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BOTANICA - GIARDINAGGIO - LE BULBOSEINTRODUZIONESi definiscono bulbose tutte quelle piante che possiedono organi sotterranei di riserva (tuberi, bulbo-tuberi, radici tuberose, rizomi o veri e propri bulbi). In tali organi sono immagazzinate le sostanze nutritive che consentono alle piante di sopravvivere anche in condizioni ambientali avverse. Le bulbose iniziano, infatti, la loro fase di riposo durante un inverno troppo rigido o un'estate siccitosa; nel corso di questo periodo il germoglio (una piccola pianta in miniatura) se ne sta al riparo all'interno del bulbo, pronto a emergere all'inizio della nuova stagione vegetativa. Queste caratteristiche morfologiche e fisiologiche facilitano, tra l'altro, il trapianto e la commercializzazione delle bulbose, essendo possibile immagazzinarle per periodi piuttosto lunghi. Oltre al fatto di possedere queste scorte di sostanze nutritive, le diverse specie di bulbose si assomigliano per via di altre caratteristiche morfologiche; tutte, infatti, producono lunghe foglie a venature parallele e portano quasi sempre i fiori in cima a lunghi steli a sé stanti; inoltre, hanno le medesime esigenze ambientali. Molteplice è, infine, il loro utilizzo: possono essere piantate in gruppi omogenei per ottenere aiuole formali, o mescolate ad arbusti ed erbacee perenni nelle bordure miste, o ancora, se disseminate nel prato, alcune specie possono naturalizzarsi facilmente. Semplice è inoltre la loro coltivazione in vasi o fioriere da tenere in casa: in questo modo si potranno ottenere fioriture anche in inverno. Non si deve poi dimenticare che molte specie si prestano anche per essere recise, offrendo fiori di grande effetto decorativo.
I BULBIIl bulbo non è che un fusto modificato; è formato da una gemma centrale circondata da una serie di scaglie sovrapposte, dalla quale si sviluppano foglie e fiori; il tutto è inserito su un disco basale appiattito che, messo a dimora, sviluppa sottili radichette. Ogni scaglia deriva, a sua volta, da una foglia che, divenuta capace di accumulare sostanze di riserva, ha acquisito una consistenza carnosa. Una morfologia di questo tipo è evidente nella cipolla, la bulbosa più comune. Una volta interrati questi organi di riserva, inizia a svilupparsi il germoglio centrale, che si serve delle sostanze immagazzinate nelle scaglie; queste cominciano quindi ad esaurirsi finché, al momento della fioritura, saranno completamente svuotate. La pianta, che nel frattempo si è sviluppata, è però in grado attraverso il processo fotosintetico di produrre altre sostanze di riserva, che andranno ad accumularsi nel bulbo che si sta formando in sostituzione di quello vecchio. Per questo motivo dopo la fioritura è indispensabile non asportare il fogliame finché non è completamente ingiallito, altrimenti il nuovo bulbo non avrà la possibilità di svilupparsi sufficientemente. Tra le specie più comuni che producono bulbi sono da ricordare: narcisi, tulipani, fritillarie, gigli, giacinti, muscari, bucaneve, scille, leucojum. I BULBO-TUBERI O CORMIAnche i bulbo-tuberi, o cormi, sono dei fusti modificati, ossia alla base del fusto si forma un ingrossamento che è a sua volta circondato da guaine fogliari di protezione. All'ascella di ciascuna foglia è presente una gemma pronta ad accrescersi, ma quando il vecchio cormo comincerà ad esaurirsi solo una delle gemme lo sostituirà. Inoltre, al contrario dei bulbi, dove il germoglio principale si trova completamente all'interno, qui il germoglio è situato all'estremità apicale. E' comunque molto dissimile per forma e dimensioni. Le specie più comuni che producono cormi sono i crochi e i gladioli.
