LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri (PURGATORIO) - CANTO XVIII

Posto avea fine al suo ragionamento
l'alto dottore, e attento guardava
ne la mia vista s'io parea contento; (3)

e io, cui nova sete ancor frugava,
di fuor tacea, e dentro dicea: 'Forse
lo troppo dimandar ch'io fo li grava'. (6)

Ma quel padre verace, che s'accorse
del timido voler che non s'apriva,
parlando, di parlare ardir mi porse. (9)

Ond' io: «Maestro, il mio veder s'avviva
sì nel tuo lume, ch'io discerno chiaro
quanto la tua ragion porta o descriva. (12)

Però ti prego, dolce padre caro,
che mi dimostri amore, a cui reduci
ogne buono operare e 'l suo contraro». (15)

«Drizza», disse, «ver' me l'agute luci
de lo 'ntelletto, e fieti manifesto
l'error de' ciechi che si fanno duci. (18)

L'animo, ch'è creato ad amar presto,
ad ogne cosa è mobile che piace,
tosto che dal piacere in atto è desto. (21)

Vostra apprensiva da esser verace
tragge intenzione, e dentro a voi la spiega,
sì che l'animo ad essa volger face; (24)

e se, rivolto, inver' di lei si piega,
quel piegare è amor, quell' è natura
che per piacer di novo in voi si lega. (27)

Poi, come 'l foco movesi in altura
per la sua forma ch'è nata a salire
là dove più in sua matera dura, (30)

così l'animo preso entra in disire,
ch'è moto spiritale, e mai non posa
fin che la cosa amata il fa gioire. (33)

Or ti puote apparer quant' è nascosa
la veritate a la gente ch'avvera
ciascun amore in sé laudabil cosa; (36)

però che forse appar la sua matera
sempre esser buona, ma non ciascun segno
è buono, ancor che buona sia la cera». (39)

«Le tue parole e 'l mio seguace ingegno»,
rispuos' io lui, «m'hanno amor discoverto,
ma ciò m'ha fatto di dubbiar più pregno; (42)

ché, s'amore è di fuori a noi offerto
e l'anima non va con altro piede,
se dritta o torta va, non è suo merto». (45)

Ed elli a me: «Quanto ragion qui vede,
dir ti poss' io; da indi in là t'aspetta
pur a Beatrice, ch'è opra di fede. (48)

Ogne forma sustanzïal, che setta
è da matera ed è con lei unita,
specifica vertute ha in sé colletta, (51)

la qual sanza operar non è sentita,
né si dimostra mai che per effetto,
come per verdi fronde in pianta vita. (54)

Però, là onde vegna lo 'ntelletto
de le prime notizie, omo non sape,
e de' primi appetibili l'affetto, (57)

che sono in voi sì come studio in ape
di far lo mele; e questa prima voglia
merto di lode o di biasmo non cape. (60)

Or perché a questa ogn' altra si raccoglia,
innata v'è la virtù che consiglia,
e de l'assenso de' tener la soglia. (63)

Quest' è 'l principio là onde si piglia
ragion di meritare in voi, secondo
che buoni e rei amori accoglie e viglia. (66)

Color che ragionando andaro al fondo,
s'accorser d'esta innata libertate;
però moralità lasciaro al mondo. (69)

Onde, poniam che di necessitate
surga ogne amor che dentro a voi s'accende,
di ritenerlo è in voi la podestate. (72)

La nobile virtù Beatrice intende
per lo libero arbitrio, e però guarda
che l'abbi a mente, s'a parlar ten prende». (75)

La luna, quasi a mezza notte tarda,
facea le stelle a noi parer più rade,
fatta com' un secchion che tuttor arda; (78)

e correa contra 'l ciel per quelle strade
che 'l sole infiamma allor che quel da Roma
tra ' Sardi e ' Corsi il vede quando cade. (81)

