IL CONTINENTE NERO
L'Africa subsahariana,
duemila anni fa, era abitata da pochissime popolazioni. Le regioni più
popolate erano quelle centrali e meridionali, che ospitavano le tribù dei
Boscimani e dei Bantù, che vivevano di agricoltura e di caccia. Le
tribù stanziate nelle regioni più orientali non conoscevano l'uso
del ferro, ma allevavano il bestiame e coltivavano i cereali. La popolazione
della fascia subsahariana era senza dubbio la più evoluta poiché
era stata avvantaggiata dai contatti che aveva avuto con i mercanti cartaginesi
ed egiziani.
L'Africa Nera invece rimase esclusa dal resto del mondo
durante tutti i mille e cinquecento anni trascorsi prima che i Portoghesi
doppiassero il Capo di Buona Speranza nel 1487. Nelle foreste e nelle savane
sorsero e tramontarono moltissimi regni costituiti da raggruppamenti di
tribù, collegate fra loro da funzionari che ubbidivano soltanto ad un
sovrano. A governare erano i capi tribù, i quali ricevevano dai loro
sudditi dei tributi periodici necessari per le spese di guerra.
Dopo la
conquista dell'Egitto da parte degli Arabi nel 641, l'islamismo penetrò a
sud del Sahara, costituendosi come nuova religione delle popolazioni raggiunte
dalle carovane dei mercanti arabi. Prima ancora che gli Europei riuscissero a
penetrare in quelle terre, moltissimi schiavi attraversavano le foreste
trasportando zanne di elefanti, diretti verso i mercati situati sulle coste
orientali. Una volta raggiunti i porti dell'oceano Indiano, sia i carichi che i
portatori venivano acquistati dai mercanti musulmani, che li trasportavano nella
penisola arabica, in Persia e in India.
I giovani neri venivano inoltre
catturati e incatenati dai cacciatori di schiavi che, dopo averli portati verso
la costa, li vendevano nei mercati di schiavi.
ORO, AVORIO E SCHIAVI
I Portoghesi, come abbiamo visto, furono i primi
Europei a mettere piede in Africa, alla ricerca di una rotta per l'India. Essi
però non si inoltrarono mai verso l'interno, ma preferirono inviare
emissari, coi quali stabilire rapporti commerciali.
Nei secoli successivi,
la lotta per la conquista delle coste africane si fece molto più serrata
e nella seconda metà del '600 gli Olandesi si stabilirono
nell'estremità meridionale del continente; in seguito dovettero
però piegarsi ai loro principali rivali, cioè gli
Inglesi.
Verso la fine del '700, la rivoluzione industriale sviluppò
maggiori interessi anche verso l'Africa. Essa infatti non solo era interessante
per la possibilità di reperire degli schiavi, ma anche per le materie
prime necessarie per l'industria.
Iniziò così l'epoca dei
grandi viaggi di esplorazione, che precedettero la spartizione dei territori
africani fra le grandi potenze europee.
Nel 1788 fu fondata l'Associazione
africana che raggiunse i primi risultati con le spedizioni dello scozzese Mungo
Park. Egli esplorò la regione del Niger, mentre gli inglesi Peddie e
Campbell attraversarono la regione centro-occidentale; il tedesco Hornemann
esplorò per primo il Sahara da nord a sud.
Verso il 1850 furono
scoperti i grandi laghi centrali e trovate le sorgenti del Nilo. Il primo
europeo che riuscì ad attraversare il continente dall'oceano Indiano a
quello Atlantico, fu l'inglese David Livingstone. Mentre l'ultima grande
scoperta geografica in Africa fu effettuata da parte degli inglesi Cameron e
Stanley con l'esplorazione del Congo.