I RIZOMIIl rizoma è un fusto sotterraneo perenne che si sviluppa più o meno superficialmente ed è in grado di immagazzinare nutrimento. Ogni anno, da una gemma terminale si sviluppano foglie e fiori, mentre lateralmente un altro germoglio comincia ad ingrossarsi per essere pronto ad emettere nuove foglie e fiori l'anno successivo. Molte piante rizomatose riescono ad espandersi nel terreno velocemente occupando anche aree molto estese; ne è un esempio eloquente la comunissima gramigna, una delle infestanti più temibili. Tra le specie ornamentali, quelle dotate di tali organi di riserva (oltre a quelle citate nella sezione dedicata alle erbacee perenni), sono le iris barbate (o giaggioli) e alcune begonie.I TUBERI E LE RADICI TUBEROSELe patate rappresentano l'esempio più comune di piante produttrici di tuberi, ossia di fusti sotterranei e rigonfi capaci di immagazzinare sostanze nutritive. Sulla parte esterna di ogni tubero sono visibili diverse gemme, o «occhi», da cui si sviluppano, durante la stagione vegetativa, dei germogli recanti foglie e fiori. Anche in questo caso, come per i bulbi o i bulbo-tuberi, questi organi sotterranei sono destinati ad esaurirsi nell'arco di una sola stagione vegetativa, durante la quale, contemporaneamente, sono già in formazione nella stessa pianta uno o più nuovi tuberi. Diverse specie ornamentali definite come «tuberose» producono in realtà non dei veri e propri tuberi, ma delle radici rigonfie, dette «radici tuberose», che svolgono tuttavia la stessa funzione. Tra queste ricordiamo dalie, ciclamini, colchici e alcune begonie.
PIANTAGIONEIl perfetto drenaggio del terreno è un requisito essenziale; si evitino quindi i terreni troppo umidi o compatti. Le bulbose si possono collocare in diverse zone del giardino, purché non troppo esposte ai venti. Sebbene alcune specie prediligano le posizioni ombreggiate, come i crochi o i bucaneve, che riescono persino a crescere sotto gli alberi a foglia caduca, quasi tutte amano i luoghi soleggiati. E' fondamentale comunque che al momento dell'acquisto si scelgano bulbi sani e duri al tatto. Se si vogliono costituire aiuole regolari, tutta l'area destinata all'impianto deve essere vangata; per facilitare l'operazione è consigliabile bagnare il terreno qualche giorno prima ed aspettare che l'acqua in eccesso si disperda in profondità. Ideale per le bulbose è un terreno sciolto e leggero; se quindi quello a disposizione dovesse mostrarsi un po' pesante, è bene mescolarvi una certa quantità di sabbia e torba. In seguito occorre sminuzzare le zolle formatesi con la vangatura e livellare bene la superficie. Prima di procedere all'impianto è opportuno segnare sul terreno i punti in cui andranno fatti i buchi, calcolando le distanze in base alle dimensioni che le piante avranno da adulte. Utilizzando poi uno speciale trapiantatoio per bulbi (attrezzo manuale di forma cilindrica e vuoto all'interno), si praticano i fori nel terreno. L'operazione è molto semplice, ma la scelta della profondità d'impianto richiede molta attenzione: se errata, soprattutto per eccesso, può compromettere l'emissione delle foglie e degli steli fiorali. Generalmente i bulbi vanno collocati ad una profondità pari al doppio della loro altezza, ma se un terreno è particolarmente sabbioso, questa può essere anche maggiore. Bisogna fare, inoltre, attenzione che siano disposti con l'estremità più appuntita rivolta verso l'alto e la base leggermente conficcata sul fondo della buca. Quindi, si torna a riempire le buche premendo il terreno per eliminare eventuali sacche d'aria. Può essere utile, prima dell'impianto, immergere i bulbi in una soluzione a base di sostanze fungicidi per prevenire l'insorgenza di marciumi. Tutte quelle specie che possono essere piantate liberamente nei prati, come crochi, bucaneve o narcisi, vanno invece collocate singolarmente o a piccoli gruppi in un'area piuttosto estesa; per dare un aspetto più naturale all'insieme, i bulbi andrebbero lanciati casualmente sul prato ed interrati nella posizione in cui sono caduti, facendo dei buchi con il trapiantatoio e poi procedendo come descritto per l'impianto di aiuole. Il periodo della messa a dimora varia in funzione di quello di fioritura. Per le bulbose a fioritura primaverile sarà l'autunno, mentre per quelle che fioriscono in estate sarà la primavera. E' necessario però che l'impianto autunnale non sia effettuato a stagione troppo avanzata, per dare tempo ai bulbi di sviluppare un buon apparato radicale prima dell'inverno.