E quell' ombra gentil per cui si noma
Pietola più che villa mantoana,
del mio carcar diposta avea la soma; (84)

per ch'io, che la ragione aperta e piana
sovra le mie quistioni avea ricolta,
stava com' om che sonnolento vana. (87)

Ma questa sonnolenza mi fu tolta
subitamente da gente che dopo
le nostre spalle a noi era già volta. (90)

E quale Ismeno già vide e Asopo
lungo di sé di notte furia e calca,
pur che i Teban di Bacco avesser uopo, (93)

cotal per quel giron suo passo falca,
per quel ch'io vidi di color, venendo,
cui buon volere e giusto amor cavalca. (96)

Tosto fur sovr' a noi, perché correndo
si movea tutta quella turba magna;
e due dinanzi gridavan piangendo: (99)

«Maria corse con fretta a la montagna;
e Cesare, per soggiogare Ilerda,
punse Marsilia e poi corse in Ispagna». (102)

«Ratto, ratto, che 'l tempo non si perda
per poco amor», gridavan li altri appresso,
«che studio di ben far grazia rinverda». (105)

«O gente in cui fervore aguto adesso
ricompie forse negligenza e indugio
da voi per tepidezza in ben far messo, (108)

questi che vive, e certo i' non vi bugio,
vuole andar sù, pur che 'l sol ne riluca;
però ne dite ond' è presso il pertugio». (111)

Parole furon queste del mio duca;
e un di quelli spirti disse: «Vieni
di retro a noi, e troverai la buca. (114)

Noi siam di voglia a muoversi si pieni,
che restar non potem; però perdona,
se villania nostra giustizia tieni. (117)

Io fui abate in San Zeno a Verona
sotto lo 'mperio del buon Barbarossa,
di cui dolente ancor Milan ragiona. (120)

E tale ha già l'un piè dentro la fossa,
che tosto piangerà quel monastero,
e tristo fia d'avere avuta possa; (123)

perché suo figlio, mal del corpo intero,
e de la mente peggio, e che mal nacque,
ha posto in loco di suo pastor vero». (126)

Io non so se più disse o s'ei si tacque,
tant' era già di là da noi trascorso;
ma questo intesi, e ritener mi piacque. (129)

E quei che m'era ad ogne uopo soccorso
disse: «Volgiti qua: vedine due
venir dando a l'accidïa di morso». (132)

Di retro a tutti dicean: «Prima fue
morta la gente a cui il mar s'aperse,
che vedesse Iordan le rede sue. (135)

E quella che l'affanno non sofferse
fino a la fine col figlio d'Anchise,
sé stessa a vita sanza gloria offerse». (138)

Poi quando fuor da noi tanto divise
quell' ombre, che veder più non potiersi,
novo pensiero dentro a me si mise, (141)

del qual più altri nacquero e diversi;
e tanto d'uno in altro vaneggiai,
che li occhi per vaghezza ricopersi,
e 'l pensamento in sogno trasmutai. (145)
Purgatorio, c. XVIII, vv. 88-90