DAVID LIVINGSTONE
(Blantyre, Scozia 1813 - Chitambo, Zambia 1873). Missionario ed esploratore
scozzese. Laureatosi in Medicina presso l'università di Glasgow, nel 1838
entrò nella Società Missionaria Londinese (LMS). Inviato dall'LMS, dal
1841 al 1857 viaggiò nell'Africa meridionale. Stabilitosi a Kuruman in
un centro missionario fondato da Robert Moffat (di cui sposò la figlia Mary),
viaggiò verso Nord e verso Ovest e nel 1854 raggiunse l'Atlantico presso la città di
Luanda, attualmente in Angola. Quindi si diresse a Est verso il fiume Zambesi, dove
diede il nome alle Cascate Victoria, da lui così chiamate in onore della regina
della Gran Bretagna. Nel 1856 ritornò in Inghilterra; durante la sua permanenza
in patria Livingston si dedicò alla stesura del libro
Viaggi missionari ed
esplorazioni in Africa Meridionale (1857), in cui fornì notizie geografiche
e scientifiche e sollevò il problema della schiavitù presso l'opinione pubblica
europea. Dimessosi dall'LMS, che disapprovava il suo abbandono dei compiti più
strettamente religiosi, nel 1859 ritornò in Africa guidando una spedizione
patrocinata dal Governo inglese, che condusse alla scoperta di molti luoghi
dell'Africa meridionale sconosciuti fino ad allora agli Europei: tra questi il
Lago Nyasa (ora Lago Malawi). Nonostante la spedizione avesse portato a significative
revisioni della cartografia, le autorità britanniche la considerarono un fallimento
e ne decretarono la fine nel 1863. Tornato in patria, Livingstone, con suo fratello
Charles, scrisse
Racconto di una spedizione lungo lo Zambesi e i suoi tributari
(1865), pesante denuncia del commercio degli schiavi nella zona del Lago Nyasa.
Nel 1866 partì nuovamente per l'Africa, alla ricerca delle sorgenti del Nilo, e nel
1869 toccò il Lago Tanganica. Diffusasi la notizia (falsa) della sua morte, venne organizzata
una spedizione di soccorso capeggiata dal giornalista americano Henry Stanley, il quale,
dopo mesi di ricerche, raggiunse Livingstone presso Ujuji, nell'attuale Repubblica
Democratica del Congo. I due esplorarono il Nord dell'Africa alla ricerca delle sorgenti
del Nilo. Prima di averle trovate, Livingstone morì nel villaggio di Chitambo, nel
Barotseland. Il suo cuore fu seppellito sotto un albero nel luogo dove morì, mentre
il suo corpo riposa nell'abbazia di Westminster.
L'INDIA
L'India, dopo un lungo periodo di invasioni e di
incertezza politica, iniziato nel I secolo a.C. e prolungatosi fino agli inizi
del IV secolo dell'era cristiana, raggiunse l'unità con la fondazione
dell'impero Gupta, che sopravvisse dal 320 al 540.
I sovrani di questa
dinastia promossero e garantirono lo sviluppo delle arti e delle scienze,
circondandosi dei migliori letterati e scienziati del tempo. L'impero Gupta fu
però travolto dall'invasione degli Unni, che già avevano
effettuato la loro comparsa in Europa.
Con la successiva invasione araba si
ebbe l'inizio del Medioevo indiano, caratterizzato da una moltitudine di Stati
incerti e provvisori. Le guerre furono continue e la vittoria di un re contro un
altro si risolveva con il pagamento di un tributo. La popolazione era allora di
circa 100 milioni di abitanti, di cui la maggior parte era contadina, anche se
esistevano delle città e alcuni centri di pellegrinaggio come Benares. I
centri avevano una discreta attività industriale e commerciale, fra cui
alcune industrie tessili e meccaniche, ma l'economia si basava soprattutto
sull'agricoltura e sull'artigianato dei villaggi rurali.
L'ARRIVO DEGLI EUROPEI
Le invasioni dei Turchi, che iniziarono nel 1001,
portarono alla fondazione di numerose dinastie musulmane in diversi Stati
regionali; dopo quasi mezzo millennio la situazione politica restava quasi
immutata; solamente con l'esplorazione di Vasco de Gama a Calicut, nel 1498, e
con l'occupazione dei Portoghesi del centro di Goa nel 1510, furono creati i
primi empori commerciali in molte località della costa indiana. In
seguito giunsero mercanti inglesi, olandesi e francesi, provocando, verso la
metà del '700, conflitti per il possesso delle basi commerciali. Gli
Inglesi ebbero il sopravvento e la Compagnia delle Indie Orientali ottenne il
diritto di riscuotere le imposte nel Bengala, diventando di fatto la vera
potenza egemone di tutta la regione.
