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Botanica Giardinaggio Il Giardino In Vaso Scienze e Tecnica - Indice
SCIENZE E TECNICA - BOTANICA - GIARDINAGGIO - IL GIARDINO IN VASOINTRODUZIONELa coltivazione delle piante in vaso è molto diffusa soprattutto in città, in quanto consente di avere a disposizione un po' di verde qualora la nostra abitazione sia priva di giardino o sia, comunque, circondata dal cemento. Le piante in vaso, tuttavia, oltre ad abbellire balconi, terrazzi, davanzali, cortili e marciapiedi, aiutano anche a risolvere brillantemente alcuni problemi che possono sorgere nella progettazione di un giardino. Qui, infatti, un certo numero di vasi, scelti con cura nello stile che più si adatta all'ambiente circostante, può costituire una valida soluzione estetica, contribuendo oltretutto a dare più movimento all'insieme. Nei giardini molto piccoli, infine, l'impiego dei vasi permette di sfruttare meglio lo spazio disponibile, consente di coltivare le specie che esigono un diverso tipo di terreno e, in più, di collocare alcune piante alla base di un albero oppure sulle zone pavimentate.
I CONTENITORINon è difficile trovare in commercio vasi o altri tipi di contenitori conformi alle nostre esigenze, sia per forma e dimensioni, sia per colore e materiale. In molti casi, utilizzando il legno o il metallo, è anche possibile farseli costruire appositamente da un artigiano, in modo che si adattino perfettamente al luogo in cui devono essere collocati. Prima dell'acquisto è bene però conoscere le caratteristiche dei materiali con cui sono costruiti, dato che da un materiale all'altro la resistenza all'usura, al gelo e al disgelo, la pesantezza e la porosità variano moltissimo. Importante è comunque scegliere contenitori di materiale inerte, che cioè non reagisca con l'acqua e con le altre sostanze che vengono somministrate alle piante. A seconda del luogo in cui i vasi andranno collocati, non è inoltre da sottovalutare il fattore peso; infatti, su terrazzi e balconi (a meno che dotati di soletta particolarmente resistente) non possono essere utilizzati dei contenitori troppo pesanti. Vanno, infine, valutate attentamente le dimensioni che raggiungerà da adulta la pianta che si desidera coltivare, in modo da determinare in anticipo la profondità del vaso, che per gli alberi, diversamente che per le piante annuali, non deve essere inferiore a 60 cm; la larghezza del vaso deve invece essere sufficiente per contenere il pane di terra.
IL LEGNOI contenitori di legno sono adatti per qualsiasi tipo di pianta e consentono anche di ottenere risultati estetici tra i più apprezzabili; non sono inoltre da scartare le loro qualità tecniche, essendo il legno un materiale che si comporta da buon isolante proteggendo le radici dal caldo e dal freddo eccessivi. E' necessario però utilizzare legni duri, più resistenti all'usura, che, se collocati all'aperto, vanno ricoperti con speciali vernici protettive.
LA PIETRAI contenitori di pietra sono consigliabili per il giardino, ma non per i terrazzi e i balconi, in quanto sono notevolmente pesanti. Anche la pietra, come il legno, è molto adatta, soprattutto da un punto di vista estetico, per la coltivazione delle piante, ma il suo costo proibitivo ne limita ormai notevolmente l'impiego (si può semmai andare alla ricerca di vecchi lavelli e abbeveratoi). Bisogna tuttavia ricordare che questi contenitori, dato che sono molto porosi, disperdono facilmente l'umidità, lasciando che il terriccio si asciughi e si raffreddi rapidamente.Contenitore in pietra riempito con piante da aiuola
IL METALLOAd eccezione del rame, ancora ampiamente utilizzato, anche come rivestimento interno di altri contenitori, i metalli, come il piombo e il ferro, (a meno che non siano galvanizzati e rivestiti di gomma) sono ormai poco impiegati per la costruzione di vasi, in quanto si corrodono facilmente. Il rame, infatti, oltre a poter essere facilmente forgiato nelle forme volute, non ha un peso eccessivo, per cui si può utilizzare anche su terrazzi e balconi; inoltre, grazie alla sua tonalità calda, consente di ottenere risultati apprezzabili anche dal punto di vista estetico.
