GLI IDROCARBURI
La chimica organica si
occupa delle sostanze "organiche", derivanti cioè da organismi viventi,
di origine animale o vegetale. Per moltissimi anni, infatti, si ritenne che
queste sostanze potessero essere prodotte esclusivamente dagli esseri viventi,
perché dotati di una ipotetica forza, la "vis vitalis", estranea al mondo
minerale (ambito studiato dalla chimica inorganica). Si credeva inoltre
impossibile la preparazione di questi composti in laboratorio.
Questa tesi
venne confutata dal chimico tedesco F. Wöhler, il quale, partendo da
composti minerali (il cloruro d'ammonio e il cianato di potassio)
realizzò la prima sintesi organica, ottenendo l'urea. Da quel momento in
poi furono prodotte artificialmente molte sostanze organiche; tuttavia la
distinzione tra chimica organica e inorganica venne mantenuta. La chimica
organica viene oggi definita come la chimica dei composti del carbonio
(benché alcuni di essi facciano parte della chimica inorganica) in quanto
i composti organici contengono tutti il carbonio. Essi presentano una serie di
proprietà comuni. Innanzitutto la loro molecola è costituita da
pochi elementi: carbonio e idrogeno (composti binari o idrocarburi); carbonio,
idrogeno e ossigeno (composti ternari); carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto
(composti quaternari). A questi elementi si associano qualche volta il fosforo e
lo zolfo.
Un'altra caratteristica che accomuna i composti del carbonio
è il fatto che le loro molecole sono molto grandi, formate perfino da 500
atomi. Essi molto difficilmente subiscono il fenomeno della ionizzazione,
cioè in soluzione non danno origine a ioni positivi e negativi e come
prodotto della combustione producono anidride carbonica.
Gli idrocarburi,
come indica il loro nome, sono composti chimici formati da due elementi, il
carbonio e l'idrogeno, che nelle formule chimiche vengono indicati
rispettivamente con le lettere C e H. Gli idrocarburi sono distinti, in base
alle loro proprietà chimiche e fisiche, in due categorie fondamentali:
aciclici (o alifatici) e ciclici (che si suddividono a loro volta in aliciclici,
alifatico-aromatici e aromatici). Gli idrocarburi aciclici comprendono serie di
composti analoghi per struttura e composizioni: alcani, alcheni, alchini, ecc.
Gli alcani, o paraffine, rispondono alla formula generale CnH2n+2' dove n
indica un qualsiasi numero intero. A titolo di esempio prendiamo in
considerazione il noto gas metano, capostipite della classe degli alcani. Esso
è composto da un solo atomo di carbonio (n=l) al quale sono chimicamente
legati 4 atomi di idrogeno, tramite i cosiddetti legami covalenti semplici.
Sostituendo alla n della formula generica il valore 1 e effettuando i calcoli,
si può vedere come il rapporto quantitativo tra i due elementi sia quello
descritto. (2 x 1 + 2 = 4). La formula chimica del metano si scrive quindi CH4.
Allo stesso modo si può calcolare e scrivere la formula
dell'idrocarburo alcano che contiene due atomi di carbonio nella sua struttura
molecolare: per n=2, sostituendo nella formula generica, si ottiene 2 x 2 + 2 =
6, che indica il numero di atomi di idrogeno. Il secondo composto della classe
alcani ha quindi la seguente formula: C2H6. Anch'esso è, come il metano,
un gas combustibile, e il suo nome è etano.
Il terzo composto della
classe (C=3) si chiama propano (C3H8) e viene spesso usato come gas propellente
nelle bombolette spray.
Il quarto composto è il butano, utilizzato
come gas combustibile per gli accendini (da solo o miscelato al propano) oppure,
sempre in miscela con i precedenti, per formare il comune gas di città o
delle bombole per cucina.
I quattro idrocarburi descritti, essendo
gassosi, si separano naturalmente dal petrolio nei giacimenti petroliferi
sotterranei, raccogliendosi in enormi bolle gassose circoscritte in
cavità chiuse, che ne impediscono lo sfogo all'esterno. Tali
concentrazioni di gas sono situate generalmente al di sopra della parte liquida
del petrolio, a causa del loro minor peso.
