STORIA MODERNA - LA RIFORMA PROTESTANTE

LOTTE PER UNA RIFORMA RELIGIOSA

Per Riforma protestante si intende il movimento religioso che, nel XVI secolo, allontanò molti cristiani dell'Europa centrale e settentrionale dalla Chiesa cattolica romana, portando alla formazione di un nuova Chiesa cristiana: la protestante.
L'esigenza di riformare la Chiesa, (che era ormai diventata una potenza terrena più che spirituale) per farla ritornare ai valori predicati da Gesù Cristo, quali la purezza di spirito, la povertà, l'amore verso il prossimo, ecc., si era manifestata già da due secoli prima dando origine a nuovi ordini religiosi e ad eresie severamente represse.
Tra la fine del 1300 e l'inizio del 1400, le lotte per una riforma religiosa si affiancarono a quelle di ordine sociale, dando origine ai primi due grandi movimenti eretici, entrambi perseguitati ed annientati. Il primo di questi movimenti fu quello dei Lollardis, che nacque in Inghilterra dal malcontento del popolo e del Parlamento. In seguito al riconoscimento di Giovanni senza Terra a vassallo di Innocenzo III, furono applicate imposte talmente onerose che in quel periodo l'Inghilterra divenne la maggior fonte di denaro per la Chiesa.
Basti pensare che il Parlamento inglese nel 1376 portò le sue rimostranze a Edoardo III, dimostrando che la Curia prelevava in tasse per benefici vacanti una somma di denaro cinque volte superiore a quelle che erano le entrate del re.
Contro questa situazione si sollevò per primo John Wycliffe, docente dell'Università di Oxford e primo traduttore della Bibbia inglese, esortando il re a impadronirsi dei beni della Chiesa e a rifiutare alcuni dogmi.
Immediatamente dopo la protesta di Wycliffe, e anche a causa di questa, in Boemia nacque quello che può essere definito l'ultimo movimento eretico prima della nascita del luteranesimo; in quel Paese l'opposizione al papato fu generata anche da motivi nazionali. Infatti i Cechi, popolo slavo, vedevano sempre meno di buon occhio le sistematiche nomine in Boemia di vescovi e abati tedeschi, nonché di professori tedeschi all'Università di Praga. Il movimento eretico in Boemia si sviluppò intorno ad un prete, Jan Huss. Scomunicato dalla Chiesa, arrestato a tradimento, pur essendo in possesso di un salvacondotto dell'imperatore, Huss venne condannato come eretico e arso vivo nel 1415. Fu da questo terribile episodio che prese il via quella che fu definita la guerra degli hussiti, una guerra che devastò la Boemia e la Germania per quasi vent'anni (1419-1436).
In realtà nei concili tenutisi nel XV secolo, la Chiesa tentò, senza ottenere nessun risultato di rilievo, di frenare l'ormai dilagante malcostume del clero. Ma ormai la corte papale viveva nel lusso più sfrenato, alimentato da abusi e corruzione a cui nessuno voleva rinunciare.
È in questo contesto che Lutero concepì la Riforma, il cui inizio può essere datato nel 1517, anno di pubblicazione delle 95 tesi luterane.

MARTIN LUTERO

Di origine contadina, Martin Lutero era nato a Eisleben, in Sassonia, nel 1483. Dopo aver effettuato i primi studi presso i Fratelli della vita comune a Magdeburgo e ad Eisenach, frequentò l'università di Erfurt dove, nel 1502, conseguì il titolo accademico di magister artium, dedicandosi successivamente allo studio del diritto. Quello stesso anno interruppe però gli studi umanistici per entrare nel convento agostiniano di Erfurt e farsi monaco. Presi gli ordini nel 1507, fu giudicato idoneo a proseguire gli studi teologici. Nel 1512 divenne dottore in teologia e poco dopo fu chiamato a succedere al suo amico e protettore Johann von Staupitz, nella cattedra di teologia biblica dell'Università di Wittenberg.
In quegli anni, Lutero dedicò studi e meditazione al problema della salvezza dell'anima; egli, nonostante i digiuni e le continue penitenze, era ossessionato dal problema del peccato, temendo di non riuscire a fare abbastanza per liberarsene.
Ma, intorno al 1515, attraverso la lettura della Lettera ai Romani di San Paolo, pervenne alla conclusione, che l'uomo potesse raggiungere la salvezza solo attraverso la fede. Lutero cancellò quindi qualsiasi legame tra meriti terreni e salvezza dell'anima, sostenendo che l'uomo a causa del peccato originale, non può essere l'artefice della propria salvezza, la quale può essere invece raggiunta solo con l'aiuto di Dio. È Dio che nel suo amore infinito decide di salvare un'anima attraverso la Grazia.
Questo intervento divino apporterà nell'uomo un sentimento di fiducia e di riconoscenza, cioè la fede stessa. Una volta che l'uomo raggiunge la fede potrà anche compiere opere buone. Queste quindi, secondo Lutero, non sono più all'origine della salvezza ma ne rappresentano una conseguenza.
Martin Lutero