LA TERRACOTTAE' uno dei materiali maggiormente utilizzati per la costruzione di vasi e fioriere, più per le qualità ornamentali che per le caratteristiche tecniche; infatti si crepa facilmente se sottoposto a urti o all'azione del gelo. Nelle regioni dell'Italia del nord i vasi di terracotta sono perciò da utilizzare con una certa cautela, eventualmente trasferendoli, durante l'inverno, in luoghi riparati. La terracotta è, inoltre, un materiale poroso che facilita l'inaridimento del terriccio.
I MATERIALI SINTETICIIl più diffuso tra i materiali sintetici è la plastica, forgiata in diverse forme, dimensioni e colori. Le sue caratteristiche più apprezzabili sono la leggerezza, l'elevata resistenza agli urti e all'usura, ed il prezzo molto accessibile. Essendo infine impermeabile, consente di mantenere un certo grado di umidità nel terriccio. In commercio, oltre ai tipi normali, si trovano anche comodi vasi a riserva d'acqua che consentono di ridurre notevolmente le irrigazioni. Altri materiali sintetici sono il calcestruzzo, anch'esso molto diffuso, ma da usare con cautela su terrazzi e balconi perché piuttosto pesante, l'eternit, leggero e resistente all'usura e la fibra di vetro.
IL DRENAGGIO DEI VASITutti i vasi, soprattutto se collocati all'aperto, devono essere dotati di fori di drenaggio posizionati sul fondo; questo accorgimento permette all'acqua in eccesso presente nel terriccio di defluire dal vaso evitando l'asfissia e la marcescenza delle radici. Dato che però la presenza delle particelle più fini e delle radici tende col tempo ad occludere il foro di drenaggio, è necessario appoggiarvi sopra alcuni cocci di protezione. Per vasi di una certa profondità (superiore ai 30 cm) bisogna ulteriormente aumentare il potere drenante collocando sul fondo uno strato alto almeno 5-7 cm di argilla espansa o ghiaia, al di sopra del quale va poi messo il terriccio. E' chiaro che, nonostante quest'accorgimento, il drenaggio non sarebbe garantito se il vaso appoggiasse direttamente su una superficie piana ed impermeabile; in questo caso il contenitore va sollevato da terra di almeno 2-3 cm.
IL TERRICCIO PER VASIDato che nei vasi lo spazio a disposizione delle radici è limitato, il terriccio che si utilizza deve possedere delle caratteristiche ottimali: cioè consentire un giusto equilibrio tra umidità e circolazione dell'aria, contenere la giusta dose di sostanze nutritive, avere un pH adatto alla specie che si vuole coltivare e infine essere leggero, soprattutto se va impiegato in vasi da tenere su balconi e terrazzi. In commercio si trovano terricci da vaso già preparati, chiamati anche «terricci universali», friabili e porosi; per chi invece volesse fabbricarseli da sé, una delle formulazioni di base è la seguente: 3 parti di terra da giardino 1 parte di torba 1 parte di terriccio di foglie 1 parte di stallatico 1 parte di sabbia di fiume. Si possono eventualmente variare le proporzioni tra l'uno e l'altro componente a seconda che le specie esigano un terriccio più sciolto, come ad esempio le bulbose, o al contrario più organico. Per le specie acidofile sono in vendita appositi terricci, come quello di brughiera o di castagno.
CURE COLTURALIUna volta che le piante sono state collocate nei vasi, singolarmente o a gruppi per formare piacevoli composizioni, hanno bisogno di molte più attenzioni di quelle coltivate in piena terra. Infatti, l'apparato radicale delle piante in vaso, costretto a crescere in una quantità di terriccio minima ed esposto maggiormente agli sbalzi di temperatura e di umidità, esige una serie di cure colturali più assidue, affinché questo microambiente venga mantenuto nelle condizioni ottimali.