NOTE AL CANTO XVIII



(1-9) alto: profondo; vista: aspetto. Potrebbe intendersi occhi, come quelli che esprimono vivamente gli affetti dell'anima; sete: di sapere; frugava: stimolava; li grava: gli è molesto; non s'apriva: non ardiva palesarsi.
(10-15) il mio veder: sotto, 16-17: luci - de lo 'ntelletto; s'avviva: «es schärft sich» (Bl.); nel tuo lume: nella tua dottrina; la tua ragion: il tuo ragionamento; porti: importi; descriva: dichiari. «Porti ha ditto per quel ch'el lassò a dichiarare, acciò che Dante pensasse da sé, o descriva dice per quel che dichiarò apertamente» (B.); mi dimostri: che cosa e amore; 'l suo contraro: il mal operare. V. Purg., XVII, 104-105.
(16-18) Drizza, ecc.: «l'acute e sottili potenzie dello intelletto, che non operino ora secondo che i sensi li apparecchino di fuora; ma solamente intendino alle ragioni che io inducerò; sicchè dirizzare è rimuovere da' sentimenti e reducere alla ragione» (B.); e fieti, ecc.: «e ti sarà manifesto l'errore di quegl'ignoranti, che vogliono farsi guida degli altri, insegnando che ogni amore è in sé stesso lodevole» (F.).
(19-24) presto: disposto; ad ogni cosa è mobile, ecc.: si muove ad ogni cosa piacente; in atto è desto: è desto in atto, a venire ad alcun atto. Il Bianchi accorda in atto con piacere; e spiega dal piacere presente o che agisce su lui. «Von thatsächlicher Lust» (Bl.); Vostra apprensiva, ecc.: La vostra facoltà d'apprendere trae l'imagine da un ente od obbietto reale, e la pone avanti alla mente vostra, tanto che fa rivolger l'anima ad essa imagine; tragge intenzione: «piglia ad intendere, cioè movimento da quelle cose che veramente sono buone o paiono» (B.). Il Varchi, Ercol., 29: «Nella virtù fantastica si riserbano le imagini, ovvero similitudini delle cose, le quali i filosofi chiamano ora spezie, ora intenzioni».
(25-39) e se, rivolto, ecc.: e se l'animo che si è rivolto a quella imagine, s'abbandona in lei; quell'è natura: «Quello amore è natura, la quale lega sè di nuovo in voi in virtù del piacere. Il primo legame che l'animo ha con la natura è l'essere disposto ad amare; il secondo è quando in atto viene ad amare, e la natura di nuovo in tale atto con esso animo si unisce» (F.). Il Cesari: «il primo piacere fu del voltarsi, conoscendolo buono e piacevole; questo del gittarsi ver lui, è il secondo»; movesi in altura: va in alto. «Quello amore, come il fuoco, tende in alto, perocché naturalmente sale al luogo proprio, cioè alla spera del fuoco, che è tra l'aere e 'l cielo della luna» (Lan.); per la sua forma: Som.: «Ignis sua forma inclinatur in superiorem locum». Forma chiamavano gli antichi filosofi ciò che dà l'essere a ciascuna cosa; onde la forma del fuoco è quel che lo costituisce fuoco; là dove più, ecc.: «il fuoco dura più nel proprio luogo, che in quello dove sta violentemente» (O.); così l'animo: entra in desiderio di posseder la cosa amata, il qual desiderio non è un moto materiale, come quel del fuoco, ma spirituale, il quale non posa mai e non sta contento finchè non la gode. «Molti ingannati affermavano che ogni amore in sè era buono, e moveansi da questo: L'animo non ama se non le cose che li apparecchia l'apprensiva, e l'apprensiva nolli apparecchia se non le cose che hanno vero essere, e le cose che hanno vero essere sono buone; dunque ogni amore è buono» (B.); ch'avvera, ecc.: «che pone per vero» (B.). Che afferma amore essere sempre cosa lodevole; forse appar: «Per questo appar si manifesta in parte l'errore; imperò che molte cose paiono quel che non sono: cioè paiono buone e sono rie; e così s'inganna l'apprensiva e l'animo che ne piglia piacere. Adiunge l'altra parte in che sta anco l'errore; cioè che pognamo che l'obietto sia buono, l'animo può operare in quello obietto indebitamente, o per troppo o per poco e così erra» (B.); matera: d'amore, la materia determinabile, o amore in genere; e questo dice sempre forse esser buono; ma non sempre buona la forma determinante, ossia amore in ispecie; ma non ciascun segno: «Ello immagina le cose in che si suggella, essere l'obietto d'amore e la figurazione che fa il suggello, essere il movimento d'amore» (O.); segno: figura, impressione.