LA VENDITA DELLE INDULGENZE

Proprio mentre Lutero era sempre più impegnato nella propria evoluzione spirituale, il papato continuava a percorrere la strada della corruzione e del nepotismo: pontefici come Alessandro VI, Giulio II e Leone X, più che uomini di religione, erano gli arroganti sostenitori di una politica che, troppo spesso, non era retta da sani principi morali e che non perseguiva fini sociali né tantomeno religiosi.
In questo contesto, nel 1517, papa Leone X promosse una vendita di indulgenze per raccogliere il denaro necessario alla costruzione della cupola di San Pietro in Roma.
Vendere le indulgenze significava promettere una riduzione delle pene che l'anima avrebbe dovuto subire in purgatorio, in cambio di una somma di denaro.
Questo atteggiamento della Chiesa, nell'ambito dell'angusta mentalità medioevale, non era né anomalo né inconsueto; tuttavia, in quella occasione, gli incaricati del papa esagerarono al punto da offendere la religione stessa. Per esempio, sono noti i ritornelli creati da Giovanni Tetzel, un frate domenicano tedesco, per convincere la gente a versare il proprio obolo: «Appena il soldo in cassa ribalta/ l'anima dal purgatorio salta», oppure «Quando cade il soldin nella cassetta/ l'anima sale in cielo benedetta».
Furono proprio questi metodi grossolani e irriverenti a provocare l'indignazione di Martin Lutero che, nello stesso anno, affisse sulla porta della Chiesa di Ognissanti a Wittenberg le sue celebri 95 Tesi, con le quali criticava duramente il principio stesso della vendita di indulgenze, come contrario alla fede cristiana.
In questo modo Lutero non volle ufficializzare un suo distacco dalla Chiesa. Anzi nelle sue intenzioni la pubblicazione delle 95 Tesi avrebbe dovuto costituire una provocazione, un invito, rivolto a tutti i teologi, a discutere sulla moralità della pratica della vendita delle indulgenze. Tuttavia, nelle discussioni che ebbe in quel periodo e negli opuscoli infuocati che pubblicò, Lutero arrivò a respingere alcune delle dottrine fondamentali del cattolicesimo. Fu allora, nel 1520, che papa Leone X lo scomunicò, emettendo la bolla pontificia Exsurge Domine che condannava Lutero e le sue 95 Tesi. Anche in questo caso, tuttavia, Lutero dimostrò tutta la sua fermezza d'animo, bruciando pubblicamente e con disprezzo la bolla di scomunica.
L'anno successivo, il 1521, Lutero fu convocato dall'imperatore Carlo V per ritrattare le proprie teorie. Al rifiuto di Lutero, Carlo V rispose bandendolo dall'impero, in sostanza dichiarandolo fuorilegge.
Lutero riuscì a salvarsi dalle persecuzioni dell'imperatore solo grazie alla protezione di Federico III il Saggio, principe di Sassonia, che lo nascose nel castello di Wartburg.
Nel 1525 Lutero sposò Katharina von Bora, una delle tante monache uscite dai conventi ai primi sintomi della Riforma. Da Katharina, ebbe poi numerosi figli, venendo a costituire il prototipo della famiglia protestante.
Da allora, fino alla morte, avvenuta nel 1546 ad Eisleben, Lutero partecipò ora come animatore, ora come testimone, alla rivoluzione da lui suscitata in Germania.
Sempre in quegli anni egli tradusse il Nuovo Testamento in tedesco ribadendo così ancora una volta il diritto del popolo a leggere le Sacre Scritture, sino ad allora prerogativa esclusiva del clero.

