LOTTE PER UNA RIFORMA RELIGIOSA
Per Riforma protestante
si intende il movimento religioso che, nel XVI secolo, allontanò molti
cristiani dell'Europa centrale e settentrionale dalla Chiesa cattolica romana,
portando alla formazione di un nuova Chiesa cristiana: la
protestante.
L'esigenza di riformare la Chiesa, (che era ormai diventata
una potenza terrena più che spirituale) per farla ritornare ai valori
predicati da Gesù Cristo, quali la purezza di spirito, la povertà,
l'amore verso il prossimo, ecc., si era manifestata già da due secoli
prima dando origine a nuovi ordini religiosi e ad eresie severamente
represse.
Tra la fine del 1300 e l'inizio del 1400, le lotte per una
riforma religiosa si affiancarono a quelle di ordine sociale, dando origine ai
primi due grandi movimenti eretici, entrambi perseguitati ed annientati. Il
primo di questi movimenti fu quello dei Lollardis, che nacque in Inghilterra dal
malcontento del popolo e del Parlamento. In seguito al riconoscimento di
Giovanni senza Terra a vassallo di Innocenzo III, furono applicate imposte
talmente onerose che in quel periodo l'Inghilterra divenne la maggior fonte di
denaro per la Chiesa.
Basti pensare che il Parlamento inglese nel 1376
portò le sue rimostranze a Edoardo III, dimostrando che la Curia
prelevava in tasse per benefici vacanti una somma di denaro cinque volte
superiore a quelle che erano le entrate del re.
Contro questa situazione si
sollevò per primo John Wycliffe, docente dell'Università di Oxford
e primo traduttore della Bibbia inglese, esortando il re a impadronirsi dei beni
della Chiesa e a rifiutare alcuni dogmi.
Immediatamente dopo la protesta di
Wycliffe, e anche a causa di questa, in Boemia nacque quello che può
essere definito l'ultimo movimento eretico prima della nascita del luteranesimo;
in quel Paese l'opposizione al papato fu generata anche da motivi nazionali.
Infatti i Cechi, popolo slavo, vedevano sempre meno di buon occhio le
sistematiche nomine in Boemia di vescovi e abati tedeschi, nonché di
professori tedeschi all'Università di Praga. Il movimento eretico in
Boemia si sviluppò intorno ad un prete, Jan Huss. Scomunicato dalla
Chiesa, arrestato a tradimento, pur essendo in possesso di un salvacondotto
dell'imperatore, Huss venne condannato come eretico e arso vivo nel 1415. Fu da
questo terribile episodio che prese il via quella che fu definita la guerra
degli hussiti, una guerra che devastò la Boemia e la Germania per quasi
vent'anni (1419-1436).
In realtà nei concili tenutisi nel XV secolo,
la Chiesa tentò, senza ottenere nessun risultato di rilievo, di frenare
l'ormai dilagante malcostume del clero. Ma ormai la corte papale viveva nel
lusso più sfrenato, alimentato da abusi e corruzione a cui nessuno voleva
rinunciare.
È in questo contesto che Lutero concepì la Riforma, il
cui inizio può essere datato nel 1517, anno di pubblicazione delle 95
tesi luterane.
MARTIN LUTERO
Di origine contadina, Martin Lutero era nato a
Eisleben, in Sassonia, nel 1483. Dopo aver effettuato i primi studi presso i
Fratelli della vita comune a Magdeburgo e ad Eisenach, frequentò
l'università di Erfurt dove, nel 1502, conseguì il titolo
accademico di magister artium, dedicandosi successivamente allo studio del
diritto. Quello stesso anno interruppe però gli studi umanistici per
entrare nel convento agostiniano di Erfurt e farsi monaco. Presi gli ordini nel
1507, fu giudicato idoneo a proseguire gli studi teologici. Nel 1512 divenne
dottore in teologia e poco dopo fu chiamato a succedere al suo amico e
protettore Johann von Staupitz, nella cattedra di teologia biblica
dell'Università di Wittenberg.