(40-45) 'l mio seguace, ecc.: attento a seguire la tua dimostrazione. «Capace delle tue sentenze» (B.); discoverto: mi hanno manifestato che cosa è amore; m'ha fatto: m'ha cresciuto i dubbj; ché s'amore, ecc.: poiché se l'amore ci viene dagli oggetti esterni e se l'animo non può procedere altrimenti, non ha merito alcuno se opera bene o male; con altro piede: con l'amore; imperò che l'anima va secondo che l'affezione la porta; se dritta o torta va, non è suo merto: «però che va com'ella è mossa» (B. e W.).
(46-48) Quanto ragion, ecc.: Intorno a questa materia io posso dichiararti quel tanto, che la ragione umana può discernere, rispetto a quello che soprastà alla ragione, dal nostro intendimento naturale in su, ed è da creder per fede, aspetta che te lo dichiari Beatrice; t'aspetta: «di pervenire, ovvero differisciti, serba i dubbj tuoi a Beatrice solamente» (L.).
(49-60) Ogni forma sustanzïal: «ogni anima che setta, divisa è da matera, che ha essere separata dalla sua materia: ed è con lei, con la materia coniunta, sì come è mentre sta nel corpo, specifica virtù ha in sé colletta, accolta: cioè ha una potenzia differente da tutte l'altre specie, la quale costituisce la sua specie e falla differente dall'altre» (B.); sanza operar non è sentita: non appare e non si manifesta se non per l'effetto; forma sustanzïal: quella, che unita alla materia prima, comune a tutti i corpi, forma le differenti specie di essi; mai che: sol che; la qual, ecc.: «Boetius, in libro de duabus naturis: Natura est unamquamque rem informans specifica differentia, quae scilicet complet distinctionem speciei. Nam in homine est intelligere, rationari, in lynce videre quod est ultra aliquem montem; cani odoratus: anseri auditus; apibus facere mel» (P. di D.); sape: sa; lo intelletto: «l'intelligenza, de le prime notizie, come ne' fanciulli cognoscere lo padre e la madre e così dell'altre cose generali nelli uomini provetti» (B.). I primi appetibili sono, p. es., la propria conservazione, il piacere, la felicità. Il Buti: «Del primo appetibile, del sommo bene ch'è Iddio»; e questa prima voglia, ecc.: e questi primi appetiti non sono capaci per sè stessi nè di lode, nè di biasimo.
(61-72) Or perché, ecc.: «Ora è in voi innata la virtù che consiglia, cioè la ragione, affinché ogni altra voglia che nasca in voi si raccolga a questa virtù, e questa dee tenere la chiave dell'assenso» (Biagioli). Il Buti: «La ragione de' reggere e signoreggiare li secondi movimenti, sicché non consentano se non quel che detta la ragione». Il Cesari dando a perché il senso di quantunque: «Ma quantunque a questa voglia, che non ha ragion di merito, si accolgano e associno tutte le altre (da che gli amori tutti de' beni particolari, sono come rimettiticci di quell'amor generale), tuttavia avete la ragione che consiglia; ed essa è la portiniera che esamina e riceve le buone e schiude le rie. I buoni e rei amori sono quell'ogn'altra voglia detta di sopra, che si raccoglia alla prima de' primi appetibili»; Quest'è il principio, ecc.: «Benché i primi movimenti non siano in nostra potenzia o non abbiano cagione di lode nè di biasimo, l'assenso seguente è quel che merita o demerita» (B.); viglia: cerne. Il Borghini: «Vigliare è altra cosa che vagliare, e si fa con altri strumenti, ed in altri modi; chè quando il grano è battuto in su l'aia, e n'è levata con forche e rastregli la paglia, e gettato al vento per levarne la pula, e vi rimangono alcune spighe di grano e baccegli di veccie salvatiche e altri cota' semi nocivi, che i coreggiati non han ben potuto trebbiare, nè pigliare i rastregli, egli hanno certe come granate piatte o di ginestre o di alcune erbe, che chiamano dove ruschie, dove gallinacce, o con vincastri d'olmi e di altri alberi legati insieme secondo le commodità dei paesi e' le vanno leggermente piegando sopra la massa, e come dicono, l'aiata e separandoli dal grano. E questa vigliatura ridotta insieme in un monte alla fine della battitura si ribatte, e quel che se ne cava si chiama il grano del vigliuolo»; Color che ragionando, ecc.: «quelli li quali filosofando, cioè investigando le cagioni naturali, andaro al fondo, cioè al primo principio, unde si prende cagione di meritare o demeritare; cioè all'assenso del libero arbitrio; s'accorser, s'avvideno di questa naturale libertà che ha l'animo di consentire ai primi movimenti, e di tenervisi e starvi ferma coll'ordine e col modo dovuto o sconsentire e cessarli e levarsi da essi» (B.); però moralità, ecc.: «ferma arte e dottrina delle virtù morali, come si dovesseno acquistare, e de' vizi, come si dovesseno fuggire» (B.). L'Etica, il cui fondamento è la libertà del volere; poniam che: benché.