LA CUPOLA DI SAN PIETRO

Questa opera straordinaria, che coronò la vita di un grande artista come Michelangelo, fu la causa scatenante, certamente non la causa prima, delle lotte religiose in Germania prima e in tutta Europa poi.
Infatti fu proprio per la realizzazione della cupola di San Pietro che papa Leone X promosse quella famosa vendita delle indulgenze che scatenò l'indignazione di Lutero. Data l'importanza dell'opera, in questa sede, vogliamo analizzare la sua genesi storica e artistica. I primi a studiare la possibilità di realizzare una così difficile impresa furono artisti di grande fama e prestigio, quali il Bramante, Raffaello, Sangallo e altri. Questi però furono costretti a sospendere i loro studi a causa del sacco di Roma del 1527.
Solo nel 1546 papa Paolo III volle seguire la volontà dei suoi predecessori, affidando lo studio architettonico della cupola di San Pietro a Michelangelo. Il grande artista toscano, che accettò con gioia un incarico tanto importante e grandioso, riprese il primo progetto realizzato dal Bramante, apportando alcune sostanziali modifiche ai pilastri e agli arconi di sostegno. Tali innovazioni permisero a Michelangelo di esprimere quel concetto di forza, di dominio dello spirito sulla materia che aveva da sempre caratterizzato la sua straordinaria produzione artistica.
Purtroppo Michelangelo morì nel 1564 senza poter portare a termine l'opera forse più grandiosa della sua vita. I lavori furono comunque proseguiti da Giacomo della Porta, il solo, a causa della sua spiccata adesione alla scuola del Michelangelo, che potesse assolvere l'immane compito. Egli, con l'aiuto di Domenico Fontana, e sotto la costante e a volte assillante pressione di papa Sisto V, riuscì a concludere l'intera opera in soli 18 mesi.

DIFFUSIONE DELLA DOTTRINA DI LUTERO

In Germania la Riforma luterana ottenne subito l'appoggio dei principi che vedevano nella ribellione alla Chiesa un ottimo pretesto per impadronirsi dei beni e delle proprietà ecclesiastiche.
Nel 1529, alla Dieta di Spira, i luterani presentarono una protesta in difesa dei propri diritti (di qui il nome di protestanti) e quando Carlo V minacciò di mettere nuovamente al bando Lutero e tutti i suoi seguaci, come già aveva fatto nel 1521, furono proprio i principi e le città tedesche aderenti alla riforma ad insorgere contro questa eventualità.
Alle divergenze fece seguito la lotta armata che durò per diversi anni; solo nel 1555, con la Pace di Augusta, venne stabilita la pacifica convivenza delle due confessioni.
Ancora una volta però fu commessa un'ingiustizia: infatti la pace di Augusta stabilì che i sudditi tedeschi avrebbero dovuto seguire la confessione religiosa del proprio principe, oppure emigrare in un altro Paese; in una situazione del genere è ovvio che la concessione della libertà religiosa sarebbe stata un'esclusiva prerogativa dei principi e non di tutto il popolo tedesco.
In questi anni e in quelli successivi la Riforma non si limitò alla Germania ma si espanse in tutta Europa e assunse un carattere particolare nelle città della Renania e della Svizzera, dove un insieme di fattori geografici, politici e culturali contribuirono ad orientare diversamente gli impulsi del rinnovamento, dando vita a diverse correnti che presero il nome da altri riformatori: Zwingli (Zurigo), Butzer (Strasburgo) e Calvino (Ginevra).
Il teologo Ulrich Zwingli