L'INNAFFIATURAIl terriccio dei vasi tende a perdere umidità piuttosto velocemente, soprattutto se i contenitori sono fabbricati con materiale poroso e sono esposti al sole e al vento. Le innaffiature dovranno essere perciò più frequenti di quelle somministrate alle piante coltivate in piena terra. E' impossibile però stabilire a priori quale debba essere la loro periodicità; questa, infatti, varia in funzione di diversi fattori come la temperatura, il tasso di umidità dell'atmosfera, il tipo di piante coltivate, la loro esposizione e così via. E' importante perciò controllare frequentemente l'umidità del terriccio, senza limitarsi però all'osservazione dello stato superficiale (che si asciuga per primo), ma analizzando anche quelli sottostanti: basta immergere un dito nel terriccio per accorgersi se ci sia o meno necessità di bagnature. Anche durante la stagione più calda può non essere necessario innaffiare tutti i giorni, si ricorda infatti, che un'eccessiva umidità è altrettanto dannosa che una siccità prolungata. In inverno, soprattutto se i vasi sono collocati in una zona protetta dalle piogge, è necessario continuare ad innaffiare, anche se molto meno frequentemente ed abbondantemente che nella bella stagione; in questo periodo sono soprattutto le piante sempreverdi a risentire degli effetti negativi di un terriccio troppo secco, dato che la loro massa fogliare continua a traspirare. I sistemi per l'irrigazione sono vari: il più comune è l'innaffiatoio manuale, che si rivela però piuttosto scomodo quando si debbono bagnare molti vasi; in questo caso si può ricorrere ad una canna munita di lancia per nebulizzare il getto, o a un impianto di irrigazione capillare automatizzato, molto efficace ma costoso. Il periodo più critico per le piante in vaso, è quello delle vacanze estive quando tutte le cure loro somministrate rischiano di essere vanificate dalla mancanza di frequenti irrigazioni. Esistono tuttavia alcuni accorgimenti per superare questo inconveniente, senza dover ricorrere agli impianti d'irrigazione automatizzati, che comunque rappresentano la soluzione migliore. Innanzitutto, i vasi vanno collocati negli angoli più ombreggiati, ricoprendo il terriccio dopo averlo innaffiato con una pacciamatura di sostanza organica. I vasi di materiale poroso possono anche essere situati su vassoi o sottovasi (dal bordo piuttosto alto) riempiti di torba o di argilla espansa bagnata. Un sistema valido, sempre per contenitori di dimensioni non eccessive, consiste nell'utilizzare nastri di tessuto capillare di cui una estremità va fissata nel terriccio e l'altra in un catino colmo d'acqua posto ad un livello più alto di quello del vaso. Con lo stesso principio funzionano anche degli speciali tubicini capillari terminanti con una carotina di materiale poroso da inserire nel terreno. Un altro metodo originale è quello di infilare nel terriccio delle bottiglie capovolte e piene d'acqua, meglio se di plastica dato che quelle di vetro possono cadere e rompersi procurando dei danni.Sistemi di irrigazione per piante in vaso
LA CONCIMAZIONEDato che le irrigazioni per le piante in vaso sono più frequenti che per quelle coltivate in piena terra, ne consegue che il terriccio viene dilavato ed impoverito delle sostanze nutritive in tempi più veloci. la concimazione dovrà essere quindi effettuata periodicamente per integrare ciò che viene costantemente perso. Al momento dell'impianto e poi annualmente per gli anni successivi è bene distribuire una concimazione organica di base, ad esempio con stallatico. Durante tutta la stagione vegetativa sarà necessario somministrare ogni 10-15 giorni un fertilizzante completo, meglio se in formulazione liquida in quanto più comodo da sciogliere nell'acqua d'irrigazione. E' consigliabile sospendere queste concimazioni durante il periodo più caldo, quando le piante diminuiscono l'attività vegetativa.
