GENERALITA'
Quando ci si propone di realizzare un giardino o comunque di modificare un
assetto di vegetazione preesistente, è necessario un lavoro di accurata
pianificazione in cui operazioni essenziali quali la scelta degli alberi e degli
arbusti, la loro disposizione e il loro impianto non rappresentano che l'approdo
finale.
La prima
fase prevede l'osservazione attenta del luogo che ospiterà il giardino.
Innanzitutto si dovrà valutare l'esposizione delle varie zone, senza
dimenticare però che il sole è più alto nel cielo d'estate,
ragion per cui le zone d'ombra risulteranno, in questo periodo, di estensione
minore. Un accurato esame dovrebbe prolungarsi per la durata di un anno almeno,
ossia per il tempo necessario al rilevamento di una somma di dati inerenti alle
caratteristiche del giardino lungo tutto l'arco delle stagioni. L'esposizione di
solito è riportata sulla planimetria della casa, ma per raccogliere
informazioni più precise e utili su questo aspetto specifico (comprensivo
di dati apparentemente secondari quali la presenza di altri edifici o alberature
ai margini) sarebbe opportuno realizzare una serie di schizzi che documentino in
modo dettagliato la situazione di ogni angolo nelle diverse ore della giornata e
nelle varie stagioni.
L'esame dell'area proseguirà con la
realizzazione di una mappa delle zone più secche o più umide,
tenendo presente però che l'ombrosità di un punto non implica
necessariamente un alto tasso di umidità del terreno.
Un altro
criterio-guida dell'osservazione è costituito dall'eventuale presenza di
vegetazione spontanea. Infatti, a seconda delle esigenze specifiche delle varie
specie si può dedurre una serie di preziose indicazioni relative al tipo
di terreno, al pH, al contenuto di umidità e all'insolazione.
Un
altro importante aspetto riguarda i limiti minimi e massimi delle temperature
locali (o escursione termica). A questo proposito è necessario
considerare che le zone del giardino riparate da alberi, o comunque da una
vegetazione sviluppata, sono più protette dagli sbalzi termici,
stagionali o giornalieri che siano. Le zone aperte infatti sono quelle che
raggiungono temperature più basse in inverno e più alte in estate:
da ciò si deduce la loro più spiccata predisposizione
all'alternanza di gelo e disgelo durante i mesi più freddi. Questo
fenomeno si rivela in particolar modo dannoso per le piante più delicate
che, se mal esposte, possono perdere le gemme: è il caso ad esempio delle
camelie o delle azalee, qualora siano situate in un settore che riceve i raggi
solari del mattino.
Alcune località sono inoltre soggette a venti
dominanti che soffiano con intensità e frequenze costanti. I venti che
provengono dal Nord saranno freddi, quelli che spirano dal mare carichi di sale.
Non tutte le piante sono in grado di adattarsi a questa costante climatica:
altre, e non sono molte, come la tamerice o l'alloro riescono invece a opporvi
un buon livello di resistenza. Nelle zone ventose sarà quindi opportuno
proteggere i settori più interni del giardino o del terrazzo con piante
che fungano da frangivento.
I FRANGIVENTO
Una fitta fascia di alberi o un semplice filare possono in molti casi servire
per riparare l'area sottostante dalla forza distruttrice del vento: generalmente
si fa largo uso dei cosiddetti "frangivento" per proteggere le colture di quelle
regioni il cui raccolto agricolo sarebbe seriamente minacciato dalla violenza di
questo fenomeno meteorologico.
A volte, però, può anche
presentarsi la necessità di preservare quei settori del giardino che si
desideri destinare alle specie più delicate: un'ottima protezione dal
vento può essere in questi casi svolta anche da alte siepi, sia che si
potino regolarmente sia che si lascino crescere liberamente.
L'edificazione
di muri o steccati è sconsigliabile: tali barriere potrebbero infatti
provocare la formazione di turbini d'aria, mentre la fascia di protezione ideale
deve poter agire da "filtro", rallentando la corrente d'aria e deviandola verso
l'alto. In corrispondenza dell'area riparata, chiamata "sottovento", l'aria si
sposterà con velocità e intensità minori, scongiurando il
verificarsi di danni per un raggio pari a venti volte l'altezza della barriera
vegetale. Quindi, per proteggere un'estensione della larghezza di 100 m
basterà una barriera alta 5.
