.
6 L'altro, invece, potrebbe anche vivere
duemila anni,
senza trovare la felicità.
E alla fine tutti vanno allo stesso luogo.
7 L'uomo lavora per mangiare,
ma la gola non è mai sazia.
8 Che cosa ha il sapiente più dello stolto?
Che cosa serve al povero conoscere
le buone maniere?
9 Meglio godere di ciò che si ha
piuttosto che vivere di sogni e speranze.
Fantasticare è inutile,
come andare a caccia di vento.
10 Ciò che esiste ha già un nome,
e noi lo conosciamo:
si chiama Uomo.
E l'Uomo non può competere
con Uno più forte di lui.
11 A far molti ragionamenti e discorsi
si dicono molte sciocchezze.
E che cosa ci si guadagna?
12 Chi sa quel che è meglio per l'uomo?
La sua vita ha i giorni contati,
passa come un soffio, come l'ombra.
Chi può dire che cosa succederà
nel mondo dopo di noi?

CAPITOLO 7
IL PENSIERO DELLA MORTE
1 Meglio un buon nome
che un buon profumo.
Meglio il giorno della morte
che il giorno della nascita.
2 Meglio visitare una casa in lutto
che una casa in festa.
Davanti a un morto
ognuno ricorda la fine,
quella che tocca a tutti.
3 Insegna più la sofferenza che l'allegria,
perché vedere un volto triste fa riflettere.
4 Gli stolti pensano solo a divertirsi,
gli uomini saggi
pensano spesso alla morte.
5 Meglio i rimproveri di un sapiente
che ascoltare le lodi cantate da uno stolto.
6 L'allegria dello stolto
è come lo scoppiettare della legna
nel fuoco sotto la pentola.
7 Per un imbroglio, un sapiente
può perdere la testa;
per un regalo, lasciarsi corrompere.
Tutto questo è inutile.
8 La fine di una cosa
val più del suo inizio.
La pazienza più della superbia.
9 Controlla i tuoi scatti d'ira:
è da stolti
lasciarsi dominare dalla rabbia.
10 Non chiederti perché i tempi antichi
erano migliori di quelli attuali:
non è una domanda intelligente!
11 Nella vita, l'ideale sarebbe
di avere insieme saggezza e ricchezza.
12 Saggezza e ricchezza
proteggono come l'ombra.
Ma la sapienza vale di più
perché insegna a vivere.
13 Osserva tutto quel che Dio ha fatto.
Chi potrebbe raddrizzare
quello che Egli ha fatto curvo?
14 Quando le cose vanno bene,
sta' allegro;
se qualche cosa ti va male,
rifletti.
Ricorda che tutto viene da Dio;
di fatto non possiamo sapere
quale sarà il nostro futuro.

EVITARE GLI ESTREMI
15 Durante la mia vita inutile
ho potuto vedere di tutto:
persone buone che sono morte presto,
gente cattiva che è vissuta a lungo,
nonostante la loro cattiveria.
16 Non pretendere di essere
troppo buono e troppo sapiente:
faresti del male a te stesso.
17 E non pensare
di essere il più cattivo e stolto di tutti:
sarebbe una rovina per te.
18 Devi evitare questi due estremi.
Chi ha fiducia in Dio riesce bene in tutto.
19 L'uomo sapiente è più forte
di una città che ha dieci torri.
20 In questo mondo,
nessuno è così buono
da comportarsi sempre bene
e non sbagliare mai.
21 Non dare ascolto
a tutte le chiacchiere che si fanno;
non far caso
se il tuo servo parla male di te.
22 Sai bene che molte volte
anche tu hai sparlato degli altri.
23 Ho esaminato con ordine tutte queste cose.
Pensavo di diventare sapiente,
ma non ci sono riuscito.
24 Chi può scoprire
il senso vero di tutte le cose passate?
Per noi son troppo oscure e profonde.

LA DONNA
25 Mi sono impegnato a fondo
nella riflessione e nello studio.
Ho cercato di conoscere
il senso profondo delle cose.
Volevo sapere qual è la peggiore cattiveria,
la stupidità più assurda.
26 Trovo che si dice
«La donna è più amara della morte.
E' come una rete,
il suo affetto è una trappola,
la sue braccia catene.
Solo chi è gradito a Dio
riesce a liberarsene:
il peccatore ne rimane schiavo».
27 «Ma attento! - dice Qoelet: -
io ho scoperto
che, prima di poter dare un giudizio,
bisogna confrontare bene le cose».
28 Io sono ancora
alla ricerca di una soluzione,
ma non ho trovato risposta.
Tra mille, un uomo lo capisco;
una donna no.
29 Ma in fondo, attento che
una cosa è importante:
Dio ci ha fatti equilibrati,
ma noi abbiamo inventato
ogni genere di complicazioni.