(73-75) La nobile virtù, ecc.: Ai canti IV e V del Paradiso e di nuovo trattata questa materia tra Dante e Beatrice.
(76-90) La luna, ecc.: ch'era tardi a levarsi, nè spuntava sull'orizzonte che quasi a mezza notte, essendo fatta come uno secchione che tutto arda, faceva a noi parere che le stelle fossero più rade, perché col suo lume rendeva invisibili quelle di minor grandezza; secchion: «uno caldaione di rame» (B.). «Una secchia di rame accesa di fuoco» (O.). «La luna calante di cinque notti è quasi una sfera troncata: tonda nel fondo, tronca alla cima, come un secchione» (T.). «Dice che la Luna si alzava quasi a mezza notte, perché erano scorsi cinque giorni dacché era avvenuto il plenilunio: dovea dunque alzarsi quasi cinque ore dopo il tramonto del sole, poiché da una sera all'altra si alza quasi un'ora più tardi» (F.). L'Antonelli ordina e spiega: «quasi alla tarda ora della mezzanotte, o meglio, a mezzanotte, la luna, ecc.»; quasi a mezza notte: il Buti: «quasi a terza notte, quasi passata la terza parte della notte». Altri: fatta com'un scheggion che tututt'arda. Dove il Parenti: «Forse poté raccogliere tale imagine in que' luoghi alpestri, dove accesa una grossa scheggia o stiappa d'albero vecchio e resinoso, se la porta come un fanale chi va di notte. Quante volte la luna, allo scoprirsi sui monti, segnatamente se la vista è framezzata da una selva, non presenta appunto la sembianza d'un grosso pezzo di legno abbruciato?»: contra 'l ciel: contra l'apparente corso del cielo, da ponente verso levante. «La luna correa contra 'l primo mobile, come correno tutti li pianeti e l'ottava spera; cioè dall'occidente inverso oriente, ben che 'l primo mobile si tiri di rieto ogni contento dentro da sé e roti sottosopra in 24 ore da oriente ad occidente» (B.); per quelle strade: per lo Zodiaco, verso il fine del segno dello Scorpione, nel quale si trova il sole allora che gli abitatori di Roma lo veggono tramontare in quella parte del cielo, ch'è tra la Corsica e la Sardegna; E quell'ombra gentil, ecc.: «Virgilio, per cui il villaggio di Pietola (Andes), ov'egli nacque, è più famoso della città di Mantova - avea discaricata la soma, che io li avea posta, solvendo il detto dubbio» (O.); per ch'io, ecc.: Per la qual cosa io che avea compreso e riposto nella mente quel suo ragionamento aperto e chiaro sopra le mie questioni, stava come uomo, che preso dal sonno vaneggia; dopo: dietro; a noi era già volta: era avviata verso noi. «Avea dato la volta, dietro l'arco del monte, che prima ce li nascondeva» (Biagioli).
(91-96) E quale... furia e calca: di gente fu già veduta di notte da Ismeno ed Asopo, fiumi della Beozia, lungo le loro rive, ad ogni bisogno che i Tebani avessero d'invocar l'aiuto di Bacco (quando faceano sacrificio a Baco, per avere dell'acqua per le loro vigne; B.). Tale furia e calca di coloro, ecc.; falca: «piega» (B.). «Dirige il suo cammino procedendo in forma di semicerchio piegando» (Bl.). Il Ces.: «Falcare è piegare a modo di falce; ed è preso da cavalli, che a correre si ammaestrano in un torno. Correndo il cavallo isforzatamente a tondo, come sasso di frombola, per ritirare lo slancio della forza centrifuga, che gli dà il correre sì forte in circolo, ed egli tiene il corpo piegato verso il centro, sicchè sta fuor di bilico; e questo è forse propriamente falcare il passo»; cavalca: «signoreggia, imperò che si lassa signoreggiare lo buono volere dal giusto amore» (B.). «Finge che queste anime si purgavano del peccato dell'accidia, correndo continuamente su per lo balzo in giro senza avere riposo e che due vadino inanti commendando la solicitudine e due di rieto, biasimando l'accidia con esempli che adduceano li primi pro e li ultimi contra» (B.).