E' indispensabile però che le
specie piantate a questo scopo presentino un alto grado di resistenza al vento:
inoltre dovrebbero preferibilmente essere sempreverdi in modo da assicurare la
loro funzione precipua per tutto il corso dell'anno. Le specie più
consigliabili sono le seguenti: Pinus sylvestris, Pinus austriaca, Picea
sitchensis, Abies nobilis e i larici - tra le conifere -; Acer pseudoplatanus, i
faggi e gli olmi - tra le latifoglie.
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| OSSERVAZIONE DELLA VEGETAZIONE SPONTANEA |
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| Terreni acidi |
| |
| Calluna vulgaris |
| Rumex acetosa e acetosella |
| Erica scoparia e arborea |
| Cytisus scoparius (ginestra dei carbonai) |
| Pteris aquilina (felce aquilina) |
| Potentilla |
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| Terreni alcalini |
| |
| Erica carnea |
| Spartium junceum (ginestra) |
| Geranium sanguineum (sanguinaria) |
| Cichorium intybus (radicchio) |
| Prunella grandiflora (prunella) |
| Euphorbia cyparissias (erba cipressina) |
| Lotus corniculatus (ginestrino) |
| Selseria cerulea (codino azzurro) |
| Juniperus communis (ginepro) |
| Rosa canina (rosa di macchia) |
| Rubus fruticosus (rovo da fiori) |
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| Terreni con |
| ristagni d'acqua |
| |
| Funghi |
| Felci |
| Muschi |
| Alghe |
| Ranuncolificario |
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I DISLIVELLI DEL TERRENO
Se il terreno non è pianeggiante si devono rilevare le misure dei
dislivelli e le relative pendenze. Un terreno ondulato non rappresenta comunque
sempre un problema: anzi, una lieve pendenza è addirittura auspicabile ai
fini dell'agevolazione del drenaggio superficiale. Cionondimeno si deve cercare
di ovviare alla presenza di avvallamenti troppo accentuati, che potrebbero
trasformarsi in depositi di confluenza delle acque pluviali o d'irrigazione, con
grave danno per la vegetazione esistente, suscettibile di deperimento per
asfissia radicale. Notevoli dislivelli in uno spazio esiguo possono
altresì risultare deleteri dal punto di vista estetico e quindi
richiedere degli spostamenti di terra.
LA VEGETAZIONE PREESISTENTE
Se il giardino dovrà sorgere su un terreno in cui vi sia già della
vegetazione arbustiva o arborea, non rimane che segnalarne la posizione sulla
cartina e stabilire, possibilmente con l'aiuto di un esperto, se si tratta di
esemplari sani o deperiti.
L'eventuale preesistenza di alberi appartenenti
alla flora locale, oltre a rappresentare un considerevole risparmio di tempo e
denaro, ha il valore di un patrimonio paesistico e naturale che merita
assolutamente di essere tutelato, quali che siano i gusti personali del
proprietario.
VALUTAZIONI ULTERIORI
Terminata la fase dedicata all'osservazione del luogo che dovrà ospitare
il giardino, ci si interrogherà circa gli obiettivi da
raggiungere.
Anzitutto sarà bene calcolare preventivamente il tempo
che si potrà dedicare alla cura di questo spazio: non si può
infatti trascurare che la perfetta manutenzione di un giardino richiede grande
disponibilità, pazienza e costanza. Se dunque il tempo dovesse
scarseggiare, si dovrà accordare la preferenza ad alcune specie piuttosto
che ad altre.
Anzitutto sarà consigliabile piantare alberi al posto
di arbusti (sempreché lo spazio lo consenta), dato che questi ultimi
richiedono cure colturali più assidue. Inoltre si dovrà dare la
precedenza alle specie rustiche, che non necessitano di ripari dal vento e dal
gelo, e tollerano maggiormente i periodi di siccità. A favore di tale
scelta pesa anche l'inesperienza del giardiniere dilettante, condizione questa
che deve dissuadere del tutto dal cimentarsi con specie di difficile
coltivazione.