GIOVANNI CALVINO

Il secondo grande filone del protestantesimo, che nel XVI secolo andò sviluppandosi nella scia della riforma luterana, fu quello calvinista. Jean Cauvin, nato a Noyon nel 1509, venne indirizzato dal padre, notaio, verso la carriera ecclesiastica, ottenendo, in giovanissima età, cospicui benefici, che gli consentirono di studiare all'Università di Parigi e in altri grandi centri.
Nel 1533 Calvino, a Bruges, abiurò il cattolicesimo e nel 1536, rifugiatosi a Basilea, pubblicò l'Istituzione della religione cristiana, un'opera influenzata dalle teorie di Lutero ma con la teorizzazione di un cristianesimo rigorosamente austero e intollerante. Da allora iniziò una serie di peregrinazioni che lo portarono a Strasburgo, Basilea, Ferrara e Ginevra, mettendolo in contatto con i più fervidi ambienti della cultura umanistica e protestante europea. Solo nel 1541 fu chiamato dalle autorità della città di Ginevra, da cui era stato esiliato cinque anni prima, a ricoprire i ruoli di pastore e consigliere religioso. Calvino pubblicò immediatamente delle Ordinanze ecclesiastiche, che dettavano le regole per vivere da buoni cristiani, regole a cui i ginevrini si dovettero assoggettare per non incorrere in severe sanzioni.
L'opposizione fu ridotta al silenzio e tra le vittime più illustri vi fu il riformatore radicale di origine spagnola Michele Serveto.
A causa della sua intolleranza Calvino ebbe molti attriti con le autorità politiche della città, tanto da rischiare un secondo esilio; ciò però non accadde e Calvino morì a Ginevra nel 1564.

IL CALVINISMO

Calvino indubbiamente subì l'influenza di Lutero, portando però il luteranesimo ai suoi estremi sviluppi, fino a giungere alla teorizzazione di una nuova dottrina. Il calvinismo trasformò i fedeli in veri e propri Soldati di Dio che dovevano lottare con severità e durezza per la diffusione della parola del Signore, nella certezza assoluta della vittoria finale. Calvino sostenne in più occasioni che, essendo la sue parole e i suoi scritti ispirati direttamente da Dio, dovevano essere sostenuti ad ogni costo in nome della verità. Se a questa teoria aggiungiamo la convinzione secondo la quale Dio vorrebbe che ci si dimenticasse di ogni umanità quando si tratta di lottare per la sua gloria, ecco che possiamo capire quanto si potesse esasperare quell'intolleranza religiosa che sempre caratterizzò l'opera di Calvino.
Il calvinismo non fu solo un movimento religioso ma ebbe anche aspetti politici e sociali. Diversamente dal luteranesimo, sosteneva che il lavoro e il successo negli affari erano sintomi della benevolenza di Dio e quasi una promessa di salvezza. Tale teoria fu ben accolta dalla nuova classe mercantile, ma Calvino ebbe molti problemi quando tentò di sostenere che tra la comunità religiosa e lo Stato doveva esistere un'esatta coincidenza. Egli riteneva lo Stato un'espressione della Chiesa, alla quale era dovuta assoluta obbedienza.
A causa di queste concezioni, il calvinismo, per imporsi, si trovò a lottare nella maggior parte d'Europa contro le autorità civili, così che le comunità calviniste in Olanda, Scozia e Francia furono il maggiore veicolo di destabilizzazione politica.

IL PROTESTANTESIMO IN INGHILTERRA

In Inghilterra la crescita della riforma ebbe origini e sviluppi assolutamente originali rispetto al resto d'Europa.
Anche nel popolo inglese, come in tutto quello dell'Europa occidentale, era diffusa una sempre più radicata avversione per il clero, per la sua corruzione e per le pretese che la Chiesa avanzava. Da tempo inoltre l'assolutismo regio cercava di imporsi anche sulla Chiesa e questa era andata via via assumendo caratteristiche di Chiesa nazionale.
Nonostante questi stimoli la monarchia inglese continuò a mantenere ottimi rapporti con Roma e, al primo manifestarsi della Riforma, Enrico VIII, che nel 1509 era succeduto al padre Enrico VII Tudor, si schierò con decisione contro i protestanti. Nel 1521 scrisse addirittura un'opera contro tutte le tesi del luteranismo.
Naturalmente questa iniziativa fu ben accolta dalla Chiesa cattolica, tanto che papa Leone X concesse ad Enrico VIII il titolo di defensor fidei (difensore della fede).

