La Rivoluzione Russa

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La Rivoluzione Russa

STORIA CONTEMPORANEA - LA RIVOLUZIONE RUSSA

 

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LA SOCIETÀ RUSSA PRIMA DEL 1917

Allo scoppio della prima guerra mondiale la situazione interna della Russia - sia sul piano economico sia su quello politico-sociale - andò sempre più aggravandosi. L'estensione territoriale dell'Impero zarista non godeva di un'efficiente amministrazione, di modo che le reali condizioni di vita della popolazione e le attività economiche, lungi dall'essere intelligentemente coordinate, spesso non erano nemmeno conosciute dallo zar e dal suo Governo. La più parte dei contadini, di gran lunga la massa più cospicua del Paese, era ridotta alla miseria, spesso priva dei generi di prima sussistenza e necessità. La riforma agraria introdotta nel 1906, frazionando le terre appartenenti al demanio pubblico tra i contadini, non era riuscita a migliorare questa situazione: un'esigua minoranza di proprietari era riuscita ad accaparrarsi quelle terre, senza che la popolazione più povera ne potesse beneficiare. Anche i processi di industrializzazione e di accumulazione di capitale da parte degli imprenditori, che interessarono solo zone assi limitate della Russia - concentrandosi intorno alle città di Pietroburgo, Mosca, Baku - non influirono sensibilmente sulle condizioni di grave arretratezza e povertà dei più. Del resto, anche la classe operaia era mal pagata e costretta a vivere in condizioni estremamente precarie. I problemi del Paese erano ulteriormente aggravati dalla diffusa corruzione dei pubblici amministratori, dell'apparato burocratico, dei politici e dalla mancanza di lungimiranza politica dello zar e del suo entourage. La Duma, unico organo elettivo benché certo non rappresentativo delle istanze popolari, non veniva né riunita né consultata. In tale situazione, le parole di Lenin, figura centrale del movimento rivoluzionario in Russia e costretto all'esilio in Svizzera, che proclamavano la necessità e l'inevitabilità della lotta rivoluzionaria del proletariato, attecchivano e lievitavano sempre di più, non solo tra le masse operaie ma anche tra quelle contadine ridotte alla miseria. La prima fase rivoluzionaria, che abbatté la tirannia zarista, ebbe la sua causa immediata in uno scoppio di violenza popolare per la mancanza di viveri: iniziò l'8 marzo (23 febbraio secondo il calendario giuliano) 1917 a Pietrogrado (nome assunto dalla città di Pietroburgo dal 1914 al 1924, anno in cui divenne Leningrado; dal 1991 ha preso il nome di San Pietroburgo), con comizi e cortei che i gendarmi tentarono subito di disperdere. I giorni successivi (9 e 10 marzo), tuttavia, gruppi sempre più folti di operai scesero in piazza contro il Governo e l'aristocrazia, al punto che alcuni membri liberali della Duma proposero allo zar di sciogliere il Governo e di concedere una costituzione e il regime parlamentare: ciò avrebbe calmato gli animi, senza che l'istituto monarchico subisse un danno eccessivo. Lo zar Nicola II ancora una volta non riuscì a cogliere la gravità della situazione e non agì in alcun senso fino a quando, il 12 marzo, le truppe di stanza a Pietrogrado si unirono ai ribelli. I rivoluzionari costituirono un Soviet degli operai e dei soldati e un Comitato esecutivo della Duma, organi che assunsero funzione di Governo provvisorio: quando Nicola II rientrò nella capitale fu costretto ad abdicare (ristretto agli arresti domiciliari con la sua famiglia, venne fucilato circa un anno dopo a Ekaterinburg.). L'entrata nel Governo provvisorio di elementi liberali rappresentò un tentativo di mediare tra il Comitato esecutivo dei moderati e il Soviet di Pietrogrado, cui per altro i bolscevichi non parteciparono, mantenendosi esterni tanto al Soviet quanto al Governo. Lenin, tuttavia, seguiva attentamente la situazione, pronto a intervenire e a far sì che l'intervallo tra la rivoluzione borghese, rappresentata dal Governo provvisorio, e quella proletaria, rappresentata dal Soviet, fosse il più breve possibile. Il dirigente bolscevico rientrò in Russia dalla Svizzera nell'aprile del 1917, viaggiando su un treno blindato attraverso la Germania e la Svezia col permesso dello stato maggiore tedesco, cui avrebbe giovato l'espandersi incontrollato di focolai rivoluzionari che costringessero la Russia ad abbandonare la guerra. Il programma enunciato da Lenin, noto come le "tesi di aprile", consisteva nei seguenti punti: attribuire tutto il potere ai Soviet; nazionalizzare le terre e le banche; istituire una nuova Internazionale, con il compito di esportare o sostenere la rivoluzione proletaria anche negli altri Paesi. Nel frattempo il Governo provvisorio venne sostituito con una compagine moderata, presieduta dal principe L'vov e con Kerenskij ministro della Guerra: questi, favorevole alla continuazione del conflitto, predispose un'offensiva contro l'esercito austriaco (offensiva di luglio) il cui fallimento accelerò la disgregazione dell'esercito e la diserzione di massa. Contemporaneamente i bolscevichi, approfittando della volontà popolare chiaramente contraria alla guerra, cercarono da un lato di assumere la guida del Governo, dall'altro di suscitare l'insurrezione di massa - in particolare a Pietrogrado - per instaurare la dittatura del proletariato. Ma il tentativo fallì, il partito bolscevico fu dichiarato illegale, Lenin si rifugiò in Finlandia, Trotzkij venne arrestato e L'vov fu sostituito da Kerenskij. L'orientamento governativo rimase favorevole alla continuazione della guerra e il generale Kornilov fu sollecitato a riprendere l'offensiva contro i Tedeschi, sebbene nell'esercito russo la disciplina fosse ormai inesistente. Ben presto ogni azione venne stroncata dai Tedeschi, che riuscirono ad occupare Riga, la Galizia e la Bucovina. La situazione interna si faceva sempre più allarmante e l'azione dei rivoltosi incessante: a Pietrogrado i Soviet degli operai avevano il potere di fatto, al punto che Kornilov guidò le sue truppe sulla capitale allo scopo di ristabilire l'autorità del Governo. Si trattava di un vero e proprio putsch controrivoluzionario che, lungi dal rafforzare i moderati alla guida del Paese, li indebolì irrimediabilmente: infatti Kerenskij, per scongiurare il colpo di Stato, fu costretto a chiedere l'aiuto dei bolscevichi, dimostrando l'incapacità del Governo nel proteggere la rivoluzione .

