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GEOGRAFIA - AFRICA

Geografia Africa Territorio Storia Economia della Sierra Leone

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GEOGRAFIA - AFRICA - SIERRA LEONE

PRESENTAZIONE

Situata nell'Africa occidentale guineana, la Sierra Leone confina a Nord e a Est con la Guinea, a Sud-Est con la Liberia e a Ovest è bagnata dall'Oceano Atlantico. Ha una superficie di 71.740 kmq e 4.963.000 abitanti con una densità media di 69 abitanti per kmq. I gruppi etnici più diffusi sono: i Mende (26%), i Temne (24,6%), i Limba (7,1%), i Kono (5,5%) i Fulani (3,7%), i Kurango (3,5%) e i Kissi (2,3%). La lingua ufficiale è l'inglese, ma diffuso è anche il krio. La maggioranza della popolazione è musulmana (60%), ma presenti sono anche i culti animistici (30%) e le minoranze cristiane (10%). Ex colonia e protettorato britannico, la Sierra Leone è indipendente dal 1961 e Repubblica presidenziale dal 1971. In base alla Costituzione del 1991, il potere esecutivo spetta al presidente della Repubblica, eletto per 5 anni; il potere legislativo è esercitato da un'Assemblea Nazionale di 124 membri, 112 eletti a suffragio universale per 5 anni e 12 capi locali. L'unità monetaria è il leone. La capitale è Freetown (786.900 ab.).

IL TERRITORIO

Il territorio della Sierra Leone è contraddistinto da una regione montuosa interna che culmina nei Monti Loma, al confine con la Guinea, e da una pianura che termina nella fascia costiera, caratterizzata da vaste lagune e rotta da profondi estuari fronteggiati da isole (Sherbro) e isolotti. La rete idrografica comprende fiumi dal corso non troppo lungo che scorrono quasi paralleli tra di loro con frequenti cascate e cateratte. I principali sono il Great Scarcies, il Rokel, il Bum, il Moa e il Mano. Il clima guineano presenta una stagione delle piogge (maggio-ottobre) che si alterna ad una secca e ventosa. La temperatura è elevata e resa ancor più insopportabile dall'eccessiva umidità; le precipitazioni decrescono nell'interno, dove la temperatura è più mite. Alla forte piovosità è legata l'espansione della foresta equatoriale che è tuttavia danneggiata dallo sfruttamento eccessivo; all'interno del Paese si estende la savana.

Trapani Cartina della Sierra Leone

L'ECONOMIA

La Sierra Leone è un Paese estremamente povero, l'agricoltura occupa i due terzi della popolazione benché il suolo sia poco fertile. La coltura alimentare più importante è quella del riso, destinata al fabbisogno interno e praticata nelle aree paludose costiere. Discretamente sviluppate sono le colture industriali: palma da olio, cacao e caffè. Le acque costiere sono ricche di pesce: la pesca tuttavia è una risorsa poco sfruttata a causa della mancanza di mezzi. Il sottosuolo della Sierra Leone è ricco di diamanti, la cui produzione, con quella dei minerali ferrosi, è alla base dell'economia nazionale, sebbene la gestione delle imprese estrattive sia principalmente in mano a società estere. In notevole aumento è l'estrazione della bauxite nel Sud-Ovest del Paese, e dell'ilmenite. L'industria ha sviluppo modesto ed è limitata alla trasformazione dei prodotti agricoli e forestali. A Kissy sorge una raffineria di petrolio. La Sierra Leone deve comunque importare la maggior parte dei macchinari, dei manufatti e un grande quantitativo di derrate alimentari.

