Geografia Africa Territorio Storia Economia della Repubblica Centrafricana.

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Central African Republic Flag Bandiera della Repubblica Centrafricana

Quattro bande orizzontali uguali di blu (in alto), bianco, verde e giallo con una banda rossa verticale al centro; una stella gialla a cinque punte sul lato sollevatore della banda blu; la bandiera combina i colori della bandiera panafricana e francese; rosso simboleggia il sangue versato nella lotta per l'indipendenza, il blu rappresenta il cielo e la libertà, la pace bianca e la dignità, la speranza verde e la fede, e la tolleranza gialla; la stella rappresenta l'aspirazione verso un futuro vibrante. Inno della Central African Republic

GEOGRAFIA - AFRICA - REPUBBLICA CENTRAFRICANA

PRESENTAZIONE

Situata nel cuore del continente africano, la Repubblica Centrafricana confina a Nord con il Ciad, a Est con il Sudan, a Sud con la Repubblica Democratica del Congo e con il Congo, a Ovest con il Camerun.

Ha una superficie di 622.436 kmq e una popolazione di 5.357.984 (2021) abitanti con una densità di 5 abitanti per kmq.

La composizione etnica è costituita dai Banda (29%), Baja (25%), Ngbandi (11%), Azande (10%).

Lingua ufficiale è il francese; sono in uso anche i dialetti sudanesi e il sango.

Le religioni più diffuse sono il Protestantesimo (25,7%) e l'Animismo (24%), che convivono con minoranze cristiane e islamiche.

La Repubblica Centrafricana è una Repubblica semi-presidenziale, indipendente dal 1960.

La Costituzione del 2004 prevede un regime semi-presidenziale.

Il presidente è eletto a suffragio universale per cinque anni.

Il primo ministro è responsabile nei confronti dell'Assemblea Nazionale, costituita da 105, dalla quale viene scelto.

L'unità monetaria è il franco CFA.

La capitale è Bangui (531.763 ab.).

IL TERRITORIO

Il Paese occupa un vasto altopiano di altitudine non superiore ai 700 m, che soltanto nella zona orientale si eleva, in gruppi isolati, raggiungendo i 1.400 m di altezza.

I due fiumi principali sono l'Ubangi e il Chari; il primo è un affluente del Congo, il secondo confluisce nel bacino del Lago Ciad.

Il clima è caldo e umido: a Nord presenta caratteristiche desertiche, a Sud subequatoriali; di conseguenza, se a Nord prevale la savana, a Sud la vegetazione equatoriale si rafforza progressivamente. Le precipitazioni, concentrate nei mesi estivi, sono più abbondanti al Sud.

Cartina della Repubblica Centrafricana

Cartina della Repubblica Centrafricana

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Cartina della Repubblica Centrafricana

L'ECONOMIAA

La Repubblica Centrafricana è uno dei Paesi più poveri al mondo.

La situazione economica, a causa della sfavorevole posizione geografica e di una politica economica disorganica, presenta gravi difficoltà.

L'agricoltura è dominata dalle colture di sussistenza:

manioca, mais, miglio, sorgo, riso e frutta.

All'esportazione sono invece destinate le colture di piantagione:

caffè e cotone.

Scarso è l'allevamento bovino, concentrato nella zona occidentale, umida e montuosa.

Notevole importanza hanno invece le risorse forestali.

Le attività del settore industriale si concentrano nell'area di Bangui e comprendono l'industria del cotone, del legno e quella alimentare.

Abbondanti sono le risorse minerarie, l'estrazione è però limitata all'oro, ai diamanti e all'uranio.

Nel commercio con l'estero, la Francia ha il ruolo di partner privilegiato e tra i due Paesi esiste un rapporto di carattere neocoloniale.

La Repubblica Centrafricana esporta caffè, cotone, legname e diamanti; importa carburanti, prodotti alimentari e industriali.

Il Paese soffre di un grave isolamento, determinato soprattutto dalla carenza di vie di comunicazione:

mancano completamente le ferrovie e la rete stradale copre 23.810 km di cui asfaltata 714 km.

I collegamenti con l'estero avvengono attraverso il fiume Ubanghi e l'aeroporto di Bangui.

