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Informatica - Il Sistema Operativo Dos

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Informatica - Il Sistema Operativo Dos

 

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Informatica - Il Sistema Operativo Dos

 

IL DOS

DOS (Disk Operating System) è la sigla che si usa per indicare il sistema operativo attualmente considerato standard per i personal computer IBM o IBM-compatibili (IBM-compatibile significa che funziona allo stesso modo del computer IBM e può utilizzare gli stessi programmi anche se è realizzato in modo diverso). In realtà ci sono diversi marchi, per esempio MS-DOS della Microsoft, PC-DOS della IBM, DR-DOS della Digital Research; le differenze tra le diverse versioni sono comunque praticamente irrilevanti.

IL BOOTSTRAP DEL DOS

Per rendere operante il computer bisogna eseguire il bootstrap cioè caricare in memoria il DOS. Il bootstrap viene fatto partendo da un disco di sistema, su cui è stato installato il DOS. E' possibile creare questo disco installando i file di sistema al momento della formattazione (richiedendolo con opportuni parametri) o successivamente con il comando SYS. Se il disco fisso è stato preparato come disco di sistema, per far partire il DOS basta accendere il computer. Altrimenti bisogna inserire un dischetto di sistema nel drive e poi accendere il computer. Se il drive contiene un dischetto, il DOS viene cercato su questo e caricato in memoria; se sul dischetto non sono presenti i file di sistema viene visualizzato un messaggio di errore. Se il personal è dotato di disco fisso e non c'è un dischetto nel drive, il sistema operativo viene cercato sul disco fisso. Se su quest'ultimo non ci sono i file di sistema viene visualizzato un messaggio di errore e non è possibile continuare a lavorare. L'operazione di bootstrap può essere richiesta anche a caldo; è possibile cioè far ripartire il sistema, cioè ricaricare il sistema operativo con il conseguente azzeramento della memoria e l'esecuzione di tutte le operazioni di inizializzazione, senza spegnere e riaccendere l'unità centrale, utilizzando i tasti CTRL ALT DEL.

MODULI DEL DOS E DISCO DI SISTEMA

Il sistema operativo DOS è composto da tre moduli principali: - l'interprete dei comandi (file COMMAND.COM) che gestisce la comunicazione con l'utente; - il modulo DOS (Disk Operating System) che si occupa della gestione dei dischi; permette la gestione logica di file e directory ed è indipendente dall'hardware; - il BIOS (Basic Input Output System) che provvede alla gestione dell'Input/Output; costituisce il collegamento tra i dispositivi fisici e il modulo DOS; dipende quindi dall'hardware. Una parte del BIOS è realizzato in memoria ROM; è il programma che parte automaticamente quando si accende il computer e che effettua i controlli delle parti hardware, l'inizializzazione delle periferiche, l'attivazione dei vettori per la gestione degli interrupt e il controllo su quale unità dischi utilizzare per la fase di bootstrap. Un disco di sistema contiene nella directory radice i file di sistema: - il file IO.SYS, per l'MS-DOS (IBMBIO.COM per il PC-DOS) che corrisponde alla parte del BIOS non residente in memoria ROM; - il file MSDOS.SYS, per l'MS-DOS (IBMDOS.COM per il PC-DOS), corrispondente al modulo DOS, che riceve tutte le richieste di funzioni di servizio e le traduce per IO.SYS; - il file COMMAND.COM che interpreta i comandi dell'utente. IO.SYS e MSDOS.SYS sono file nascosti cioè, pur esistendo su disco, non possono essere visualizzati o cancellati con i comandi usuali di gestione dei file.

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OPERAZIONI ESEGUITE AL BOOTSTRAP

Il DOS, al momento del bootstrap, esegue alcuni controlli diagnostici della memoria e delle periferiche collegate (quelle accese). Vengono poi visualizzati dei messaggi che riportano la capacità della memoria a disposizione, il livello e il release del sistema operativo, ecc. Al momento del bootstrap vengono eseguite le operazioni definite nei file nascosti IO.SYS e MSDOS.SYS e viene caricato in memoria l'interprete dei comandi COMMAND.COM. Prima del caricamento di quest'ultimo viene stabilita la configurazione del sistema, utilizzando, se presente, il file CONFIG.SYS, che può essere creato appunto per richiedere particolari opzioni di configurazione. Dopo aver caricato l'interprete dei comandi, viene eseguito, se presente sul disco, il file AUTOEXEC.BAT che può essere creato per richiedere di eseguire automaticamente all'accensione particolari operazioni. [Figura: Schema funzionamento del sistema operativo MS-DOS: Il diagramma di flusso illustra, a grandi linee, come l'Ms-DOS interpreta ed esegue i comandi battuti da tastiera. Sono inoltre evidenziate le condizioni di errore (in rosso) e le situazioni corrette (comandi eseguiti, in verde). In blu è indicata la fase di caricamento da disco, necessaria per l'esecuzione dei comandi esterni. I programmi di sistema si comportano come i comandi esterni, con la differenza che la loro esecuzione è (generalmente) più lunga e complessa].

Trapani Schema funzionamento del sistema operativo MS-DOS

LA DATA E L'ORA

Appena completate le operazioni di bootstrap il sistema operativo richiede l'inserimento della data e dell'ora. Queste vengono poi continuamente aggiornate dal sistema, anche se il computer viene spento perché esiste un orologio interno continuamente alimentato da una batteria. Ogni volta che viene creato un file viene registrato il momento (data e ora) della sua creazione. Alcuni comandi del DOS possono far riferimento alla data e all'ora per particolari elaborazioni. Il formato utilizzato si riferisce alle convenzioni degli Stati Uniti: la data viene espressa nel formato MM-DD-YY (month-day-year) con le cifre separate da un trattino (-), un punto (.) o una barra diagonale (/), l'ora nel formato HH:MM (hour-minutes) separati da due punti (:) o da un punto (.). La numerazione delle ore va da 00.00 a 24.00. La data e l'ora possono essere anche aggiornate (o visualizzate) in qualsiasi momento utilizzando i comandi DATE e TIME. E' possibile anche richiedere di utilizzare un formato diverso per la data e l'ora secondo le convenzioni di un diverso paese, stabilendolo in fase di configurazione del sistema, con il file CONFIG.SYS.

IL PROMPT

Dopo aver completato le operazioni preliminari viene visualizzato il prompt del sistema, cioè un segnale che indica che il sistema è in grado di operare e che è in attesa di un comando. Di solito il prompt è costituito da un carattere alfabetico seguito dal simbolo >. Il carattere alfabetico indica il drive corrente, cioè il drive che viene utilizzato in quel momento dal DOS per la lettura e la scrittura delle informazioni. E' possibile cambiarlo tramite il comando PROMPT. Risulta utile avere un prompt in cui sia indicato il path della directory in cui ci si trova. Per ottenerlo bisogna usare il comando PROMPT $p$g Il prompt allora, oltre al drive di default, indica anche la sottodirectory di default. Quando si è nella directory radice (per esempio del disco fisso) il prompt appare come C:\> Per riottenere il prompt normale si deve usare PROMPT $n$g Il prompt richiesto ha effetto finché non si fa ripartire il sistema o finchè non si utilizza un altro comando prompt. Il comando prompt può anche essere inserito nel file AUTOEXEC.BAT, per farlo eseguire automaticamente quando si accende il computer.