 

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LA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE

Il clima insurrezionale si accentuò, mentre le masse urbane e operaie si fecero via via più sensibili agli appelli dei bolscevichi, essendo ormai evidente l'incapacità dei Governi moderati e di coalizione di migliorare la situazione del Paese. Anche nelle campagne i contadini più poveri si mobilitavano, assaltando le case e le terre dei latifondisti, mentre l'esercito era in pieno disfacimento. Nel luglio Kerenskij tentò la via della mediazione, formando un nuovo Governo da cui escluse i rappresentanti delle classi aristocratiche e alto borghesi a favore dei socialisti moderati, mentre nei Soviet la maggioranza dei delegati era ormai bolscevica. Ma anche questo tentativo fallì: al ritorno in patria di Lenin, il Comitato centrale bolscevico, di cui facevano parte anche Trotzkij e Stalin, decise l'insurrezione armata. Nella notte tra il 6 e il 7 novembre 1917 (cioè tra il 24 e il 25 ottobre, secondo il calendario giuliano) furono occupati militarmente i punti chiave della capitale (tra cui il Palazzo d'Inverno), mentre Kerenskij lasciava il Paese, riparando dapprima a Parigi e quindi negli Stati Uniti; il giorno dopo, il Congresso dei Soviet proclamò il passaggio dei poteri ai "Soviet dei rappresentanti degli operai, dei soldati e dei contadini" e diede vita al Sovmarkom, il Consiglio dei commissari del popolo, con compiti di Governo rivoluzionario, presieduto da Lenin, con Trotzkij commissario alla guerra e Josif Stalin commissario alle nazionalità. Il Governo manifestò subito l'intenzione di recedere dal conflitto e il 20 novembre ebbero inizio le trattative di pace con gli Imperi centrali, che sortirono il pesante trattato di pace del 3 marzo 1918, con il quale la Russia dovette rinunciare a vastissimi territori (Polonia orientale, Lituania, Estonia , Lettonia e Ucraina). La conclusione della pace era tuttavia irrinunciabile, perché già all'interno del Paese si andava organizzando un vasto movimento di resistenza antibolscevico, che aveva il proprio esercito nelle "Armate bianche", sostenuto dalle potenze dell'Intesa: l'Armata Rossa di Trotzkij ebbe la meglio al termine della guerra civile che durò dal 1918 al 1921. Con la vittoria sulla controrivoluzione armata, i bolscevichi detenevano il potere in Russia, ma dovettero constatare l'impossibilità di suscitare la rivoluzione proletaria in Europa a causa della debolezza del movimento operaio, della divisione tra comunisti e socialisti e degli Stati-cuscinetto a regime fortemente anticomunista che le potenze capitalistiche avevano creato intorno alla Russia, isolandola dal resto del mondo.