(100-102) Maria... Cesare: Due esempi di celerità a stimolo degli accidiosi: l'uno di Maria, che andando a visitare sua cognata santa Elisabetta, abiit in montana cum festinatione (Luc., I, 39). Il Buti intende della fuga in Egitto per scampare l'atrocità di Erode che dovea uccidere gl'infanti da due anni in giù. - L'altro esempio di Giulio Cesare, che, partendo da Roma, andò con grandissima celerità a Marsiglia, la quale lasciando assediata con parte del suo esercito sotto Bruto, corse con l'altra in Ispagna a soggiogare Ilerda (Lerida), città principale di quella provincia, superando Ascanio, Petreio ed un figliuolo di Pompeo.
(103-105) Ratto, ratto: presto, presto. «Sollecitiamo quanto in noi è, acciocchè la grazia d'Iddio, la quale per accidia imbiancò in noi, per lo presente studio e cura rinverzisca» (O.). «Ogni fervore di carità acquista grazia nuova» (B.).
(106-117) aguto: intenso; ricompie, ecc.: ristora, adempie; messo: si riferisce ad indugio; non vi bugio: non vi dico bugia, pur che il sol, ecc.: come il sole torni ad illuminarci; ond'è presso il pertugio: da che parte trovasi la buca, l'apertura per cui si sale all'altro balzo»; se villania, ecc.: se quello che facciamo per debito, ti pare scortesia.
(118-126) abate in San Zeno: «Un Gherardo II - uomo di santa vita, ma regnava in lui questo vizio di pigrizia, come fa il più di loro per la troppa grassezza» (Chiose); buon: alcuni lo credon detto per ironia. «Ben dice buono; imperò che tra l'altre buone cose, ch'elli ebbe in sé, fu che non fu avaro di pecunia» (B.). «Vocat Fridericum bonum, quia fuit vir virtuosus, strenuus, largus, triumphator et corpore pulcher et a colore denominatus est Barbarossa» (Benv.); dolente ancor Melan, ecc.: per essere stata distrutta da quell'imperatore nel 1162; E tale, ecc.: Alberto della Scala, signore di Verona, già vecchio presso a morte. Morì nel 1301; che tosto piangerà, ecc.: che fra breve piangerà nell'altro mondo a conto di quel monistero per avere intruso nel luogo del vero Abate, un suo figliuolo per nome Giuseppe, sciancato e rio, e più sciancato della mente che del corpo, e da vantaggio bastardo (che mal nacque); suo figlio: «Costui fu Giuseppe Scaligero, (probabilmente) figlio naturale d'Alberto principe di Verona, che morì l'anno 1301 Abate in San Zeno, dal 1291 fino al 1314. Ebbe un figliuolo naturale, Bartolommeo per nome, che fu pure Abate nello stesso monastero dall'anno 321 fino al 336; indi vescovo di Verona, ed ammazzato nel vescovato, altri dicono da Alboino della Scala, i più da Mastino» (Torelli). «Vir probus et integer a principio, sed consilio medicorum tracta muliere, vel inquinatus pice Diaboli, factus est sceleratissimus. Nam quum Alboinus, qui successit Bartholomaeo in dominio, vellet ex pusillanimitate reducere comites Sancti Bonifacii in Veronam, Abbas, conquerente Cane, tamquam animosus increpans amare Alboinum, armata manu ivit et trucidavit multos ex dictis comitibus ad villam eorum, quae insula comitum primo, postea vocata est Insula de la Scala... Fuit enim homo violentus de nocte discurrens per suburbia cum armis, rapiens multa et replens meretricibus locum illum. Et fuit alius abbas Joseph in dicto loco, spurius Alberti junioris fratris Mastini, sceleratior illo primo» (Benv.).
(131-138) vedine due, ecc.: due anime che vengono riprendendo gli accidiosi con esempi de' tristi effetti di tal peccato; Di retro a tutti: come più negligenti; La gente ebrea, a cui il mar rosso s'aperse fue morta prima che il Iordan, fiume di Palestina, vedesse le rede sue, i suoi eredi, essi Ebrei a cui per retaggio era stata destinata da Dio. Numeri, XXXII, 11-13; E quella gente che l'affanno non sofferse: «non seppe tollerare fino all'ultimo gli errori e le fatiche di Enea - diede sè medesima a voler vivere senza gloria, rimanendosi in Sicilia» (B.). Eneide, V.
(143-145) vaneggiai: andai discorrendo, non fermandomi sopra alcuno; per vaghezza: per questo vagare di pensiero in pensiero. Il Buti: «per la solicitudine dei pensieri vaganti qua e là venne lo sonno»; ricopersi: chiusi.
 