CAPITOLO 8
IL SAPIENTE
1 Soltanto l'uomo sapiente capisce
il senso di quello che accade.
La sapienza rende sereno e benevolo
il volto dell'uomo.
23 Ubbidisci agli ordini del re,
come hai promesso a Dio.
Non aver troppa fretta di allontanarti dal re,
ma non restare alla sua presenza
quando le cose si mettono male:
il re può fare tutto quello che vuole.
4 Il re ordina con piena autorità,
e nessuno può contestare quel che fa.
5 Chi ubbidisce agli ordini del re
non va incontro a disgrazie.
Un uomo saggio sa quando e come agire.
6 Infatti per ogni cosa
c'è un momento adatto e un modo giusto.
Ma l'uomo è esposto a tanti mali
7 perché non conosce il suo avvenire
e nessuno può dirgli cosa gli capiterà.
8 L'uomo non è padrone della sua vita,
non può evitare la morte.
Nessuno può scampare da questa battaglia:
neppure la cattiveria può salvarci!
9 Ho osservato tutto quel che si fa
in questo mondo
e ho visto che alcuni uomini
hanno autorità,
mentre altri soffrono oppressione.

RICOMPENSA DEI GIUSTI E DEI MALVAGI
10 Infatti ho visto delinquenti morire in pace
ed essere sepolti con onore.
Invece quelli che avevano fatto del bene
erano costretti
ad andarsene dalla città,
ed erano dimenticati da tutti.
Anche questo è assurdo.
11 A volte una condanna contro criminali
non viene eseguita subito.
Per questo gli uomini
continuano a compiere delitti.
12 Un delinquente fa il male cento volte
e resta in vita a lungo.
So bene che si dice: «Tutto riuscirà
a chi ubbidisce a Dio,
13 e i cattivi non avranno successo.
La vita dei cattivi
passa presto, come ombra,
proprio perché non ubbidiscono a Dio».
14 Ma questo non è vero.
In questo mondo
succede che ai buoni toccano disgrazie,
e certi delinquenti se la godono.
Le disgrazie dovrebbero colpire i cattivi
e i buoni dovrebbero avere un premio:
ma non è così.
Anche questo è assurdo.
15 Allora godiamoci la vita.
In questo mondo,
non c'è niente di meglio
che mangiare, bere e stare allegri.
Questo è quel che possiamo fare
in questa vita piena di fatiche,
che Dio ci concede.

NESSUNO CAPISCE QUELLO CHE DIO FA
16 Ho messo tutto il mio impegno
per diventare sapiente
e capire quel che si fa nel mondo.
Ho visto come gli uomini
si danno da fare giorno e notte,
senza chiudere occhio.
17 Ma essi non riescono a capire
quel che Dio fa in questo mondo.
Gli uomini cercano con tutte le loro forze,
ma non trovano.
Il saggio dice di saperlo,
ma neanche lui l'ha scoperto.