Negli anni successivi le invasioni
proseguirono oltre il Bengala, fino alla conquista di tutta l'India da parte
delle truppe della Corona Inglese, che sostituì la propria
sovranità a quella della Compagnia delle Indie nel 1858; l'India divenne
così una colonia inglese.
I viaggi di Vasco De Gama
LA CINA
La Cina attraversò un lungo periodo di
decadenza e di divisioni politiche dopo la caduta della dinastia Han (220 d.C.).
Solo con la dinastia Sui, nel 589, ritrovò l'unità, mentre le
dinastie successive, e cioè quelle dei Tang (618-906) e dei Sung
(960-1297), mantennero con molta difficoltà l'unità nazionale, a
causa delle continue lotte interne e delle guerre con Turchi, Coreani, Tibetani,
Arabi e Indocinesi. L'amministrazione faceva perno sul governo centrale ed era
molto efficiente. Il governo era composto da sei ministri che si occupavano del
personale, della guerra, del sistema fiscale, dei lavori pubblici, dei riti e
della giustizia.
Il porto di Canton, che era frequentato da numerosi
mercanti arabi, ebrei e persiani, fu ingrandito notevolmente; l'espansione
commerciale e industriale determinarono la nascita della prima cartamoneta del
mondo: già allora infatti il governo e le banche emettevano assegni e
titoli di credito.
I porti della costa occidentale indiana venivano
raggiunti facendo uso della bussola magnetica, la cui scoperta risale alla
dinastia Han.
Nel frattempo, l'introduzione del riso indocinese a
maturazione precoce, che consentiva due raccolti l'anno, favorì la
crescita della popolazione che passò da 50 a 100 milioni alla fine del
periodo.
Anche la cultura raggiunse il massimo splendore con la pittura, la
poesia, il teatro, la letteratura e l'arte della stampa. Durante la dinastia
Sung, gli studi di storia, di archeologia, di agricoltura, geografia, matematica
e medicina furono fra i più avanzati di tutto il mondo.
Per i Cinesi
l'arte e la religione erano considerate le discipline per
eccellenza.
LA DOMINAZIONE MONGOLA
La dinastia Sung, come abbiamo visto, fu abbattuta
dai Mongoli che invasero la Cina e la conquistarono. La capitale dell'impero
venne trasferita da Karakorum (città della Mongolia) a Khanbalik
(città del Khan), la futura Pechino, dal Gran Khan Kubilai, fondatore
della dinastia Yuan (1289-1367). Durante la guerra furono usate nuove armi, fra
cui quelle da fuoco: oltre all'uso di granate esplosive, cannoni e frecce
incendiarie, furono anche sperimentate mine terrestri, cortine fumogene e
proiettili dotati di gas velenosi. I Mongoli, rendendosi conto che non sarebbero
mai riusciti a governare totalmente l'immensa popolazione senza la
collaborazione degli abitanti, si mostrarono tolleranti in materia religiosa,
valorizzando la burocrazia cinese e conservando le antiche tradizioni.
Così i traffici rifiorirono, fu costruito un nuovo sistema di grandi
canali navigabili e venne intensificato lo scambio con l'Occidente nel campo
commerciale.
LA RESTAURAZIONE NAZIONALE
Come abbiamo già ricordato, trattando della
crisi dell'impero mongolo, intorno alla metà del XIV secolo la Cina
riconquistò l'indipendenza grazie alla affermazione della dinastia dei
Ming (1368-1644).
Sotto di essa l'impero raggiunse una grande
maturità culturale e sorsero le prime manifatture di Stato, dove si
fabbricavano prodotti di ogni tipo, dalle armi alle splendide porcellane. Ma con
questa dinastia arrivarono anche gli europei; non più i missionari dei
secoli precedenti, ma le avanguardie dell'avida civiltà europea, che
prepararono il terreno allo scontro che si svolgerà verso
l'Ottocento.