L'ultimo elemento di valutazione riguarda l'entità
dello stanziamento che si intende predisporre per l'allestimento di questo
spazio. E' impossibile stabilire dei preventivi precisi: semmai si possono
elencare gli accorgimenti e le misure restrittive di spesa, applicabili senza
pregiudicare la riuscita del progetto:
1) i lavori possono essere
dilazionati, accontentandosi di raggiungere l'obiettivo finale anche a lunga
scadenza;
2) si devono preferire gli alberi agli arbusti di taglia modesta,
che garantiscono migliori risultati di attecchimento, e le specie rustiche e di
facile reperimento;
3) si devono evitare costosi movimenti di
terra;
4) è opportuno riservare in proporzione più spazio
alle erbacee perenni, che rappresentano un investimento più duraturo
rispetto alle annuali; per queste ultime, inoltre, si deve scegliere la semina
evitando la messa a dimora di esemplari acquistati in vivaio (nel caso
particolare di estensioni cospicue, ciò consente un notevole risparmio,
visto che queste piante si rinnovano con cadenza annuale);
5) non appena si
sia acquisito un grado sufficiente di esperienza, si consiglia di applicare i
metodi di riproduzione vegetativa (ideale è il ricorso a talee prelevate
dal proprio giardino o da quello di amici);
6) è sempre buona norma
mettere in atto procedimenti esclusivamente improntati al massimo rispetto delle
esigenze fisiologiche delle piante per quanto attiene al tipo di terreno,
all'esposizione e alle cure colturali.
SISTEMI DI IRRIGAZIONE
In molte zone il reperimento dell'acqua non costituisce un problema: anche nei
periodi di maggior bisogno, l'acquedotto locale basta a fornire i quantitativi
necessari per l'irrigazione. Invece, nelle regioni caratterizzate da
siccità estiva, l'erogazione dell'acqua avviene di regola in dosi
limitate e a intervalli molto distanti, o addirittura viene meno proprio nei
momenti più critici.
Il problema del rifornimento idrico va
attentamente considerato sin dalle prime fasi di pianificazione. E' sempre
opportuno informarsi a tale riguardo presso il comune di appartenenza,
richiedendo chiarimenti sulle eventuali normative relative agli usi non
domestici delle acque locali.
Qualora l'erogazione fosse abbondante solo
nei periodi di più scarso consumo, si profilerebbe la necessità di
accumulare l'acqua in apposite cisterne o, meglio ancora, in stagni, che
avrebbero nel giardino, oltre alla consueta funzione ornamentale, anche una vera
e propria finalizzazione pratica.
Sarebbe auspicabile anche un buon livello
di conoscenza della qualità delle acque locali: questa si misura in
relazione alla temperatura e al tipo di sostanze in essa disciolte o
sospese.
Gli svantaggi di un'acqua troppo fredda sono rilevanti: può
infatti determinare un rallentamento dei processi metabolici della pianta,
dall'assorbimento radicale alla fotosintesi. In genere vengono considerate
fredde le acque che in estate hanno temperature che scendono sotto la soglia dei
15 °C, come pure quelle estratte dalla falda acquifera sottostante (pozzi
artesiani).
Come già accennato, però, anche un eccesso di
sali disciolti peggiora la qualità dell'acqua: un elevato contenuto di
calcare, ad esempio, conferisce "durezza" alle acque, rendendole così
nocive al gruppo delle piante acidofile, come azalee, rododendri,
camelie.
Spesso le acque di sorgente presentano carenza di ossigeno: per
questo motivo vanno fatte scorrere prima di essere utilizzate.
Le acque
provenienti da fiumi, torrenti o laghi, invece, sono generalmente torbide e
vanno fatte decantare prima dell'uso.
