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I Grandi Classici Le Mille e Una Notte I MILLE PERCHÉ - GEOGRAFIA - LE MONTAGNE
I MILLE PERCHÉ - GEOGRAFIA - LE MONTAGNEPERCHÉ CI SONO LE MONTAGNE?Tutto l'insieme dei fenomeni che portarono alla formazione delle montagne si chiama orogenesi.Gli scienziati che hanno studiato le montagne, hanno concepito varie teorie per spiegarne nascita e formazione. Il problema è, comunque, tuttora discusso. Tra le varie teorie, le più note sono quella della contrazione, secondo cui i rilievi montuosi sarebbero il risultato del progressivo raffreddamento della Terra: il nucleo del pianeta, raffreddandosi, si contrasse e provocò, di conseguenza, un raggrinzamento della crosta; e quella detta della «deriva dei continenti», secondo cui la parte superiore della crosta terrestre, scindendosi in varie parti (i continenti) e slittando sulla parte inferiore, a causa del forte attrito, si raggrinzò alle estremità sollevandosi e formando le catene montuose (ad es.: le Montagne Rocciose e le Ande). Nella storia geologica della Terra si possono riconoscere vari periodi orogenetici: vi sono montagne vecchie e montagne giovani, le prime non molto alte, le cui primitive asperità sono state addolcite dal tempo, le seconde più elevate, dai picchi massicci e scoscesi. A quest'ultime appartengono, ad esempio, le Alpi, i Pirenei, i Balcani, i Carpazi e l'Himalaya, nate tutte nell'era Terziaria. PERCHÉ LE MONTAGNE SONO COSI FRASTAGLIATE?Non appena una montagna nasce viene attaccata da molti nemici che, col passare del tempo, operano una lenta ma inesorabile demolizione. Il primo grande nemico è l'atmosfera: ossigeno, anidride carbonica, vapore acqueo, penetrano in ogni fessura e si combinano chimicamente con i minerali che formano la roccia, provocandone il costante deperimento.Un altro nemico formidabile è il gelo: l'acqua che imbeve le rocce durante il giorno, gela durante la notte e, aumentando di volume, le schianta e le frantuma. A poco a poco la montagna presenta fenditure sulle quali continuano la loro opera distruttrice la pioggia, il vento e il ghiaccio. Dalle vette si staccano blocchi di roccia e precipitano a valle; sui picchi, alle origini aguzzi e intatti, il tempo e gli agenti atmosferici operano continue trasformazioni giungendo a modellare ogni primordiale asperità e donando alle montagne il volto frastagliato che tutti ormai conosciamo. PERCHÉ, IN ALTA MONTAGNA, LE NEVI NON SI SCIOLGONO?Si chiama «limite climatico delle nevi permanenti» il livello al disopra del quale la ne ve caduta durante l'inverno, d'estate non si scioglie. Ciò è dovuto alla temperatura che non raggiunge, a certe altezze, valori sufficienti a sciogliere la neve e il ghiaccio. Questo limite varia da zona a zona: all'equatore è molto alto e decresce man mano che ci si avvicina ai poli, dove raggiunge il livello del mare. Qua, il mare stesso, grazie anche alla sua scarsa salinità, gela formando la banchisa polare.PERCHÉ LE MONTAGNE HANNO FORMA E COLORI DIVERSI?Ciò dipende dai minerali che le compongono e dal modo in cui si sono formate.Si distinguono tre grandi gruppi di montagne: quelle «vulcaniche», quelle «a blocchi» e quelle «a pieghe». A quelle d'origine vulcanica appartengono i vulcani, spenti o in attività, i quali non sono altro che enormi ammassi di lava accumulatasi nel tempo in seguito alle eruzioni. Quelle «a blocchi» comprendono i massicci sollevatisi dall'interno, attraverso profonde fenditure della crosta terrestre. Quelle «a pieghe» invece si sono formate in seguito ad un sollevamento della crosta terrestre. A seconda, dunque, di come queste montagne si sono formate, della natura delle rocce che le compongono (lava, granito, sedimenti calcarei, etc.), e della loro particolare esposizione ai raggi del sole, esse si presentano ai nostri occhi in forma e con colori diversi. PERCHÉ LE VETTE DELLE MONTAGNE SONO AVVOLTE DA NUBI?Quando una massa d'aria calda e umida spinta dal vento incontra una catena montuosa, vi sbatte contro e interrompe la sua corsa.Il vento, però, continua a spingerla ed essa è costretta a salire. Durante questa sua scalata forzata incontra temperature sempre più rigide e gran parte della sua umidità si condensa formando un ammasso di nubi che finisce per incappucciare la vetta. PERCHÉ CI SONO I FIUMI?La sorgente di un fiume può essere un ghiacciaio o semplicemente la roccia. In tutti e due i casi la montagna rappresenta l'ambiente ideale affinché un fiume abbia origine.Le nevi perenni di una montagna, compresse dal loro stesso peso, finiscono per mutarsi in giganteschi fiumi di ghiaccio i quali, lentamente, scivolano verso la valle. Come raggiungono altezze dove la temperatura è più mite, si sciolgono e danno origine ad un vero e proprio fiume. Anche in mancanza di un ghiacciaio la montagna può originare un fiume poiché in nessun luogo come sui monti l'acqua è presente in così grande abbondanza, grazie alle molte piogge ed alle nevi. Essa impregna le rocce e filtra cadendo finché non incontra strati impermeabili che la raccolgono e la convogliano verso una o più fenditure. Da qui sgorga impetuosa e prende a scendere verso la valle scavandosi a poco a poco un letto. PERCHÉ GLI UOMINI SCALANO LE MONTAGNE?Se dovessimo fare un elenco di tutti gli sport che l'uomo pratica, dovremmo includervi anche l'alpinismo poiché, pur non contemplando vere e proprie gare ma solo primati e records, molte persone lo esercitano per compiere un