ENRICO VIII

A trasformare l'Inghilterra da uno degli alleati più fidati del papato a Paese ostile ed estremamente combattivo, fu la richiesta da parte di Enrico VIII di divorziare dalla moglie Caterina d'Aragona. Papa Clemente VII non accolse la richiesta e ciò generò una grave frizione col sovrano. Enrico VIII aveva sposato Caterina, figlia del re di Spagna Ferdinando il Cattolico e zia di Carlo V, nel 1503. Dalla loro unione era nata una sola figlia, Maria, il che creava delle notevoli preoccupazioni al re per quanto riguardava la successione al trono.
A questo problema si deve anche aggiungere la passione di Enrico VIII per la giovane damigella di corte Anna Bolena.
Il monarca inglese, forte dello stretto legame con la Chiesa di Roma e di precedenti e analoghi casi risolti dal papato con lo scioglimento del legame matrimoniale, chiese a papa Clemente VII di ufficializzare il suo divorzio da Caterina d'Aragona. Esistevano quindi tutti i presupposti affinché la richiesta di Enrico VIII fosse facilmente accolta. Tuttavia il fatto che, proprio in quegli anni, fosse avvenuto il Sacco di Roma con la conseguente cattura del papa da parte delle truppe imperiali complicava la situazione. Carlo V, infatti, aveva tutto l'interesse a far sì che le richieste del sovrano inglese fossero respinte.
A causa di questo dissidio con il papato, Enrico VIII convocò il Parlamento chiedendo di essere appoggiato nella sua lotta contro la Chiesa romana. Fu così che dal 1529 al 1534, sotto il pressante stimolo del re, il Parlamento, dopo lunghe discussioni, arrivò ad approvare l'Atto di Supremazia che, in sostanza, riconosceva al monarca, in questo caso a Enrico VIII, la massima autorità anche in campo religioso.
Con l'anno 1534 quindi si può datare l'inizio di una serie di profondi mutamenti religiosi, che non sempre furono accolti positivamente dal popolo inglese: la nuova Chiesa, denominata anglicana, faceva capo direttamente al re, anche se al suo vertice spirituale e operativo fu posto l'arcivescovo di Canterbury. Le prime riforme operate in campo religioso da Enrico VIII non andarono tuttavia ad intaccare quelli che erano i cardini della dogmatica e delle istituzioni della Chiesa cattolica, compresa la gerarchia ecclesiastica. Furono invece eliminati il culto dei santi e della Vergine, i pellegrinaggi, le offerte; in tutte le cerimonie religiose, al tradizionale latino fu sostituita la lingua inglese e in generale furono eliminate tutte quelle pratiche che già Lutero aveva individuato come inutili e controproducenti.
Tra il 1536 e il 1540 Enrico VIII, sostenuto a gran voce dai borghesi e dai nobili, che ebbero così l'occasione di concludere ottimi affari condannò l'immoralità dei monaci e confiscò loro ogni bene terreno.
Tuttavia queste iniziative del re, anche se in parte potevano rispecchiare la volontà di frenare il malcostume clericale, non erano ritenute soddisfacenti da nessuna delle parti: infatti, se i cattolici si sentivano defraudati e privati delle loro tradizionali prerogative, i protestanti non potevano certo riconoscere nella nuova Chiesa un'adeguata realizzazione di quelle che erano le tesi della Riforma. Nel frattempo Enrico VIII continuava a condurre una vita privata a dir poco spregiudicata. Infatti, dopo la separazione da Caterina d'Aragona, che morì dopo qualche anno, fece giustiziare la seconda moglie, Anna Bolena, nel 1536. Nello stesso anno il re sposò Jane Seymour, che però morì un anno dopo, durante il parto del tanto sospirato erede maschio, il futuro Edoardo VI. Seguirono per Enrico VIII altri matrimoni conclusisi rapidamente.
Il quarto, con la figlia del duca di Cleve, fu ben presto sciolto a causa dell'immediata avversione del sovrano per la donna. Peraltro questo matrimonio era stato organizzato dal ministro Thomas Cromwell, conte di Essex, poi arrestato e giustiziato per alto tradimento nel 1540. Il quinto matrimonio di Enrico VIII fu invece imposto dai conservatori, rafforzatisi notevolmente dopo l'eliminazione di Cromwell. Anche in questo caso però si risolse con l'uccisione della sposa, Caterina Howars, giustiziata nel 1542. Alla sfortunata unione seguì infine quella con Caterina Parr.