CURE COLTURALIColtivare le bulbose non è difficile, basta seguire alcune regole fondamentali. Se il terreno è abbastanza fertile non è indispensabile distribuire grandi quantità di concime in primavera, se non per le specie lasciate naturalizzare nel prato; in questo caso è infatti necessario, all'inizio di ogni stagione vegetativa, utilizzare un concime completo ad elevato titolo di potassio e fosforo. E' bene ricordare, inoltre, che le bulbose non amano il letame; in ogni caso, anche per le bulbose fatte crescere in aiuole, il terreno non deve essere troppo povero, altrimenti, una volta esaurite le riserve immagazzinate, le piante non saranno in grado di sviluppare un nuovo bulbo. Per l'intera stagione vegetativa si deve evitare che il terreno resti asciutto a lungo durante i periodi più caldi; è bene quindi ovviare all'eventuale mancanza di precipitazioni con irrigazioni abbondanti, controllando sempre che il terreno sia in grado di smaltire velocemente l'acqua in eccesso. Quando i fiori cominciano ad appassire vanno eliminati per evitare che la produzione dei semi ostacoli la formazione del nuovo bulbo; è bene però ricordare che in questa fase è assolutamente necessario conservare tutte le foglie finché non sono completamente ingiallite e avvizzite, altrimenti alla pianta mancherebbe il tempo per ristabilire nuove riserve nutritive negli organi sotterranei. Dato che, nel periodo immediatamente seguente la fioritura, le bulbose non suscitano alcun interesse dal punto di vista ornamentale, può essere utile spostarle in una zona più nascosta del giardino, dove possano completare la loro maturazione. Questo procedimento, ovviamente, è da escludere per le bulbose fatte naturalizzare nel prato.
LA CONSERVAZIONE DEI BULBI E DEI CORMI DURANTE L'INVERNOLa maggior parte delle specie che producono bulbi o cormi non sono sufficientemente rustiche per poter trascorrere l'inverno nello stesso terreno in cui sono state piantate all'inizio della stagione vegetativa; perché possano sopravvivere, i bulbi e i cormi vanno allora estirpati e immagazzinati fino alla stagione successiva. Ciò non vale, ovviamente, per le zone a clima mite o per quelle specie rustiche che si possono lasciar crescere indisturbate nel prato. Ma, al di là delle caratteristiche fisiologiche di ciascuna specie, può essere in ogni caso necessario estirpare i bulbi dalle aiuole per diradarli o per far posto ad altre piante. Questa operazione va sempre affrontata con molta cura; dopo aver precedentemente bagnato il terreno per facilitare l'estrazione, si sollevano con una forca delle piccole zolle cercando di non creare lesioni ai bulbi che via via emergono dal terreno. Ogni bulbo va poi ripulito dal terriccio e dalla vecchia pellicola che lo circonda, il suo fogliame va tagliato a pochi centimetri dalla base e le radici eliminate. Si scartano tutti i bulbi malati o che si presentano molli al tatto e da quelli selezionati si staccano tutti i bulbetti laterali, che potranno essere utilizzati in seguito per la moltiplicazione. Quindi si immagazzinano in scatole di cartone o in cassette che vanno riposte in un locale fresco ed asciutto fino al momento della messa a dimora.LE BULBOSE NATURALIZZATE NEL PRATOAlcune specie di bulbose possono essere coltivate in modo «spontaneo» nei prati senza ricorrere all'impianto delle aiuole. Queste bulbose, se interrate in modo casuale nel prato, possono infatti facilmente naturalizzarsi e creare, di anno in anno, zone molto suggestive. Ciò significa che, una volta piantati, questi bulbi non dovranno essere più rimossi dal terreno, come si fa con altre specie, ma riusciranno a riprodursi da soli senza bisogno di continue zappature o diserbi. Chiaramente queste bulbose andranno collocate in quegli angoli del giardino in cui l'erba non viene mai tagliata o viene falciata solo a partire dall'estate; il fogliame di queste specie, dalla fioritura generalmente primaverile, deve infatti avere il tempo di ricostituire le scorte nutritive. Inoltre, non possono essere collocate in zone dove il terreno necessita di lavorazioni, perché questi bulbi devono poter crescere indisturbati per diversi anni. Per creare un effetto di un certo risalto è consigliabile piantarle su ampie distese, magari accostando differenti specie; ma sempre tenendo conto del giusto accordo di colori e dimensioni. Tra le bulbose che più facilmente si possono naturalizzare, vanno ricordati: crochi, scille, bucaneve, iris nane, narcisi precoci e muscari.
