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GEOGRAFIA - AFRICA - NIGERIA
PRESENTAZIONEStato dell'Africa centro-occidentale, la Nigeria si affaccia a Sud sul Golfo di Guinea ed è delimitata a Nord dal Niger; confina a Nord-Est col Ciad; a Est con il Camerun e a Ovest con il Benin. Copre una superficie di 923.768 kmq e ha una popolazione di 108.945.000 abitanti con una densità media di 118 abitanti per kmq. La composizione etnica della Nigeria è composita a causa della sua posizione geografica tra l'Africa sudanese e quella equatoriale. I gruppi etnici più diffusi sono: Hausa (21%), Yoruba (21%), Ibo (18%), Fulani (11%), Ibibio (5,6%), Kanuri (4,2%) ed Edo (3,4%). La lingua ufficiale è l'inglese, accanto al quale si parlano circa 300 dialetti. Vario è anche il quadro religioso: le popolazioni arabizzate del Nord e dell'Ovest professano la religione musulmana (50%); nelle zone centrali sono diffusi i culti animistici (9%); nel Sud prevale invece il Cristianesimo (40%). Ex colonia e protettorato britannico, la Nigeria conquistò l'indipendenza dal 1960. Già al potere dal 1966 al 1979, i militari hanno mantenuto il controllo del Paese attraverso una serie di colpi di Stato. Nel 1993 il potere è stato concentrato nelle mani del Consiglio provvisorio di Governo (RPC), composto all'inizio da militari e civili e poi, dal 1994, esclusivamente da militari. L'unità monetaria è la naira. La capitale è Abuja (452.000 ab.).
IL TERRITORIOIl vasto territorio nigeriano, dominato da un altopiano centrale, si configura in quattro regioni principali, disposte parallelamente e caratterizzate da climi e paesaggi differenziati. La regione litoranea è bassa e sabbiosa, con paludi presso il delta del Niger; seguono una fascia ricoperta dalla foresta tropicale; una zona collinare, ove si alternano foreste e savane; e infine la zona dell'altopiano di Bauchi (altezza massima, 2.010 m), che si eleva fra le ampie vallate dei fiumi Niger e Benué e si abbassa nell'arida depressione del Lago Ciad, condiviso con lo stato omonimo e con il Niger. Fiume principale è il Niger, ricco d'acqua, ma di difficile navigazione a causa dei frequenti impaludamenti; esso penetra in Nigeria da Nord-Est e sfocia nell'Atlantico con un vastissimo delta. Suo affluente maggiore è il Benué, che riceve a sua volta l'apporto di numerosi tributari. Altri corsi d'acqua, brevi, nascono dai rilievi presso la costa e si gettano nell'Atlantico. La costa è bassa e sabbiosa con diffuse zone paludose. Il clima è interessato da una stagione secca e da una umida; le temperature, in genere elevate, mutano a seconda della continentalità: la differenziazione dei climi, varianti dal tipo subequatoriale, al Sud, a quello predesertico, al Nord, è determinata dalla diversa azione dei venti apportatori di piogge. Le precipitazioni abbondano a Sud e si riducono progressivamente verso settentrione. Rilevante la presenza dell'harmattan, vento secco che spira dall'interno.
L'ECONOMIALa Nigeria dispone di una notevole quantità di risorse sia nel campo agricolo sia in quello minerario; il Paese ha avuto un discreto sviluppo grazie al boom petrolifero degli anni Settanta, ma in seguito alla crisi del petrolio la situazione è cambiata radicalmente ed il Governo si è trovato a dover affrontare, con misure d'austerità, una grave crisi economica. Il settore agricolo, sebbene potenzialmente ricco, è stato trascurato per lungo tempo, in favore di quello minerario. Il territorio utilizzabile per le colture o per i pascoli è molto esteso (circa il 50%) e le campagne per l'incentivazione della produttività agricola mirano ad incrementare le colture commerciali come cacao, palma oleifera, arachidi, cotone, banane, oltre a quelle destinate al consumo locale, quali soia, sesamo, canna da zucchero, caffè, sorgo, miglio, riso, tabacco. L'allevamento è praticato essenzialmente nelle aree settentrionali del Paese e riguarda principalmente i caprini; diffusi anche gli ovini e i bovini. Le industrie non sono molto sviluppate e comprendono il settore manifatturiero, con fabbriche tessili e di sigarette e quello della trasformazione alimentare, con zuccherifici e oleifici. L'industria metallurgica è imperniata su fonderie di stagno e di ferro. La Nigeria è ricchissima di minerali, soprattutto di petrolio e gas naturale, ma ingente risulta anche la produzione di columbite, carbone e stagno. Le esportazioni sono costituite da petrolio, cacao, noci di palma e stagno. La rete delle comunicazioni è piuttosto ben organizzata: quella stradale si estende su 193.198 km di cui 36.321 asfaltati, la ferroviaria su km 3.505. I maggiori porti si trovano a Lagos, Calabar, Port Harcourt, Warri, Sapele, Bonny. Gli aeroporti principali sono situati a Lagos, Calabar, Port Harcourt, Kano.
