PRESENTAZIONE
L'Uganda
si trova nell'Africa centro-orientale: confina a Nord con il Sudan; a Est con il
Kenya; a Sud con la Tanzania, a Sud-Ovest con il Ruanda; a Ovest con la
Repubblica Democratica del Congo. Ha una superficie di 241.038 kmq e 24.551.021
abitanti, con una densità di 109 abitanti per kmq. L'etnia prevalente
è rappresentata dalle popolazioni bantu, divise in numerosi gruppi
tribali, di cui il Baganda (18,1%) è il più consistente. Lingue
ufficiali sono l'inglese e lo swahili. Più della metà della
popolazione è cristiana (cattolici, 44,5%; anglicani, 39%), ma molto
seguita è anche la religione musulmana (10,5%). Già possedimento
del Regno Unito, l'Uganda è una Repubblica presidenziale. Il potere
legislativo spetta al Parlamento formato da 292 membri (214 elettivi e 79 a
rappresentanza delle categorie sociali: donne, militari, sindacalisti,
giovani, disabili). Il potere esecutivo
è esercitato dal presidente della Repubblica, eletto a suffragio diretto
per cinque anni, e dal Governo. Il Paese è amministrativamente diviso in
39 distretti. L'unità monetaria è lo scellino ugandese. La
capitale è Kampala (1.189.142 ab.).
IL TERRITORIO
Il Paese è quasi
completamente occupato da un altopiano di media altitudine (1.100 m), circondato
da massicci montuosi: a Nord, lungo il confine occidentale, si eleva il
massiccio del Ruwenzori, (5.109 m), una delle massime vette africane; lungo il
confine orientale si estende una catena di coni vulcanici che culminano nel
Monte Elgon (4.321 m). Il Paese è quasi interamente compreso nel bacino
del Nilo, che dal Lago Vittoria, dopo aver formato il Lago Kioga, penetra nel
Lago Mobuto Sese Seko (ex Lago Alberto), attraversa la zona nord-occidentale per
poi passare nel Sudan. Quasi tutti gli altri fiumi confluiscono nel Nilo. Oltre
ai laghi già citati, ricordiamo il Lago Rutanzige (ex Lago Edoardo).
Benché l'Uganda si trovi nel Tropico, l'altitudine e l'influsso del Lago
Vittoria ne mitigano il clima, di tipo caldo-umido, che non subisce variazioni
considerevoli di temperatura. La piovosità si concentra nei mesi
primaverili e interessa principalmente le zone meridionali, mentre quelle a Nord
sono più secche e calde. Sul Ruwenzori esistono nevai perenni. La savana
che riveste buona parte del territorio ha favorito la formazione di stupende
riserve naturalistiche.
Cartina dell'Uganda
L'ECONOMIA
La situazione economica
dell'Uganda, sebbene precaria, ha conosciuto un forte sviluppo negli anni
Novanta del XX sec., dopo la riconversione all’economia di mercato. Il
settore più sviluppato è quello agricolo che, al pari degli altri
Paesi africani, si divide in un settore di colture di sussistenza ancora
arretrato (manioca, fagioli, mais, miglio, patate dolci) e in uno più
sviluppato, basato sulle piantagioni di caffè, banane e cotone. Altre
attività consistono nella pesca, praticata sul Lago Vittoria e limitata
al consumo locale, e nell'allevamento di bovini, ovini e caprini, sebbene
praticato con tecniche arretrate. Discreta la produzione forestale (mogano,
caucciù). L'industria è poco sviluppata e si concentra in gran
parte a Jinja, in prossimità delle risorse energetiche. Spiccano le
industrie alimentari (zuccherifici, tabacchifici, birrifici) e tessili (cotone).