EDOARDO VI

Alla morte di Enrico VIII la corona inglese passò al figlio Edoardo VI (1547-1553). Ispirato da un gruppo di riformatori e dal suo precettore Martin Bucero, teologo tedesco, questi si accostò sempre più agli ideali del calvinismo e condannò la confisca delle terre dei monasteri operata anni prima dal padre. In realtà tale confisca, più che un atto dettato da stimoli religiosi, si era rivelata un affare commerciale che però aveva creato ben presto un malcontento generale. Infatti i monaci vivevano sui proventi delle terre che però davano in affitto ai contadini a prezzi ragionevoli. Inoltre, assicuravano ospitalità ai meno abbienti e curavano l'istruzione dei giovani. I nuovi proprietari invece, generalmente borghesi o nobili, si occuparono solo del massimo sfruttamento delle terre e dei contadini che le lavoravano.
Dopo questi primi passi Edoardo VI, anche sotto l'influenza dell'arcivescovo di Canterbury Thomas Cranmer, creò una Chiesa protestante inglese.
Nel 1549 fu pubblicato il «Libro della preghiera comune» (Common Prayer Book) e introdotta una legge che permetteva al clero di sposarsi; legge che fu seguita da un nuovo ordinamento liturgico che privava i preti di ogni carattere sacrale, riducendoli a semplici ministri del culto. Nel 1553 fu emesso l'Atto di Uniformità, che mise fuori legge ogni altra forma di culto esterna alla nuova Chiesa; negli anni successivi altre iniziative minori caratterizzarono il regno di Edoardo VI, tutte comunque sempre tese a stimolare la crescita della Chiesa protestante in Inghilterra.
Il popolo inglese non oppose mai resistenza alla riforma operata da Edoardo VI, probabilmente perché capiva di avere a che fare con un re saggio e ben consigliato, che non operava solo a favore di una casta ma che perseguiva un concetto di giustizia universale.
Il pericolo di una restaurazione cattolica era comunque prossimo.
Infatti nel 1553 la cagionevole salute di Edoardo VI fece nascere notevoli preoccupazioni per quanto riguardava la successione, in quanto sarebbe spettata di diritto alla sorella maggiore Maria Tudor, nata dal matrimonio tra Enrico VIII e Caterina d'Aragona. L'ascesa al trono di Maria avrebbe indubbiamente portato ad un rovesciamento della politica religiosa inglese, essendo la nuova regina una cattolica intransigente.
A nulla valsero i tentativi di John Dudley, duca di Northumberland, che fece incoronare la sedicenne Jane Grey, erede delle pretese dinastiche dei Suffolk; alla morte di Edoardo VI, nel giugno 1533, il trono passò alla sorella, Maria Tudor.

MARIA TUDOR

Maria Tudor, che aveva trascorso in Spagna gran parte della sua vita ed era stata educata con rigore nella religione cattolica, avviò una decisa opera di restaurazione, usando ogni mezzo, anche la più cruenta repressione, tanto da conquistarsi il soprannome di Maria la Sanguinaria.
Già malvista dal popolo, ormai in gran parte anticattolico, Maria Tudor aggravò la propria posizione sposando, all'inizio del 1554, il giovane figlio dell'imperatore Carlo V, il futuro Filippo II. L'Inghilterra fu così coinvolta in un'alleanza con la Spagna che portò il Paese a dover affrontare guerre assolutamente estranee ai suoi interessi e che portarono addirittura alla perdita di Calais.
L'uomo prescelto da Maria Tudor per imporre la restaurazione cattolica fu il cardinale Reginald Pole che, dopo aver fatto annullare la legislazione introdotta da Enrico VIII, si dedicò con fervore alla persecuzione antiprotestante.
La maggior parte dei capi protestanti si rifugiarono all'estero. Quelli che rimasero in Inghilterra, compreso l'arcivescovo Cranmer, furono arsi vivi. I ceti più umili furono oggetto di persecuzioni incredibili e gli anabattisti furono massacrati in massa.
In questa situazione nel popolo inglese non poté che crescere la rabbia anticattolica e antispagnola: si allontanò così sempre di più il sogno di Maria Tudor volto alla restaurazione del cattolicesimo in Inghilterra. Legati a un destino comune, Maria Tudor e Reginald Pole morirono infatti a poche ore di distanza l'una dall'altro nel novembre 1558, senza essere riusciti a ricondurre l'Inghilterra alla Chiesa di Roma. Il trono passò di diritto ad Elisabetta I, nata dal matrimonio di Enrico VIII con Anna Bolena. L'incoronazione della giovane segnò la fine sia della restaurazione cattolica che del predominio spagnolo in Inghilterra.