Gli alcani, con un numero di
atomi di carbonio compreso tra 5 e 15, sono sostanze liquide a temperatura
ambiente, che diventano sempre meno volatili con il crescere di tale numero.
Unitamente ad altri idrocarburi della categoria aromatica, essi sono alla base
di tutti i combustibili liquidi di uso comune, quali la benzina, il cherosene,
il gasolio e la nafta, nei quali sono contenuti in proporzioni diverse a seconda
dei differenti processi di raffinazione ai quali vengono sottoposti.
Al di
sopra di 16 atomi di carbonio gli alcani diventano composti solidi (a
temperatura ambiente), maggiormente conosciuti con il nome di paraffine, parola
che deriva dal greco e che significa "poco propenso a legarsi",
cioè poco reattivo chimicamente. Per le loro proprietà
fisico-chimiche le paraffine hanno molteplici possibilità d'impiego:
basti ricordare che, in campo sportivo, sono utilizzabili come scioline per
migliorare la scorrevolezza degli sci sulla neve, e che rientrano nella
composizione di asfalti e catrami.
Il nome degli alcani si costituisce
utilizzando un suffisso derivante dal greco, che rappresenta il numero di atomi
di carbonio, e aggiungendo la desinenza - ano. In tal modo il C5H12 si
chiamerà pentano, il C6H14 esano, il C7H16 eptano e di seguito ottano,
nonano e così via. Gli alcani sono detti idrocarburi saturi, per la particolare
e sempre uguale distribuzione dei legami covalenti tra gli atomi che li
compongono. Le classi degli alcheni e alchini appartengono al gruppo degli
idrocarburi insaturi, unitamente a molti idrocarburi della serie aromatica. In
essi i legami tra gli atomi componenti possono assumere altri tipi di
distribuzione, e le catene di atomi di carbonio possono presentare in uno o
più punti i cosiddetti legami doppi e/o tripli.
Da ciò
derivano differenti rapporti quantitativi tra carbonio e idrogeno, che possono
essere indicati nel modo seguente: per gli alcheni CnH2n, e per gli alchini
CnH2n-2 (dove n=2).
Un noto composto appartenente a quest'ultima categoria
è il gas acetilene, che brucia con una fiamma molto luminosa e calda, e
che perciò è stato usato moltissimo dai minatori in tempi remoti.
Ancora oggi trova largo impiego per la saldatura dei metalli.
Gli
idrocarburi ciclici sono caratterizzati dal fatto che gli atomi di carbonio,
invece di formare delle catene molecolari allungate, danno luogo a delle
strutture ad anello che sono alla base della loro molecola; ad essa possono poi
inserirsi delle catene laterali allungate, costituendo delle ramificazioni.
Tale disposizione ad anello degli atomi di carbonio determina delle
specifiche e differenti caratteristiche di reattività chimica, rispetto
agli idrocarburi alifatici.
Gli idrocarburi in generale vengono
comunemente utilizzati come combustibile per gli automezzi, per il riscaldamento
e per la produzione di energia elettrica nelle centrali termoelettriche.
Ma essi sono anche oggetto di vastissime applicazioni nell'industria
petrolchimica. Con essi si producono tutti i vari tipi di plastica, tra i quali
è molto noto il polipropilene isotattico o Moplen, la cui sintesi garanti
il premio Nobel per la chimica all'italiano Natta; inoltre gli idrocarburi sono
la base per produrre alcoli, saponi, cere, oli e grassi lubrificanti, collanti,
solventi, vernici e tessuti sintetici di vario tipo. L'industria chimica,
infine, non potrebbe fare a meno degli idrocarburi per sintetizzare migliaia di
composti diversi, come coloranti, resine di vario tipo, insetticidi e pesticidi,
impermeabilizzanti e protettivi, e molti altri ancora.
Schema del processo di produzione dell'acetilene