Durante gli ultimi decenni della dinastia Ming, le tensioni e
i problemi aumentarono, finché esplose la lotta. Intanto i Mancesi,
approfittando della situazione, penetrarono nella Cina dalla Manciuria,
distruggendo l'esercito imperiale e entrando a Pechino nel 1644.
Anche i
nuovi invasori della dinastia mancese ottennero la collaborazione dei Cinesi e
soprattutto l'appoggio della nobiltà, dando inizio alla dinastia dei
Ch'ing, che si è protratta fino al 1911.
La Cina raggiunse il
massimo splendore sotto l'imperatore Ch'ienlung (1736-1796), grazie al quale la
pace e il commercio regnarono e prosperarono per lungo tempo.
Lacche e
porcellane di bellissima fattura venivano esportate in Europa. Le nuove colture
importate, come la patata dolce, il mais e l'arachide, determinarono un
ulteriore sviluppo demografico: alla fine del '700, infatti la popolazione
raggiunse i 300 milioni. Però rimase disagiata la condizione delle classi
inferiori, che con l'andar del tempo esplosero, alla fine del '700, in una
aperta rivolta, logorando e distruggendo la forza politica e militare dei
Ch'ing. Poco tempo dopo il Celeste Impero cominciò a disgregarsi sotto i
colpi delle potenze coloniali europee e del Giappone.
IL BUDDHISMO CINESE
La leggenda narra che Bodhidarma, patriarca del
buddhismo, mentre meditava da molti anni davanti a un muro, scoprendo di essersi
assopito, si strappò le palpebre. Queste cadendo a terra fecero nascere
una pianta di tè, simbolo della disciplina rigorosa nello stare svegli
sia esteriormente che interiormente.
Il buddhismo ha come concetto
fondamentale la teoria del Karma, che viene generalmente tradotta in occidente
con la definizione «atto» o «azione», anche se in
realtà il suo significato è molto più ampio. Secondo questa
teoria tutti i fenomeni dell'universo, o dell'individuo preso singolarmente,
sono manifestazioni del suo spirito. Comunque egli agisca, parli o pensi, il suo
spirito fa sempre qualcosa, e questo qualcosa dà i suoi risultati
nell'arco di un breve periodo oppure a distanza nel tempo; questi frutti non
saranno altro che lo specchio del proprio passato, poiché secondo questa
disciplina tutto torna alle origini. Ciò che un individuo è in
questa vita è il risultato di ciò che fece nel passato, mentre
quello che fa attualmente determinerà ciò che egli sarà in
futuro. Questa catena di cause ed effetti, viene chiamata Samsara («ruota
della nascita e della morte») ed è la grande fonte da cui provengono
le sofferenze umane. Lo scopo del buddhismo è di conoscere il proprio
Karma in modo da raggiungere uno stato di benessere che escluda dai problemi
della vita quotidiana e che elevi ad un più alto livello di
spiritualità.
IL GIAPPONE
Le isole giapponesi furono abitate in epoca
paleolitica da popolazioni giunte dal continente, ma le prime notizie storiche
risalgono soltanto al V secolo d.C. La società in quel periodo era
dominata da grandi famiglie tribali, dette uji, ognuna delle quali esercitava
localmente e singolarmente un potere di tipo feudale. Con l'introduzione del
buddhismo, avvenuta intorno alla metà del VI secolo, si ebbe una forte
spinta allo sviluppo materiale e spirituale del Giappone. Infatti dalla Cina i
Giapponesi non accolsero soltanto la religione, ma anche le arti, le conoscenze
mediche e farmaceutiche, l'artigianato tessile e anche la lingua, che fu usata
per molto tempo nelle cerimonie religiose, negli affari pubblici e nella
scuola.
Con la dinastia Heian (794-1185) ebbe inizio una reazione nazionale
contro la cultura cinese, durante la quale fiorirono le arti, la letteratura e
il commercio. In questo periodo nacquero e si affermarono i famosi samurai, i
prìncipi guerrieri dotati di numerosi privilegi e legati al codice
cavalleresco dell'onore, della lealtà e del coraggio.