LA RINVASATURA E IL RINNOVO DEL TERRICCIOPerché le piante crescano in bellezza e salute è necessario che il terriccio sia sempre fresco e nutriente; le frequenti irrigazioni somministrate alle piante cresciute in vaso tendono, invece, ad impoverirlo velocemente asportandone i principi nutritivi. Ecco quindi la necessità di rinnovarlo periodicamente, sia in occasione del rinvaso annuale di alcune piante in un contenitore più grande, sia per quelle piante che hanno già raggiunto lo sviluppo definitivo e sono collocate in grossi contenitori. Le piante che richiedono un rinvaso annuale, o, comunque, da effettuarsi quando le radici hanno occupato tutto lo spazio a loro disposizione, sono tutte quelle legnose che sono state messe nei vasi da piccole, le erbacee perenni, oppure tutte le specie di rapido accrescimento. Per rinnovare il terriccio alle piante cresciute in grossi contenitori basta invece togliere 5-10 cm dello strato più superficiale e sostituirlo con un terriccio fresco arricchito di stallatico. Queste operazioni vanno effettuate durante il periodo di riposo vegetativo, poco prima dell'inizio della primavera.
PROTEZIONI ESTIVE E INVERNALISoprattutto se le piante in vaso sono collocate in posizioni molto esposte ai raggi solari e al vento, come ad esempio su balconi e terrazze (dove tra l'altro l'incidenza delle radiazioni è ancor più accentuata perché sono riflesse da muri e pavimentazioni); è necessario prendere le opportune precauzioni affinché la vegetazione non si bruci. Al di là del fatto che in simili condizioni la prima cosa da fare consiste nello scegliere le specie più rustiche, si dovrà anche cercare di schermare perimetralmente l'area con graticci di legno e stuoie, per attutire la forza del vento. Con una tettoia regolabile a piacere (ad esempio una tenda o una pergola sormontata da arelle) si può invece ombreggiare l'area sottostante nelle ore più calde della giornata. Uno strato di pacciamatura alto almeno 5 cm, sistemato sopra il terriccio, consentirà inoltre di mantenere più a lungo una certa umidità intorno alle radici. In ambienti così esposti assai temibile è anche l'inverno; quindi, prima che arrivino le giornate più fredde e ventose, si dovrà accumulare uno strato piuttosto spesso di foglie secche o paglia ai piedi delle piante più delicate, comprese le erbacee perenni il cui apparato radicale può morire se non è sufficientemente protetto. Tutto il vaso va poi avvolto con un foglio di plastica trasparente legato con spago o nastro adesivo. I graticci di legno o le stuoie, collocati in estate a protezione dei venti caldi, andranno bene anche in inverno a protezione di quelli freddi. I vasi più piccoli possono essere radunati vicino ai muri caldi dell'abitazione, e riparati con una piccola serra artigianale formata da teli di plastica bucherellata oppure con uno degli svariati tipi di serrette smontabili che si trovano facilmente in commercio a prezzi accessibili.
SPECIE DA VASONon tutte le piante si adattano a crescere all'interno di un contenitore; le particolari condizioni offerte da questo microambiente impongono la scelta di specie che non abbiamo sviluppo eccessivo né troppo veloce, ma che siano dotate soprattutto di un apparato radicale non molto vigoroso; questo altrimenti, oltre a soffrire per la mancanza di spazio, finirebbe col forzare le pareti del contenitore. Tra le specie arboree, sono ad esempio più adatte le conifere delle latifoglie, e tra queste ultime sono comunque da preferire quelle dotate di un apparato radicale superficiale. Le annuali e le biennali sono tra le specie più indicate per la coltura in vaso, in quanto esigono poco spazio e sono preziose per rivestire il terreno nudo alla base delle piante legnose o per formare gradevoli composizioni ricche di colore. Anche le specie perenni rappresentano un'ottima soluzione per abbellire balconi e terrazze; possono essere coltivate in vasi singolarmente oppure abbinate ad annuali e bulbose o ad alberi e arbusti, senza doverle rinnovare ogni anno. Molte di queste piante, oltre che per i fiori, sono interessanti per il fogliame ornamentale, che in alcune specie è anche persistente. Comunque la gamma di piante tra cui poter scegliere quelle più adatte alle proprie esigenze è fortunatamente molto ampia e permette di trovare svariate soluzioni. Viene ora fornito un elenco di specie adatte per questo tipo di coltivazione, ricordando che in vaso le dimensioni finali della pianta, soprattutto quelle legnose, saranno inferiori rispetto a quelle di una pianta coltivata in piena terra. All'elenco di queste specie, già presentate nelle apposite sezioni, segue la descrizione della pianta da fiore più diffusa su balconi e davanzali: il geranio.