CENNI STORICIFin dal IX secolo d.C. le prime civiltà urbane, della stirpe degli Yoruba, vivevano in città fortificate dotate di una rete di ampie strade. Erano dotate di un sistema di governo democratico in cui i leader erano eletti da un'assemblea di cittadini. Fra il X e l'XI secolo, Ife, Oyo, Ilorin e Benin erano le più importanti Città-Stato di una confederazione di Regni che arrivò ad estendere la propria influenza dal fiume Niger fino all'attuale Stato del Togo. Ife venne considerata da sempre il principale centro religioso, in quanto l'oni di Ife è il sommo sacerdote di tutti gli Yoruba, nigeriani e non. Oyo, sede dell'alafin (re), svolse invece un ruolo di primo piano come centro del potere temporale. La sua importanza crebbe a partire dal XVI secolo, quando divenne centro della tratta degli schiavi. Una volta abolita la schiavitù iniziò la sua decadenza, proprio per la dipendenza della regione da questo commercio. Nel Nord del Paese si insediarono gli Haussa, mentre nella regione sudorientale, continuarono a mantenere il controllo gli Ibo, appartenenti al medesimo ceppo degli Yoruba. Gli Ibo non diedero però vita a una civiltà di tipo urbano, dedicandosi essenzialmente ad attività commerciali. Nel 1914 la colonizzazione inglese riunì queste diverse realtà etniche creando uno Stato del tutto artificiale. L'interesse degli Inglesi fu di tipo commerciale, orientato ai giacimenti di stagno e alle risorse agricole e boschive. Gli inglesi in Nigeria agirono come negli altri territori da loro colonizzati, impiantandovi cioè un modello di colonizzazione indiretta, concedendo in questo modo una maggiore autonomia politica ai gruppi etnici che vi abitavano. Nel 1960, quando fu concessa l'indipendenza, salì al potere il Northern People Congress (Partito del Nord), coalizzatosi con il National Council of Nigerian Citizen (di estrazione ibo). Tuttavia, la struttura federale comprendente quattro Stati e il Parlamento bicamerale, ricalcato sul modello inglese, non rispecchiavano quella che era la realtà politica nigeriana. I governanti locali avevano di fatto un potere maggiore di quello del presidente, Nnambi Azikiwe. I partiti progressisti vennero ben presto privati del potere, mentre i vari capi locali abbandonarono la prospettiva unitaria alimentando lo sciovinismo etnico. Quando il generale Yacubu Gowon assunse la carica presidenziale, l'esercito iniziò a svolgere veri e propri compiti di governo. Unitamente all'inizio dello sfruttamento dei giacimenti petroliferi del Paese, nel 1967, la Francia decise di aiutare le tendenze separatiste degli Ibo. Fino al 1970 il Biafra fu devastato da una guerra civile che aveva come scopo per gli Ibo la secessione della Nigeria sudorientale, ma che terminò invece con la sconfitta di quest'ultimi. La Nigeria era diventata nel frattempo l'ottava potenza mondiale fra i produttori di petrolio. Il presidente Gowon procedette in quegli anni all'espropriazione del 55% delle multinazionali del settore, favorendo l'imprenditoria locale. Ci fu in seguito un susseguirsi di vari presidenti, mentre un Consiglio militare supremo di tendenze nazionaliste esercitò il potere reale. Tale Consiglio impose la chiusura delle basi militari e di spionaggio statunitense. Nel 1978 vennero indette le elezioni, aprendo così la strada per un ritorno dei civili al governo. Una Commissione federale per le elezioni permise la partecipazione soltanto a cinque partiti considerati nazionali, che rappresentavano l'élite politica e finanziaria tradizionale, negandola invece ai partiti di estrazione socialista e rivoluzionaria. A vincere le elezioni fu il Partito nazionale nigeriano (NPN), seguito dal Partito nigeriano dell'unità (UPN). Venne eletto presidente Shehu Shagari, che lanciò un piano di sviluppo di impronta capitalista basato esclusivamente sui proventi ricavati dallo sfruttamento petrolifero, con l'ambizione di trasformare la Nigeria nel principale polo di sviluppo dell'intera Africa subsahariana. Shagari promise la costruzione di una nuova capitale, il raddoppio degli iscritti nelle scuole sia di primo che di secondo grado, il raggiungimento dell'autosufficienza alimentare. Tali promesse non si concretizzarono. Aumentò il contrabbando e la disoccupazione, mentre il FMI premeva per