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IL DRIVE CORRENTE

Al momento dell'accensione il drive corrente (o di default) è il drive su cui vengono trovati i file di sistema. Se non viene diversamente specificato, il DOS cerca i comandi e i file soltanto sul drive corrente e scrive soltanto su di esso. Il DOS assegna automaticamente una lettera a ciascun drive. Se il sistema ha un solo lettore di dischetti, il drive è indicato sia come A che come B. Se ha due lettori di dischetti uno viene indicato con A e l'altro con B. Il disco fisso viene indicato con C. Se ci sono altri drive vengono indicati come D, E ecc. Per cambiare il drive corrente bisogna inserire la lettera del nuovo drive seguita dal simbolo : e premere ENTER.

COMANDI DOS

Quando è presente il prompt può essere richiesta l'esecuzione di un comando del DOS o di un qualsiasi programma eseguibile. L'elenco dei comandi DOS può essere ottenuto digitando HELP. HELP seguito dal nome di un comando fornisce informazioni sull'uso dello stesso. I comandi del DOS si dividono in comandi interni e comandi esterni. I comandi interni sono caricati in memoria al momento del bootstrap e possono quindi essere utilizzati in qualsiasi istante. I comandi esterni sono memorizzati in file con lo stesso nome del comando ed estensione .COM, .EXE o .BAT. Anche procedure o programmi scritti dall'utente possono essere considerati come comandi esterni del DOS. Per richiamare l'esecuzione di un file con estensione .COM, .EXE o .BAT basta indicarne il nome, senza l'estensione. Se ci sono più comandi esterni con lo stesso nome e diverse estensioni il DOS ne esegue uno solo secondo l'ordine di precedenza .COM .EXE .BAT. E' sempre possibile specificare a quale ci si riferisce richiamando l'esecuzione con il nome completo di estensione.

COMANDI PRINCIPALI

DIR : visualizza il contenuto delle directory; TYPE : visualizza il contenuto di un file; COPY : copia un file; RENAME : cambia nome a un file; DELETE : cancella un file; MD : crea una directory; CD : cambia directory; RD : cancella una directory; CLS : pulisce il video.

MODIFICA DEI COMANDI

Qualsiasi comando viene eseguito soltanto alla pressione del tasto ENTER. Mentre si scrive il comando i caratteri inseriti vengono visualizzati dopo il prompt e possono essere modificati o cancellati; si possono effettuare delle correzioni a quanto scritto utilizzando i tasti BACKSPACE per cancellare il carattere precedente o ESC per interrompere l'immissione del comando.

INVIO DEL COMANDO

Quando se ne richiede l'esecuzione con il tasto ENTER, il comando viene gestito dall'interprete dei comandi (COMMAND.COM). La riga inserita inoltre viene copiata in un'area di memoria che può poi essere ricopiata e modificata con le speciali chiavi di editing del DOS.

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TASTI DI EDITING

I tasti DEL e INS insieme alle chiavi F1 - F5 possono essere usati per modificare il contenuto dell'ultima riga memorizzata nell'area di salvataggio riservata e creare così una nuova riga corrente. Per copiare tutto il contenuto dell'area di salvataggio (e quindi ricopiare l'ultimo comando eseguito) si utilizza il tasto F3. Per copiare un carattere per volta dell'ultima riga scritta si usa il tasto F1. Per memorizzare la nuova linea senza eseguirla (e quindi senza usare il tasto ENTER) si usa il tasto F5. I tasti INS e DEL agiscono sui caratteri della riga memorizzata nell'area speciale e servono: DEL per cancellare un carattere; INS per inserire un carattere.

DOSKEY

Dopo l'esecuzione del comando DOSKEY è possibile ottenere anche tutti gli ultimi comandi dati da un certo punto in poi (utilizzando i tasti freccia) e modificarli con i tasti di editing e con altri che rendono disponibili ulteriori funzioni.

LA PULIZIA DEL VIDEO

Quando il video è pieno, l'inserimento di una nuova riga fa spostare verso l'alto tutte le righe già presenti. Per pulire il video e ricominciare dalla posizione in alto a sinistra si usa il comando CLS.

IL DOSSHELL

Invece di immettere direttamente i comandi è possibile utilizzare la shell, un ambiente grafico che facilita l'organizzazione e l'utilizzo di file e directory. Può essere richiamata con il comando DOSSHELL. Lo schermo che compare presenta un menu con le azioni possibili selezionabili da tastiera o tramite il mouse, e tre fasce; la prima consente la scelta del drive, la seconda visualizza la struttura delle directory, la terza permette di richiamare alcuni programmi tra cui l'editor e l'interprete del Basic.

PREPARAZIONE DEI DISCHETTI

I dischetti nuovi e il disco fisso devono essere preparati in modo opportuno prima di poter essere usati dal DOS. Il DOS legge e scrive le informazioni in un modo particolare e le cerca specificatamente in locazioni precise. Il processo di preparazione dei dischetti si chiama formattazione; questa crea sul disco la directory radice e prepara il disco in tracce e settori per la registrazione delle informazioni. Per formattare un disco nuovo (o cancellare e riutilizzare un disco) si usa il comando FORMAT. La formattazione distrugge il contenuto precedente del disco. Quando si copia un dischetto con il comando diskcopy la formattazione può essere fatta automaticamente durante la copia. ESEMPI Formattazione del dischetto inserito nel drive A. C>format a: Inserire un nuovo disco nell'unità A: e premere INVIO quando si è pronti ...

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ATTIVAZIONE DEL DISCO RIGIDO

Quando un disco rigido è nuovo il comando FORMAT non agisce se il disco non è stato precedentemente attivato con il comando FDISK. Il comando FDISK permette anche di suddividere il disco in partizioni, ognuna identificata da una lettera dell'alfabeto, ottenendo quindi la simulazione di più dischi rigidi. Il disco può anche essere condiviso da sistemi operativi diversi, ognuno allocato in una diversa partizione del disco. Dopo aver attivato il disco si può usare il comando FORMAT per la formattazione.

I FILE

Un file è un insieme di informazioni memorizzate su disco, identificato da un nome. Le informazioni contenute nel file possono essere di varia natura: dati, testo, codice di programma. Un file può essere creato da programmi applicativi (gestione testi, fogli elettronici, programmi di contabilità, fatturazione ecc.) o da programmi di utilità come l'editor, il compilatore, il linker ... Il DOS gestisce i file ma non il loro contenuto.

COME IDENTIFICARE I FILE

L'identificatore di un file è composto da un nome (al massimo di 8 caratteri) e da una estensione (al massimo di 3 caratteri) separati da un punto, quindi ha il formato: nome.estensione Per formare il nome o l'estensione si possono usare: - tutti i caratteri alfabetici - le cifre da 0 a 9 - i caratteri speciali: !@#$%^&()-_{}'`~ Non si possono usare i caratteri: ."/\[]:|,.+=;, I caratteri alfabetici possono essere maiuscoli o minuscoli indifferentemente; il DOS traduce sempre le lettere in caratteri maiuscoli. Alcune estensioni dei nomi dei file sono usate per descrivere il tipo di file; alcune di queste estensioni sono create automaticamente dal DOS o da programmi applicativi. Se per un file si specifica un'estensione, per farvi riferimento si dovrà sempre usare il nome completo, tranne in casi particolari in cui il sistema o un programma applicativo provvede da solo ad aggiungere l'estensione standard.

LE DIRECTORY

I file memorizzati sul disco possono essere organizzati in directory. Una directory è una zona del disco che contiene i nomi di alcuni file; si può pensare ad essa come a un indice. Nel disco ve ne è sempre presente almeno una, la directory radice, che viene creata quando il disco viene formattato ed è identificata dal simbolo \. E' possibile all'interno della directory radice creare delle sottodirectory, ognuna delle quali può contenere altre directory, formando una struttura gerarchica o ad albero a più livelli. Ogni directory contiene un elenco di file, per ognuno dei quali riporta la misura, la data e l'ora dell'ultima modifica e la locazione sul disco.