GERANIOIl geranio, o pelargonio, è la pianta da fiore per eccellenza di balconi e terrazze, molto apprezzato per la sua fioritura che si protrae ininterrottamente dalla primavera all'autunno. Pelargonium è il nome scientifico del genere con cui oggi si indicano i comuni gerani coltivati, per distinguerli dalle specie del genere Geranium a cui invece appartiene il geranio spontaneo. Simile è anche l'etimologia dei due nomi: in greco "ghéranos" (da cui è derivato "ghéranion") significa gru e "pelargòs" cicogna, uccelli il cui becco lungo e sottile assomiglia alla forma dei semi di entrambi i generi. Originari dell'Africa del Sud, i gerani vennero introdotti in Europa tra il XVII e il XVIII sec. e subito si dimostrarono adatti a vivere in un clima temperato. Ben presto si diffusero nei giardini di questo continente come piante da aiuola, sia per la capacità di creare fitte masse di colore, sia per le indubbie doti di robustezza e di resistenza alla siccità. Da allora numerose ibridazioni hanno dato luogo ad una notevole varietà di pelargoni dalle diverse sfumature di colore; questi sono tuttavia distinguibili in 4 grandi gruppi: "gerani zonali", "gerani regali o Leopoldo", "gerani edera", e "gerani a foglia profumata". I "gerani zonali" (P. zonale e relativi ibridi) sono forse i più conosciuti; hanno un portamento cespuglioso e foglie cuoriformi e vellutate, attraversate da una fascia variamente colorata. I loro fiori sono grandi, globosi e possono essere di colore bianco, rosa, rosso acceso o violetto in svariate sfumature. Benché in piena terra, nelle regioni a clima mite, possano superare il metro di altezza, in vaso raggiungono solo 50 cm. I "gerani regali" (P. macrantha), chiamati anche "Leopoldo", o "gerani dei fioristi", hanno fiori un po' più piccoli dei precedenti, ma con colori brillanti e striati di scuro. Formano cespi dal fogliame un po' più rado e meno carnoso rispetto alle altre specie e sono, inoltre, più adatti per la coltivazione in vaso. Un altro gruppo di gerani molto diffusi è quello dei "gerani edera" (P. peltatum), che devono il loro nome alla forma delle foglie, carnose, piuttosto piccole e glabre. Questa specie ricadente è ideale per vasi e cassette o panieri appesi, ma può anche essere fatta arrampicare dato che i suoi getti arrivano quasi ad un'altezza di 2 m. Infine vi sono "i gerani profumati" (diverse specie tra cui P. crispum e P. graveolens), meno conosciuti ma che andrebbero maggiormente apprezzati non tanto per il fiore, piuttosto insignificante, quanto per il fogliame aromatico che, a seconda delle diverse specie e varietà, emana profumazioni differenti: di limone o di arancio, di rosa, di pepe, di mela, di menta, di noce moscata e altri ancora.
PIANTAGIONEIl terriccio ideale deve essere soffice e fresco, composto da una parte di sabbia, una parte di torba e una parte di terriccio di foglie a cui va aggiunto del concime organico come, ad esempio, sangue secco. Inoltre deve essere garantito un perfetto drenaggio. Per quanto riguarda l'esposizione, i gerani amano sì le zone molto luminose, ma non il sole diretto, soprattutto se coltivati al Sud, dove andranno collocati a mezz'ombra. I risultati migliori si ottengono dove l'atmosfera è piuttosto umida (ne sono un esempio significativo gli splendidi esemplari che si vedono nei paesi alpini). Dato che non sono piante rustiche, i gerani possono essere coltivati in piena terra solo al Sud, mentre al Nord devono essere collocati nei vasi per poterli riparare in inverno.