Si passeranno ora in rassegna i
sistemi di irrigazione più indicati per il giardino e il terrazzo. La
scelta dipende da una serie di fattori, tra cui le dimensioni dell'area
interessata, le disponibilità finanziarie, il tempo che si può
dedicare alle operazioni. Quest'ultimo parametro è particolarmente
importante, dato che l'irrigazione richiede sempre un grande dispendio di tempo
ed energie. Qualora ci si assenti per periodi sia pur brevi durante i mesi
critici (i più caldi, naturalmente) e venga perciò meno il
costante rifornimento idrico, si rischia di vedere vanificato tutto il lavoro
precedente.
In alcuni casi, quindi, può valere la pena di affrontare
il costo, anche se elevato, di un buon impianto automatico di irrigazione, da
installare prima delle fasi di semina e di piantagione.
Schematicamente, i
principali sistemi di irrigazione si suddividono nei tipi: manuale, meccanico
(disponibile nei modelli seguenti: mobile, semifisso, fisso, a comando manuale o
automatico), a goccia. Vi è, inoltre, la possibilità di ricorrere
a particolari tipi di irrigazione, tra cui quella con irrigatore di
profondità e la fertirrigazione.
Sistemi di irrigazione per piante in vaso
Cura e innaffiatura delle piante d'appartamento
IRRIGAZIONE PER ASPERSIONE
Comunemente viene chiamata "irrigazione a pioggia": si tratta di un metodo che
presenta indiscussi vantaggi rispetto agli altri e che si va diffondendo anche
in agricoltura.
I vantaggi sono molteplici tra i più significativi
ricordiamo: l'adattabilità ai terreni ondulati; la possibilità di
dosare le quantità d'acqua erogate, economizzando opportunamente le
riserve; l'effetto di ossigenazione e riscaldamento dell'acqua di irrigazione;
l'attuabilità della fertirrigazione o dell'irrigazione antiparassitaria,
visto che le sostanze possono essere "veicolate" dalla stessa acqua di
irrigazione. Si possono così combattere alcune infestazioni: la massima
efficacia è raggiunta con il ragno rosso e altri acari, il cui
allontanamento avviene al solo contatto con l'acqua. Buoni risultati sono
possibili anche su terreni sabbiosi, molto permeabili.
Gli svantaggi sono
riconducibili all'intensità di distribuzione del getto, che, se troppo
elevata, può determinare l'alterazione della struttura del terreno, fino
a causarne il compattamento con relativo pregiudizio della sua fertilità.
Inoltre, nelle giornate ventose, la distribuzione può assumere un ritmo
irregolare.
L'IRRIGAZIONE MANUALE
Questo metodo si adatta ai piccoli giardini e ai terrazzi. In pratica si tratta
di un'irrigazione per aspersione, comunemente chiamata "a pioggia".
Gli
strumenti utilizzati sono l'annaffiatoio e i tubi di irrigazione (muniti o meno
di lancia). Questi ultimi devono essere dotati di raccordi speciali per
allacciarli al rubinetto dell'acqua, in modo da evitare dispersioni o il
deterioramento veloce dei tubi stessi. All'estremità opposta, invece, i
tubi devono essere muniti di lancia, un dispositivo di strozzatura che ha lo
scopo di regolare il flusso dell'acqua, consentendo di modulare la
velocità di erogazione e, funzione ancor più importante, di
provocare la scomposizione del getto in gocce più o meno piccole (alcuni
modelli permettono la completa nebulizzazione dell'acqua). E' infatti
fondamentale che l'acqua non arrivi al terreno in modo violento, altrimenti
provocherebbe la distruzione della sua struttura, come pure che non si riversi
direttamente sulle piante, ingenerando danni comparabili a quelli di una pioggia
battente.
Se la scomposizione delle particelle d'acqua in uscita dalla
lancia non dovesse essere sufficiente, è consigliabile dirigere il getto
verso l'alto affinché ricada più naturalmente.
L'utilizzo di
una lancia in grado di effettuare un'efficace nebulizzazione rappresenta un buon
correttivo per le acque troppo fredde o scarse d'ossigeno: infatti la
scomposizione del flusso genera riscaldamento e ossigenazione delle
goccioline.