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IL PATH

I nomi delle directory si possono formare allo stesso modo di quelli dei file ma di solito l'estensione non si usa per non creare confusione. Per poter identificare un file il DOS deve conoscere la sua posizione: il disco e la directory. Se tali informazioni non vengono specificate, il DOS considera il drive e la directory di default, cioè quelli con cui si è collegati. Per specificare il drive e la directory in cui si trova il file bisogna usare l'identificatore completo del file, formato dal drive, dal path e dal nome. Per path si intende la directory che contiene il file. Le directory possono essere create una dentro l'altra a più livelli. Per indicarne una a un livello successivo, bisogna specificare l'elenco di tutte le directory che la precedono gerarchicamente sul cammino che conduce a quella desiderata: \sottodirectory\[sottodirectory\]ecc. Poiché un file viene identificato in modo esatto specificando la sua posizione nella directory, possono esistere in directory diverse file con lo stesso nome (ma non nella medesima; non è permesso inoltre dare nome uguale a un file e a una sottodirectory nell'ambito della stessa directory). Un file può essere identificato dal pathname assoluto, cioè dall'elenco delle sottodirectory da attraversare partendo dalla radice, o dal pathname relativo, cioè dall'elenco delle sottodirectory a partire dalla directory corrente. La directory corrente viene indicata col simbolo ".", mentre la directory genitore di quella corrente viene indicata col simbolo "..". Tali simboli possono essere utilizzati per specificare il path voluto.

GESTIONE DELLE DIRECTORY

Il comando DIR permette di visualizzare il contenuto di una directory. Il comando DIR presenta: - l'etichetta del disco, - la lista dei file e delle directory con la misura dell'occupazione in byte, la data e l'ora dell'ultima modifica, - il numero dei file e lo spazio che rimane su disco. In una directory anche vuota (tranne nella directory radice) appaiono sempre le voci: . DIR> .. DIR> che rappresentano la directory corrente e la directory padre. ESEMPI Per effetto del comando DIR, compare l'elenco dei file e delle directory, il numero dei file e lo spazio occupato; inoltre si vede lo spazio lasciato libero su disco. C>dir Il volume nell'unità C è MS-DOS_5 Directory di C:\ COMMAND COM 50267 30/9/93 10.32 AUTOEXEC BAT 142 30/9/93 14.30 DOS DIR> 30/9/93 11.27 LETTERE DIR> 24/10/93 17.14 CONFIG SYS 112 2/10/93 9.48 MOUSE DIR> 5/10/93 16.18 6 File 5321 byte 21258965 byte disponibili Se la directory contiene molti file l'elenco dei nomi non può essere contenuto in un unica videata e scorre in modo continuo sul video rendendo difficile la consultazione; in questo caso si può richiedere la visualizzazione di una pagina di directory alla volta con il parametro /P. Se non servono tutte le informazioni sui file della directory si può richiedere una visualizzazione sintetica (che non riporta l'occupazione di memoria né la data e l'ora dell'ultima modifica, ma soltanto i nomi delle entrate) con il parametro /W. Per creare una directory si usa il comando MD (Make Dir); per cambiare la directory corrente si usa il comando CD (Change Directory). Per cancellare una directory si usa il comando RD (Remove Directory). Per poter essere cancellata la directory deve essere vuota, cioè non contenere file o sottodirectory. ESEMPI 1 C>md \testi 2 C>md \testi\uno 3 C>cd \testi 4 C>md due 5 C>dir directory di C:\TESTI . DIR> .. DIR> UNO DIR> DUE DIR> Il comando della riga 1 crea la directory TESTI come sottodirectory della directory radice. Il comando della riga 2 crea la directory UNO come sottodirectory della directory TESTI. Il comando della riga 3 cambia directory, rendendo TESTI la directory corrente. Il comando della riga 4 crea la directory DUE come sottodirectory della directory TESTI. Il comando della riga 5 visualizza il contenuto della directory TESTI. Notare la differenza tra i comandi delle righe 2 e 4 che producono lo stesso effetto (la directory corrente è diversa). Non è possibile cambiare nome a una directory. Per farlo è necessario crearne una col nuovo nome, copiarvi tutti i file dalla vecchia, che poi viene cancellata. ESEMPI 1 C>md \giochi 2 C>copy \prova \giochi 3 C>del \prova 4 C>rd \prova La directory PROVA viene rinominata in GIOCHI. Il comando della riga 1 crea la directory GIOCHI; il comando della riga 2 copia tutti i file della directory PROVA nella directory GIOCHI; il comando della riga 3 cancella i file della directory PROVA; il comando della riga 4 cancella la directory PROVA. Il comando DELTREE (versione 6 del DOS) permette di cancellare una directory con tutte le sue sottodirectory ed i file contenuti in esse e nella directory principale. Per visualizzare la struttura gerarchica delle directory create si usa il comando TREE. E' possibile anche ottenere con il parametro /F la lista dei file presenti in ogni directory.

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ESECUZIONE DI PROGRAMMI IN DIRECTORY DIVERSE

Quando si richiede l'esecuzione di un comando esterno del DOS o di un programma applicativo, il sistema operativo lo ricerca nella directory corrente. Se si vuole eseguire un comando o un programma che si trova in un'altra directory, bisogna cambiare directory oppure specificare il path che individua il file eseguibile.

I COMANDI PATH E APPEND

Il comando PATH permette di definire una lista di directory in cui il DOS ricerca un file eseguibile, qualsiasi sia la directory o il drive corrente, senza bisogno di indicare il path completo. Una volta eseguito, il comando PATH rimane in vigore per l'intera sessione (o fino al successivo comando PATH). Il comando PATH permette di localizzare solo i file con estensione .COM, .EXE e .BAT (non i file di dati). Il comando APPEND permette di definire il path per la ricerca di file con estensione diversa da .COM, .EXE e .BAT. Questa possibilità si applica soltanto alla lettura dei file; se il file individuato attraverso un percorso definito in una istruzione APPEND viene modificato e riscritto, la versione modificata viene memorizzata nella directory corrente (mentre nella directory di partenza rimane la versione originale senza le modifiche).

GESTIONE DEI FILE

Tutti i comandi agiscono sui file del disco e della directory correnti se non viene specificato diversamente; perché il comando agisca su file di dischi o directory diversi deve esserne indicato il path.

I CARATTERI JOLLY

Alcuni comandi che operano su file come DIR e DEL e i comandi di copia possono operare su più file contemporaneamente. Per indicare un gruppo di file si usa inserirne nel nome i caratteri speciali * e ?, chiamati jolly perché possono sostituire qualsiasi altro carattere. Il simbolo ? nel nome di un file (nome o estensione) indica che, quando viene eseguito il comando specificato, esso agisce su tutti i file il cui nome coincide col nome indicato per tutti i caratteri specificati, sostituendo al carattere ? un solo carattere qualsiasi. Il carattere *, invece di uno solo, può sostituire qualsiasi numero di caratteri (anche nessuno) fino a completare la lunghezza del nome. Per esempio *.* rappresenta tutti i file della directory.