salutare esercizio fisico.Ma l'alpinismo, secondo noi, è qualcosa di più di un semplice sport, a meno che non si consideri sport l'umano desiderio di vincere la Natura e di esplorare l'ignoto. Che cosa vede un vero alpinista in una cima inviolata? Oltre al desiderio di legare il proprio nome e quello del proprio popolo alla conquista della vetta, c'è la tendenza del tutto umana a cimentarsi con sempre più ardue difficoltà, per mettere alla prova il proprio coraggio e le proprie conoscenze tecniche e per non lasciare sulla Terra nulla che possa ergersi di fronte agli uomini come l'immagine della loro sconfitta. Una montagna, una cima bianca ed inviolata agli occhi di un vero alpinista è una sfida, un monumento che gli ricorda come gli uomini abbiano dovuto desistere di fronte ad un'impresa impossibile e come esista sulla Terra un luogo dove essi non potranno mettere piede. Ciò è insopportabile, per lui, ed egli troverà il coraggio, la forza, la cocciuta pazienza per vincere anche quella montagna. Giorni, notti passerà bivaccando in parete, solo, rischiando la vita ad ogni passo, con il freddo che tocca punte tremendamente basse. Dovrà lottare con la parete, con il ghiaccio e con la roccia, ma soprattutto con se stesso: questa è la battaglia più dura poiché, di fronte a difficoltà invincibili, una parte di sé tenterà di desistere, mentre l'altra dovrà piegarla e combatterla per continuare ad ogni costo ed arrivare alla cima. Qui giunto, il sapore della vittoria, la felicità indescrivibile, lo consoleranno delle pene sofferte. Si è detto che lo sport, in genere, oltre che formare perfettamente il corpo, è una sana palestra per lo spirito. Sotto questo aspetto, non v'è scuola più grande, per lo spirito, dell'alpinismo e di tutte le discipline ad esso legate, relative all'esplorazione del nostro pianeta, come la speleologia, la vulcanologia etc. Oltre alle dure battaglie con gli elementi e con se stessi, battaglie che profondamente forgiano lo spirito, occorre tenere presente i risultati di queste imprese sul piano pratico e scientifico, imprese che mirano non solo alla conquista di una vetta, del fondo di una grotta o di un vulcano, ma all'ampliamento costante ed assai produttivo delle nostre conoscenze intorno al pianeta che abitiamo. PERCHÉ NELLE SCALATE CI SI LEGA IN CORDATA?Oggi, generalmente, non si tratta più di conquistare delle vette, essendo state, quelle più ardue e difficili, tutte conquistate, quanto di raggiungere la cima dei monti per vie nuove e meno agevoli, in periodi meno favorevoli (ascensioni invernali). Poi la montagna, soprattutto nei periodi migliori dell'anno, è frequentata da moltissime persone che, pur non essendo dei veri e propri campioni, fanno dell'alpinismo per diletto, per il piacere di raggiungere le vette e di lì godersi il fantastico spettacolo offerto dalle montagne circostanti.Per i primi e per i secondi la montagna offre difficoltà superabili in rapporto alla competenza ed alla preparazione tecnica. Queste difficoltà sono classificate secondo una scala di sei gradi, detta scala di Monaco o di Walzenbach. Gli alpinisti principianti dovrebbero mantenersi ad un livello piuttosto basso di questa scala (mentre spesso non ne tengono conto e rischiano la vita!) e nell'affrontare queste difficoltà procedere aiutati da una guida o da un alpinista abile che vigili sull'intera cordata. Perché ci si lega in cordata nello scalare una montagna? L'essere uniti da una corda agli altri scalatori costituisce un'ancora di salvezza nel caso di una caduta poiché la corda, saldamente fissata ai chiodi ed ai moschettoni piantati dal capo cordata nella roccia o nel ghiaccio, trattiene lo sfortunato che sta per cadere, quindi un valido aiuto nell'ascensione e nella discesa. Naturalmente non solo la corda è usata dall'alpinista nelle scalate. Oltre a dei buoni scarponi, egli ha a disposizione rampone o piccozza e, per le ascensioni più difficili, chiodi, moschettoni, staffe e doppia corda. PERCHÉ SULLA NEVE USIAMO GLI SCI?Nei Paesi del Nord, in montagna, in zone, dunque, dove la neve è di casa, le semplici scarpe, pur proteggendo in qualche modo i piedi, sono del tutto inadatte a procedere sulla neve. Il peso del corpo grava sui piedi, che, poggiando su una superficie soffice, affondano inevitabilmente.Per rimediare a questo inconveniente occorre ampliare la superficie di appoggio, distribuire, cioè, il peso del corpo su una superficie maggiore affinché ne risulti diminuita la pressione e limitato il conseguente sprofondamento. Fin dai tempi più antichi le popolazioni artiche e montane hanno usato delle scarpe da neve, costruite in modo diverso ma secondo lo stesso principio. Di solito constano di un telaio di legno, circolare o a ferro di cavallo, rafforzato da vimini o corde intrecciate su cui si assicura il piede. Da questi antichi esempi, attraverso successive modificazioni, si è giunti alla racchetta da neve ed agli sci. Questi ultimi, con la loro caratteristica forma allungata (circa due metri) e stretta permettono non solo di camminare ma soprattutto di scivolare sulla neve anche a velocità altissime. Per questa loro caratteristica gli uomini li hanno usati per compiere gare sportive. Una delle prime gare di sci si disputò intorno al 1860 e questo sport si dimostrò talmente affascinante che ben presto si diffuse in ogni parte del mondo e fu incluso nel novero degli sport più puri ed esaltanti.
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