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CENNI STORICI

Scoperta dal portoghese Petro da Cintra nel 1462 che la chiamò Serra do leão (montagna del leone) per la forma caratteristica di un suo promontorio, la Sierra Leone divenne centro della tratta degli schiavi e ospitò nel XVIII sec. una colonia di schiavi americani affrancati (Freetown), sostenuti da compagnie filantropiche britanniche. Nel 1808 la Gran Bretagna ottenne la direzione della colonia, inquadrandola poi (1896) nel protettorato dell'Africa Occidentale. Conseguita l'indipendenza (27 aprile 1961) e l'inserimento nel Commonwealth, la Sierra Leone attraversò un decennio di forte instabilità, risoltosi nel 1971 con la proclamazione della Repubblica e l'affermazione di un regime monopartitico d'orientamento moderatamente socialista e filoccidentale che resse il Paese fino al 1991. In quell'anno un referendum popolare approvò una Costituzione che ripristinava il multipartitismo; nel 1992 le forze armate presero il potere con un colpo di Stato guidato da V. Strasser contro cui si sviluppò subito il movimento di guerriglia del Fronte rivoluzionario unito (RUF) di Foday Sankoh. Altri colpi di Stato si susseguirono nel Paese, impedendo, tra l'altro, il consolidamento delle forze risultate vincenti nella tornata elettorale del 1996; nel 1997 venne sciolta l'Assemblea Nazionale, eletta nel 1996, destituito il presidente Ahmad Kabbah e messi al bando tutti i partiti. Nel 1999 il deposto presidente A. Kabbah venne reinsediato al potere e Freetown liberata dalle truppe nigeriane dell'Ecomog (la forza di interposizione dei Paesi dell'Africa occidentale), rinfocolando la guerra civile. Il 7 luglio 1999 venne firmato l'Accordo di Lomé che affidava a F. Sankoh la vicepresidenza della Repubblica e garantiva ai guerriglieri del RUF la completa amnistia per i reati commessi. Tuttavia il patto si dimostrò inutile, dato che nel maggio 2000 i ribelli si spinsero oltre la linea di cessate il «fuoco», verso la capitale, catturando circa 500 caschi blu dell'ONU. Nello stesso mese il Regno Unito inviò nel Paese un contingente di 250 paracadutisti per garantire la sicurezza degli Europei in fuga dalla Sierra Leone. Il 17 maggio F. Sankoh venne arrestato dalle truppe regolari e consegnato al contingente britannico, mentre gli scontri continuarono, provocando centinaia di vittime, in particolare tra i civili. Dopo il rilascio dei caschi blu (luglio), il Consiglio di sicurezza dell'ONU dichiarò l'embargo totale per 18 mesi, con lo scopo di impedire il contrabbando di diamanti dalla Sierra Leone verso gli Stati vicini (soprattutto la Liberia), fonte di finanziamento per gli armamenti del RUF. La precaria situazione interna e internazionale fece sì che non si tenessero le elezioni amministrative e presidenziali previste per il 2001. Anche nel 2001 proseguì la guerra civile tra le truppe governative e il RUF. Tuttavia un segnale positivo arrivò a marzo, quando i ribelli del RUF dichiararono di voler deporre le armi per proseguire la lotta con strumenti politici. Di fatto il RUF cominciò a non ostacolare il dispiegamento sul proprio territorio dei caschi blu, i quali, nel corso dell'anno, nonostante il perdurare di scontri, riuscirono a disarmare combattenti di una e dell'altra parte. Dopo gli attacchi terroristici dell'11 settembre contro le Torri gemelle e il pentagono, il «Washington Post» pubblicò una serie di rivelazioni in base alle quali la rete terroristica di Bin Laden, Al-Qaeda, si finanzierebbe commerciando i diamanti provenienti dalla Sierra Leone. Le operazioni di disarmo attuate dai soldati dell'ONU proseguirono anche nel 2002. Grazie alla presenza massiccia dei caschi blu, nel maggio 2002 si poterono svolgere le elezioni, trionfalmente vinte dal presidente uscente Kabbah. In luglio le ultime truppe britanniche lasciarono il Paese dopo due anni di missione di pace. Nel marzo 2004 venne approntato il tribunale internazionale patrocinato dall'ONU per giudicare i crimini commessi da entrambe le parti in causa nel conflitto civile: il processo iniziò ufficialmente nel giugno dello stesso anno. In settembre le forze ONU che fino ad allora avevano presidiato la capitale cedettero il controllo di Freetown alle forze locali. Nel dicembre dell'anno successivo, dopo cinque anni, anche l'ultimo contingente di pace ONU lasciò il Paese.

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LA CAPITALE

Freetown

(786.900 ab.). Capitale della Sierra Leone e capoluogo della provincia dell'Area Occidentale (557 kmq; 950.924 ab.), venne fondata nel 1792 nel territorio destinato dagli Inglesi agli schiavi affrancati. La città sorge su una penisola e possiede un ottimo porto naturale che l'ha resa il principale centro economico del Paese.

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