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I COMANDI PER LA GESTIONE DEI FILE

Il comando DIR visualizza informazioni sui file. Per visualizzare il contenuto del file si usa il comando TYPE. Se il file contiene un programma eseguibile (o anche se il file è creato da un programma con caratteri speciali) le informazioni visualizzate non sono comprensibili: sono un elenco di caratteri che rappresentano i caratteri corrispondenti al codice binario memorizzato. Il comando PRINT manda il contenuto di un file in stampa. Produce una stampa del file in modo, si può dire, batch; cioè durante la stampa è possibile eseguire altre operazioni, richiamare altri comandi o programmi ecc. Per cancellare un file si usa il comando DEL. Per cambiare nome a un file si usa il comando RENAME. Non è possibile cambiare directory ad un file con la ridenominazione; per spostare un file da una directory ad un'altra bisogna copiare il file nella nuova directory e poi cancellarlo dalla vecchia. ESEMPI 1 C>rename primo primo.txt 2 C>copy *.txt \testi 3 C>dir \testi\*.txt 4 C>del primo.* Comandi per la gestione dei file. Il comando della riga 1 rinomina il file PRIMO in PRIMO.TXT. Il comando della riga 2 copia tutti i file con estensione TXT dalla directory corrente alla directory TESTI. Il comando della riga 3 visualizza tutti i file con estensione TXT della directory TESTI. Il comando della riga 4 cancella tutti i file con nome PRIMO e qualsiasi estensione dalla directory corrente.

MOVE

Il comando MOVE (versione 6 del DOS) permette di spostare file da una directory all'altra, senza dover copiare i file nella nuova directory e cancellarli dalla directory di partenza. Questo comando agisce in modo intelligente perché se i file si trovano sullo stesso drive non vengono effettivamente copiati, ma vengono modificate soltanto le voci nelle directory relative.

I COMANDI PER COPIARE FILE, DIRECTORY O DISCHI

Per copiare un file si usa il comando COPY. Il comando COPY permette di copiare anche più file insieme ma soltanto se sono contenuti nella stessa directory; non agisce sulle sottodirectory. XCOPY è un comando esterno che permette di copiare i file di una directory e di tutte le sue sottodirectory, creando tutte le sottodirectory necessarie nella directory di destinazione. Perché agisca sulle sottodirectory bisogna usare il parametro /S. Per copiare un intero dischetto si usa il comando DISKCOPY. Questo comando (esterno) si può usare solo per dischetti dello stesso tipo; riproduce una copia identica, traccia per traccia del dischetto originale, copiando anche i file nascosti. Il precedente contenuto del dischetto destinazione viene cancellato dalla copia; se il dischetto non è già formattato la formattazione avviene durante l'esecuzione. Per copiare un dischetto su di un altro di tipo diverso si può usare il comando XCOPY. Non vengono copiati però i file nascosti. I comandi COPY e XCOPY permettono di copiare un insieme di file o directory soltanto se tutte le informazioni da copiare possono essere contenute in un solo dischetto destinazione. Riempito il dischetto l'esecuzione si interrompe con un messaggio di avvertimento. Per copiare uno o più file usando più dischetti, se uno solo non è sufficiente, si deve usare il comando BACKUP. Esso (un comando esterno) permette di copiare uno o più file, directory o l'intero disco fisso. I file copiati su dischetti però non possono essere usati finché non vengono copiati nuovamente sul disco fisso con il comando RESTORE. Il comando BACKUP serve soprattutto per copie di salvataggio di informazioni presenti sul disco fisso. Durante la copia le informazioni presenti nella directory radice del dischetto destinazione vengono cancellate. Il comando BACKUP copia solo i file contenuti nella directory; per copiare anche le sottodirectory bisogna usare il parametro /S. Il comando RESTORE permette di ripristinare per l'uso file copiati con il comando BACKUP. Il comando RESTORE agisce solo se la directory destinazione ha lo stesso path di quella da cui i file sono stati copiati durante il backup. Se con il backup sono state copiate delle sottodirectory, per poterle ripristinare con il comando RESTORE si deve usare il parametro /S.

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MSBACKUP

Il comando MSBACKUP (versione 6 del DOS) permette di effettuare il backup completo, oppure di scegliere il backup incrementale o quello differenziale; per backup incrementale si intende il backup di tutti i file che sono stati modificati rispetto all'ultimo backup effettuato; con differenziale si intende il backup di alcuni file selezionati.

INPUT E OUTPUT DEI COMANDI

Il DOS prende l'input dei comandi dalla tastiera e manda l'output al video. Questo flusso può essere cambiato indirizzandolo a un diverso dispositivo o ad un file. I dispositivi vengono indicati dal DOS con nomi riservati: CON tastiera PRN o LPT1 stampante LPT2 LPT3 seconda e terza stampante AUX COM1 COM2 COM3 COM4 dispositivi ausiliari NUL usato per indicare nessun file in un comando che richiede un nome di file in input o output L'output di un comando può essere mandato a un dispositivo di output diverso dal video (la stampante o la porta di comunicazione seriale) o anche a un file. Per mandare l'output di un comando in un file si deve usare nel comando il simbolo > seguito dal nome del dispositivo o del file. Per mandare l'output alla stampante si può usare > PRN o > LPT1. Per la porta seriale si ha >COM1. Per un file si usa comando > nome file Se il file non esiste viene creato; nel caso esista già, il suo contenuto viene sostituito con le nuove informazioni. Per aggiungere le nuove informazioni in un file già esistente bisogna usare il simbolo >>. Per prendere l'input da un file invece che dalla tastiera si deve usare nel comando il simbolo . Si avrà quindi: comando file ESEMPI 1 C>dir > prn 2 C>type lettera.txt > prn Il comando della prima riga manda l'elenco dei file della directory corrente alla stampante. Il comando della seconda riga manda alla stampante il contenuto del file lettera.txt.

I FILTRI

Un filtro è un comando che legge un input, lo trasforma e genera un output (generalmente su video). Il filtro FIND ricerca una stringa di testo in un file; il filtro MORE visualizza sul video una pagina alla volta; il filtro SORT ordina il testo in ordine ascendente o discendente secondo l'ordinamento del codice ASCII.

IL PIPING

E' possibile utilizzare l'output di un comando come input per un altro attraverso la tecnica del piping. I comandi vanno separati dal simbolo |; l'output generato dal comando a sinistra della barra diventa l'input del comando alla destra. Il piping può essere usato anche in combinazione con gli operatori per indirizzare l'output ( e > >>). Una linea di piping può essere composta anche da più di due comandi. ESEMPI 1 C>type lettera.txt 2 C>type lettera.txt | more 3 C>dir | sort > prn Il comando della riga 1 visualizza il contenuto del file LETTERA.TXT; ma se il testo è lungo a video rimangono solo le ultime righe; il comando della riga 2 permette di vedere il contenuto del file una videata alla volta. Il comando della riga 3 manda alla stampante l'elenco dei file ordinato alfabeticamente.