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CENNI STORICI

Questo territorio, che in passato costituiva l'Impero chiamato Oubangui-Chari, fu inglobato nell'Africa Equatoriale Francese nel XIX sec. insieme ai confinanti Congo, Ciad e Gabon. La Francia impose un controllo sia militare che commerciale con aziende che si installarono per esportare caucciù e avorio, a cui poi si aggiunsero cotone, caffè e diamanti. In trent'anni di sfruttamento della manodopera, di carneficine e sanguinose repressioni, queste aziende estesero il proprio controllo sul 70% dei territori, che nel 1908 presero il nome di Oubangui-Chari. Dopo la seconda guerra mondiale si entrò nella fase del neocolonialismo: la Francia concesse al Governo di Bangui un'autonomia parziale in cui i politici locali erano di fatto strumento di controllo del commercio estero, della difesa e della riscossione delle tasse. Nacquero movimenti di opposizione contrastati da violente repressioni. Nel 1949, l'ex sacerdote Barthélemy Boyganda fondò il movimento per l'Evoluzione sociale dell'Africa nera (MESAN), con l'intento di lottare per l'indipendenza di quella che sarebbe diventata l'odierna Repubblica Centroafricana. Il movimento ebbe una rapida diffusione e per limitarne il successo nel 1956, i servizi segreti francesi infiltrarono i propri agenti allo scopo di corrompere i più importanti collaboratori. Nel marzo del 1959, Boyganda morì in modo misterioso in un incidente aereo, un anno prima che fosse proclamata l'indipendenza. Fu David Dacko a ricevere in consegna l'eredità politica del padre fondatore del MESAN, identificandosi però sempre di più con i Francesi, specialmente da quando anche gli USA manifestarono interesse per le riserve di uranio e di cobalto di cui il Paese era ricco. Proprio nel momento in cui la Repubblica Centroafricana stava attraversando una grave crisi economica, il Governo di Dacko si rendeva protagonista di episodi di corruzione, perdendo del tutto il sostegno popolare. Nel 1965 Dacko venne destituito da un colpo di Stato guidato dal colonnello Jean-Bédel Bokassa, molto legato alla Francia avendo militato nell'esercito francese per più di vent'anni. Nel 1972 Bokassa si autoproclamò presidente a vita, quindi generale di divisione, infine imperatore del Paese, al quale decise di cambiare nome in Impero Centroafricano. Per la sola cerimonia dell'incoronazione si spesero 28 milioni di dollari. Nel 1978 Bokassa consegnò a un ex generale dell'esercito israeliano 30.000 kmq per l'estrazione di diamanti, scegliendo come propri consiglieri militari dei noti trafficanti di armi. L'insoddisfazione della popolazione era al colmo. Nell'aprile del 1979 gli studenti invasero le strade del Paese: la protesta finì con l'arresto di un centinaio di giovani, che vennero condotti nella prigione di Ngaragba, sottoposti a tortura e in gran parte assassinati dietro ordini personali di Bokassa.

L'opinione pubblica mondiale fu scossa da questo episodio e la Francia decise di rovesciare il regime dell'imperatore: nel 1979, mentre Bokassa si trovava in Libia, un aereo militare decollò alla volta della capitale centroafricana Bangui con a bordo l'ex presidente David Dacko, che ritornò al potere senza negare il suo ruolo di emissario della Francia colonialista. Dacko dichiarò finito l'Impero e ristabilì la Repubblica, concedendo, a Geografia Africa Territorio Storia Economia della Repubblica Centrafricana di ringraziamento, alla Francia il diritto a servirsi per dieci anni della base aerea di Bouar. Il ritorno di Dacko non rappresentò che un cambiamento apparente: corruzione e repressione continuarono come prima. Fra cospirazioni e lotte per il potere, nel 1981 un colpo di Stato militare guidato dal generale Kolingba spodestò Dacko. Kolingba operò un nuovo avvicinamento nei confronti degli Stati Uniti, con nuove concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti di uranio. Le elezioni del 1986 videro l'elezione di Kolingba a presidente con il suo Partito centroafricano della ripresa democratica (PCRD). L'opposizione non poté neppure partecipare alla consultazione. Venne nel contempo approvata una nuova Costituzione in cui veniva legalizzato il regime monopartitico. Nonostante le manovre per il risanamento attuate dal Governo, l'economia del Paese non diede segni di recupero, continuando a figurare fra i più poveri del mondo. Nel 1986 Bokassa fece rientro dal suo esilio in Francia e venne immediatamente arrestato, essendo stato condannato a morte in contumacia. Nel 1991 fu approvato un progetto di riforma costituzionale che doveva portare all'adozione del multipartitismo. Le elezioni vennero fissate per l'ottobre del 1992, ma, poco dopo l'inizio delle operazioni di voto, Kolingba le annullò adducendo quale motivazione alcune presunte irregolarità. Il primo turno delle elezioni ebbe finalmente luogo nell'agosto 1993, ma Kolingba, arrivato quarto, decretò nuovamente l'annullamento del risultato. Questa decisione provocò la reazione della Francia che minacciò di sospendere gli aiuti militari e finanziari e obbligò Kolingba a permettere lo svolgimento del secondo turno. Kolingba ordinò la liberazione dei prigionieri politici, fra i quali figurava anche l'ex imperatore Bokassa, accusato di cannibalismo, omicidio e malversazione di denaro pubblico. Il 19 settembre, Ange-Féliz Patassé, ex primo ministro di Bokassa, venne infine eletto presidente con il 52,47% dei voti. Nel corso del 1994 Patassé proseguì nella sua politica di avvicinamento a Parigi. L'aumento dei prezzi del cotone e dei diamanti sui mercati internazionali favorirono la ripresa economica; tuttavia, l'inflazione provocata dalla svalutazione del 100% del franco CFA decisa dalla Francia ebbe ripercussioni negative su buona parte della popolazione. Nel maggio del 1996 Patassé si rivolse alla Francia chiedendone l'intervento militare per sedare l'ennesima sommossa di un gruppo di militari. Ciò provocò manifestazioni di protesta contrarie all'interventismo di Parigi.