 

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LA NEP

Il conflitto mondiale, la rivoluzione e la guerra civile avevano ridotto la Russia in condizioni economiche gravissime, accentuate da una carestia che causò la morte di milioni di persone, mentre parte della popolazione urbana cercò di sfuggire alla fame lasciando le città per la campagne, dal momento che l'attività industriale si era drasticamente ridotta (un settimo di quella del periodo precedente la guerra). I provvedimenti di nazionalizzazione e socializzazione mal studiati o troppo affrettati aggravarono la situazione: nel 1917 erano state nazionalizzate le banche; poi fu la volta della marina mercantile (gennaio 1918), del commercio del grano (febbraio 1918), delle miniere (maggio 1918) e delle principali industrie, soprattutto di materiale bellico. Nel 1920 vennero aboliti il commercio privato, la proprietà privata di case e terreni, e così via. Questa fase venne poi ricordata come "comunismo di guerra", necessitato dalla lotta contro l'intervento straniero e le forze controrivoluzionarie ma che suscitò malcontento e anche disordini per gli effetti negativi che produsse sulla vita della gente comune: l'insurrezione della guarnigione di Kronstadt, soffocata nel sangue, impose a Lenin come necessaria la revisione della politica economica adottata fino ad allora. Durante il X Congresso del partito nel marzo 1921, Lenin espose la Nuova Politica Economica (NEP). Veniva adottato un sistema economico misto, che cercava di conciliare la gestione statale e collettiva della parte strategica dell'attività produttiva - agricola e industriale - con il permanere di imprese private e del libero commercio, soprattutto di prodotti agricoli. Già nel 1923 l'economia nazionale poté avvertire i primi benefici derivati dall'adozione della NEP. In quegli anni il Partito comunista bolscevico e la struttura dello Stato rivoluzionario si andarono trasformando ed evolvendo, privilegiando come propria base sociale la classe operaia più che quella contadina. Il potere effettivo si concentrò in organismi centrali quali il Comitato centrale esecutivo, il Presidium dei Soviet e il Consiglio dei commissari del popolo, mentre il partito, che assumeva il controllo di tutta l'attività pubblica, tendeva a coincidere con lo Stato stesso, con una progressiva burocratizzazione di entrambi. Nel 1924 - alla morte di Lenin - venne promulgata la nuova Costituzione della Russia bolscevica, che assumeva la forma e il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS), secondo un opportuno ordinamento federale.

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PICCOLO LESSICO

Armata Rossa

Denominazione dell'esercito sovietico (il nome completo ere: Armata Rossa degli operai e dei contadini) tra il 1918 e il 1948. L'atto costitutivo dell'Armata Rossa fu il decreto del 28 gennaio 1918, firmato da Lenin, che ne affidò l'organizzazione a L. Trotzkij, commissario della guerra; compito dell'esercito rivoluzionario era la ricomposizione dell'unità territoriale russa che, dopo la rivoluzione di ottobre, si era disgregata a causa dell'occupazione tedesca e della guerra civile. Oltre a Finlandia, Polonia, Estonia, Lituania e Lettonia, si erano infatti costituite altre entità statali - ad esempio nei territori asiatici - che solo dopo tre anni di combattimenti l'Armata Rossa riuscì ricondurre sotto il controllo del Governo centrale. Al termine dell'emergenza della guerra civile, l'Armata Rossa fu impiegata per le attività di ricostruzione e sviluppo, accogliendo la proposta di Trotzkij di mantenere in vita anche i reparti il cui servizio non era più necessario sul piano militare per utilizzarli invece nei compiti più urgenti della ricostruzione; l'Armata Rossa, inoltre, svolgeva la funzione di scuola politica, iniziando alla teoria marxista-leninista una larga parte della gioventù. Visti i risultati positivi di questo modello, Trotzkij propose di militarizzare anche i sindacati e la forza lavoro utilizzata per la ricostruzione, istituendo disciplinati eserciti operai: Lenin stesso vi si oppose. Negli anni successivi, l'Armata Rossa fu oggetto di continui ammodernamenti, tra cui un importantissimo piano di motorizzazione, grazie al quale la struttura militare fu in grado nel 1941 di fronteggiare l'attacco tedesco.

