Geografia Africa Territorio Storia Economia Repubblica del Congo.

Bandiera della Repubblica del Congo

b Ambasciata del Congo n

b Geografia Africa

n Repubblica del Congo n Congo, Repubblica Democratica del n Congo-Kinshasa, Repubblica Democratica del n Congo, Repubblica del

GEOGRAFIA - AFRICA - REPUBBLICA DEL CONGO

PRESENTAZIONE

La Repubblica del Congo, situata nell'Africa centro-occidentale, confina a Nord con il Camerun e la Repubblica Centrafricana, a Est con la Repubblica Democratica del Congo, a Sud con l'Angola (Cabinda), a Ovest con il Gabon, a Sud-Ovest si apre sull'Oceano Atlantico.

Copre una superficie di 342.000 kmq e ha una popolazione di 2.591.271 abitanti con una densità media di 10 abitanti per kmq.

Il gruppo etnico dominante è quello dei Bakongo (52%), ma sono presenti discrete percentuali di Bateke (17%), Mboshi (12%) e Mbeti (5%).

La lingua ufficiale è il francese.

Le religioni maggiormente professate sono la cattolica (41%), la protestante (24,4%) e la animista (32,8%).

Ex colonia francese, il Congo è una Repubblica presidenziale, indipendente dal 1960.

Il presidente della Repubblica è eletto direttamente e rimane in carica per sette anni.

Il Parlamento è costituito dall'Assemblea nazionale, formata da 153 membri, e dal Senato, formato da 66 membri.

L'unità monetaria è il franco CFA. La capitale è Brazzaville (1.132.731 ab.)

IL TERRITORIO

Il territorio è costituito da un altopiano (500-1.000 m) solcato da affluenti del fiume Congo (Ubangi e Zaire), coperto dalla foresta equatoriale e dalla foresta a galleria lungo i corsi d'acqua; al Nord prevale la savana.

Il clima di tipo equatoriale, caldo e umido, presenta temperature elevate con abbondanza di precipitazioni che favoriscono la rigogliosa diffusione della foresta pluviale, estesa su metà del territorio.

Cartina della Repubblica del Congo

Cartina del Congo

Cartina del Congo

Cartina dell'Africa Repubblica del Congo

L'ECONOMIA

La ricchezza economica del Paese deriva esclusivamente dalle risorse minerarie del sottosuolo.

L'agricoltura, al contrario, è scarsamente sviluppata.

Di maggiore importanza tra le colture sono la manioca, il caffè e la canna da zucchero.

Rilevante la produzione di legname, mentre modesto è l'allevamento.

Tra le industrie, non molto attive, ricordiamo le alimentari, quelle per la lavorazione del legno, le chimiche, le tessili, della birra e delle sigarette.

Le risorse minerarie sono sfruttate in gran parte da compagnie straniere.

L'estrazione di potassa, piombo, zinco, rame e oro è in ribasso, mentre quella del petrolio è in aumento ed è molto redditizia.

L'autonomia energetica è garantita inoltre da una grossa centrale idroelettrica.

Il Congo è uno dei più sviluppati tra i Paesi dell'Africa nera, ma mantiene ancora un rapporto di dipendenza economica dalla Francia, Paese dal quale proviene la maggior parte delle importazioni (bilanciate attraverso l'esportazione di idrocarburi).

La rete dei trasporti è discreta e comprende 1.026 km di ferrovie e 17.244 km di strade, di cui asfaltate 1.207 km.

Due sono i porti principali:

Pointe-Noire, sulla costa atlantica, e Brazzaville, sul fiume Zaire.

I due centri sono inoltre sedi degli aeroporti principali.