In quegli anni, Lutero dedicò
studi e meditazione al problema della salvezza dell'anima; egli, nonostante i
digiuni e le continue penitenze, era ossessionato dal problema del peccato,
temendo di non riuscire a fare abbastanza per liberarsene.
Ma, intorno al
1515, attraverso la lettura della Lettera ai Romani di San Paolo, pervenne alla
conclusione, che l'uomo potesse raggiungere la salvezza solo attraverso la fede.
Lutero cancellò quindi qualsiasi legame tra meriti terreni e salvezza
dell'anima, sostenendo che l'uomo a causa del peccato originale, non può
essere l'artefice della propria salvezza, la quale può essere invece
raggiunta solo con l'aiuto di Dio. È Dio che nel suo amore infinito decide di
salvare un'anima attraverso la Grazia.
Questo intervento divino
apporterà nell'uomo un sentimento di fiducia e di riconoscenza,
cioè la fede stessa. Una volta che l'uomo raggiunge la fede potrà
anche compiere opere buone. Queste quindi, secondo Lutero, non sono più
all'origine della salvezza ma ne rappresentano una conseguenza.
Martin Lutero
LA VENDITA DELLE INDULGENZE
Proprio mentre Lutero era sempre più
impegnato nella propria evoluzione spirituale, il papato continuava a percorrere
la strada della corruzione e del nepotismo: pontefici come Alessandro VI, Giulio
II e Leone X, più che uomini di religione, erano gli arroganti
sostenitori di una politica che, troppo spesso, non era retta da sani principi
morali e che non perseguiva fini sociali né tantomeno religiosi.
In
questo contesto, nel 1517, papa Leone X promosse una vendita di indulgenze per
raccogliere il denaro necessario alla costruzione della cupola di San Pietro in
Roma.
Vendere le indulgenze significava promettere una riduzione delle pene
che l'anima avrebbe dovuto subire in purgatorio, in cambio di una somma di
denaro.
Questo atteggiamento della Chiesa, nell'ambito dell'angusta
mentalità medioevale, non era né anomalo né inconsueto;
tuttavia, in quella occasione, gli incaricati del papa esagerarono al punto da
offendere la religione stessa. Per esempio, sono noti i ritornelli creati da
Giovanni Tetzel, un frate domenicano tedesco, per convincere la gente a versare
il proprio obolo: «Appena il soldo in cassa ribalta/ l'anima dal purgatorio
salta», oppure «Quando cade il soldin nella cassetta/ l'anima sale in
cielo benedetta».
Furono proprio questi metodi grossolani e
irriverenti a provocare l'indignazione di Martin Lutero che, nello stesso anno,
affisse sulla porta della Chiesa di Ognissanti a Wittenberg le sue celebri 95
Tesi, con le quali criticava duramente il principio stesso della vendita di
indulgenze, come contrario alla fede cristiana.
In questo modo Lutero non
volle ufficializzare un suo distacco dalla Chiesa. Anzi nelle sue intenzioni la
pubblicazione delle 95 Tesi avrebbe dovuto costituire una provocazione, un
invito, rivolto a tutti i teologi, a discutere sulla moralità della
pratica della vendita delle indulgenze. Tuttavia, nelle discussioni che ebbe in
quel periodo e negli opuscoli infuocati che pubblicò, Lutero
arrivò a respingere alcune delle dottrine fondamentali del cattolicesimo.
Fu allora, nel 1520, che papa Leone X lo scomunicò, emettendo la bolla
pontificia Exsurge Domine che condannava Lutero e le sue 95 Tesi. Anche in
questo caso, tuttavia, Lutero dimostrò tutta la sua fermezza d'animo,
bruciando pubblicamente e con disprezzo la bolla di scomunica.