PICCOLO LESSICO

DEFENSOR FIDEI

Tradotto letteralmente significa «difensore della fede» e fu il titolo concesso da papa Leone X a Enrico VIII d'Inghilterra per la sua politica antiprotestante. Tale titolo fu poi revocato da papa Paolo III dopo la rottura dell'Inghilterra con la Chiesa di Roma e il conseguente scisma anglicano. Tuttavia, ancora oggi, il titolo di defensor fidei è una delle prerogative della Corona inglese.

INDULGENZE

Più propriamente dobbiamo parlare di lettere d'indulgenza per indicare le lettere che venivano vendute dalla Chiesa in cambio della salvezza dell'anima. Come sappiamo fu proprio questo genere di commercio a scatenare la rivoluzione protestante e in particolare il luteranesimo. Oggi le indulgenze, o meglio le offerte in denaro, sono intese dalla Chiesa cattolica come aiuto al credente nel cammino di conversione.

PERSONAGGI CELEBRI

JAN HUSS

(1369-1415). Sacerdote, professore e rettore dell'università di Praga, fu uno dei protagonisti più attivi della riforma protestante. Osteggiato dall'arcivescovo e dalla stessa Università in cui insegnava, Huss radicalizzò le proprie posizioni sia teologiche che sociali, tanto che, nel 1415, dopo aver rifiutato di ritrattare le proprie idee al Concilio di Costanza fu condannato e arso vivo. Contro i suoi seguaci, gli hussiti, la Chiesa di Roma organizzerà ben cinque crociate, il fallimento delle quali costrinse il papato ad un accordo con il movimento boemo nel 1436.

RIASSUNTO CRONOLOGICO

1415: Jan Huss viene condannato come eretico e arso vivo. L'episodio scatenerà quella che è stata definita come la guerra degli hussiti che travagliò la Boemia e la Germania per quasi vent'anni.

1483: Martin Lutero nasce a Eisleben, in Sassonia, da famiglia contadina.

1517: in seguito alla vendita delle indulgenze, promossa da papa Leone X, Martin Lutero affigge sulla porta della chiesa di Ognissanti, a Wittenberg, le sue celebri 95 Tesi.

1519: Zwingli inizia a Zurigo la sua predicazione.

1520: Lutero viene raggiunto dalla bolla pontificia Exurge Domine, che condanna il suo comportamento e le sue 95 Tesi. Per nulla intimorito egli brucia pubblicamente la bolla.

1521: Lutero viene scomunicato e dichiarato fuorilegge dall'imperatore Carlo V.

1529: Dieta di Spira e conseguente rivolta contro Carlo V e la sua rigidità contro i protestanti, da parte di cinque principi e quattordici città tedesche.

1533: Calvino abiura il cattolicesimo e inizia la sua predicazione.

1534: il Parlamento inglese approva l'Atto di Supremazia che conferisce a Enrico VIII massimo potere anche in campo religioso. Nasce così la Chiesa anglicana.

1536: Calvino pubblica l'Istituzione della religione cristiana, enunciando così la propria visione estremamente austera e intollerante del cristianesimo.

1540: Enrico VIII confisca i beni terreni della Chiesa in Inghilterra per ridistribuirli alla nobiltà.

1546: dopo aver tradotto il Nuovo Testamento in tedesco, Lutero muore ad Eisleben.

1547: muore Enrico VIII e al trono d'Inghilterra sale il giovane figlio Edoardo VI.

1549: Edoardo VI, proseguendo nell'opera riformista del padre,pubblica il Libro della preghiera comune, nel quale viene enunciata la nuova liturgia anglicana.

1553: Edoardo VI, con l'emanazione di un Atto di Uniformità, mette fuorilegge ogni forma di culto diversa da quella della nuova Chiesa anglicana. Nello stesso anno muore lasciando il trono a Maria Tudor.

1554: Maria Tudor, regina d'Inghilterra, sposa il cattolico Filippo II, futuro re di Spagna, nel tentativo di restaurare il cattolicesimo nel Paese.

1555: Stipulazione della Pace di Augusta che pone fine alla guerra religiosa tra l'imperatore Carlo V e i principi protestanti tedeschi.

1558: Muoiono Maria Tudor e Reginald Pole senza essere riusciti a restaurare il cattolicesimo in Inghilterra.

1564: Muore Calvino a Ginevra.

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