COME SCEGLIERE I TUBI
I tubi per l'irrigazione
manuale devono essere flessibili e di diametro più o meno grande a
seconda dell'estensione del giardino: nel caso di appezzamenti piccoli o medi,
il diametro interno potrà variare dai 10 ai 14 mm, se invece si tratta di
vaste aree si sceglieranno modelli di dimensioni via via crescenti. I materiali
più diffusi sono la plastica e la gomma, quest'ultima però
è più cara. Si esorta comunque a non economizzare su questa
scelta, dal momento che i tubi sono sottoposti alle più varie e intense
sollecitazioni (calpestamento, esposizione al sole, attorcigliamento), ragion
per cui un'elevata qualità è garanzia di funzionalità e
durata.
In ogni caso sarà opportuno fare attenzione a mantenerli
nelle migliori condizioni, evitando di trascinarli o di lasciarli scoperti dopo
l'uso: piuttosto andranno sempre accuratamente riposti negli appositi
avvolgitubo, che consentono di conservarli senza che si formino pericolose
strozzature.
I migliori tubi disponibili in commercio sono quelli a due
strati, separati da un tessuto di rinforzo: più alto è lo spessore
degli strati, maggiori sono le garanzie contro il deterioramento. Si consiglia
altresì di scartare i tubi trasparenti, che permettono la crescita delle
alghe all'interno con relativi fenomeni di occlusione.
L'IRRIGAZIONE MECCANICA
Questo è il sistema più pratico, adatto soprattutto per giardini
di una certa estensione. Anche in questo caso, l'acqua è fatta scorrere
in tubi (mobili o fissi a seconda del tipo di impianto) che terminano con degli
irrigatori muniti di ugelli.
Gli impianti si classificano a seconda della
presenza di strutture fisse, ossia interrate completamente, o mobili, che
consentono di effettuare spostamenti, o per la coesistenza di entrambi i
sistemi.
Un ulteriore elemento discriminante è costituito dal tipo
di irrigatore, capace di consentire una scomposizione maggiore o minore delle
particelle d'acqua. Si effettuerà la scelta anche in relazione alla forma
dell'area da irrigare, ferma restando l'adozione del metodo cosiddetto a
pioggia. I principali tipi di impianto sono i seguenti:
• Mobili:
sono i più economici e facili da installare; costituiti da tubi
flessibili, sono muniti di irrigatori, anch'essi spostabili.
•
Semifissi: questo tipo prevede che una parte dei tubi sia interrata e l'altra
mobile; gli irrigatori sono spostabili.
• Fissi comandati
manualmente: la rete delle tubature è completamente interrata e gli
irrigatori sono fissati sin dalla fase di installazione; la distribuzione
dell'acqua è regolata manualmente.
• Fissi regolati
automaticamente: sono i più completi e costosi; li differenzia dal tipo
precedente la presenza di un programmatore elettronico che consente la
distribuzione automatica del flusso d'acqua, nelle ore e nelle quantità
prestabilite.
Alcuni modelli sono altresì dotati di sensori capaci
di regolare l'irrigazione in base ai cambiamenti meteorologici.
COME SCEGLIERE L'IRRIGATORE
L'irrigatore ha la funzione di polverizzare il getto
d'acqua e di distribuirlo sul terreno; tra i modelli più diffusi in
commercio, segnaliamo i principali.
Irrigatore statico a pressione: non ha
parti in movimento; l'acqua esce da una serie di ugelli di diversa forma e
dimensione, che modulano variamente il getto. Con un raggio d'azione intorno ai
4 m, si adatta anche alle esigenze delle zone non pianeggianti e delle colture
delicate.
Si consiglia di evitare valori pressori molto elevati dell'acqua,
che potrebbero provocarne il rovesciamento: per ovviare a tale inconveniente,
può essere munito di puntale da infilare nel terreno; il collegamento al
tubo è assicurato dagli appositi raccordi.
Irrigatore a braccia
rotanti: più solido del precedente, è disponibile in diverse
versioni, a due o tre braccia rotanti munite di ugelli fissi o orientabili; in
quest'ultimo caso si possono regolare sul raggio d'ampiezza dell'area da
bagnare, purché si faccia attenzione a tenerli sempre puliti dalle
incrostazioni di calcare.