A giugno il presidente Patassé annunciò l'instaurazione di un Governo di unità nazionale e nominò primo ministro l'ex ambasciatore in terra francese, Jean-Paul Ngoupande. In novembre scoppiò l'ennesima sommossa, la terza in meno di un anno. A dispetto della tregua in atto all'inizio del 1997, l'ostilità nei confronti della Francia si fece sempre più palese. Patassé richiese ai Francesi di abbandonare le proprie basi militari sul territorio centroafricano. Il presidente si preoccupò allo stesso tempo di stringere legami più stretti con gli USA, la cui influenza nella regione era andata aumentando. Nuovi scontri avvenuti nel 1998 convinsero il Consiglio di Sicurezza dell'ONU a decidere l'invio di milletrecento caschi blu. Gli uomini della missione di pace lasciarono il Paese tra la fine del 1999 e l'inizio del 2000. Nell'ottobre 1999 era stato rieletto alle elezioni il presidente Patassé, ma a metà del 2000 le opposizioni chiesero attraverso numerose manifestazioni di protesta la costituzione di un Governo di unità nazionale per ripristinare il sistema dei diritti politici e civili e per fronteggiare la crisi economica. Tale crisi andò ulteriormente aggravandosi per le restrizioni sulla spesa imposte dal FMI e per interruzione delle forniture di carburante provenienti dalla Repubblica Democratica del Congo e dalla Libia. Inoltre la crescente diffusione dell'AIDS provocò l'interruzione di varie attività economiche e la chiusura di numerose scuole, a causa della morte di lavoratori e insegnanti. Alla fine di maggio 2001 nel Paese si verificò l'ennesimo colpo di Stato organizzato da una parte dei soldati delle Forze armate centrafricane (FACA), che si ammutinarono contro il presidente Patassé. Per diversi giorni la capitale Bangui fu teatro degli scontri tra le truppe fedeli al presidente e i militari ribelli. Il 6 giugno le truppe governative, con l'aiuto di militari di Libia e Ciad e di un contingente del Fronte di liberazione del Congo, intervenuti a sostegno di Patassé, ripresero il controllo della capitale. Nell'ottobre 2002 il comandante dell'esercito François Bozizé tentò un colpo di Stato, che venne sventato dalle truppe libiche, che dal maggio 2001 presidiavano i punti chiave della capitale Bangui. Il 15 marzo 2003 lo stesso Bozizé prese il potere con le armi, incontrando scarsa resistenza. Dai primi mesi del 2005 una serie di violenze perpetrate da miliziani, reclutati tra i ribelli organizzati dall'ex presidente deposto Patasse e i mercenari provenienti dal Ciad, nei confronti della popolazione spinse oltre 45.000 nomadi Mbororo e contadini musulmani del popolo dei Fulbe a trovare riparo in Ciad. Dopo la riaffermazione del presidente Bozizé alle elezioni del maggio 2005, la Repubblica Centrafricana cercò, attraverso una serie di riforme e di accordi con organismi internazionali, di porre le basi per un processo di ricostruzione. Ma i continui scontri armati nel Nord del Paese, che continuarono anche nel 2006, sommandosi a una situazione economica disperata, rischiarono di gettare il Paese sull'orlo di una nuova guerra.

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LA CAPITALE

Bangui

(531.763 ab.). Capitale della Repubblica Centrafricana, sorge a 350 m s/m., ai margini della foresta, alla confluenza del fiume M'Poko nell'Ubanghi. Lo sviluppo recente è legato alla funzione del centro politico-amministrativo. Sede dei principali organismi direzionali, economici e culturali del Paese, concentra in sé anche le maggiori industrie: tessili, alimentari e meccaniche. Aeroporto.

Repubblica Centrafricana

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