Armate Bianche

In opposizione al nome assunto dall'esercito bolscevico di Trotzkij, i generali rimasti fedeli allo zar definirono le loro truppe "Armate Bianche": si trattava di frange dell'esercito russo che operavano ai confini del Paese come gruppi armati controrivoluzionari. Lo scontro tra queste armate e quella Rossa diede origine alla guerra civile, che durò dal 1918 al 1921 e si concluse con la vittoria dei bolscevichi. Ciò per una molteplicità di fattori: in primo luogo la restaurazione del regime zarista non incontrava l'appoggio popolare nelle regioni in cui i bianchi avevano i loro punti di forza (Ucraina, Crimea, Bielorussia, Siberia occidentale); pesò inoltre la mancanza di un coordinamento militare strategico tra le diverse formazioni antibolsceviche e l'assenza di un appoggio fattivo da parte di Francia e Gran Bretagna per la restaurazione del Governo zarista (la cui natura tirannica non poteva essere sostenuta dalle democrazie occidentali neppure contro il comunismo); infine, l'entusiasmo rivoluzionario e lo spirito patriottico galvanizzarono i soldati dell'Armata Rossa, i cui generali - e per primo Trotzkij stesso - dimostrarono grande abilità strategica.

Calendario giuliano

Introdotto da Giulio Cesare nel 46 a.C., questo calendario era ancora in vigore in Russia prima della rivoluzione. Rispetto al calendario gregoriano, adottato in Occidente fin dal 1582, il calendario giuliano era in ritardo di 10 giorni. Ciò spiega le discrepanze nella datazione e nell'onomastica degli eventi centrali: la rivoluzione "di febbraio" - così definita in base al calendario giuliano- avvenne in realtà il 12 di marzo, mentre quella "d'ottobre", ai primi di novembre.

Komintern

Termine con cui è abitualmente nota la Terza Internazionale, che ebbe i suoi principali fautori in Rosa Luxemburg e Lenin. Quest'ultimo già nel 1914 aveva prospettato la necessità di una nuova Internazionale, mediante la ripulsa di tutte le organizzazioni internazionali precedenti, dissentendo in ciò dalla Luxemburg che, invece, pensava alla riforma e ricostituzione degli organismi già esistenti. Ella intendeva dar vita ad un organismo proletario rivoluzionario indipendente dalle strutture di potere che si erano create all'interno dei partiti socialisti nazionali che non erano riusciti a scongiurare lo scoppio del conflitto mondiale. Lenin, invece, intendeva proprio riorganizzare i partiti rivoluzionari, facendoli confluire in un'organizzazione internazionale centralizzata. La Terza Internazionale nacque nel marzo 1919, dal Congresso dei partiti socialisti d'Europa, America, Cina e Corea: l'organizzazione si diede uno statuto fortemente centralizzato, controllato dal partito sovietico (PCUS). Nel luglio-agosto 1920 si tenne a Pietrogrado e a Mosca il II Congresso del Komintern a cui parteciparono delegazioni di 37 Paesi. Dopo il IV Congresso, che ebbe luogo nei mesi di novembre e dicembre del 1922, e il successivo del febbraio-marzo 1924, si delineò all'interno del PCUS e della stessa Internazionale il contrasto tra la linea di Trotzkij, improntata ad un esplicito internazionalismo (parola d'ordine "esportare la rivoluzione") e quella di Stalin, che privilegiava il consolidamento della rivoluzione in URSS, facendone il Paese egemone e di riferimento per ogni organizzazione socialista e rivoluzionaria in Europa (parola d'ordine "rivoluzione in un solo Paese"). Nel luglio-settembre 1928, il VI Congresso stabilì una piattaforma programmatica incentrata sulle esigenze dell'URSS, in quanto "Stato guida", e sull'assunto per cui dal successo della rivoluzione in URSS sarebbe dipesa la rivoluzione mondiale: con ciò veniva battuta l'opposizione trotzkista. Contestualmente Stalin lavorò a rinnovare i quadri del partito, non limitandosi a semplici sostituzioni negli incarichi di responsabilità ma ricorrendo all'eliminazione fisica ("purghe staliniane"). Durante il VII Congresso del 1935, il Komintern votò la collaborazione dei partiti comunisti con quelli socialdemocratici e antifascisti in genere, contro le dittature fasciste. Il 15 maggio 1943, allo scopo di facilitare l'alleanza militare tra l'URSS e gli Anglo-americani contro i nazisti, fu deciso lo scioglimento del Komintern.