rifinanziare il debito estero. Shagari indisse nuove elezioni, da cui uscì riconfermato alla carica presidenziale nonostante molte denunce di brogli elettorali e complotti militari. Nel 1984, Muhamad Buhari fu protagonista del quarto colpo di Stato nella storia della Repubblica nigeriana. Gli arresti furono numerosi a tutti i livelli e i governatori civili vennero sostituiti dai militari. Ma la crisi economica non fu arginata: il debito estero toccò la cifra di 15.000 milioni di dollari. La repressione messa in atto dal Governo si tradusse nell'espulsione di oltre mezzo milione di stranieri. Nel 1985 si ebbe l'ennesimo colpo di Stato, voluto dal generale Ibrahim Babangida, che divenne il nuovo presidente. Nel 1987 si svolsero le elezioni amministrative locali, annullate per le contestazioni dopo il verificarsi di numerosi episodi di violenza e di disordini. Nel 1989 il Governo militare comunicò che le elezioni si sarebbero invece svolte l'anno dopo: sarebbero state le prime elezioni legislative e presidenziali dal 1983. Poco tempo dopo Babangida annunciò la revoca del divieto di associazione politica, con l'intenzione di soprintendere il processo di transizione dal regime militare a quello civile. Nel 1990, il debito estero raggiunse i 30.000 milioni di dollari, costringendo il Governo a continue rinegoziazioni con gli organismi internazionali creditori. La creazione di nove nuovi Stati allo scopo di separare le etnie nemiche generò violente proteste, represse dall'esercito. Secondo stime non governative, la repressione causò trecento vittime nell'autunno del 1990. Alla fine del 1991, si svolsero finalmente le elezioni. Il Partito socialdemocratico (SDP) conquistò sedici Stati e la Convenzione nazionale repubblicana (NRC) risultò vincitrice in quattordici. Tutte le forze dell'opposizione poterono beneficiare di un'amnistia grazie alla quale alcuni dissidenti ottennero la libertà. All'inizio del 1992 la carcerazione di oltre duecento militanti musulmani causò numerosi focolai di rivolta nello Stato di Katsina. Ci fu un'esplosione di conflitti interetnici: lo Stato di Kaduna fu teatro di sanguinose lotte fra gli Haussa e i Kataj, mentre nello stato di Taraba i contrasti sorti per motivi territoriali fra Tiv e Jukin lasciarono sul terreno cinquemila vittime. La CEE destinò alla Nigeria aiuti finanziari per il valore di 240 milioni di dollari da utilizzare nei settori dell'agricoltura, della sanità, delle telecomunicazioni. Le elezioni legislative ebbero luogo nel luglio del 1992, ma l'Assemblea nazionale si insediò solamente nel mese di dicembre. Dopo queste elezioni entrò in una fase di transizione democratica, dopo ventitre anni di dittatura militare. Nel mese di ottobre si svolsero le elezioni presidenziali, ma a causa di presunti brogli elettorali, il presidente Babangida annullò il risultato delle consultazioni, esautorò i candidati e destituì l'intero direttivo del SDP e del NRC. Nello stesso mese, il Governo militare sospese l'attività dei partiti interrompendo il già fragile processo di transizione democratica. Nel giugno 1993 si svolsero le prime elezioni presidenziali dal 1983, ma il Governo militare sospese l'annuncio ufficiale dei risultati fino alla conclusione di un'indagine su presunti brogli elettorali. Babangida annullò nuovamente il risultato delle elezioni, accusando i candidati del SDP e del NRC di aver «comprato i loro voti». Abiola, un ricchissimo uomo d'affari islamico candidato per il SDP che sembrava secondo i sondaggi il vincitore, decise di recarsi a Londra per ottenere una condanna internazionale del regime di Babangida. USA e Gran Bretagna decisero di sospendere gli aiuti economici al Paese e, forte di questo appoggio, Abiola decise di chiamare il popolo alla disobbedienza civile. A Lagos avvennero proteste di massa dove vennero uccise dalle truppe federali almeno una trentina di manifestanti. Nacque la coalizione «Campagna per la democrazia», costituita da un'alleanza tra venticinque gruppi dell'opposizione. Il Governo indisse nuove elezioni presidenziali per agosto ma vennero esclusi dalle elezioni i leader più pericolosi per il sistema, Abiola (SDP) e Othma Tofa (NRC). Gli scontri si protrassero e Babangida si dimise affidando provvisoriamente il mandato presidenziale