eXTReMe Tracker

Shiny Stat

free counters

 

  Ai sensi dell'art. 5 della legge 22 aprile 1941 n. 633 sulla protezione del diritto d'autore, i testi degli atti ufficiali dello Stato e delle amministrazioni pubbliche, italiane o straniere, non sono coperti da diritti d'autore. Il copyright, ove indicato, si riferisce all'elaborazione e alla forma di presentazione dei testi stessi. L'inserimento di dati personali, commerciali, collegamenti (link) a domini o pagine web personali, nel contesto delle Yellow Pages Trapaninfo.it (TpsGuide), deve essere liberamente richiesto dai rispettivi proprietari. In questa pagina, oltre ai link autorizzati, vengono inseriti solo gli indirizzi dei siti, recensiti dal WebMaster, dei quali i proprietari non hanno richiesto l'inserimento in Trapaninfo.it. Il WebMaster, in osservanza delle leggi inerenti i diritti d'autore e le norme che regolano la proprietà industriale ed intellettuale, non effettua collegamenti in surface deep o frame link ai siti recensiti, senza la dovuta autorizzazione. Framing e Deep Link: che cosa è lecito - Avvocato Gabriele FAGGIOLI. Il webmaster, proprietario e gestore dello spazio web nel quale viene mostrata questa URL, non è responsabile dei siti collegati in questa pagina. Le immagini, le foto e i logos mostrati appartengono ai legittimi proprietari. La legge sulla privacy, la legge sui diritti d'autore, le regole del Galateo della Rete (Netiquette), le norme a protezione della proprietà industriale ed intellettuale, limitano il contenuto delle Yellow Pages Trapaninfo.it Portale Provider Web Brochure e Silloge del web inerente Trapani e la sua provincia, ai soli dati di utenti che ne hanno liberamente richiesto l'inserimento. Chiunque, vanti diritti o rileva che le anzidette regole siano state violate, può contattare il WebMaster A.C.L.C. Michele MAZZONELLO +39 3474054001

Note legali: trapaninfo.it contiene collegamenti a siti controllati da soggetti diversi, i siti ai quali ci si può collegare, non sono sotto il controllo di trapaninfo.it che non è responsabile dei loro contenuti.  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Close