L'anno
successivo, il 1521, Lutero fu convocato dall'imperatore Carlo V per ritrattare
le proprie teorie. Al rifiuto di Lutero, Carlo V rispose bandendolo dall'impero,
in sostanza dichiarandolo fuorilegge.
Lutero riuscì a salvarsi dalle
persecuzioni dell'imperatore solo grazie alla protezione di Federico III il
Saggio, principe di Sassonia, che lo nascose nel castello di Wartburg.
Nel
1525 Lutero sposò Katharina von Bora, una delle tante monache uscite dai
conventi ai primi sintomi della Riforma. Da Katharina, ebbe poi numerosi figli,
venendo a costituire il prototipo della famiglia protestante.
Da allora,
fino alla morte, avvenuta nel 1546 ad Eisleben, Lutero partecipò ora come
animatore, ora come testimone, alla rivoluzione da lui suscitata in
Germania.
Sempre in quegli anni egli tradusse il Nuovo Testamento in
tedesco ribadendo così ancora una volta il diritto del popolo a leggere
le Sacre Scritture, sino ad allora prerogativa esclusiva del clero.
LA CUPOLA DI SAN PIETRO
Questa opera straordinaria, che coronò la
vita di un grande artista come Michelangelo, fu la causa scatenante, certamente
non la causa prima, delle lotte religiose in Germania prima e in tutta Europa
poi.
Infatti fu proprio per la realizzazione della cupola di San Pietro che
papa Leone X promosse quella famosa vendita delle indulgenze che scatenò
l'indignazione di Lutero. Data l'importanza dell'opera, in questa sede, vogliamo
analizzare la sua genesi storica e artistica. I primi a studiare la
possibilità di realizzare una così difficile impresa furono
artisti di grande fama e prestigio, quali il Bramante, Raffaello, Sangallo e
altri. Questi però furono costretti a sospendere i loro studi a causa del
sacco di Roma del 1527.
Solo nel 1546 papa Paolo III volle seguire la
volontà dei suoi predecessori, affidando lo studio architettonico della
cupola di San Pietro a Michelangelo. Il grande artista toscano, che
accettò con gioia un incarico tanto importante e grandioso, riprese il
primo progetto realizzato dal Bramante, apportando alcune sostanziali modifiche
ai pilastri e agli arconi di sostegno. Tali innovazioni permisero a Michelangelo
di esprimere quel concetto di forza, di dominio dello spirito sulla materia che
aveva da sempre caratterizzato la sua straordinaria produzione
artistica.
Purtroppo Michelangelo morì nel 1564 senza poter portare
a termine l'opera forse più grandiosa della sua vita. I lavori furono
comunque proseguiti da Giacomo della Porta, il solo, a causa della sua spiccata
adesione alla scuola del Michelangelo, che potesse assolvere l'immane compito.
Egli, con l'aiuto di Domenico Fontana, e sotto la costante e a volte assillante
pressione di papa Sisto V, riuscì a concludere l'intera opera in soli 18
mesi.
DIFFUSIONE DELLA DOTTRINA DI LUTERO
In Germania la Riforma luterana ottenne subito
l'appoggio dei principi che vedevano nella ribellione alla Chiesa un ottimo
pretesto per impadronirsi dei beni e delle proprietà
ecclesiastiche.
Nel 1529, alla Dieta di Spira, i luterani presentarono una
protesta in difesa dei propri diritti (di qui il nome di protestanti) e quando
Carlo V minacciò di mettere nuovamente al bando Lutero e tutti i suoi
seguaci, come già aveva fatto nel 1521, furono proprio i principi e le
città tedesche aderenti alla riforma ad insorgere contro questa
eventualità.
Alle divergenze fece seguito la lotta armata che
durò per diversi anni; solo nel 1555, con la Pace di Augusta, venne
stabilita la pacifica convivenza delle due confessioni.