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GESTIONE DELLA STAMPANTE

Per poter essere utilizzata, la stampante deve essere collegata al sistema, accesa, in linea e pronta per la stampa; di solito due indicatori luminosi segnalano se la stampante è accesa e se è in linea. Se la stampante non è pronta, al momento della richiesta di stampa si possono verificare degli errori di sistema. La stampante viene accesa mediante un proprio interruttore; un tasto permette poi di selezionare lo stato (on line/off line); la stampante può stampare solo quando è in linea; porre lo stato off line permette quindi di interrompere momentaneamente la stampa (che riprende quando la stampante viene posta nuovamente in linea). Ci sono poi altri tasti che permettono il corretto posizionamento della carta; quando la stampante è off line si può effettuare un Line Feed (spostamento di una riga), o un Form Feed (salto pagina). Può esserci anche un tasto per selezionare il formato e il tipo dei caratteri di stampa (la selezione è possibile comunque via software). Di solito la stampante permette di effettuare un test di correttezza del funzionamento; per esempio tenendo premuto il tasto per il posizionamento della carta al momento dell'accensione; tale stampa può essere interrotta solo spegnendo la stampante. La stampante può utilizzare moduli continui o fogli singoli; i moduli continui presentano ai bordi delle piste forate che vengono trascinate dai trattori del rullo; per utilizzare i fogli singoli possono essere disponibili degli alimentatori automatici. Per stampare quello che compare sul video si può usare il tasto PRINTSCREEN che riporta sulla stampante il contenuto della videata. Se sul video ci sono immagini grafiche prima della stampa bisogna attivare il comando GRASPHICS (che poi rimane attivo anche per le stampe successive) che attiva la stampa dello schermo punto per punto. Per stampare di volta in volta quello che compare sul video si può usare la combinazione di tasti CTRL PRINTSCREEN per collegare la stampante; da questo momento in poi tutto quello che compare a video viene riportato anche in stampa fino allo scollegamento della stampante (che si effettua utilizzando nuovamente CTRL PRINTSCREEN). L'output di un comando può essere mandato alla stampante anche utilizzando l'indirizzamento dell'output, facendo seguire il comando dai caratteri >PRN. Per mandare in stampa il contenuto di un file si può usare il comando esterno PRINT. Si possono anche inviare in stampa più file contemporaneamente, senza aspettare il completamento della stampa di ciascuno. Inoltre, mentre i file vengono stampati, si può procedere contemporaneamente con qualsiasi altro lavoro, anche se la velocità di esecuzione risulta ridotta poiché la CPU deve controllare sia la stampa sia le altre operazioni richieste. Ciò è possibile poiché l'esecuzione del comando PRINT crea una coda di stampa, cioè una lista di attesa dei file da stampare; quando la stampante è disponibile viene estratto un file dalla coda e stampato. Il comando PRINT permette di modificare la direzione dell'output, mandandolo per esempio a una stampante secondaria o alla porta di comunicazione seriale. L'uso di un altro comando di stampa (per esempio un PRINT SCREEN) durante l'uso della coda causa il blocco della coda; per ripristinare l'uso della stampante è necessario cancellare l'intera coda di stampa.

I COMANDI ECHO E MODE

Il comando ECHO permette di scegliere tra la stampa di caratteri normali e la stampa di caratteri compressi. Un rumore della stampante avverte che il comando è stato accettato. Per selezionare alcune modalità di stampa, come il numero di caratteri per riga o il numero di linee per pollice, si può utilizzare il comando MODE. Il numero di caratteri per riga (considerata di 8 pollici) può essere 80 (10 caratteri per pollice) o 132 (16.5 caratteri per pollice). Il numero di linee per pollice può essere 6 o 8. I valori di default sono: 80 caratteri per riga e 6 linee per pollice. Il comando MODE serve anche per mandare l'output a una stampante connessa alla porta seriale. La porta seriale (RS-232) è un dispositivo per il trasferimento delle informazioni verso un dispositivo esterno (stampante, modem o un altro computer). Per poterla utilizzare bisogna impostarne le caratteristiche con il comando MODE che specifica la velocità delle trasmissioni in baud (bit al secondo). Con questo comando si può anche impostare la gestione del bit di parità in modalità pari o dispari. Il comando MODE viene utilizzato anche per la gestione di un monitor grafico a colori: permette per esempio, di scegliere tra bianco e nero e colore, oppure tra 40 o 80 caratteri per riga. Se si usano 40 caratteri per riga, i caratteri risultano ingranditi.

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GLI EDITOR

Sono disponibili due programmi di editor per creare, visualizzare e modificare file di testo o programmi sorgente (in formato ASCII).

IMMISSIONE DI UN FILE DI TESTO CON IL COMANDO COPY

Un file di testo può essere creato anche con il comando COPY nella forma: COPY CON nomefile Tale comando fa sì che i caratteri successivamente immessi da tastiera vengano copiati nel file indicato; per terminare l'immissione si utilizzano i tasti CTRL-Z ed ENTER. Utilizzando il comando COPY in questa forma viene copiato direttamente nel file ciò che viene digitato da tastiera.

L'EDITOR DI LINEA EDLIN

EDLIN è un editor di linea; permette cioè di inserire e modificare le informazioni lavorando di volta in volta su una linea di testo (fino a 253 caratteri). Il numero delle linee di testo viene generato e visualizzato durante il processo di editing, ma non viene salvato nel file. Le linee sono sempre numerate in modo consecutivo; se si aggiunge o si cancella una riga, tutte le linee successive vengono adeguatamente rinumerate. Quando si chiede di editare un file, se il file esiste viene caricato in memoria, altrimenti viene creato. Il prompt per l'editor EDLIN è un asterisco; quando viene visualizzato il prompt si può immettere un comando dell'editor. Quest'ultimo agisce sulla riga corrente, cioè l'ultima riga su cui si è compiuta qualche operazione. La riga corrente viene segnalata da un asterisco posto subito dopo il numero di riga. Si può far agire il comando su qualsiasi riga o gruppo di righe specificando i numeri di tali righe prima del comando (uno, due o tre numeri secondo il tipo di comando, separati da virgole). Per cominciare a inserire il testo si deve usare il comando I (Insert). Ogni riga inserita deve essere confermata con il tasto ENTER. Per terminare la modalità inserimento e tornare al prompt si usa il tasto funzionale F6. Se si vogliono inserire delle righe tra altre già esistenti, si deve indicare il numero della riga che si vuole inserire (tutte quelle successive vengono rinumerate). Per aggiungere righe in fondo a un testo già esistente, basta indicare un numero maggiore del numero dell'ultima linea oppure utilizzare il simbolo # al posto del numero linea. Per terminare la sessione di editing e memorizzare il testo scritto si usa il comando E (end) che salva su disco il file editato e torna al DOS lasciando EDLIN. Per terminare la sessione di editing e memorizzare il testo scritto si usa il comando E (end) che salva su disco il file editato e torna al DOS lasciando EDLIN. Per terminare la sessione di editing esiste anche il comando Q (quit); tale comando permette di abbandonare la sessione di editing senza salvare il lavoro fatto, in caso di errori o ripensamenti. Per visualizzare alcune righe si usa il comando L o il comando P. Per cancellare un gruppo di righe si usa il comando D. Per spostare un gruppo di righe si usa il comando M, per copiare un gruppo di righe il comando C. Altri comandi permettono di cercare (S) o sostituire (R) una stringa di caratteri o di inserire nel file che si sta editando il contenuto di un altro file (T). Per modificare una riga basta inserire dopo il prompt il numero della riga da modificare; essa viene visualizzata e subito dopo viene riproposto lo stesso numero di riga e lo spazio per il nuovo contenuto. Il testo della riga richiamata viene conservato nell'area di memoria speciale e può essere editato con i tasti di editing del DOS (Ins, Del, F1-F5). Dopo qualsiasi modifica il file deve essere nuovamente memorizzato con il comando E.

L'EDITOR DI VIDEO EDIT

EDIT è un editor di video; permette cioè di compiere delle operazioni su un intero file di testo, in cui è possibile muoversi utilizzando i tasti freccia per posizionare il cursore o i tasti PageUp e PageDown per spostarsi di una videata per volta. Il testo viene digitato e automaticamente inserito; si passa dalla modalità di inserimento alla modalità di modifica con il tasto Ins. Le azioni possibili sono richiamabili tramite menù e si suddividono in azioni sui file (apertura, salvataggio), azioni per la copia o lo spostamento di parti del testo, azioni per la ricerca o la sostituzione di gruppi di caratteri. La copia o lo spostamento di parti del testo viene effettuata selezionando la parte desiderata tramite opportune combinazioni di tasti e trasferendola in un file temporaneo, chiamato Appunti. L'uso di questo editor risulta molto semplice anche perché è sempre possibile ottenere istruzioni sul funzionamento con il tasto F1 che richiama l'help.