CURE COLTURALINonostante siano piante piuttosto robuste, hanno bisogno di frequenti e periodiche cure. Le innaffiature dovranno quindi essere regolari ma mai abbondanti; è meglio infatti che il terriccio non sia intriso d'acqua. Contemporaneamente andranno somministrati dei fertilizzanti liquidi, meglio se organici (in commercio se ne trovano alcuni studiati appositamente per questo tipo di piante). Perché la fioritura sia continua è importante eliminare tutte le infiorescenze appassite. Prima dell'inverno, nelle regioni settentrionali, i vasi vanno riparati in locali con temperatura di qualche grado sopra lo zero, riducendo gradualmente le irrigazioni fino al minimo indispensabile. In primavera, prima di portarli all'aperto, vanno poi rinvasati rimuovendo il terriccio e potati fino al secondo o terzo nodo fogliare.
MOLTIPLICAZIONEUn'altra delle qualità dei gerani è che si propagano molto facilmente per talea. Queste si possono infatti preparare in qualsiasi momento, dalla primavera all'autunno, asportando dai getti non fioriti la parte apicale, che deve comprendere almeno 3 nodi. Le talee si interrano quindi singolarmente in piccoli contenitori da tenere all'ombra; avvenuta la radicazione, si trasferiscono in vasi più grandi e si cimano gli apici vegetativi. I gerani si moltiplicano anche in febbraio, per mezzo di semi, che per germinare hanno bisogno di una temperatura di circa 12-15°C; le piantine si trapiantano poi in piccoli vasi da tenere in cassone freddo.
PIANTE PER LA COLTIVAZIONE IN VASOALBERI E ARBUSTI SEMPREVERDIAlloro Lauroceraso Agrifoglio Lavanda Aucuba Ligustro Bosso Mahonia Camellia Oleandro Cotoneaster Pervinca Eleagno (Eleagnus pungens) Pieris Erica Pittosporo Evonimo Rododendro e Azalea Fatsia e Fatsedera Santolina Hebe Skimmia Kalmia ViburnoCONIFEREAbete (Abies balsamea, A. Foreana) Chamaecyparis lawsoniana (varietà nane Ginepro (Juniperus chinensis, J. communis, J. sabina) Pino mugo Tasso (Taxus baccata) Tuia (Thuja orientalis)ALBERI E ARBUSTI DECIDUIAcacia di Costantinopoli Iperico Betula pendula "Youngii" Ibisco Buddleja Kerria Ciliegio da fiore Lillà Deutzia Magnolie arbustive Eleagno Ortensia Filadelfo Rosa Forsizia Spirea Fuchsia Viburno Gleditsia WeigelaRAMPICANTIActinidia Ipomea Akebia Parthenocissus Bignonia Passiflora Bouganvillea Pisello odoroso Caprifoglio Poligono Clematis Rosa Edera Solanum jasminoides GelsominoANNUALI E BIENNALIAgerato Matthiola Bocca di leone Nasturzio Calceolaria Non ti scordar di me Calendula Petunia Campanula Phlox Clarkia Pratolina Coleus Reseda Cosmea Salvia Escolzia Tabaccoornamentale Gazania Tagete Iberis Verbena Impatiens Viola Lavatera Zinnia LobeliaERBACEE PERENNIAcanto Hosta Aquilegia Lamium Astilbe Lupino Bergenia Mughetto Crisantemo Nepeta Elleboro Palargonio Emerocallide Phormium Garofanino Primula Geranium Sedum Giglio Stachys Heuchera ViolaBULBOSEBegonia Giacinto Bucaneve Giglio Ciclamino Iris Crocus Muscari Eranthis Scilla Fritillaria Tulipano NarcisoALBERI DA FRUTTAArancio Ciliegio Limone Melo Pero Pesco Susino Ulivo (var. nane) ViteALTRE PIANTEBambù Felci Piante aromatiche
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