Ancora una volta
però fu commessa un'ingiustizia: infatti la pace di Augusta
stabilì che i sudditi tedeschi avrebbero dovuto seguire la confessione
religiosa del proprio principe, oppure emigrare in un altro Paese; in una
situazione del genere è ovvio che la concessione della libertà
religiosa sarebbe stata un'esclusiva prerogativa dei principi e non di tutto il
popolo tedesco.
In questi anni e in quelli successivi la Riforma non si
limitò alla Germania ma si espanse in tutta Europa e assunse un carattere
particolare nelle città della Renania e della Svizzera, dove un insieme
di fattori geografici, politici e culturali contribuirono ad orientare
diversamente gli impulsi del rinnovamento, dando vita a diverse correnti che
presero il nome da altri riformatori: Zwingli (Zurigo), Butzer (Strasburgo) e
Calvino (Ginevra).
Il teologo Ulrich Zwingli
GIOVANNI CALVINO
Il secondo grande filone del protestantesimo, che
nel XVI secolo andò sviluppandosi nella scia della riforma luterana, fu
quello calvinista. Jean Cauvin, nato a Noyon nel 1509, venne indirizzato dal
padre, notaio, verso la carriera ecclesiastica, ottenendo, in giovanissima
età, cospicui benefici, che gli consentirono di studiare
all'Università di Parigi e in altri grandi centri.
Nel 1533 Calvino,
a Bruges, abiurò il cattolicesimo e nel 1536, rifugiatosi a Basilea,
pubblicò l'Istituzione della religione cristiana, un'opera influenzata
dalle teorie di Lutero ma con la teorizzazione di un cristianesimo rigorosamente
austero e intollerante. Da allora iniziò una serie di peregrinazioni che
lo portarono a Strasburgo, Basilea, Ferrara e Ginevra, mettendolo in contatto
con i più fervidi ambienti della cultura umanistica e protestante
europea. Solo nel 1541 fu chiamato dalle autorità della città di
Ginevra, da cui era stato esiliato cinque anni prima, a ricoprire i ruoli di
pastore e consigliere religioso. Calvino pubblicò immediatamente delle
Ordinanze ecclesiastiche, che dettavano le regole per vivere da buoni cristiani,
regole a cui i ginevrini si dovettero assoggettare per non incorrere in severe
sanzioni.
L'opposizione fu ridotta al silenzio e tra le vittime più
illustri vi fu il riformatore radicale di origine spagnola Michele
Serveto.
A causa della sua intolleranza Calvino ebbe molti attriti con le
autorità politiche della città, tanto da rischiare un secondo
esilio; ciò però non accadde e Calvino morì a Ginevra nel
1564.
IL CALVINISMO
Calvino indubbiamente subì l'influenza di
Lutero, portando però il luteranesimo ai suoi estremi sviluppi, fino a
giungere alla teorizzazione di una nuova dottrina. Il calvinismo
trasformò i fedeli in veri e propri Soldati di Dio che dovevano lottare
con severità e durezza per la diffusione della parola del Signore, nella
certezza assoluta della vittoria finale. Calvino sostenne in più
occasioni che, essendo la sue parole e i suoi scritti ispirati direttamente da
Dio, dovevano essere sostenuti ad ogni costo in nome della verità. Se a
questa teoria aggiungiamo la convinzione secondo la quale Dio vorrebbe che ci si
dimenticasse di ogni umanità quando si tratta di lottare per la sua
gloria, ecco che possiamo capire quanto si potesse esasperare quell'intolleranza
religiosa che sempre caratterizzò l'opera di Calvino.
Il calvinismo
non fu solo un movimento religioso ma ebbe anche aspetti politici e sociali.
Diversamente dal luteranesimo, sosteneva che il lavoro e il successo negli
affari erano sintomi della benevolenza di Dio e quasi una promessa di salvezza.