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PROCEDURE BACHT

I comandi normalmente vengono inseriti digitandone il nome da tastiera. Il DOS permette anche di organizzare i comandi in gruppi la cui esecuzione avviene sequenzialmente. Queste sequenze di comandi (dei veri e propri programmi) vengono chiamati procedure "batch". Una procedura DOS di tipo batch è caratterizzata dall'estensione .BAT. Quando viene richiamato un file con l'estensione .BAT il DOS esegue la sequenza di comandi che lo compongono come se i comandi fossero immessi uno alla volta da tastiera. I file batch sono particolarmente utili nel caso di sequenze di comandi che vengono usate frequentemente; memorizzando tali sequenze in un file batch, la loro esecuzione richiederà l'immissione di un solo comando: il nome di file batch relativo. Per richiamare l'esecuzione di un file batch basta indicarne il nome, senza l'estensione. Un file batch diventa in pratica un comando esterno del DOS. L'esecuzione di un file .BAT si può interrompere in qualsiasi momento utilizzando i tasti CTRL-C. Se si toglie il disco che contiene un file .BAT in esecuzione il DOS chiede di reinserire il disco per continuare l'esecuzione del file. Se in un file batch si cambia il drive o la directory corrente, tale cambiamento continua ad avere effetto anche successivamente. In un file batch possono essere utilizzati i vari comandi del DOS, l'indirizzamento dell'input o dell'output, i filtri e il piping; da un file batch inoltre ne può essere richiamato un altro. Ci sono dei comandi batch che permettono di controllare il flusso dei comandi in esecuzione.

I COMANDI ECHO, REM E PAUSE

Ogni comando di un file batch viene visualizzato durante l'esecuzione. Per impedire la visualizzazione sullo schermo di un comando si può far iniziare la linea che contiene il comando col simbolo @ oppure si può utilizzare il comando ECHO. Il comando ECHO OFF inibisce la stampa dei messaggi su video, permette cioè di non visualizzare sullo schermo i nomi dei comandi successivi durante l'esecuzione del file batch; viene interrotta anche l'emissione dei messaggi relativi ai comandi REM e PAUSE. Per ripristinare i messaggi è sufficiente impostare il comando ECHO ON (inizialmente l'ECHO è ON per default). Il comando ECHO può essere usato anche per mandare sul video messaggi particolari. Per fermare momentaneamente l'esecuzione di un file batch si può inserire al suo interno il comando PAUSE. Quando viene incontrato questo comando l'esecuzione si arresta e compare un messaggio che avverte di premere un tasto qualsiasi per la ripresa dell'esecuzione. Si può richiedere che venga emesso un commento particolare al momento della pausa; questo viene visualizzato prima del messaggio usuale di avvertimento, ma solo se l'ECHO è ON. La visualizzazione di messaggi può essere effettuata anche con il comando REM che permette di inserire dei commenti nel file batch (per esempio per indicare la funzione svolta dal file stesso), che vengono visualizzati durante l'esecuzione, solo se l'ECHO è ON. Il commento è costituito da una linea di testo che può contenere come soli separatori degli spazi o delle virgole. Il comando REM senza commento può essere utilizzato per spaziare i comandi per maggior leggibilità.

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I PARAMETRI

A volte è necessario ripetere una stessa sequenza di comandi, elaborando però dati in file diversi. Risulta utile quindi poter descrivere la sequenza di comandi, specificando soltanto al momento dell'esecuzione su quali dati dovrà lavorare. Nelle procedure batch si può ottenere questo risultato indicando dei parametri sostituibili nei comandi. Un parametro viene definito come %numero. Con questo metodo si possono usare le procedure batch fornendo ogni volta valori di input diversi: al momento dell'esecuzione, il nome del file per il richiamo dell'esecuzione deve essere seguito da tante opzioni quanti sono i parametri diversi utilizzati; ognuno di questi viene sostituito dall'opzione corrispondente indicata. Possono essere usati contemporaneamente fino a 9 parametri sostituibili (%1....%9. Se utilizzato, il parametro %0 viene sempre sostituito dal DOS con il nome del drive corrente e del file batch in esecuzione). I parametri però perdono i valori impostati al termine della procedura batch che li utilizza.

I PARAMETRI NOMINALI

Oltre ai parametri numerici se ne possono usare anche alcuni definiti per nome. Questi devono essere racchiusi tra simboli di % (%nome%). Il valore dei parametri nominali, a differenza di quelli numerici, non deve essere indicato nel comando di richiamo del file batch; deve comunque essere impostato al valore desiderato prima del richiamo del file batch o all'interno del file stesso tramite il comando SET. Inoltre, i parametri nominali conservano i valori impostati anche al termine della procedura batch che li utilizza, contrariamente ai parametri numerici.

IL COMANDO SET

Il comando SET viene utilizzato per impostare il valore di variabili di carattere generale; le variabili così impostate possono essere utilizzate come parametri nominali in qualsiasi momento da qualunque procedura batch. Il comando SET permette inoltre di conscere alcune caratteristiche del sistema memorizzate nelle variabili di ambiente (environment). Una parte della memoria centrale è destinata alla registrazione delle variabili relative all'ambiente DOS. Le variabili di ambiente possono specificare il nome e il path dell'interprete dei comandi COMMAND.COM, il percorso di ricerca (le directory nelle quali avviene la ricerca dei file), il messaggio di sistema impostato (prompt), ecc.

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LE STRUTTURE DI CONTROLLO COMPLESSE

In una procedura batch è possibile decidere l'esecuzione di un comando in base al verificarsi o meno di una condizione. Per poter eseguire un test all'interno della procedura si deve utilizzare l'istruzione IF. - IF condizione comando Il comando viene eseguito soltanto se la condizione risulta vera, altrimenti il controllo passa direttamente all'istruzione successiva. Per eseguire il comando soltanto se la condizione risulta falsa si può far precedere la condizione dall'operatore NOT. Le condizioni che possono essere specificate sono di 4 tipi: - uguaglianza di 2 valori; - esistenza o mancanza di un parametro; - esistenza o mancanza di un file; - verifica del valore della variabile speciale ERRORLEVEL: la condizione risulta vera se il comando eseguito precedentemente ha prodotto un codice di uscita uguale o maggiore del numero indicato; ogni programma, al termine, restituisce al DOS un codice di uscita. - Il comando GO TO agisce sulla sequenza di esecuzione delle istruzioni mandando l'esecuzione della procedura a un punto voluto. Il formato dell'istruzione è GO TO etichetta Il punto da cui riprende il programma è individuato dall'etichetta, costituita da :etichetta- Se il file non contiene l'etichetta specificata in un'istruzione GO TO, viene interrotta l'esecuzione del file batch. -Il comando FOR permette di eseguire un singolo comando più volte e con valori diversi (agendo cioè su file diversi). L'istruzione FOR ha il formato: FOR %%var IN ( ) DO COMANDO E' costituita dai seguenti elementi: -%%var identifica la variabile (può essere costituita da qualsiasi valore, escluse le cifre da = a 9 per evitare confusione con i parametri; -IN ( ) indica tra parentesi i valori che la variabile deve assumere di volta in volta; -DO COMANDO indica un comando qualunque del DOS che agisce sulle variabili del ciclo. Il comando viene eseguito tante volte quanti sono i valori tra parentesi; a ogni esecuzione la variabile %%var assume, nell'ordine, uno di tali valori. ESEMPI Il comando batch COPIA permette di copiare un file verificando che il file indicato come destinazione non esista ancora. Per mandarlo in esecuzione basta scrivere, per esempio: C>copia vecchio nuovo Il primo valore (vecchio) viene sostituito al parametro %1%, il secondo (nuovo) al parametro %2%. ISTRUZIONI DI COPIA.BAT 1 ECHO OFF 2 REM copia di un file 3 IF NOT EXIST %1% GOTO ERRORE 4 IF EXIST %2% GOTO ERRORE 5 COPY %1% %2% 6 GOTO FINE 7 :ERRORE 8 ECHO operazione non valida 9 :FINE 1 I comandi non devono essere visualizzati durante l'esecuzione. 2 Commento per descrivere il significato del file batch. 3 Controllo sul primo nome di file indicato; se non esiste, l'esecuzione passa alla riga 7 individuata dall'etichetta ERRORE. 4 Controllo sul secondo nome di file indicato; se esiste già, l'esecuzione passa alla riga 7 individuata con l'etichetta ERRORE. 5 Esecuzione della copia del file indicato come primo parametro in un file con il nome indicato come secondo parametro. 6 L'esecuzione viene fatta proseguire alla riga 9 individuata dall'etichetta 9 individuata dall'etichetta FINE in modo che vengano saltate le righe 7 e 8.

