SCIENZE - FENOMENI E SISTEMI DI COMUNICAZIONE - LA RADIO

LA RADIO

Non esiste persona che oggi non sappia che cos'è la radio; nelle abitazioni, in automobile, dovunque la sua voce ci accompagna, ci diverte e ci informa. Siamo così abituati alla sua presenza che non ci rendiamo conto di quanto quest'apparecchio abbia rivoluzionato il nostro mondo.
Un apparecchio radio consta di un'antenna, di un circuito di sintonia (una bobina e un condensatore variabile per captare le onde elettromagnetiche di una data lunghezza d'onda, di un circuito rivelatore che traduce il segnale radio in segnale audio e di opportuni circuiti di amplificazione e riproduzione sonora per rafforzare e rendere udibile il segnale audio, in genere molto debole. Un trasmettitore è invece formato da un circuito oscillante che produce il segnale radio, da un circuito audio che preleva voci e musica tramite un microfono, da un circuito di modulazione che combina i segnali audio con quelli radio e da un'antenna emittente. L'onda radio può essere modulata in ampiezza (AM), cioè modificando l'intensità dell'onda, oppure in frequenza (FM), allungando o accorciando la distanza tra un'onda e l'altra.
L'invenzione della radio da parte di Guglielmo Marconi può essere definita, pur non togliendo nulla al grande fisico, solo l'ultimo passo di un lungo cammino iniziato molti anni prima da grandi illustri scienziati.
Per primi vanno ricordati J.C.Maxwell e William Hertz; il primo teorizzò l'esistenza delle onde elettromagnetiche, mentre il secondo la dimostrò. All'italiano Temistocle Calzecchi Onesti si deve invece la scoperta del primo rivelatore di onde elettromagnetiche, il coherer, che venne utilizzato come apparecchio per la rivelazione di perturbazioni meteorologiche di tipo temporalesco. A sua volta il coherer sfrutta il fatto che le scintille elettriche aumentano la conduttività delle polveri metalliche, un fenomeno elettromagnetico scoperto e studiato dall'americano D.E. Hughes. Guglielmo Marconi, dal canto suo, intuì che se le onde elettromagnetiche viaggiano nello spazio, di conseguenza possono essere utilizzate anche per comunicare, ma soprattutto ebbe la pertinacia necessaria per dimostrare che la sua idea era realizzabile. Fin da piccolo Marconi si interessò alla fisica e in particolare ai fenomeni elettromagnetici. Per meglio dedicarsi ai suoi studi, si ritirò, appena diciannovenne, nella villa paterna a Pontecchio nei pressi di Bologna. Utilizzando un rocchetto di Ruhmkorff (una specie di generatore di tensioni elevatissime) collegato a terra e ad un'antenna come generatore e trasmettitore di onde elettromagnetiche, e il rivelatore di temporali del Calzecchi Onesti come ricevitore, il 3 ottobre 1894 Marconi riuscė a effettuare il primo collegamento radiotelegrafico della storia. La notizia dell'incredibile esperimento riscosse solo l'incredulità del mondo scientifico, ma Marconi per un anno continuò imperterrito le sue pionieristiche esperienze di radiotrasmissione, riuscendo ad allungare progressivamente la distanza tra trasmettitore e ricevitore e a dimostrare che le onde radio potevano superare l'ostacolo di una collina. Nel febbraio del 1896 Marconi parti per l'Inghilterra, dove alcuni parenti si erano offerti di aiutarlo: li conobbe l'ingegnere capo delle poste e telegrafi inglesi, Sir William Preece, che si dimostrò entusiasta dell'invenzione del radiotelegrafo. Preece consigliò all'italiano di brevettare l'idea e organizzò i primi esperimenti pubblici di radiotrasmissione a Salisbury. Il 14 maggio 1897 vennero inaugurate le prime due stazioni radio operative che collegarono le sponde, opposte del canale di Bristol (distanza 14 chilometri). Nel 1898 Marconi effettuò la prima trasmissione radiotelegrafica attraverso il canale della Manica (33 chilometri) e solo tre anni più tardi, nel 1901, le onde hertziane collegarono il continente americano all'Europa attraverso 3.600 chilometri di Oceano Atlantico; sei anni più tardi, nel 1907, fu inaugurato il primo servizio radiotelegrafico intercontinentale che collegava gli Stati Uniti con l'Europa.
Marconi, nonostante il grande successo, non abbandonò gli studi e continuò febbrilmente, per tutta la sua vita, le ricerche nel campo delle radiazioni, apportando notevoli migliorie alle apparecchiature ed effettuando molti collegamenti a grande distanza con stazioni radio allestite su piroscafi. L'apparecchio di Marconi divenne così il principale mezzo di comunicazione dell'epoca e trovò lunga applicazione sia in campo militare che in campo civile. La capacità di trasmettere segnali a distanza si rivelò soprattutto utile in caso d'emergenza.