Tale teoria fu ben accolta dalla nuova classe mercantile, ma Calvino ebbe molti
problemi quando tentò di sostenere che tra la comunità religiosa e
lo Stato doveva esistere un'esatta coincidenza. Egli riteneva lo Stato
un'espressione della Chiesa, alla quale era dovuta assoluta obbedienza.
A
causa di queste concezioni, il calvinismo, per imporsi, si trovò a
lottare nella maggior parte d'Europa contro le autorità civili,
così che le comunità calviniste in Olanda, Scozia e Francia furono
il maggiore veicolo di destabilizzazione politica.
IL PROTESTANTESIMO IN INGHILTERRA
In Inghilterra la crescita della riforma ebbe
origini e sviluppi assolutamente originali rispetto al resto
d'Europa.
Anche nel popolo inglese, come in tutto quello dell'Europa
occidentale, era diffusa una sempre più radicata avversione per il clero,
per la sua corruzione e per le pretese che la Chiesa avanzava. Da tempo inoltre
l'assolutismo regio cercava di imporsi anche sulla Chiesa e questa era andata
via via assumendo caratteristiche di Chiesa nazionale.
Nonostante questi
stimoli la monarchia inglese continuò a mantenere ottimi rapporti con
Roma e, al primo manifestarsi della Riforma, Enrico VIII, che nel 1509 era
succeduto al padre Enrico VII Tudor, si schierò con decisione contro i
protestanti. Nel 1521 scrisse addirittura un'opera contro tutte le tesi del
luteranismo.
Naturalmente questa iniziativa fu ben accolta dalla Chiesa
cattolica, tanto che papa Leone X concesse ad Enrico VIII il titolo di defensor
fidei (difensore della fede).
ENRICO VIII
A trasformare l'Inghilterra da uno degli alleati
più fidati del papato a Paese ostile ed estremamente combattivo, fu la
richiesta da parte di Enrico VIII di divorziare dalla moglie Caterina d'Aragona.
Papa Clemente VII non accolse la richiesta e ciò generò una grave
frizione col sovrano. Enrico VIII aveva sposato Caterina, figlia del re di
Spagna Ferdinando il Cattolico e zia di Carlo V, nel 1503. Dalla loro unione era
nata una sola figlia, Maria, il che creava delle notevoli preoccupazioni al re
per quanto riguardava la successione al trono.
A questo problema si deve
anche aggiungere la passione di Enrico VIII per la giovane damigella di corte
Anna Bolena.
Il monarca inglese, forte dello stretto legame con la Chiesa
di Roma e di precedenti e analoghi casi risolti dal papato con lo scioglimento
del legame matrimoniale, chiese a papa Clemente VII di ufficializzare il suo
divorzio da Caterina d'Aragona. Esistevano quindi tutti i presupposti
affinché la richiesta di Enrico VIII fosse facilmente accolta. Tuttavia
il fatto che, proprio in quegli anni, fosse avvenuto il Sacco di Roma con la
conseguente cattura del papa da parte delle truppe imperiali complicava la
situazione. Carlo V, infatti, aveva tutto l'interesse a far sì che le
richieste del sovrano inglese fossero respinte.
A causa di questo dissidio
con il papato, Enrico VIII convocò il Parlamento chiedendo di essere
appoggiato nella sua lotta contro la Chiesa romana. Fu così che dal 1529
al 1534, sotto il pressante stimolo del re, il Parlamento, dopo lunghe
discussioni, arrivò ad approvare l'Atto di Supremazia che, in sostanza,
riconosceva al monarca, in questo caso a Enrico VIII, la massima autorità
anche in campo religioso.
