SCIENZE - ELETTRONICA - L'ELETTRONICA

PRESENTAZIONE

L'elettronica è la scienza delle tecnologie che mirano a sfruttare l'elettricità e le particolari proprietà di alcuni materiali ai quali viene applicata una tensione o una corrente elettrica per gli scopi più diversi.
L'elettronica nasce con la formulazione della teoria elettronica dei metalli enunciata dal fisico Lorentz, che ipotizzava l'esistenza di particelle molto più piccole degli atomi e cariche negativamente: gli elettroni. Essi negli elementi metallici non sono stabilmente legati al nucleo di un solo atomo, ma sono estremamente mobili, per cui applicando una differenza di potenziale elettrico al metallo, gli elettroni tenderanno a migrare verso il polo positivo. Nei dielettrici, cioè nei materiali isolanti, gli elettroni non sono liberi di muoversi, per cui non sono in grado di condurre elettricità.
La teoria di Lorentz spiegava bene certi fenomeni elettrici descritti dalle leggi di Ohm e Joule, nonché l'effetto Edison, cioè l'emissione di elettroni da parte di un corpo caldo.

LE VALVOLE

Proprio sfruttando l'effetto Edison, nel 1904 Fleming realizzò la valvola termoionica rivelatrice (diodo). Essa consiste in un tubo nel quale è stato praticato il vuoto; all'interno di tale tubo è racchiuso un filamento di tungsteno che, reso incandescente, emette elettroni; il filamento è detto catodo. Nello stesso tubo si trova anche un elettrodo metallico chiamato placca; se questa è collegata al polo positivo di un generatore di elettricità, gli elettroni emessi dal catodo viaggeranno verso di essa; al contrario, se la placca è collegata al polo negativo gli elettroni verranno respinti. In pratica, all'interno di un diodo la corrente può circolare in un solo senso. Questa proprietà del diodo ha consentito la costruzione di raddrizzatori di corrente alternata e di radioricevitori efficienti: un raddrizzatore consente di ottenere una corrente continua da una alternata; nella radio, il diodo funge da rivelatore discriminando il segnale audio dall'onda portante.
A tre anni dalla scoperta di Fleming, l'americano De Forrest ebbe l'idea d'interporre un terzo elettrodo, la griglia, tra la placca e il catodo di un diodo inventando il triodo.
Grazie al triodo vennero realizzati ricevitori radio in grado di captare i segnali più deboli, oltre a tutta una serie di circuiti audio che permisero di comandare altoparlanti. Sempre De Forrest, contemporaneamente al tedesco Meissner, inventò un circuito che combinava un diodo e un triodo per produrre onde radio: la nascita del primo vero circuito oscillante nel 1912 segnò l'inizio della moderna radiotecnica.

I MATERIALI SEMICONDUTTORI

Usando le valvole, l'uomo costrui una grande varietà di circuiti elettronici: apparecchi radio, televisori, calcolatori, strumenti di misura. Tuttavia le valvole possedevano limiti intrinseci: costavano molto erano ingombranti e consumavano molta energia. La complessità dei circuiti spesso comportava pesi e consumi che limitavano la diffusione dell'elettronica.
Finalmente, nel 1948 i fisici Shockley, Bardeen e Brattain spiegarono il comportamento elettronico dei materiali semiconduttori e realizzarono il primo transistor.
Come spiega la stessa parola, un semiconduttore è una sostanza in grado di condurre elettricità meglio di un dielettrico, ma peggio di un metallo: il silicio e il germanio sono classiche sostanze semiconduttrici. Inquinando monocristalli di semiconduttori con tracce di determinate sostanze (operazione di drogaggio) possiamo ottenere sostanze semiconduttrici ricche di cariche negative (sostanze di tipo N) o positive (sostanze di tipo P).
Mettendo a contatto una sostanza di tipo N e una di tipo P si realizza una giunzione N-P: attraverso di essa le cariche negative della zona N si diffonderanno in quella P e viceversa. Applicando una tensione negativa alla zona N e positiva alla zona P si avrà passaggio di corrente; al contrario, applicando la tensione positiva ad N e quella negativa a P, non ci sarà passaggio di corrente attraverso la giunzione. In pratica una giunzione N-P sostituisce la valvola termoionica: la zona N è paragonabile al catodo, mentre quella P alla placca.
In sostanza possiamo paragonare il nostro transistor a un wafer, composto da due strati di semiconduttori dello stesso tipo (emettitore e collettore) separati da un'altro strato di tipo diverso (base): quindi, esistono transistor di tipo N-P-N e P-N-P. Il funzionamento di un transistor è più complesso di quello della semplice giunzione N-P:basti sapere che un transistor è assimilabile a un triodo e che emettitore, collettore e base corrispondono rispettivamente al catodo, alla placca e alla griglia.
I transistor sono più economici delle valvole e centinaia di volte più piccoli, inoltre necessitano di correnti e tensioni limitate. Grazie a queste caratteristiche si sono potuti costruire circuiti complessi ma miniaturizzati, tanto da poter essere montati su satelliti e lanciati nello spazio.
In realtà i transistor non sono stati che il punto di partenza della moderna microelettronica, che consente non solo la realizzazione di circuiti sempre più piccoli, ma prevede anche una notevole riduzione dei consumi.
I più recenti componenti elettronici sono i circuiti integrati: sulla superficie di minuscoli chip, piastrine di silicio, sono realizzati circuiti completi composti da un gran numero di transistor, diodi, resistenze, condensatori.

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