Dopo una serie
di guerre interne fra le fazioni rivali, incominciò il periodo di
Kamakura (1185-1333), che prese il nome dalla città sede del quartier
generale dei «signori della guerra», detti shogun, che di fatto
esercitavano il potere per conto dell'imperatore. Il territorio del paese venne
diviso in numerose unità amministrative, soggette ai signori feudali, i
daymio, nominati dallo shogun, che più avanti finirono con il
trasformarsi in una potente burocrazia.
L'aristocrazia militare, mentre il
potere dell'imperatore si limitava sempre più, affrontò le prove
più dure e difficili nel 1274 e nel 1281, quando i Mongoli di Kubilai
Khan invasero la costa di Kyushu. I Giapponesi resistettero all'attacco, ma il
potere dei Kamakura ne risultò molto indebolito e si impose un'altra
dinastia di militari, quella degli Ashikaga (1338-1573).
A partire dal
1542, il Giappone incominciò ad essere visitato da mercanti portoghesi,
olandesi e spagnoli, seguiti dai missionari che iniziarono la predicazione del
Cristianesimo. Nel frattempo la classe dei chonin, cioè la borghesia
urbana formata da artigiani e mercanti, incominciò la sua lenta
crescita.
Dal 1603 fino al 1868 il Giappone fu retto dalla ferrea dittatura
degli shogun Tokugawa. Con questa dinastia gli stranieri furono cacciati, i
missionari perseguitati, venne proibito l'accesso nei porti alle navi europee e
i viaggi all'estero furono vietati. Questa nuova dinastia decretò una
rigida politica di isolamento e di accentuato nazionalismo. La situazione si
prolungò per circa due secoli. La classe dei chonin, concentrata nelle
grandi città di Osaka, Kyoto, Nagasaky ed Edo (l'odierna Tokio),
continuò a svilupparsi, dedicandosi oltre che alle attività
economiche anche alla musica, alla letteratura, alla danza e al teatro. I
samurai invece decaddero sempre di più poiché, con l'avanzare
delle nuove tecnologie e di tutte le altre arti, essi non ebbero più
ragione di esistere. Anche i contadini furono ridotti alla massima
povertà. Nel Paese cominciò così a manifestarsi una decisa
opposizione contro il potere degli shogun.
I SAMURAI
Nelle epoche precedenti il consolidamento del
Paese, nella società giapponese, rigidamente governata dalla dinastia dei
Tokugawa, le linee di demarcazione fra le varie classi non erano molto
accentuate.
Durante i secoli che portarono al predominio della classe
militare, il diritto di supremazia venne sempre più imponendosi, causando
la morte di molti sacerdoti e monaci buddhisti. Numerosi metodi per l'uso delle
armi fiorirono durante l'età feudale nipponica, ed in particolare durante
la dittatura militare dei Tokugawa. Le scuole delle arti marziali, frequentate
dai samurai, comprendevano quindi molto spesso l'insegnamento dell'arte della
guerra.
Più avanti il samurai non fu più considerato un
guerriero, allenato solo per combattere, ma, poiché la sua disciplina
divenne molto rigida e dura, fu considerato soprattutto un uomo il cui onore e
valore erano parti fondamentali del suo essere. Il vero samurai restringe il suo
orizzonte, praticando la virtù della modestia, egli deve essere
costantemente pronto a morire, senza lasciarsi prendere dalla paura o dal
panico, poiché se un uomo ha la morte nel cuore e pensa che in un
qualsiasi momento egli è pronto a morire, non potrà agire in modo
sbagliato.
Anche se all'apparenza può sembrare un uomo bellicoso e
rude è invece molto delicato, cauto e si guarda bene dal criticare gli
altri. È un uomo che agisce con purezza e decisione e che ha acquisito fama per
essersi specializzato in un'arte o mestiere, avendo concentrato tutte le sue
energie su una singola cosa, ed essere diventato padrone di se stesso: questo
è infatti lo scopo principale dei samurai.
Alcuni samurai in Giappone
PICCOLO LESSICO
BANTÙ
Tribù nere
appartenenti ad una stessa famiglia linguistica e non razziale. Abitano
l'Africa, a sud di una linea immaginaria che congiunge il Golfo di Guinea con
l'Oceano Indiano.