A eccezione dell'impianto idroelettrico di Own Falls, il Paese è quasi
completamente privo di risorse energetiche, sebbene notevole sia il potenziale
in questo senso. Diversa la situazione nel settore estrattivo, dove si è
registrato un sensibile incremento dell’attività grazie agli
ingenti investimenti stranieri. Tra i prodotti estratti citiamo oro, rame,
cobalto, tungsteno, cassiterite e amianto. Il commercio con l'estero è
costituito dalle esportazioni di caffè e dalle importazioni di prodotti
industriali. Il Governo ha attuato però delle restrizioni drastiche sulle
importazioni allo scopo di ridurre il deficit con l'estero, provocando in tal
modo un arresto dello sviluppo interno del Paese. Le vie di comunicazione
risentono dell'insufficienza del settore industriale. La rete ferroviaria (km
260 circa) collega i centri principali. La rete stradale è scarsa
(27.000 km, di cui 1.809 asfaltate). La navigazione sul Lago Vittoria è
di notevole importanza. L'aeroporto internazionale è a
Entebbe.
CENNI STORICI
Abitata dal Paleolitico
inferiore, come testimoniano i manufatti acheuleani e quelli più evoluti
di tipo sangoano, l’Uganda venne occupata dalle prime comunità
contadine bantu a partire dalla seconda metà del I millennio d.C. Queste
genti vennero tuttavia dominate da tribù aristocratiche nilotiche
provenienti da Nord. Il territorio su cui sorge lo Stato africano fu interessato
da traffici carovanieri sulle lunghe distanze che s’incrementarono
notevolmente nel XVIII sec. grazie all’attività di mercanti arabi
provenienti da Zanzibar e dall’Africa orientale. Controllata da una serie
di Regni (Acholi, XVI sec.; Bunyoro, XVII sec. e Buganda, XVIII sec.), l'Uganda
fece parte di un gruppo di Stati tribali, dei quali ottenne il controllo con re
Mutesa I nella seconda metà del XIX sec. Iniziò a quell'epoca
anche la penetrazione europea, con le esplorazioni e la creazione di missioni
cattoliche e protestanti. L’arrivo di esploratori come J.H. Speke,
J.A.Grant, H. M. Stanley, impegnati nella ricerca delle sorgenti del Nilo, venne
seguito dall’azione evangelizzatrice di missionari cattolici francesi e
anglicani britannici, spesso in contrasto tra loro. Tollerati da Mutesa,
bisognoso dell’aiuto europeo per respingere le truppe egiziane giunte nel
suo Regno dal Sudan, l’Uganda entrò quindi nella sfera
d’influenza della Gran Bretagna, successivamente agli accordi
anglo-germanici del 1890, diventandone protettorato nel 1894. Inizialmente esso
venne limitato al solo Regno di Buganda, mentre nel 1896 il protettorato fu
esteso anche agli altri Regni inclusi nel possedimento (Toro, Ankole e Bunyoro).