Con l'anno 1534 quindi si può datare
l'inizio di una serie di profondi mutamenti religiosi, che non sempre furono
accolti positivamente dal popolo inglese: la nuova Chiesa, denominata anglicana,
faceva capo direttamente al re, anche se al suo vertice spirituale e operativo
fu posto l'arcivescovo di Canterbury. Le prime riforme operate in campo
religioso da Enrico VIII non andarono tuttavia ad intaccare quelli che erano i
cardini della dogmatica e delle istituzioni della Chiesa cattolica, compresa la
gerarchia ecclesiastica. Furono invece eliminati il culto dei santi e della
Vergine, i pellegrinaggi, le offerte; in tutte le cerimonie religiose, al
tradizionale latino fu sostituita la lingua inglese e in generale furono
eliminate tutte quelle pratiche che già Lutero aveva individuato come
inutili e controproducenti.
Tra il 1536 e il 1540 Enrico VIII, sostenuto a
gran voce dai borghesi e dai nobili, che ebbero così l'occasione di
concludere ottimi affari condannò l'immoralità dei monaci e
confiscò loro ogni bene terreno.
Tuttavia queste iniziative del re,
anche se in parte potevano rispecchiare la volontà di frenare il
malcostume clericale, non erano ritenute soddisfacenti da nessuna delle parti:
infatti, se i cattolici si sentivano defraudati e privati delle loro
tradizionali prerogative, i protestanti non potevano certo riconoscere nella
nuova Chiesa un'adeguata realizzazione di quelle che erano le tesi della
Riforma. Nel frattempo Enrico VIII continuava a condurre una vita privata a dir
poco spregiudicata. Infatti, dopo la separazione da Caterina d'Aragona, che
morì dopo qualche anno, fece giustiziare la seconda moglie, Anna Bolena,
nel 1536. Nello stesso anno il re sposò Jane Seymour, che però
morì un anno dopo, durante il parto del tanto sospirato erede maschio, il
futuro Edoardo VI. Seguirono per Enrico VIII altri matrimoni conclusisi
rapidamente.
Il quarto, con la figlia del duca di Cleve, fu ben presto
sciolto a causa dell'immediata avversione del sovrano per la donna. Peraltro
questo matrimonio era stato organizzato dal ministro Thomas Cromwell, conte di
Essex, poi arrestato e giustiziato per alto tradimento nel 1540. Il quinto
matrimonio di Enrico VIII fu invece imposto dai conservatori, rafforzatisi
notevolmente dopo l'eliminazione di Cromwell. Anche in questo caso però
si risolse con l'uccisione della sposa, Caterina Howars, giustiziata nel 1542.
Alla sfortunata unione seguì infine quella con Caterina Parr.
EDOARDO VI
Alla morte di Enrico VIII la corona inglese
passò al figlio Edoardo VI (1547-1553). Ispirato da un gruppo di
riformatori e dal suo precettore Martin Bucero, teologo tedesco, questi si
accostò sempre più agli ideali del calvinismo e condannò la
confisca delle terre dei monasteri operata anni prima dal padre. In
realtà tale confisca, più che un atto dettato da stimoli
religiosi, si era rivelata un affare commerciale che però aveva creato
ben presto un malcontento generale. Infatti i monaci vivevano sui proventi delle
terre che però davano in affitto ai contadini a prezzi ragionevoli.
Inoltre, assicuravano ospitalità ai meno abbienti e curavano l'istruzione
dei giovani. I nuovi proprietari invece, generalmente borghesi o nobili, si
occuparono solo del massimo sfruttamento delle terre e dei contadini che le
lavoravano.
Dopo questi primi passi Edoardo VI, anche sotto l'influenza
dell'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer, creò una Chiesa
protestante inglese.
Nel 1549 fu pubblicato il «Libro della preghiera
comune» (Common Prayer Book) e introdotta una legge che permetteva al clero
di sposarsi; legge che fu seguita da un nuovo ordinamento liturgico che privava
i preti di ogni carattere sacrale, riducendoli a semplici ministri del culto.
Nel 1553 fu emesso l'Atto di Uniformità, che mise fuori legge ogni altra
forma di culto esterna alla nuova Chiesa; negli anni successivi altre iniziative
minori caratterizzarono il regno di Edoardo VI, tutte comunque sempre tese a
stimolare la crescita della Chiesa protestante in Inghilterra.