nelle mani di Ernest Shinekan. Alla fine del 1993, il ministro della Difesa, il generale Sani Abacha, destituì, con l'ennesimo colpo di Stato, Shonekan, sciolse il Parlamento e vietò le formazioni politiche. Molte furono le proteste popolari per la riabilitazione di Abiola e quando, nel 1994, Abiola venne arrestato, fu proclamato uno sciopero di dieci giorni dei lavoratori del settore estrattivo, il più importante del Paese. Nonostante questa insurrezione pacifica, Abacha non liberò Abiola. Nell'aprile del 1995 l'arcivescovo Desmond Tutu si recò in Nigeria, mandato dal presidente sudafricano Nelson Mandela, per intercedere per la liberazione del leader incarcerato, ma il presidente nigeriano si rifiutò ancora una volta di liberarlo. L'esecuzione di nove attivisti membri del Movimento per la sopravvivenza del popolo ogoni, avvenuta nello stesso anno, provocò un ulteriore isolamento del regime militare. Nel 1996 Amnesy International manifestò la propria preoccupazione per gli attivisti ogoni che si trovavano nelle carceri nigeriane. Nel 1997 l'aumento del prezzo del petrolio favorì la crescita economica. Il Governo affermò che grazie a questo aumento era stato possibile migliorare la difficile situazione sociale del Paese, ma i dati segnalavano che l'80% della popolazione nigeriana viveva ancora in condizioni di indigenza. Nel 1998 Abacha dichiarò che le previste elezioni sarebbero state sostituite da un referendum con cui i cittadini sarebbero stati chiamati ad esprimersi in merito all'opportunità della sua permanenza al potere. L'improvvisa morte del dittatore generò generali manifestazioni di giubilo, creando aspettative di un reale cambiamento politico. Abiola, considerato il naturale leader per questo desiderato cambiamento, morì però poco dopo il dittatore. Il generale Abdulsalam Abubakar, successore designato dalla giunta militare, si impegnò a rispettare la transizione verso un regime democratico, ma non modificò il quesito referendario, mentre alle elezioni legislative e presidenziali del 1999 si impose il Partito democratico popolare dell'ex generale Obasanjo. Nel 2000 continuarono i gravi incidenti tra le diverse comunità del Paese. Ife e Modakeke si scontrarono in alcune zone del Sud-Est per il possesso delle terre, mentre conflitti per questioni di lavoro scoppiarono tra Ijaw e Yoruba nelle periferie di Lagos. Nella regione del delta la polizia intervenne quasi quotidianamente contro gruppi di Ijaw che assaltavano depositi di petrolio e oleodotti. Intanto lo Stato di Zamfara adottava la legge islamica, applicandola anche in ambito penale. L'esempio venne seguito subito dagli Stati di Niger, Kano e Yobe. Oltre quattrocento furono le vittime degli scontri nello stato di Kaduna per le proteste da parte della comunità ibo, cristiana, dopo la proposta di adottare la legge islamica. Nelle principali città del Paese, a causa dell'aumento del 50% del prezzo della benzina, i lavoratori proclamarono uno sciopero generale a tempo indeterminato. Il Governo accettò di abbassare il prezzo della benzina e la protesta si placò. Il Governo ottenne intanto il «congelamento» di alcuni conti aperti dall'ex dittatore Sani Abacha in Svizzera e nel Liechtenstein tra il 1993 e il 1998. A metà ottobre 2001, sull'onda della protesta antiamericana che aveva preso il via dopo gli attentati dell'11 settembre e l'intervento contro l'Afghanistan, nuove violenze tra cristiani e musulmani scoppiarono a Kano, dove morirono centinaia di persone. I disordini religiosi proseguirono anche nel 2002: a febbraio, nella città di Lagos, gli scontri tra gli Haussa, musulmani del Nord, e gli Yoruba, cristiani del Sud-Est, causarono la morte di un centinaio di persone; a novembre più di 200 persone persero la vita nei tafferugli provocati da integralisti islamici che protestavano contro il concorso di Miss Mondo che avrebbe dovuto svolgersi in dicembre a Kaduna (l'evento verrà spostato, dopo giorni di disordini e violenze, in Gran Bretagna). Nel corso del 2002 la comunità internazionale si mobilitò nel tentativo, che andò a buon fine, di far sospendere dal Governo nigeriano la pena di morte tramite lapidazione per due donne accusate di adulterio. Nell'aprile 2003, in un clima di forti tensioni e violenze, si tennero le elezioni