REALIZZAZIONE DI CICLI COMPLESSI

L'istruzione FOR permette di realizzare cicli per ripetere più volte un solo comando. Per indicare la ripetizione di una serie di comandi bisogna creare una struttura ripetitiva usando le istruzioni GO TO e IF. :etichetta istruzioni . . IF condizione GO TO etichetta oppure :etichetta1 IF condizione GO TO etichetta2 istruzioni . . GO TO etichetta1 :etichetta 2 Può essere utile anche l'uso del comando SHIFT che permette di acquisire in input successivamente più valori per lo stesso parametro. L'azione del comando SHIFT è di provocare uno spostamento dei valori dei parametri di input verso sinistra (il valore che si trovava in corrispondenza del parametro N dopo l'esecuzione del comando SHIFT viene associato al parametro N-1 ecc). Dopo lo spostamento, il precedente valore del parametro viene perso. Associato ai comandi GO TO e IF permette di eseguire cicli complessi.

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RICHIAMO DI FILE BATCH DA UN FILE BATCH

Se come ultimo comando di un file batch si pone il nome di un altro file batch, quando termina l'esecuzione del primo si passa al secondo. Da un file batch è possibile richiamarne un altro, senza terminare il primo, tramite l'istruzione CALL. Quando termina l'esecuzione di quest'ultimo, il controllo torna alla procedura chiamante, e l'esecuzione riprende dal comando successivo all'istruzione CALL. Un file batch può effettuare chiamate ricorsive a se stesso, ma deve esserci naturalmente una condizione di terminazione per interrompere il procedimento.

IL FILE AUTOEXEC.BAT

Dopo il caricamento del sistema operativo, il DOS controlla nella directory radice l'esistenza del file batch AUTOEXEC.BAT; se esiste, il DOS lo esegue immediatamente. Questo file può essere utilizzato per impostare l'ambiente di elaborazione prima delle normali attività. Può contenere qualsiasi comando, che viene eseguito come se fosse immesso direttamente da tastiera. Per esempio si può: - determinare la gestione della tastiera tramite il comando KEYB; - impostare il colore e le caratteristiche del video; - impostare il messaggio di sistema tramite il comando PROMPT; - impostare un percorso di ricerca dei comandi tra le directory tramite il comando PATH; - caricare in memoria programmi di utilità generale; - far partire automaticamente programmi applicativi. Se viene eseguito il file AUTOEXEC.BAT il DOS non chiede automaticamente la data e l'ora; per farle comparire ugualmente bisogna inserire nel file i comandi DATE e TIME. Il file AUTOEXEC.BAT viene eseguito automaticamente al momento dell'accensione, ma può anche essere richiamata con il comando AUTOEXEC.

IL FILE CONFIG.SYS

Prima ancora del file AUTOEXEC.BAT il DOS esegue il file CONFIG.SYS (se è presente nella directory radice del disco utilizzato per il bootstrap) per definire la configurazione delle caratteristiche interne del sistema. Se il file non esiste vengono usati dei valori di default per la configurazione. Il file CONFIG.SYS viene eseguito al momento dell'accensione, e solo in tal modo; se si apportano delle modifiche al file, per renderle effettive bisogna far ripartire il DOS. Il file CONFIG.SYS può contenere solo particolari comando DOS: i comandi di configurazione, la cui esecuzione non può mai essere richiesta direttamente, ma solo attraverso il file di configurazione.

I COMANDI DI CONFIGURAZIONE

Il comando BREAK permette di attivare o disattivare l'uso dei tasti CTRL-C per l'interruzione di un programma durante fasi diverse dalla lettura da tastiera e scrittura su video o stampante (durante tali fasi è sempre attivo). Quando si usa un programma che opera prevalentemente su file si può aumentare la velocità di esecuzione tramite il comando BUFFERS. I buffer sono aree di memoria interna che il DOS usa come appoggio durante le operazioni di I/O su disco; in generale l'aumento di queste aree provoca un aumento della velocità di lettura e scrittura delle informazioni (ma anche l'occupazione di memoria). Il comando FILES permette di stabilire il numero di file che possono essere aperti contemporaneamente. Quando un comando o un file viene eseguito esso viene considerato aperto dal DOS; se il DOS è attivo ci sono 3 file aperti, un programma in esecuzione è un file aperto, più i file di dati ecc. Per default, i file aperti che il DOS gestisce contemporaneamente sono 8; il comando FILES permette di portare il numero fino a 255. Con il comando DEVICE si può installare il driver di un dispositivo. Tutti i dispositivi di input/output (tastiera, driver, controller del disco, stampanti ecc.) hanno specifiche routine (driver) che il DOS usa per gestire l'interfaccia, cioè lo scambio di informazioni e dei segnali di controllo; permettono di stabilire, per esempio, se il dispositivo è pronto per inviare o ricevere dati o se si è verificato un errore sul dispositivo. Alcuni driver, quelli per i dispositivi standard, sono già previsti (inclusi nella ROM) e non devono essere identificati dal DOS; altri devono essere specificati con il comando DEVICE nel file di configurazione. Se si compra un nuovo dispositivo, con esso in genere viene fornito del software: il driver del dispositivo che deve essere installato con il comando DEVICE. Il comando COUNTRY permette di selezionare il formato dell'ora e della data, il simbolo della moneta e il separatore decimale per la nazione indicata. Il comando LASTDRIVE permette di definire la massima lettera (da A a Z) che può essere usata per definire i drive (risulta utile soprattutto per i collegamenti in rete).

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I DRIVER

Il driver ANSI.SYS permette di usare le sequenze di escape sviluppate dall'ANSI. Una sequenza di escape è una serie di caratteri, che inizia con un carattere di escape. Viene usata per definire funzioni del DOS (per esempio, per agire su funzioni grafiche o sul movimento del cursore). Il driver DRIVER.SYS permette di gestire unità disco esterne, specificando il formato del dispositivo. Oltre ai dispositivi fisici, il DOS può usare dispositivi logici, cioè porzioni di dispositivi fisici usati come se fossero dispositivi separati, come partizioni del disco fisso o dischi virtuali. Il driver VDISK.SYS permette di usare una parte della memoria centrale (RAM) come se fosse un disco fisso; l'area di memoria usata viene detta disco virtuale o anche ramdisk. La definizione di un disco virtuale permette di avere a disposizione un disco in più su cui le operazioni di lettura e scrittura sono molto più veloci che su un disco reale. Prima di spegnere il computer bisogna però ricordarsi di salvare le informazioni del disco virtuali su disco fisso o su dischetti poiché la memoria centrale è delebile. Per definire un disco virtuale bisogna installare un driver VDISK.SYS indicando la dimensione del disco in Kbyte (da 2 Kbyte a un valore massimo che dipende dalla memoria disponibile), l'ampiezza del settore in byte (128,256 o 512 byte) e il numero di entrate permesse nella directory (deve essere un multiplo di 16, fino a un massimo di 512; ognuna occupa 32 byte). Al disco virtuale viene assegnata una lettera in modo consecutivo dopo quelle utilizzate dai dispositivi reali.