CAPITOLO 9
IL DESTINO DEGLI UOMINI
1 Ho riflettuto molto
e sono arrivato a questa conclusione:
le azioni dei giusti e dei saggi
sono nelle mani di Dio.
Amore e odio
nessuno li può prevedere:
può capitare di tutto.
2 Innocenti e colpevoli,
buoni e cattivi,
giusti e peccatori,
tutti fanno la stessa fine.
Non c'è differenza
tra chi dice preghiere e chi non le dice,
tra quelli che giurano
e quelli che non giurano.
3 Per tutti c'è uno stesso destino.
E' questo è il guaio peggiore
della nostra vita.
Per di più, il cuore degli uomini
è pieno di malizia.
Durante la vita si fanno follie,
tanto, poi.. si deve morire!
4 Certo finché si vive c'è speranza.
E' meglio un cane vivo che un leone morto.
5 I vivi sanno che devono morire.
Ma i morti non sanno proprio niente,
non ricevono nessuna ricompensa
perché sono dimenticati da tutti.
6 L'amore, l'odio e le passioni umane
finiscono con la morte.
I morti non parteciperanno più
a quello che si fa in questo mondo.
7 Va', mangia serenamente il tuo pane
e bevi con gioia il tuo vino,
perché Dio è già contento di te.
8 Porta sempre i vestiti delle feste,
il profumo non manchi mai sul tuo capo.
9 Godi la vita con la donna che ami,
per questi vuoti e brevi anni
che Dio ti lascia vivere.
In mezzo alle tante fatiche della vita
questa è la tua parte di soddisfazione.
10 Cerca di compiere con molto impegno
quel che riesci a fare quaggiù.
Perché nell'al di là, dove andrai,
non si lavora e non si fanno progetti,
non c'è né scienza né sapienza.
11 Un'altra cosa ho visto in questo mondo:
in una corsa non vince sempre il più veloce,
in una battaglia non vince sempre
il più forte.
Non sempre i più sapienti hanno pane
né i più intelligenti sono ricchi.
Quelli che fanno carriera
non sono sempre i più capaci.
Può sempre capitare un imprevisto
e una sfortuna.
12 Non sappiamo quand'è la nostra ora.
Come i pesci sono presi nella rete,
come gli uccelli cascano nella trappola,
così possiamo essere vittime
di una sfortuna
quando meno ce lo aspettiamo.

LA FORZA E LA SAPIENZA
13 Ho visto un altro esempio molto istruttivo.
14 C'era una piccola città con pochi abitanti.
Un prepotente l'attaccò e l'assediò
con grandi mezzi d'assalto.
15 In quella città c'era un uomo,
povero ma intelligente ed abile.
Con la sua astuzia avrebbe potuto
salvare la città:
ma nessuno si ricordò di lui.
16 Ho pensato: «Vale più l'intelligenza
che la forza».
Ma la sapienza del povero è disprezzata
e nessuno bada ai suoi consigli.
17 Meglio ascoltare nella calma
le parole dei sapienti
che le urla di un capo
in una banda di sciocchi.
18 Vale più la sapienza che le armi da guerra.
Ma basta una sciocchezza
per rovinare tutto.

CAPITOLO 10
1 Basta una mosca morta per sciupare
un intero vaso di olio profumato.
Si paga più cara un po' di follia
che molta sapienza e onore.
2 Il sapiente ha la testa sul collo,
lo stupido ha la testa vuota.
3 Anche per la strada
lo stolto si manifesta per quello che è.
La sua stupidità gliela si legge in faccia.
4 Se un tuo superiore si adira contro di te,
tu resta fermo al tuo posto.
La calma fa evitare gravi sbagli.
5 Un male ho notato in questo mondo,
un grave errore dei capi:
6 mettono un ignorante in posti
di responsabilità,
mentre i grandi e i ricchi
rimangono in basso.
7 Ho visto degli schiavi andare a cavallo
e uomini nobili a piedi come schiavi.

INCIDENTI SUL LAVORO
8 Se scavi una fossa, puoi caderci dentro;
se demolisci un muro,
può morderti una vipera.
9 Se fai il cavapietre, ti puoi ferire,
se fai lo spaccalegna, ti puoi far male.
10 Se la scure non è tagliente
e non sai affilarne la lama,
devi fare doppia fatica.
Con la sapienza si ottiene di più.
11 Se il serpente morde prima
di essere incantato,
non c'è niente da fare per l'incantatore.

LE PAROLE
12 Il sapiente guadagna stima
con le sue parole,
lo stolto invece danneggia se stesso
con quello che dice.
13 Lo stolto comincia con discorsi sciocchi
e finisce dicendo pericolose assurdità.
14 Lo stolto dice molte parole,
ma nessuno conosce l'avvenire.
Chi può dire che cosa capiterà in futuro?
15 Solo lo stupido si ammazza di fatica,
non sa neanche trovare la strada
per andare a casa.
16 Guai alla nazione
che ha per re un ragazzo
e ministri che banchettano fino al mattino.
17 Fortunata quella nazione
che ha per re un uomo maturo
e ministri che mangiano a suo tempo,
per nutrirsi, e non per far baldoria.
18 Un pigro lascia cadere anche il tetto;
un fannullone lascia piovere in casa.
19 Un banchetto ti dà gioia
e il vino ti dà allegria,
ma in ogni caso ti serve il denaro.
20 Non sparlare contro il re neanche
col pensiero,
non parlar male dei ricchi
neanche in casa tua;
perché un uccellino potrebbe cantare
e far conoscere
quello che hai detto.