Mir

Il "sistema del mir" consisteva in una forma di organizzazione sociale tipica delle società rurali della Russia zarista. Si trattava di comunità di contadini, la cui vita era regolata da una sorta di assemblea degli anziani e guidata da un capo (starosta), cui era attribuita la suprema autorità sui membri della comunità stessa (villaggio) e il potere di amministrare la giustizia. La comunità era sia depositaria della proprietà delle terre coltivate sia responsabile del pagamento delle imposte all'autorità centrale. Questo sistema - sopravvissuto all'abolizione della servitù della gleba nel 1861 - fu abolito solo agli inizi del XX secolo, quando la terra venne concessa in proprietà individuale. L'idea di proprietà comune del sistema del mir, tuttavia, fu riproposta con la collettivizzazione forzata di epoca staliniana e la costituzione dei grandi kolchoz, le aziende agricole collettive.

 

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PERSONAGGI CELEBRI

Aleksander Kerenskij

Uomo politico russo socialdemocratico (Simbirsk 1881 - New York 1970). Eletto nella IV Duma del 1912, aderì al gruppo parlamentare degli intellettuali populisti, dei socialisti popolari e dei rappresentanti dei contadini, occupandosi in particolare del problema della riforma agraria. Allo scoppio della rivoluzione del febbraio 1917 fu indicato come vicepresidente del Soviet di Pietrogrado, poi ministro della Giustizia nel primo Governo L'vov, infine ministro della Guerra nel secondo. In questa veste sostenne la necessità di continuare e vincere la guerra, posizione che mantenne anche quando sostituì L'vov alla guida dell'esecutivo. A lui si deve l'ultima offensiva al fronte - detta appunto "offensiva Kerenskij" - nel luglio 1917. Contrario alla nuova rivoluzione, animata dai bolscevichi, fu costretto alla fuga, riparando dapprima a Parigi e quindi negli Stati Uniti. Qui si fece portavoce della propaganda antibolscevica, ma fu comunque inviso alle comunità russe di emigrati di orientamento conservatore, che lo accusarono di avere aperto la strada alla rivoluzione di ottobre. Pubblicò diversi saggi politici, tra cui ricordiamo: Il preludio del bolscevismo (1919), La catastrofe (1927), La crocifissione della libertà (1934).

Nikolai Lenin

Pseudonimo con il quale fu noto Vladimir Ilic Uljanov, pensatore, rivoluzionario e statista russo (Simbirsk 1870 - Gorkj, Mosca 1924). Nel 1890 si laureò in Giurisprudenza a Pietroburgo, dove intraprese un'attività di propaganda marxista fra gli operai insieme al fratello Alessandro che, giovanissimo, gli aveva fatto conoscere Il Capitale di Marx. Alessandro fu arrestato dalla polizia zarista e giustiziato nel 1887 per attività rivoluzionaria, ma Vladimir continuò l'opera di diffusione della dottrina marxista, pagando anche il prezzo della deportazione in Siberia (1897) per il so lavoro nei gruppi socialdemocratici. Nel 1900 si stabilì a Ginevra, prendendo contatti con i circoli progressisti locali e fondando il giornale "La scintilla" in collaborazione con Plechanov. Nel 1903, tuttavia, prese le distanze - con un'intensa attività pubblicistica e politica - dalle idee socialdemocratiche, dando vita alla corrente bolscevica. Nel 1905 rientrò in patria, dedicandosi alla riorganizzazione dei gruppi marxisti locali, ma fu presto costretto ad un secondo esilio, durante il quale si dedicò ad un'organica elaborazione teorica (in questo periodo scrisse Materialismo e empirocriticismo e L'imperialismo, fase suprema del capitalismo), rendendo il bolscevismo da semplice corrente del partito socialdemocratico a vero e proprio partito politico autonomo. Nel 1917, dopo la rivoluzione di marzo, rientrò in Russia; tenne i bolscevichi fuori da impegni diretti di Governo e di contro propugnò la necessità di una seconda rivoluzione che sostituisse alla democrazia borghese dei Governi moderati la dittatura del proletariato, attraverso i Soviet degli operai, dei soldati e dei contadini. Vinta la sua lotta contro il Governo provvisorio, con al rivoluzione di ottobre, Lenin si dedicò alla costruzione di uno Stato socialista. Il suo impegno di statista non impedì un ulteriore sviluppo della riflessione teorica di Lenin, aspetti che anzi furono sempre interdipendenti nello statista russo. Fra le opere più importanti, oltre a quelle citate, ricordiamo Stato e Rivoluzione; L'estremismo, malattia infantile del comunismo; La dittatura del proletariato e il rinnegato Kautsky; Quaderni filosofici.