BENARES
Città dell'Unione Indiana sul Gange.
Antichissimo centro religioso degli indù, è ancora oggi meta di
pellegrinaggi.
Benares: scorcio sul Gange
BOSCIMANI
Popolazione dell'Africa del sud-ovest.
Caratterizzati dalla bassa statura, sono famosi per le loro pitture
rupestri.
Un cacciatore boscimane della Botswana
CALICUT
Porto dell'India sulla costa del Malabar. Venne
raggiunta per la prima volta dagli Europei il 20 maggio del 1489 dalle navi di
Vasco da Gama. Assunse un'importanza basilare per le sue esportazioni di
caffè, tè, spezie e cotone.
GOA
Ex-colonia portoghese sulle coste orientali
dell'India. La sua economia è basata sull'esportazione del pepe, del
riso, delle palme da cocco e del cotone. Occupata dalle truppe indiane nel
dicembre del 1961, entrò a far parte dell'India con i centri di Daman e
Diu.
ISLAMISMO
Religione predicata da Maometto, affermatasi nel
622 e rivelata nel Corano (il suo testo sacro). È una religione monoteista che
comporta l'abbandono alla volontà divina, espressa dalle parole dei
profeti (Mosé e Cristo), dei quali Maometto è l'ultimo esponente.
La dottrina morale si condensa in cinque precetti fondamentali: la professione
di fede, la preghiera, l'elemosina, il digiuno in un particolare periodo
dell'anno e il pellegrinaggio alla Mecca, la città santa. L'islamismo
proibisce il consumo di bevande alcooliche e carne di maiale, la pratica
dell'usura e la rappresentazione di immagini raffiguranti la divinità.
Con il passare del tempo, gli islamiti si sono frazionati in numerose sette,
specialmente in Asia e in Africa.
MUSULMANI
Dall'arabo muslin (significa
«sottomesso» alla volontà di Dio) i musulmani sono i seguaci
dell'islamismo.
SAMURAI
Sono i membri della classe militare giapponese, in
seguito insigniti del titolo nobiliare. Avevano un proprio codice d'onore e per
emblema due sciabole, una più lunga e una più
corta.
SHOGUN
Era il più alto dignitario dell'impero
giapponese. Dal XII secolo la dignità degli shogun divenne ereditaria.
Essi esercitavano la più completa autorità governativa, mentre
l'imperatore, divinizzato e residente a Kyoto, aveva soltanto un significato
simbolico. La carica degli shogun fu abolita in seguito alla rivoluzione di
Mutsuhito del 1868.
UNNI
Antica popolazione barbarica, di oscure origini
etniche, proveniente dall'Asia. Stabilitisi in Ungheria, iniziarono le loro
scorrerie oltre il Reno e in Italia, dove furono sconfitti dai romani nel 451.
Con la morte del loro capo più significativo, Attila, la loro potenza
subì un rapido declino.
RIASSUNTO CRONOLOGICO
1487: i portoghesi doppiano, comandati
da Bartolomeo Diaz, il Capo di Buona Speranza (la punta meridionale
dell'Africa).
1542: il Giappone incomincia ad essere visitato da
mercanti stranieri: portoghesi, olandesi e spagnoli.
1603: inizia la
dinastia dei Tokugawa.
1644: i Mancesi penetrano in Cina passando
dalla Manciuria e sconfiggono l'esercito imperiale cinese. Governeranno il Paese
fino al 1911.
1652: stanziamento, nella punta meridionale
dell'Africa, dei primi coloni europei. Sono soprattutto Olandesi, ad essi si
aggiungono successivamente Francesi, Tedeschi e Scandinavi. Si forma così
la Colonia del Capo, che diventerà britannica nel 1815.
1788:
fondazione dell'Associazione Africana, che raggiunse i primi risultati con la
spedizione dello scozzese Mungo Park.
1850: scoperta dei laghi
centrali dell'Africa e delle sorgenti del Nilo, attraverso le esplorazioni in
Africa effettuate da David Livingstone.
1858: la Corona inglese si
sostituisce alla Compagnia delle Indie.