I primi partiti politici nacquero solo negli anni Cinquanta del XX sec., anche
perché sino al 1945 gli Africani vennero esclusi dalle istituzioni
politiche. Le prime elezioni per il Consiglio legislativo a cui essi poterono
partecipare furono quelle del 1961 che videro la vittoria del Partito
democratico (Democratic Party, DP), il cui capo, Benedicto Kiwanuka, venne
designato quale primo ministro. Quest’ultimo tuttavia entrò in
conflitto con gli esponenti del Buganda che istituirono un partito politico
(Kabaka Yekka. KY) alleatosi con l’altro movimento storico del Paese, il
radicale Uganda People’s Congress (UPC) di A.M. Obote. Le elezioni
attribuirono la vittoria alla coalizione UPC-KY, designando Obote quale primo
ministro. Il 9 ottobre del 1962 l’Uganda, che in aprile aveva ottenuto la
concessione dell’autogoverno dalla Gran Bretagna, divenne a tutti gli
effetti indipendente, organizzandosi come federazione dei quattro Regni
originari che mantennero ognuno le proprie istituzioni. Nell’ottobre 1963
l’Uganda venne proclamata Repubblica e Mutesa II ne venne dichiarato
presidente. Tuttavia la convivenza tra il Partito nazionalista e le correnti
monarchiche si rivelò impossibile: nel 1966, infatti, il primo ministro
Obote, assumendo pieni poteri, cacciò Mutesa II e nel 1967
sostituì la Costituzione, trasformando l'Uganda in Stato unitario e
autonominandosi presidente esecutivo della Repubblica; egli aderì a un
programma definito come «Movimento verso sinistra», dichiarando la
volontà di procedere a una decisa nazionalizzazione e a un’equa
distribuzione delle terre, e della ricchezza in generale. Nel 1971, tuttavia, un
colpo di Stato del generale I. Amin Dada rovesciò il regime di Obote: il
feroce Governo di Dada perseguitò dapprima le tribù Lango e
Acioli, sostenitori dell’UPC, e poi gli Asiatici, nell’ambito di un
progetto di africanizzazione dell’Uganda. Condannato dalla comunità
internazionale, Dada venne rovesciato dalla Tanzania (1979), Stato con cui
l’Uganda era in conflitto per questioni territoriali, sostenuta anche da
esuli ugandesi raccolti nell’Uganda National Liberation Army (UNLA). Dopo
un periodo di disordini, le elezioni del 1980, assai contestate, vennero vinte
da Obote sebbene il Paese continuasse a essere sconvolto da violenze,
rivalità tra fazioni politiche e gruppi etnici. Contro il Governo si
schierarono diversi movimenti armati, tra cui si distinse il National Resistance
Army (NRA) guidato da Yoweri Museveni. Obote venne rovesciato nel luglio 1985,
mentre il NRA continuò la sua avanzata, entrando a Kampala nel gennaio
1986. Museveni assunse la presidenza della Repubblica e nominò un Governo
provvisorio, ma il suo effettivo consolidamento al potere venne negli anni
minato dai continui disordini di carattere nazionale. Le principali resistenze
vennero opposte dalle tribù del Nord, così che solo nel 1989 si
svolsero delle elezioni per completare l’organico del National Resistance
Council (NRC), organo legislativo di nomina presidenziale istituito nel 1986, e
vennero prolungati i poteri del Governo provvisorio sino al 1995. Nelle elezioni
del 1996 Museveni venne riconfermato e procedette a un piano di ampie
privatizzazioni e di apertura ai finanziatori esteri. L’Uganda poté
così raggiungere una certa stabilità politico-economica che
contribuì alla cessione di finanziamenti stranieri per lo sviluppo del
Paese africano. Si completò così il consolidamento della struttura
statale iniziato nel 1994, con l’elezione di un’Assemblea
costituente, e proseguito nel 1995, con la promulgazione di una Costituzione con
la quale i partiti politici venivano legalizzati a patto che non svolgessero
attività politica. Il Paese assunse dunque gradualmente il ruolo di
potenza regionale, contendendo progressivamente al Kenya il ruolo di Stato guida
della terra dei Grandi Laghi. Nel 1997, l’Uganda intervenne nel conflitto
zairo-ruandese schierandosi al fianco delle autorità del Ruanda e dei
ribelli zairesi capitanati da Laurent-Désiré Kabila. L’anno
seguente si trovò di fronte a una serie di movimenti interni,