COME OTTENERE BULBI FIORITI IN CASACon qualche semplice accorgimento è possibile indurre molte bulbose primaverili, come crochi, giacinti, narcisi, iris, scille e tulipani, a fiorire in casa durante l'inverno. Per conseguire questo risultato, è sufficiente applicare il procedimento della «forzatura dei bulbi», che consiste nel dosare le ore di illuminazione e il livello di temperatura ambientale in modo da diminuire il periodo di riposo invernale di cui i bulbi necessitano. Le specie più adatte a questo scopo vanno quindi acquistate non appena sono disponibili in commercio e collocate subito nei vasi. Sono adatti tipi di recipienti di forma e dimensioni diverse, purché sufficientemente profondi da consentire lo sviluppo delle radici: molto belli sono quelli di vetro, a base rettangolare o rotonda, in cui le bulbose vanno disposte a gruppi, immerse in un substrato che può fungere anche da elemento decorativo. Utilizzando il metodo detto «alla cinese», si devono disporre nel recipiente diversi strati di materiali dai colori contrastanti; sul fondo va adagiato uno strato di sabbia, seguito poi da uno di terriccio di foglie e da uno di ghiaietto di colore bianco. Si sistemano quindi i bulbi in modo che il germoglio spunti all'esterno e si riempiono con ghiaietto gli spazi rimasti tra un bulbo e l'altro. Ad operazione ultimata bisogna aggiungere una quantità di acqua che sfiori appena la base dei bulbi e quindi collocare i recipienti in un locale fresco e buio, con una temperatura appena superiore a 5°C. Nell'arco di 7-10 settimane si sarà così sviluppato un denso apparato radicale e anche il germoglio avrà cominciato ad allungarsi; è importante che in tutto questo periodo il livello dell'acqua venga mantenuto costante. Terminata anche questa fase, i bulbi sono pronti per la vera e propria forzatura; portandoli ad una temperatura superiore alla precedente, ma mantenendoli sempre al buio (basta coprire il germoglio con un cono di cartone o disporre i vasi in un armadio), si stimolano le foglie e lo scapo fiorale ad accrescersi velocemente. Quando quest'ultimo sarà ben visibile, si potranno allora collocare i recipienti alla luce, dove fiori e foglie assumeranno ben presto le loro tipiche colorazioni. Per mantenere più a lungo la fioritura, si consiglia, inoltre, di tenere i vasi in un luogo ben illuminato ma lontano da fonti di calore.
LA COLTIVAZIONE DELL'AMARILLIDE IN CASAE' proprio una grande soddisfazione tenere in casa dei bulbi di amarillide, infatti, al contrario di altre bulbose, che forzate a fiorire in inverno esauriscono presto le loro scorte nutritive e diventano inutilizzabili per una seconda fioritura, questa pianta può continuare a mostrare la sua appariscente fioritura per anni. Ecco le opportune tecniche colturali per mantenerla in vita a lungo. Innanzitutto bisogna utilizzare un vaso piuttosto stretto e munito di foro di drenaggio. Il grosso bulbo va quindi immerso fino a metà in un substrato costituito da una parte di torba, una di terriccio vegetale e una di sabbia, e innaffiato subito dopo l'impianto. Finché non spunta il germoglio, il vaso deve essere tenuto in un luogo un po' ombreggiato, senza somministrare altre irrigazioni. A germogliazione avvenuta, è bene collocare la pianta su una finestra ben illuminata, innaffiarla regolarmente e concimarla una volta al mese. Apparso il fiore, conviene togliere la pianta dalla luce solare diretta: in questo modo si mantiene più a lungo. I fiori appassiti vanno tagliati alla base, a 5 cm dal terreno. Da quando le foglie cominciano a ingiallire, fino a che non spunta un nuovo germoglio, si devono sospendere le innaffiature e le concimazioni; inoltre alla ripresa vegetativa sarà bene sostituire il primo strato di terriccio con uno nuovo. Si può ottenere una fioritura continua di amarillidi per tutto l'inverno se si ha l'accortezza di piantare i bulbi scalarmente, a intervalli di 15 giorni l'uno dall'altro, dall'autunno alla primavera.MOLTIPLICAZIONELA RIPRODUZIONE DEI BULBI E DEI CORMIIn natura le specie che producono bulbi o cormi si moltiplicano spontaneamente per divisione. Lateralmente o alla base del bulbo o del cormo principale si formano infatti dei piccoli bulbi o cormi, chiamati rispettivamente bulbetti o cormelli, che saranno in grado di fiorire nell'arco di 3-4 anni. Nell'insieme, il