Lo dimostrarono il salvataggio di tutti i passeggeri e dell'intero equipaggio del piroscafo Republic, che nel 1909 affondò nell'Atlantico, da parte di ben 5 navi che avevano captato i radiomessaggi d'aiuto, e il più celebre episodio dell'affondamento del Titanic; quello che era considerato il più grosso e sicuro transatlantico che avesse mai solcato il mare, durante il viaggio inaugurale urtò un iceberg che produsse un'enorme falla; nel giro di poche ore il Titanic scomparve sotto le onde trascinando con sé 1000 persone tra passeggeri e uomini dell'equipaggio. Gli 800 superstiti furono raccolti in tempo dalla motonave Carpathia che aveva raccolto il disperato S.O.S. (ovvero Save Our Souls, salvate le nostre anime), lanciato dal marconista del Titanic.
Marconi conobbe un successo che a pochi altri uomini è stato mai tributato; tra i vari e importanti riconoscimenti, il suo lavoro gli valse l'assegnazione del premio Nobel per la Fisica nel 1909.
Dopo di lui moltissimi furono gli scienziati e gli inventori che si occuparono di tecnica della radiotrasmissione: Fleming (USA) realizzò la prima valvola elettronica rilevatrice sfruttando l'effetto Edison; Forrest (USA) inventò la prima valvola amplificatrice; Tosi e Bellini (Italia) posero le basi della radiogoniometria; Fesseden (USA) provò a trasmettere suoni e voci via radio ed infine Maiorana (Italia) effettuò trasmissioni di telefonia senza fili. Soprattutto a Meissner (Germania), Forrest (USA), Armstrong (USA), Levy (Francia) e Scottky (Germania) dobbiamo lo sviluppo dei circuiti trasmettitori e ricevitori che ancora oggi vengono largamente utilizzati.
Grazie al massiccio impegno di uomini e denaro, a soli vent'anni dalla sua invenzione la radio divenne un prodotto di largo consumo e il capostipite dei moderni mass-media (mezzi di comunicazione di massa); nel 1920 negli Stati Uniti sorgono le prime emittenti radiofoniche di musica, spettacolo e informazione. La radio entrò nelle case e divenne un fatto di costume e un valido mezzo per diffondere cultura, opinioni e notizie.
Pochi hanno idea del potere di persuasione e propaganda che si può esercitare attraverso i microfoni di una radiostazione. A questo proposito è diventato famoso il radiodramma La guerra dei mondi, tratto da un celeberrimo racconto di fantascienza dello scrittore inglese H.G. Wells e diretto dal regista e attore Orson Welles; migliaia di persone scambiarono il radiodramma, un particolare capolavoro di realismo, per la cronaca in diretta di una invasione aliena del nostro pianeta; in molte città si registrarono scene di panico collettivo. Per una notte l'intera popolazione di una contea visse nel terrore.
In quegli anni grande sviluppo ebbe la radiogoniometria per la navigazione aerea e marittima e lo studio delle micro-onde (radio-frequenze elevatissime): ciò avrebbe portato alla invenzione del radar all'inizio della seconda guerra mondiale. Il principio della navigazione radiogoniometrica è semplice: due stazioni trasmittenti fisse (radio-fari), la cui posizione è segnata con precisione su una carta geografica, emettono in continuazione un segnale radiotelegrafico che le identifica; il comandante di una nave o di un aereo può così calcolare la propria posizione rilevando, in un apparecchio ricevente speciale, la radio-bussola, le due rette lungo le quali viaggiano i segnali emessi dai radio-fari; il punto di incontro delle due rette corrisponderà al punto esatto in cui si trova la nave o l'aereo.
Un'altra grande scoperta che rivoluzionò il mondo dell'elettronica e delle radiocomunicazioni, fu quella del transistor (Shockley, Bardeen e Battrain nel 1948); rispetto alle valvole termoioniche il transistor è più piccolo, necessita di minore energia e costa molto meno.
Si realizzarono circuiti radio così piccoli e potenti da poter essere portati senza problemi nello spazio a bordo di razzi e satelliti: venne inaugurata in questo modo l'era delle telecomunicazioni via satellite.
Oggi le onde radio trovano applicazione nel campo medico (Marconi-terapia per il trattamento dei reumatismi), nei laboratori scientifici e nell'industria per l'esplorazione della struttura degli oggetti metallici, in meteorologia per lo studio degli strati alti dell'atmosfera.
La radioastronomia studia i segnali radio che provengono dai corpi celesti e dallo spazio profondo.
Un'immagine di Guglielmo Marconi


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