Nikolaj Lenin

Lev Davidovic Trotzkij

Pseudonimo con il quale fu noto Lev Bronstein, pensatore, rivoluzionario e statista russo (Janovka, Cherson 1879 - presso Città del Messico 1940). Di origine ebraica, aderì ancora giovane al movimento rivoluzionario e per le sue attività sovversive subì l'arresto (1897), la deportazione in Siberia (1899) e infine l'esilio. Rientrò in patria dopo la rivoluzione di marzo e si recò a Pietrogrado (1917), dove diresse il Soviet cittadino. Sostenne la rivoluzione bolscevica al fianco di Lenin, che gli affidò l'incarico di Commissario del popolo per gli Affari Esteri e la Guerra. Secondo l'orientamento rivoluzionario contrario alla prosecuzione della guerra, Trotzkij condusse le trattative che portarono al Trattato di Brest-Litovsk con la Germania. Commissariato del popolo per l'esercito e la marina, creò e diresse l'Armata Rossa, riportando la vittoria nella guerra civile contro le Armate bianche controrivoluzionarie. Alla morte di Lenin (1924), Trotzkij fu il principale oppositore sia della linea politica propugnata da Stalin sia dell'ascesa al potere di quest'ultimo. Fu progressivamente isolato, espulso dal partito (1927) ed infine costretto all'esilio (1929). Vagò dalla Turchia alla Francia, alla Norvegia, ma la sua alta statura sia politica sia intellettuale lo rendevano pericoloso per Stalin che, prima, ottenne la sua condanna a morte in contumacia durante il processo Zinov'ev (1936), poi ne organizzò l'assassinio a Città del Messico, per mezzo di un sicario.

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RIASSUNTO CRONOLOGICO

1917 (8-12 marzo; 23-27 febbraio secondo il calendario giuliano): A Pietrogrado scoppiano movimenti insurrezionali di operai e contadini a cui si uniscono anche i soldati.

1917 (12 marzo): I rivoluzionari costituiscono un Soviet degli operai e dei soldati e un Comitato esecutivo della Duma; Nicola II è costretto ad abdicare; si forma un Governo provvisorio sotto il principe L'vov.

1917 (aprile): Lenin rientra in patria con la connivenza dello stato maggiore tedesco.

1917 (4 aprile): Lenin enuncia le cosiddette "tesi di aprile".

1917 (luglio): Kerenskij presiede il nuovo Governo; il partito bolscevico viene messo fuorilegge e Lenin ripara in Finlandia.

1917 (6-7 novembre; 24-25 ottobre secondo il calendario giuliano): I bolscevichi occupano i punti chiave di Pietrogrado; Kerenskij lascia il Paese.

1917 (8 novembre): I Soviet dei rappresentanti degli operai, dei soldati e dei contadini prendono il potere; nasce il Consiglio dei commissari del popolo.

1917 (20 novembre): Iniziano le trattative di pace tra Russia e Imperi centrali a Brest-Litovsk.

1918 (gennaio): Nazionalizzazione della marina mercantile.

1918 (28 gennaio): Costituzione dell'Armata Rossa.

1918 (febbraio): Nazionalizzazione del commercio del grano.

1918 (3 marzo): Trattato di pace di Brest-Litovsk.

1918-1921: Guerra civile.

1918 (maggio): Nazionalizzazione delle miniere.

1918 (17 luglio): Nicola II e la sua famiglia vengono fucilati per ordine del Soviet degli Urali a Ekaterinburg.

1919 (marzo): Viene costituita la Terza Internazionale (Komintern).

1920: Abolizione del commercio privato, della proprietà privata di case e terreni.

1921 (marzo): Congresso del Partito comunista (denominazione adottata dal 1918 dal partito bolscevico) durante il quale Lenin espone la Nuova politica economica (NEP).

1922: Nasce l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).

1924: Viene promulgata la nuova Costituzione; riconoscimento ufficiale dell'URSS da parte di Inghilterra, Italia e Francia.

1924 (21 gennaio): Muore Lenin.

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