cespo formato dal bulbo principale e da quelli piccoli laterali tenderà però a produrre via via sempre meno fiori, dato che ogni sua parte entra in competizione con l'altra. Si può sfruttare questa capacità di bulbi e cormi di riprodursi vegetativamente per incrementare artificialmente la quantità di piante in giardino: basta, infatti, separare i bulbetti e i cormelli dalla pianta madre quando viene estratta dal terreno prima dell'inverno, e ripiantarli all'inizio della primavera, dopo averli immagazzinati durante la stagione fredda in un luogo asciutto, fresco e ben aerato. Dopo 2-3 anni, si possono così ottenere piante ben sviluppate e fiorite. Questo non è, però, il solo metodo per incrementare la produzione di piante bulbose. Nel caso dei cormi è sufficiente che questi siano tagliati in più pezzi (di cui ognuno deve portare almeno una gemma), da interrare all'aperto nel periodo più adatto alla specie in questione; prima della messa a dimora è però consigliabile immergere ogni porzione in una polvere fungicida e aspettare qualche giorno perché la superficie di taglio si rimargini. Per incrementare invece la produzione dei bulbi si può ricorrere a due tecniche particolari: la squamatura e l'intaccatura. La squamatura dei bulbi è adatta per quelle specie che producono bulbi a scaglie come i gigli e le fritillarie che possiedono squame fogliari facilmente staccabili, sia l'una dall'altra, sia dal disco basale. Per questo tipo di riproduzione è meglio utilizzare bulbi freschi e sani a cui vanno asportate le scaglie, che vanno poi mescolate ad un terriccio umido composto per metà di torba e per metà di sabbia. Il tutto va riposto in un luogo aerato alla temperatura di 21°C. Dopo qualche settimana, in genere non meno di 6, alla base di ogni scaglia si saranno formati dei bulbetti; le scaglie sono allora pronte per essere interrate in piccoli vasi contenenti sabbia grossolana, da conservare sempre alla temperatura di 21°C finché non cominciano a comparire le foglie. A questo punto occorre fare irrobustire all'aperto le nuove piantine, che in autunno verranno estratte dal terreno per poter separare i bulbetti formatisi nel frattempo. L'intaccatura dei bulbi è una tecnica di moltiplicazione utilizzata per i bulbi tunicati, che sviluppano squame fogliari talmente appressate le une alle altre da non poter essere separate. Giacinti, muscari, narcisi, scille e bucaneve producono questo tipo di bulbi. Anche in questo caso è però possibile incrementare velocemente la produzione di bulbetti ed ottenere un gran numero di nuove piante, basta, infatti, eseguire sul disco basale dei tagli netti e profondi circa 1 cm. Dopo questa operazione, che va eseguita verso la fine del periodo di dormienza, si ripongono i bulbi su un vassoio (rivolgendo la superficie incisa verso l'alto), in un locale aerato, e alla temperatura di 21°C. Per evitare l'insorgere di malattie fungine è bene spolverare i tagli con un prodotto fungicida. Dopo un paio di mesi cominciano ad apparire in corrispondenza delle zone di taglio, dei piccoli bulbetti; a questo punto il bulbo è pronto per essere sistemato in un vaso, facendo attenzione che i bulbetti siano appena ricoperti di terriccio. Dopo qualche settimana il vaso va trasferito in cassone freddo e successivamente, durante l'estate, collocato all'aperto. In autunno i bulbetti devono essere estirpati, separati uno dall'altro e ripiantati a dimora; da questo momento ci vorranno altri 2-3 anni prima che possano fiorire.
LA RIPRODUZIONE DEI TUBERI E DELLE RADICI TUBEROSEIl periodo più indicato per incrementare la produzione di tuberi e di radici tuberose è l'inizio della primavera, quando questi organi di riserva stanno per uscire dalla fase di dormienza per riprendere l'attività vegetativa. Tuberi e radici tuberose vanno tagliati, utilizzando una lama ben affilata, in più porzioni, di cui ciascuna deve portare almeno una gemma (o «occhio»). Ogni porzione va quindi interrata ad una profondità pari al doppio delle sue dimensioni, ma non prima di aver fatto suberificare (bastano un paio di giorni) la superficie di taglio in un locale caldo e ben aerato. Può essere utile, inoltre, immergere ogni porzione, prima che venga interrata, in una polvere fungicida per evitare il rischio di infezioni.
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