LA NATURA DELLE ONDE
Come si è
già detto nei capitoli dedicati alla materia e all'atomo, le molecole di
tutte le sostanze sono costituite da atomi e questi sono uniti gli uni agli
altri tramite legami più o meno forti a seconda del loro stato di
aggregazione (solido, liquido o gassoso).
Per meglio capire cos'è il
movimento ondulatorio, proviamo ad immaginare un atomo all'interno di una
struttura cristallina (e quindi solida); se per opera di un agente esterno
modifichiamo il suo stato di quiete, esso, a causa dei legami che lo
trattengono, tenderà a ritornare al suo posto. Ma per opera della forza
di inerzia, durante il ritorno, si allontanerà di nuovo dalla sua
posizione all'interno del reticolo.
In poche parole, l'atomo eccitato vibra
attorno alla sua posizione; tale movimento vibratorio si trasmetterà agli
atomi adiacenti e così via, fino a che tutti saranno sottoposti a
vibrazione. La perturbazione dello stato di quiete di un solo atomo si è
propagata agli altri atomi con moto ondulatorio. Il risultato di questo
movimento di onde in sostanza è un trasferimento di energia da un punto
all'altro senza trasporto della sostanza stessa.
Sulla base dell'esperienza
appena descritta, possiamo dire che le onde sono quei fenomeni fisici che hanno
una propagazione nello spazio, unito ad un trasporto di energia.
In natura
esistono numerosi tipi di vibrazioni, fra cui quelle soniche (o sonore), quelle
elettromagnetiche (alle quali sono dovuti i fenomeni luminosi e le onde radio),
quelle meccaniche, ecc. Le vibrazioni inoltre possono essere di vario tipo:
libere, persistenti, smorzate, circolari, rettilinee, longitudinali, trasversali
e così via.
Fra i movimenti ondulatori che ci sono più
familiari, possiamo citare ad esempio le onde marine.
Se osserviamo un
sughero galleggiante mentre passa un'onda, ci accorgiamo che non viene
trascinato dall'acqua; ciò avviene perché le molecole d'acqua
della superficie non si spostano orizzontalmente, ma vibrano dall'alto verso il
basso lentamente intorno ad una posizione di equilibrio (e il sughero con
esse).
Questo tipo d'onda è detto trasversale perché la
perturbazione (il movimento oscillatorio delle molecole d'acqua della
superficie) è ad angolo retto rispetto alla direzione di propagazione
dell'onda. Tutte le molecole d'acqua che si muovono in sincronismo tra loro
formano il fronte d'onda.
Le onde sonore costituiscono un altro esempio
abbastanza familiare: il mezzo in cui un suono si propaga, si comprime e si
rarefà periodicamente poiché il percorso oscillatorio delle
molecole ha la stessa direzione dell'onda. Queste variazioni di densità
nell'ambiente possono essere così percepite dal nostro organo uditivo. Un'onda
sonora è del tipo longitudinale.
Quando la causa che produce una
perturbazione si ripete ad intervalli regolari, essa dà luogo ad un treno
d'onde. Per esempio, se gettiamo in uno stagno dei sassi, uno dopo l'altro e
nello stesso punto, produciamo un treno di onde trasversali che si propagano
concentricamente; il flusso oscillante di elettroni in un conduttore è
ancora un esempio di un treno d'onde. Tra le facce di un condensatore, ai cui
capi sia applicata una corrente alternata, oscillano cariche elettriche che
producono a loro volta campi magnetici oscillanti che si propagano nello spazio
sotto forma di onde (onde elettromagnetiche).
Ogni onda può essere
descritta matematicamente e la funzione associata ad una particolare onda si
chiama appunto funzione d'onda. Per descrivere un'onda bisogna comunque
individuare delle caratteristiche misurabili. Consideriamo, per
semplicità, un'onda di tipo trasversale, come quella marina; il punto
più alto dell'onda viene detto cresta mentre quello più basso
ventre; si definisce ampiezza dell'onda la distanza tra le due rette parallele
tangenti una alla cresta e l'altra al ventre, mentre è detta lunghezza
d'onda la distanza tra le creste o i ventri di due onde successive. Dal punto di
vista fisico e a seconda del tipo di onda (acustica, elettromagnetica, meccanica
ecc.), la forma e la lunghezza dell'onda descrivono una particolare
caratteristica, mentre l'ampiezza corrisponde all'intensità del fenomeno
ondulatorio: nel caso delle onde acustiche, per esempio, la forma determina il
timbro del suono, la lunghezza del suono e l'ampiezza la forza del suono
stesso.
Rappresentazione schematica della lunghezza d'ondaOsserviamo un treno d'onde viaggiare e prendiamo un punto di
riferimento fisso sul cammino delle onde; perché una sola onda attraversi
quel punto occorrerà un certo tempo, detto periodo, misurato in secondi.
Possiamo anche contare il numero delle onde che attraversano il punto di
riferimento scelto nell'unità di tempo, cioè misurare la frequenza
dell'onda; la grandezza che si usa per la frequenza è l'Hertz (Hz), dal
nome dello scienziato che scopri le onde elettromagnetiche: 1 Hz corrisponde al
passaggio di una sola onda ogni secondo attraverso il punto di
riferimento.