CREAZIONE DEI FILE .BAT E DEI FILE CONFIG.SYS

Per la creazione dei file .BAT e del file CONFIG.SYS si può usare un qualunque EDITOR: l'editor del DOS o un word processor (i file però devono essere salvati come file di testo in formato ASCII).

CD.COM CD.DOC CDDOC.DOC M-ABIOS.EXE M-FDTR.EXE M-INFO.EXE M-PERF.DOC M-TECH.DOC M-XBIOS.EXE M.COM MF.EXE MX.COM .COM F.EXE H.COM ACTREP.WAV ADAPTER.EXE ADCONFIG.EXE AIP-NL.INI ANADISK.EXE ANADISK.PIF ARJ-REG.COM ARJ.DOC ARJ.EXE ARJBACK.BAT ARJDISP.BAT ARJDISP.DOC ARJINCR.BAT ARJREST.BAT ARJSORT.BAT ARJSORT.COM ARJSORT.DOC ASCDUMP.EXE ASK.EXE BINHEX.EXE C.EXE C.PIF C.UNL CENGDOC.COM CGERDOC.COM CLIC.EXE CARVE.EXE CDEMU.COM CDM.DOC CDM.EXE CDRECW.ZIP CDROM.BAT CHGDIR.EXE CHKLITE.EXE CINSTALL.EXE CMFLOPPY.COM CMFLOPPY.DOC COLOR.PAT COMCFG.EXE COMCFG.TXT COMPRESS.EXE CONFIG.EXE CONFIG.FAQ CONFIG.INI CONFIG.OVL CONFIG.TXT CONFIG.VGL COPYQM.COM COPYQM.DOC COPYQM.EXE COPYQM.PIF COPYQM.XMS COPYRED.WAV COPYWRIT.COM COPYX.SET CORETEST.EXE CPULOAD.EXE CRUNCH.COM DCF.EXE DCF.DOC DCFHELP.EXE DDUPE_HM.INX DESC.SDI DISK-ENG.DOC DISKDUPE.DAT DISKDUPE.EXE DISKDUPE.OVR DISKERR.WAV DISKSE.EXE DOS.SEA DOSDUPE.EXE DPMIBI.OVL DRKARJ.EXE DSOURCE.COM DSOURCE.EXE DXP.DOC DXP.EXE DXP.HST DYVIEW.EXE ENGLISH.INI ENGLISH.LNG ERRORS.DOC ESUE.DOC ESUE.EXE EXECMENU.AM EXPAND.EXE EXPLORER.EXE F-BLOCK.COM F-MANZON.DOC F-MANZON.EXE FAKECD.EXE FILESCAN.EXE FIX.COM FIXEDLEN.REC FMTMAS.EXE FORMRED.WAV FRENCH.INI FRENCH.LNG FV.COM GERMAN.INI GERMAN.LNG GMOUSE.COM GOTHIC. GUS.DOC GUS.EXE GUS_WCFG.PAS GZIP.EXE HD-COPY.EXE HD-COPY.HLP HDROPT.EXE HELP.EXE HEX.CFG HEX.EXE HEX.HLP IDFILE.DOC IDFILER.EXE IDFILER.KEY IDOS.SFX INSTRED.WAV INTRO.DOC ITALIAN.INI ITALIAN.LNG KEYGEN.EXE L.COM LE.EXE LHA.DOC LHA.EXE LHA.HLP LICENSE.DOC LIS.COM LIST.DOC LIST.HST LIST.ICO LIST.PIF LISTR.COM LISTS.COM LOADDSKF.EXE LXEXE.EXE LZEXE.EXE MAKECD.EXE MEGALITE.DOC MLA.SKR MPACK.EXE MUNPACK.EXE NORTON.INI OPTIONS.DOC ORDERFRM.DOC

PCXCOPY ACTREP.WAV  Anti-Vir.Dat  COPYRED.WAV  DISKERR.WAV  FORMRED.WAV  INSTRED.WAV  PRGQUIT.WAV  PRGSTART.WAV  QFRMRED.WAV  SCRSLEEP.WAV  SMARTCHK.CPS USERWARN.WAV XC.COM  XC.XCC XC.XCF  XCC.EXE  XCCOPY.XCP  XCF.EXE  XCFILE.XCP  XCMAKERS.WAV  XCOPY.INI  XCOPY.XCS  XCVIEW.XCP  XL.COM  XLENT.INI  _XCOPY.INI

PKARC.COM PKCFG.EXE PKLITE.EXE PKU.BAT PKUNZIP.EXE PKUNZIP.EXE PKUNZJR.COM PKXARC.COM PKZIP.EXE PKZIPFIX.EXE PLAY.BAT PLUS.DOC PREINST.BAT PRGQUIT.WAV PRGSTART.WAV PUTAV.EXE QCOPYPRO.DAT QCOPYPRO.EXE QCOPYPRO.INI QCOPYPRO.LNG QFRMRED.WAV RAMBODSK.SYS RAR.CFG RAR.DOC RAR.EXE RARP.EXE RCVTD.EXE RDFORMAT.EXE REARJ.CFG REARJ.DOC REARJ.EXE RIPCD.EXE SAMPLE.DDL SAMPLE.INI SCRSLEEP.WAV SI.EXE SMARTCHK.CPS SPEED.EXE SPEED.EXE SVGA.EXE SVGA.MAN SWAPAB.COM TECHNOTE.DOC TELEDISK.EXE TESTARJ.BAT UCPRO.EXE UCSEA.EXE

UCOPY Anti-Vir.Dat  DC.BAT  HISTORY.DOC  INSTALL.BAT  NORTH.SEA  README.BAT  READ_ME.EXE  UMAIN.C00  UPCEG.BAT  UPCOPY.DOC  UPCOPY.EXE  UPCOPY.HLP  UPCOPY.ICO  UPCOPY.INI  UPCOPY.PIF  UPCOPY.REC  UPCREG.DOC  UPCSYNC.BAT  UPCWIN.DOC  VENDOR.DOC

UNARJ.EXE UNGUARD.COM UNIVESA.EXE UNRAR.EXE UNRAR.EXE UNZIP.EXE USERWARN.WAV VENUS.CFG VENUS.EXE VESAINFO.EXE VGABOOT.COM VGACOP.BAT VGACOPY.BIN VGACOPY.CFG VGACOPY.DOC VGACOPY.EXE VGACOPY.GIF VGACOPY.HLP VGACOPY.IDF VGACOPY.PIF VGACPREG.EXE VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGACPY.VOC VGALANG.EXE VGALANG.IDF VGANLEIT.EXE VGAORDER.EXE VGASOFT.COM VIDSPEED.EXE VIEWCONF.COM VIEWCONF.EXE VIEWS.CFG VIRUS.DOC VM.EXE VU.EXE VU.PIF WHATS.NEW WHY_ARJ.DOC WWPACK.EXE XC.BAT XC.COM XC.XCC XC.XCF XCC.EXE XCCOPY.XCP XCF.EXE XCFILE.XCP XCMAKERS.WAV XCOMP.COM XCOPY.INI XCOPY.XCS XCVIEW.XCP XDFCOPY.EXE XL.BAT XL.COM XLENT.INI ZCP.BIN ZCP.DOC ZCP.EXE ZERODISK.COM ZIP.EXE ZIPEXE.EXE ZOO.EXE _XCOPY.INI

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