Irrigatore a braccia oscillanti: il braccio, su
cui sono disposti gli ugelli, è fatto oscillare mediante un motore
idraulico. Il getto fuoriesce a forma di ventaglio, coprendo delle aree di forma
rettangolare, la cui ampiezza può essere variata mediante uno speciale
dispositivo.
Irrigatore a intermittenza: è ancora un tipo di
irrigatore rotante, con fuoriuscita laterale del getto tramite un ugello; a
questo corrisponde un martelletto che ha la duplice funzione di rompere il getto
e di imprimergli la forza propulsiva per la rotazione. Questo irrigatore
consente una gittata maggiore rispetto a tutti gli altri, adattandosi anche
all'irrigazione sottochioma: alcuni modelli sono muniti di dispositivi che
consentono di isolare i settori dell'area da irrigare.
L'IRRIGAZIONE A GOCCIA
E' un metodo in uso già da alcuni anni (soprattutto in Israele, dove
è stato messo a punto) per le colture più redditizie; esso rende
possibile il conseguimento di ottimi risultati pur con esigue quantità
d'acqua. Di recente se n'è cominciato l'impiego in giardini, colture in
serra e piante in vaso. Tale sistema consente di somministrare l'acqua in
superficie, in corrispondenza dell'apparato radicale, calibrando la frequenza
sulle capacità di assorbimento delle singole piante. L'acqua viene
distribuita per mezzo di piccoli gocciolatori o attraverso forellini distribuiti
lungo un tubo flessibile o rigido. La pressione richiesta per questo impianto
è inferiore a quella necessaria per l'irrigazione a pioggia: oltre a
consentire un notevole risparmio di acqua, ciò permette di preservare la
struttura del terreno, mantenendovi il tasso utile di ossigeno, e di stimolare
un regolare sviluppo delle piante.
TIPI PARTICOLARI DI IRRIGAZIONE
L'irrigatore di profondità ha struttura simile a un
puntale ed è collegato al tubo di irrigazione mobile; rappresenta una
soluzione comoda ed efficace per portare l'acqua fino alle radici delle piante,
dove può essere subito assorbita.
La fertirrigazione consente di
somministrare il fertilizzante simultaneamente all'irrigazione, attuando
un'alimentazione più calibrata della pianta. La condizione, però,
è che si utilizzino fertilizzanti a basso titolo e solubili in acqua: si
sceglieranno quelli in compresse a base di azoto, fosforo, potassio e
microelementi, da applicare all'estremità del tubo o sul rubinetto
mediante gli appositi contenitori di miscelazione.
LA PROGETTAZIONE DI UN IMPIANTO DI IRRIGAZIONE
Per la progettazione e l'installazione di un buon impianto, è
consigliabile ricorrere a ditte specializzate: gli alti costi di queste
attrezzature obbligano a rivolgersi a personale esperto, al fine di evitare che
eventuali errori iniziali possano rappresentare in futuro delle spese
supplementari.
I TEMPI E LE QUANTITA'
In autunno e in inverno,
l'apporto idrico necessario al giardino è in genere soddisfatto dal
volume delle precipitazioni; ciò non vale però per le piante in
vaso, che richiedono integrazioni anche in queste stagioni, specialmente in
corrispondenza delle giornate più miti e ventose. In primavera le
somministrazioni dovranno essere abbondanti sia per i giardini sia per le piante
in vaso, al fine di sostenere lo sviluppo vegetativo che avviene appunto in
questa stagione. Copiose e frequenti dovranno essere pure in estate, e non solo
per ripristinare le cospicue perdite per evapotraspirazione (da parte del
terreno e delle foglie), ma anche per dare il necessario alimento ai normali
processi metabolici delle piante.
E' sempre buona norma irrigare quando la
temperatura dell'acqua è vicina a quella del terreno: dunque le fasce
orarie da preferire sono quelle del mattino e della sera. E' invece
sconsigliabile aspergere le foglie durante le ore più calde,
poiché l'azione riflettente esplicata dalle gocce nei confronti dei raggi
solari (un vero e proprio "effetto lente") potrebbe provocare bruciature.