CENNI STORICI

Originariamente il territorio fu abitato da pigmei e boscimani, divenendo poi sede dei regni bantu di Luango e Kacongo, assoggettati al potere egemonico del Manikongo nel XV secolo. Per più di tre secoli, i bantu svolsero il ruolo di intermediari e fornitori di schiavi per inglesi e francesi, riuscendo a sottrarsi ai tentativi di colonizzazione portoghesi. Verso la fine del XIX secolo, iniziò la colonizzazione francese di questi territori e la tratta degli schiavi venne sostituita dal commercio di caucciù e olio di palma. Guidati dall'esploratore Pierre Savorgnan de Brazza, nel 1880 i francesi avviarono un'opera, molto violenta, di colonizzazione di queste terre: nel 1925 due terzi della popolazione indigena erano stati sterminati. Nacquero in questi anni i primi movimenti anticolonialisti, che si manifestarono secondo modalità semi religiose e che trovarono in Matswa il proprio leader. Alla fine della seconda guerra mondiale il ruolo centrale nella resistenza fu assunto dai movimenti sindacali e studenteschi di ispirazione socialista. La Francia, una volta avviato il processo di decolonizzazione, scelse di appoggiare il frate Fulbert Youlou, il quale, alla guida dell'Unione Democratica per la Difesa degli Interessi Africani, nel 1960 divenne il primo presidente del Congo indipendente. Ma il crescente dissenso da parte della popolazione contro la corruzione e la presidenza troppo filo-francese sfociò in un'insurrezione popolare durante i cosiddetti tre giorni gloriosi, dal 13 al 15 agosto del 1963. Divenne presidente Alphonse Massemba Débat che, dopo essersi dichiarato socialista, riuscì a costringere alla ritirata le truppe francesi ancora di stanza nel Paese. Venne quindi creato un partito denominato Movimento Nazionale Rivoluzionario. Massemba Bébat diede le dimissioni nel gennaio 1969 a causa di forti tensioni tra il suo movimento e l'esercito. Fu sostituito dal giovane maggiore Marien N'Gouabi, portavoce dell'ala sinistra dell'esercito. Nacque allora il Partito Congolese del Lavoro (PCT), di impronta marxista-leninista. Nel 1973 venne approvata la nuova Costituzione, in cui veniva proclamata ufficialmente l'istituzione della Repubblica Popolare del Congo. Nel 1975, N'Gouabi fece una profonda autocritica pubblica ed esortò a «radicalizzare la rivoluzione», avviando al contempo un ampio processo di revisione delle strutture partitiche, dell'apparato statale e delle organizzazioni popolari. Dopo la conquista dell'indipendenza da parte dell'Angola, avvenuta nel 1975, il Congo non esitò a riconoscere il Governo del suo presidente, Agostinho Neto. Il 18 marzo del 1977 N'Gouabi venne assassinato per ordine dell'ex presidente Massemba Débat, ma i golpisti non riuscirono a prendere il potere e Massemba Débat venne giustiziato. Il nuovo presidente, il colonnello Joachim Yombi Opango, scelse di allontanarsi dalla linea di austerità adottata fino ad allora. Accusato ben presto di corruzione, dovette rinunciare alla carica per essere sostituito da Denis Sassou N'Guesso. Quest'ultimo intraprese un processo di rinnovamento delle strutture amministrative e ministeriali. Nel 1982 le finanze precarie del Congo migliorarono grazie alle esportazioni di petrolio, che rappresentavano il 49,44% del bilancio. I giacimenti petroliferi, sfruttati in società con imprese francesi, statunitensi e italiane, esportavano nel 1988 circa otto milioni di tonnellate di greggio all'anno. N'Guesso adottò una politica estera pragmatica, riuscendo a mantenere buone relazioni con i Paesi dell'Est europeo, Francia e Usa. La caduta del muro di Berlino e la perestrojka sovietica impressero un'accelerazione a grandi cambiamenti politici e sociali. Nel 1990 il Paese adottò il multipartitismo. Nel 1991, André Milongo assunse la carica di primo ministro, fino allo svolgimento delle elezioni presidenziali che videro la vittoria di Pascal Lissouba, già primo ministro all'epoca di Débat. Nelle elezioni politiche del 1993, il partito di governo conquistò 62 seggi contro 49 della coalizione di opposizione.