CAPITOLO 11
LA VITA E RISCHIO
1 Investi i tuoi beni
nel commercio marittimo,
e a suo tempo li ritroverai.
2 Dividi i tuoi investimenti in tante parti,
perché non sai quali disgrazie
ti possono capitare.
3 Quando le nubi sono piene di pioggia,
la riversano sulla terra.
Quando un albero cade
in una direzione o in un'altra,
rimane dov'è caduto.
4 Se aspetti il vento favorevole,
non semini più;
se stai a guardare quando pioverà,
non ti deciderai a mietere.
5 Tu non sai come comincia la vita
di un bambino nel seno della madre.
Così non puoi capire le opere di Dio
che fa ogni cosa.
6 Tanto il mattino che la sera
è tempo buono per seminare.
Ma tu non sai se tutti i semi nasceranno
e se una semina rende più di un'altra.

LA VITA E' BELLA
7 Dolce è la luce!
Ci rallegriamo alla vista del sole.
8 Anche se vivrai a lungo,
godi tutti i giorni della tua vita,
ma ricordati
che saranno molti i giorni oscuri.
Non sai come sarà il tuo avvenire.
9 Perciò, godi la vita, ragazzo!
Sii felice, finché sei ancora giovane.
Fa' tutto quello che ti piace
e segui i desideri del tuo cuore.
Ma non dimenticare che Dio
ti chiederà conto di tutto.
10 Scaccia le preoccupazioni dal tuo animo
e tieni lontani da te i dolori,
perché la giovinezza passa presto.

CAPITOLO 12
LA VECCHIAIA
1 Ricordati del tuo Creatore
finché sei giovane,
prima che arrivi l'età degli acciacchi.
Verranno gli anni in cui dirai:
«Non ho più voglia di vivere».
2 Allora il sole, la luna e le stelle
per te non saranno più luminosi
e il cielo sarà sempre nuvoloso.
3 Allora le tue braccia, che ti hanno protetto,
tremeranno;
le tue gambe, che ti hanno sostenuto,
diventeranno deboli.
I tuoi denti saranno troppo pochi
per masticare il cibo;
i tuoi occhi non vedranno più chiaramente.
4 Le tue orecchie diventeranno sorde
al rumore della strada.
Non sentirai quasi più il rumore
della macina del mulino
e il canto degli uccelli.
La tua voce sarà debole e tremante.

5 Avrai paura di camminare in salita
e ad ogni passo sarai in pericolo di cadere.
I tuoi capelli diventeranno bianchi
come i fiori di mandorlo;
ti sarà difficile muoverti.
Ogni desiderio scomparirà.
Poi te ne andrai alla dimora eterna,
mentre per le strade
piangeranno e faranno lutto.

6 Godi la vita.
La vita finirà
come si rompe un filo d'argento,
o come va in pezzi una lampada d'oro,
come s'infrange una brocca per l'acqua
e si schianta la carrucola del pozzo.

7 Il tuo corpo ritornerà alla polvere della terra
dalla quale fu tratto;
il tuo spirito vitale
ritornerà a Dio che te l'ha dato.

8«Tutto è come un soffio di vento:
vanità, vanità, tutto è vanità», dice Qoelet.

CONCLUSIONE
9-10 Proprio perché Qoelet era un sapiente
insegnò al popolo quello che sapeva.
Studiò, inventò e compose
molti proverbi.
Qoelet cercò di esprimersi
in modo attraente e piacevole,
e ha scritto con precisione
parole vere.
11 Le parole dei sapienti
sono come colpi di frusta.
Le raccolte di proverbi
sono come paletti ben piantati.
Un unico pastore ci ha dato
queste parole e le ha raccolte insieme.
12 Figlio mio, sta' attento a un'altra cosa:
non si finisce mai di scrivere libri,
ma il troppo studio esaurisce le forze.
13 In fin dei conti,
una sola cosa è importante:
«Credi in Dio e osserva
i suoi comandamenti».
E questo solo vale per ogni uomo.
14 Dio giudicherà tutto quel che facciamo
di bene e di male,
anche le azioni fatte in segreto.
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