essenzialmente inneggianti al multipartitismo e al federalismo, prontamente
sedati da interventi militari. Nel 1999 l’Uganda rinsaldò le
relazioni politiche con il Sudan, con il reciproco impegno da parte dei Governi
centrali a non foraggiare la guerriglia, presente nei territori di confine dei
due Stati. Il sistema monopartitico venne confermato da un referendum del 29
giugno 2000 che bocciò con ampi consensi l’introduzione del
multipartitismo. Nonostante l’accordo con il Sudan, i ribelli ugandesi
dell’LRA (Lord’s Resistance Army) proseguirono nelle azioni di
guerriglia nel Nord dell’Uganda, partendo da basi localizzate nel Sudan;
contemporaneamente anche nella regione occidentale continuarono le azioni di
un’altra formazione ribelle, l’ADF (Forze democratiche alleate). Nel
corso del 2000 l’Uganda venne inoltre coinvolta nella guerra civile nella
Repubblica Democratica del Congo, scontrandosi con gli ex alleati ruandesi per
il controllo della piazzaforte congolese di Kisangani. Nello stesso anno fu
anche teatro di un suicidio di massa in seno alla setta della Restaurazione dei
Dieci Comandamenti: 500 persone vennero ritrovate a Kanungu e altre centinaia di
cadaveri di adepti vennero scoperti in numerose fosse comuni. Intanto, nelle
elezioni presidenziali del marzo 2001, Museveni veniva riconfermato alla guida
del Paese: nulla di cambiato anche per quanto riguarda le elezioni legislative
del mese di giugno, quando i risultati, fortemente determinati dall'atmosfera di
violenza e intimidazione, si rivelarono speculari alla situazione immediatamente
precedente. Nel 2002 il presidente Museveni firmò due importanti trattati
militari con il Rwanda e il Sudan che portarono all'allentamento delle tensioni
tra i Paesi vicini. Nel maggio 2003 l'Uganda ritirò le sue ultime truppe dalla zona
orientale della Repubblica Democratica del Congo, dando così il via a una serie di
arrivi di rifugiati congolesi all'interno dei propri confini. Nel febbraio 2004 i
ribelli dell'LRA massacrarono oltre 200 persone in un campo di rifugiati nel Nord
del Paese e nel dicembre dello stesso anno iniziarono dei colloqui di pace tra l'LRA
e il Governo. Nell'aprile 2005 il Paese si trovò a dover respingere le accuse di
invasione del proprio territorio e di omicidio di massa
sottoposte al Tribunale internazionale dell'Aja da parte della Repubblica Democratica del Congo.
In dicembre la Corte avrebbe stabilito un risarcimento alla Repubblica democratica del Congo
per gli abusi subiti e per lo sfruttamento improprio di risorse del Paese dal 1999 al 2003.
Nel luglio 2005 il Parlamento approvò un emendamento costituzionale mirante a eliminare i
vincoli limitanti la rielezione del presidente. Nello stesso mese gli elettori decisero,
tramite referendum, ritorno del multipartitismo dopo oltre due decadi. In ottobre la Corte Criminale
Internazionale arrestò il leader dell'LRA, Joseph Kony, insieme ad altri leader del gruppo.
In novembre il leader dell'opposizione Kizza Besigye venne arrestato subito dopo il suo
rientro dall'esilio con l'accusa di terrorismo e di possesso illegale di armi, ma venne
rilasciato su cauzione nel gennaio successivo. Un mese più tardi risultò perdente alla
consultazione elettorale presidenziale, vinta dal presidente in carica Yoweri Museveni.
LE CITTÀ
Kampala
(1.189.142 ab.). Capitale dell’Uganda,
forma, con il suo territorio, l’omonimo distretto (238 kmq; 1.219.551 ab.). Sorge sulla
riva settentrionale del Lago Vittoria, in una zona particolarmente fertile.
Importante mercato agricolo e del bestiame, è anche centro industriale,
essendo un notevole nodo di comunicazioni. Kampala detiene infine il primato
culturale (università di Makerere, politecnico). Sede della Compagnia
Imperiale Britannica dell'Africa Orientale alla fine del secolo scorso, divenne
capitale nel 1962 alla conquista
dell'indipendenza.
La moschea a Kampala
Entebbe
(41.638
ab.). Città dell’Uganda. Già capitale all'epoca del
protettorato britannico, è oggi centro commerciale e porto sulla sponda
settentrionale del Lago Vittoria.