Il popolo
inglese non oppose mai resistenza alla riforma operata da Edoardo VI,
probabilmente perché capiva di avere a che fare con un re saggio e ben
consigliato, che non operava solo a favore di una casta ma che perseguiva un
concetto di giustizia universale.
Il pericolo di una restaurazione
cattolica era comunque prossimo.
Infatti nel 1553 la cagionevole salute di
Edoardo VI fece nascere notevoli preoccupazioni per quanto riguardava la
successione, in quanto sarebbe spettata di diritto alla sorella maggiore Maria
Tudor, nata dal matrimonio tra Enrico VIII e Caterina d'Aragona. L'ascesa al
trono di Maria avrebbe indubbiamente portato ad un rovesciamento della politica
religiosa inglese, essendo la nuova regina una cattolica intransigente.
A
nulla valsero i tentativi di John Dudley, duca di Northumberland, che fece
incoronare la sedicenne Jane Grey, erede delle pretese dinastiche dei Suffolk;
alla morte di Edoardo VI, nel giugno 1533, il trono passò alla sorella,
Maria Tudor.
MARIA TUDOR
Maria Tudor, che aveva trascorso in Spagna gran
parte della sua vita ed era stata educata con rigore nella religione cattolica,
avviò una decisa opera di restaurazione, usando ogni mezzo, anche la
più cruenta repressione, tanto da conquistarsi il soprannome di Maria la
Sanguinaria.
Già malvista dal popolo, ormai in gran parte
anticattolico, Maria Tudor aggravò la propria posizione sposando,
all'inizio del 1554, il giovane figlio dell'imperatore Carlo V, il futuro
Filippo II. L'Inghilterra fu così coinvolta in un'alleanza con la Spagna
che portò il Paese a dover affrontare guerre assolutamente estranee ai
suoi interessi e che portarono addirittura alla perdita di Calais.
L'uomo
prescelto da Maria Tudor per imporre la restaurazione cattolica fu il cardinale
Reginald Pole che, dopo aver fatto annullare la legislazione introdotta da
Enrico VIII, si dedicò con fervore alla persecuzione
antiprotestante.
La maggior parte dei capi protestanti si rifugiarono
all'estero. Quelli che rimasero in Inghilterra, compreso l'arcivescovo Cranmer,
furono arsi vivi. I ceti più umili furono oggetto di persecuzioni
incredibili e gli anabattisti furono massacrati in massa.
In questa
situazione nel popolo inglese non poté che crescere la rabbia
anticattolica e antispagnola: si allontanò così sempre di
più il sogno di Maria Tudor volto alla restaurazione del cattolicesimo in
Inghilterra. Legati a un destino comune, Maria Tudor e Reginald Pole morirono
infatti a poche ore di distanza l'una dall'altro nel novembre 1558, senza essere
riusciti a ricondurre l'Inghilterra alla Chiesa di Roma. Il trono passò
di diritto ad Elisabetta I, nata dal matrimonio di Enrico VIII con Anna Bolena.
L'incoronazione della giovane segnò la fine sia della restaurazione
cattolica che del predominio spagnolo in Inghilterra.
PICCOLO LESSICO
DEFENSOR FIDEI
Tradotto letteralmente
significa «difensore della fede» e fu il titolo concesso da papa Leone
X a Enrico VIII d'Inghilterra per la sua politica antiprotestante. Tale titolo
fu poi revocato da papa Paolo III dopo la rottura dell'Inghilterra con la Chiesa
di Roma e il conseguente scisma anglicano. Tuttavia, ancora oggi, il titolo di
defensor fidei è una delle prerogative della Corona
inglese.