Periodo e frequenza sono due grandezze inversamente
proporzionali, cioè al crescere del periodo diminuisce la frequenza e
viceversa. La velocità di un'onda nello spazio si ricava moltiplicando la
lunghezza dell'onda per la sua frequenza. La velocità di un'onda è
anche influenzata dal mezzo (acqua, aria, vuoto per esempio) in cui essa
viaggia. Un'onda sonora viaggia più velocemente nell'acqua e nei
cristalli piuttosto che nell'aria; la luce e le altre radiazioni
elettromagnetiche raggiungono la massima velocità nel vuoto mentre sono
più lente nell'aria. Quando un'onda passa da un mezzo all'altro oltre che
velocità cambia direzione: tale fenomeno prende il nome di rifrazione.
Esistono superfici più o meno impermeabili a determinati tipi di onde,
cioè che non si fanno attraversare da esse ma le respingono: questo
effetto di rimbalzo dell'onda è detto riflessione. Effetti della
riflessione e della rifrazione sono molto comuni e si possono osservare ogni
giorno: gli specchi riflettono la luce: un cucchiaino immerso nell'acqua appare
spezzato per effetto della rifrazione: il suggestivo fenomeno dell'eco sonora,
che avviene in determinate condizioni, è dovuto alla riflessione delle
onde acustiche; la forza sprigionatasi durante un evento tellurico (terremoto)
può provocare distruzioni a migliaia di chilometri di distanza
perché le onde sismiche viaggiano all'interno della terra e cambiano
direzione, cioè vengono rifratte, quando incontrano strati di materia
diversi.
I radar e i sonar si basano sul principio della riflessione delle
micro-onde e degli ultrasuoni; le lenti ottiche sfruttano il principio della
rifrazione.
Altri fenomeni ondulatori sono:
l'interferenza: addizione di onde
sonore;
l'effetto Doppler: variazione della lunghezza d'onda in relazione
alla velocità dell'osservatore rispetto alla sorgente o viceversa; quando
per strada incontriamo un'autoambulanza che ci corre incontro a sirene spiegate
abbiamo la chiara impressione che il suono diventi sempre più acuto, ma
appena ci supera e si allontana il suono diventa più basso. Gli astronomi
hanno osservato un simile comportamento anche per la luce e le radio-onde emesse
da lontani corpi celesti, dimostrando che l'universo sta espandendosi;
la
risonanza: esistono oggetti che, se colpiti da onde di un certo tipo con una
certa lunghezza d'onda, iniziano ad oscillare (risuonare) e a produrre onde
anch'essi. Le antenne degli apparecchi radio riescono a ricevere i segnali
dall'etere per risonanza: le ance degli strumenti musicali a fiato e i bordoni
di certi strumenti a corda indiani producono suoni per risonanza; le
cavità degli apparati radar (magnetron e klystron) funzionano per
risonanza, ecc.
La scoperta e la comprensione dei fenomeni ondulatori ha
permesso all'uomo di costruire sofisticati apparecchi per misurare, comunicare,
esplorare l'universo.
Le onde elettromagnetiche
IL SUONO
Il suono consiste nella trasmissione attraverso un
mezzo materiale (aeriforme, liquido o solido) delle vibrazioni comunicate al
mezzo medesimo da una sorgente sonora a sua volta in vibrazione. Condizione
perché tale fenomeno vibratorio produca nell'uomo la sensazione sonora
è che la frequenza delle vibrazioni suddette non sia inferiore a circa 16
Hz e non superiore a circa 20.000 Hz: al disotto di 16 Hz si hanno i cosiddetti
infrasuoni; al disopra di 20.000 Hz si hanno gli ultrasuoni. La presenza di un
mezzo materiale è indispensabile per la propagazione di un suono a
differenza di ciò che si verifica per la luce. Data una sorgente sonora
puntiforme per effetto del suo moto vibratorio, si determina, intorno ad essa,
una successione di stati di rarefazione e di compressione dell'aria circostante.
La perturbazione costituita da questo alternarsi di rarefazioni e compressioni
si va concentricamente allargando intorno alla sorgente lungo la direzione di
propagazione o raggio sonoro.
La perturbazione si propaga lungo ogni
direzione con una velocità, detta velocità di propagazione del
suono, dipendente dalle caratteristiche fisiche del mezzo: per l'aria la
velocità è di 331 m/sec. Nei liquidi e nei solidi la
velocità di propagazione, di più difficile determinazione, assume
in genere valori assai maggiori che negli aeriformi.
Nell'acqua la
velocità di propagazione del suono è di circa 1.450
m/sec.
Gli elementi caratteristici di un suono sono l'altezza (o acutezza)
l'intensità e il timbro. Per un suono puro (o semplice o monocromatico),
cioè nel caso che le vibrazioni siano sinusoidali, l'altezza è
caratterizzata dalla frequenza della vibrazione sinusoidale. L'intensità
di emissione d'un suono, definita come l'energia emessa per unità di
tempo dalla sorgente sonora, risulta proporzionale al quadrato dell'ampiezza di
vibrazione della sorgente medesima. Il timbro (o metallo, o colore) di un suono
è elemento determinato dalle armoniche che accompagnano il suono
fondamentale, e quindi dalla forma della vibrazione. Due suoni emessi da
strumenti diversi, pur se uguali per altezza e intensità, si distinguono
precisamente per il loro diverso timbro.