L'opposizione accusò il Governo di brogli e nuovi scontri tra manifestanti e militari provocarono diversi morti. L'opposizione formò ben presto un Governo ombra guidato da Bernard Kolelas. Ulteriori tumulti provocarono la morte di ottanta persone. Nel gennaio 1994 l'esercito represse alcuni gruppi armati appartenenti all'opposizione. Un accordo fra le forze dell'opposizione e il Governo segnò finalmente l'inizio del cessate il fuoco, mentre l'elezione di Kolelas a sindaco di Brazzaville calmò gli animi rendendo possibile una cerimonia pubblica di riconciliazione nazionale. Nel 1995 si cercò un accordo definitivo per il disarmo delle milizie urbane antigovernative. Uno sciopero generale scoppiò per chiedere da parte dei funzionari pubblici il pagamento degli stipendi arretrati. Una soluzione di compromesso venne respinta dai funzionari statali in quanto prevedeva una riduzione salariale a fronte di una diminuzione dell'orario di lavoro. Nel 1997, la lotta per il potere tra Lissouba e N'guesso sfociò nella ribellione degli ex guerriglieri Ninja e nella guerra civile. Orfani di Lissouba, costretto a riparare all'estero, i Ninja si riorganizzarono sotto l'anziano reverendo Ntumi, proseguendo la guerra fino al 2003. N'Guesso diede vita a un nuovo Governo a Brazzaville. Nel 1998, la Repubblica del Congo e lo Zambia diedero avvio alle trattative per stabilire i confini dei propri territori lungo gli oltre 16.000 km di frontiera comune. Nel dicembre 2001 Lissouba fu giudicato colpevole di tradimento e corruzione e condannato a 30 anni di lavori forzati dall'Alta Corte di Brazzaville. Nel gennaio 2002 i Congolesi votarono in larga maggioranza la nuova Costituzione, che garantì al capo dello Stato un mandato di sette anni. Nel mese di marzo, N'guesso vinse le elezioni con il 90% delle preferenze e venne firmato un trattato di pace che pose formalmente fine alla guerra civile, stabilendo l'entrata di contingenti di guerriglieri nell'esercito, il disarmo dei ribelli rimanenti e uno spazio politico per la leadership del gruppo, oltre che il varo di un programma di sviluppo per la regione del Pool. Ma nessuno di questi impegni venne rispettato, sia per la diffidenza di Ntumi, sia per il disinteresse della comunità internazionale e del Governo di Brazzaville. Il mancato arrivo di un contingente di caschi blu e l'assenza di un programma di disarmo trasformarono migliaia di ex ribelli Ninja in bande di criminali che misero a repentaglio la stabilità della regione. Dal 2005 furono compiuti più volte attentati a esponenti delle Nazioni Unite e di Medici Senza Frontiere (MSF). Nei primi mesi del 2006 l'organizzazione non governativa MSF annunciò la decisione di ritirare temporaneamente le sue equipe dalla maggior parte della regione del Pool.

LE CITTÀ

Brazzaville

(1.132.731 ab.).

Capitale della Repubblica del Congo e maggiore porto fluviale del Paese, è situata sulla riva occidentale del fiume Zaire. Il nome della città, un tempo modesto villaggio dei bantu Bateke, deriva da quello dell'esploratore P. Savorgnan di Brazzà, che la scoprì nel 1880.

Pointe-Noire

(635.189 ab.).

Città della Repubblica del Congo, capoluogo della regione di Kouilou (13.650 kmq; 780.000 ab.) sulla costa atlantica; porto commerciale (prodotti agricoli, legname, avorio, caucciù, piombo, bestiame) e peschereccio. Aeroporto. Industrie olearie, alimentari, del legno, chimiche.

La Repubblica Democratica del Congo

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