INDULGENZE
Più propriamente dobbiamo parlare di
lettere d'indulgenza per indicare le lettere che venivano vendute dalla Chiesa
in cambio della salvezza dell'anima. Come sappiamo fu proprio questo genere di
commercio a scatenare la rivoluzione protestante e in particolare il
luteranesimo. Oggi le indulgenze, o meglio le offerte in denaro, sono intese
dalla Chiesa cattolica come aiuto al credente nel cammino di
conversione.
PERSONAGGI CELEBRI
JAN HUSS
(1369-1415). Sacerdote,
professore e rettore dell'università di Praga, fu uno dei protagonisti
più attivi della riforma protestante. Osteggiato dall'arcivescovo e dalla
stessa Università in cui insegnava, Huss radicalizzò le proprie
posizioni sia teologiche che sociali, tanto che, nel 1415, dopo aver rifiutato
di ritrattare le proprie idee al Concilio di Costanza fu condannato e arso vivo.
Contro i suoi seguaci, gli hussiti, la Chiesa di Roma organizzerà ben
cinque crociate, il fallimento delle quali costrinse il papato ad un accordo con
il movimento boemo nel 1436.
RIASSUNTO CRONOLOGICO
1415: Jan Huss viene condannato come
eretico e arso vivo. L'episodio scatenerà quella che è stata
definita come la guerra degli hussiti che travagliò la Boemia e la
Germania per quasi vent'anni.
1483: Martin Lutero nasce a Eisleben,
in Sassonia, da famiglia contadina.
1517: in seguito alla vendita
delle indulgenze, promossa da papa Leone X, Martin Lutero affigge sulla porta
della chiesa di Ognissanti, a Wittenberg, le sue celebri 95
Tesi.
1519: Zwingli inizia a Zurigo la sua predicazione.
1520: Lutero viene raggiunto dalla bolla pontificia Exurge Domine,
che condanna il suo comportamento e le sue 95 Tesi. Per nulla intimorito egli
brucia pubblicamente la bolla.
1521: Lutero viene scomunicato e
dichiarato fuorilegge dall'imperatore Carlo V.
1529: Dieta di Spira e
conseguente rivolta contro Carlo V e la sua rigidità contro i
protestanti, da parte di cinque principi e quattordici città
tedesche.
1533: Calvino abiura il cattolicesimo e inizia la sua
predicazione.
1534: il Parlamento inglese approva l'Atto di
Supremazia che conferisce a Enrico VIII massimo potere anche in campo religioso.
Nasce così la Chiesa anglicana.
1536: Calvino pubblica
l'Istituzione della religione cristiana, enunciando così la propria
visione estremamente austera e intollerante del cristianesimo.
1540:
Enrico VIII confisca i beni terreni della Chiesa in Inghilterra per
ridistribuirli alla nobiltà.
1546: dopo aver tradotto il Nuovo
Testamento in tedesco, Lutero muore ad Eisleben.
1547: muore Enrico
VIII e al trono d'Inghilterra sale il giovane figlio Edoardo
VI.
1549: Edoardo VI, proseguendo nell'opera riformista del
padre,pubblica il Libro della preghiera comune, nel quale viene enunciata la
nuova liturgia anglicana.
1553: Edoardo VI, con l'emanazione di un
Atto di Uniformità, mette fuorilegge ogni forma di culto diversa da
quella della nuova Chiesa anglicana. Nello stesso anno muore lasciando il trono
a Maria Tudor.
1554: Maria Tudor, regina d'Inghilterra, sposa il
cattolico Filippo II, futuro re di Spagna, nel tentativo di restaurare il
cattolicesimo nel Paese.
1555: Stipulazione della Pace di Augusta che
pone fine alla guerra religiosa tra l'imperatore Carlo V e i principi
protestanti tedeschi.
1558: Muoiono Maria Tudor e Reginald Pole
senza essere riusciti a restaurare il cattolicesimo in
Inghilterra.
1564: Muore Calvino a Ginevra.