legislative, in cui prevalse il People's Democratic Party di Obasanjo, e le elezioni presidenziali, che si conclusero con la conferma dello stesso Obasanjo, cristiano di etnia yoruba. Nonostante le accuse di brogli da parte dell'opposizione e le evidenti irregolarità rilevate anche dagli osservatori dell'Unione europea, il risultato venne ratificato, acuendo le tensioni tra il ricco Sud cristiano-animista e il Nord musulmano povero. Nel corso del 2004 si acuirono le proteste degli ogoni, ovvero gli abitanti del Delta del Niger, dove si concentra la maggior parte dei pozzi di petrolio sfruttati per lo più da compagnie straniere. Le popolazioni rivendicavano la redistribuzione dei profitti petroliferi e la bonifica del degrado provocato da vent'anni di attività estrattiva, oltre che l'indipendenza dal Governo di Abuja, accusato di voler sterminare le minoranze etniche. Le popolazioni del Delta del Niger organizzarono una resistenza armata e misero in atto attentati a oleodotti e piattaforme estrattive, provocando la durissima reazione del Governo di Abuja che sottopose gli ogoni a punizione collettive denunciate da Amnesty International. Nell'ottobre 2005 le riforme economiche e la lotta alla corruzione intraprese dall'Esecutivo convinsero i Paesi aderenti al Club di Parigi a cancellare 18 miliardi di dollari di debiti esteri alla Nigeria, che in cambio si assunse l'impegno di diversificare l'economia nazionale, riducendo la dipendenza dal petrolio. Nei primi mesi del 2006 destò grande preoccupazione il diffondersi tra il pollame della Nigeria del virus mortale dell'influenza aviaria H5N1.
GLI YORUBAPopolo stanziato nella Nigeria sud-occidentale, lungo il fiume Niger, oltre che nel Togo e nel Benin. Storicamente è uno dei gruppi etnici più importanti dell'Africa occidentale. Gli Yoruba, la cui origine risale all'era cristiana, costituirono una delle più fiorenti civiltà africane e riuscirono ad imporre la loro influenza sugli usi e costumi dei popoli vicini. Oggi ammontano a circa 5 milioni di individui, divisi in molte tribù che parlano dialetti diversi. Nonostante questo frazionamento interno gli Yoruba sono però riusciti a conservare la propria religione e le antiche tradizioni anche quando sono venuti a contatto con la moderna civiltà occidentale. Per quanto riguarda la religione, gli Yoruba credono in un dio supremo, Olorun, «Signore del Cielo», padrone e creatore dell'universo. I sacerdoti vengono scelti fra i discendenti delle famiglie più nobili e ricche o sono reclutati dal Grande Sacerdote. Già nel XII secolo gli Yoruba avevano una cultura di tipo superiore rispetto alle altre etnie africane e raggiunsero il massimo splendore nel XIII secolo. L'origine dei numerosi e splendidi oggetti d'arte rinvenuti ad Ifé (capoluogo religioso e città più importante del Regno yoruba, sorta nel XIII secolo), è ancora avvolta nel mistero; per giustificare l'alto livello artistico dei ritrovamenti sono state avanzate le teorie più disparate, quali la possibilità di un'influenza egizia, di contatti greco-romani o l'apporto culturale dei missionari spagnoli. Famose sono le sculture in bronzo, ottone, terracotta e legno, alcune delle quali risalgono al primo millennio a.C. Oggi le tribù degli Yoruba si dedicano principalmente all'agricoltura e all'allevamento oltre che all'artigianato.
LE CITTÀAbuja(452.000 ab.). Capitale della Nigeria nel 1991, forma, con il suo territorio (7.315 kmq), il Territorio della Capitale Federale, a Ovest dell'altopiano di Jos. In forte sviluppo dopo la sua designazione a capitale del Paese in sostituzione di Lagos, ospita importanti attività estrattive, in particolare dello stagno.Lagos(1.408.000 ab.). Città della Nigeria, appartenente all'omonimo Stato avente come capoluogo Ikeja. Capitale della Nigeria fino al 1991, è situata su un'isola, in un complesso lagunare all'imbocco di un canale navigabile, mediante il quale è in comunicazione con il golfo di Benin. La città si presenta con modernissimi quartieri centrali dagli imponenti edifici, dove hanno sede le attività commerciali e industriali della Nazione. Essi contrastano notevolmente con gli agglomerati di povere baracche della periferia. Il clima, pur essendo caldo (la temperatura oscilla tra i 25° e i 28°), non è malsano, ma asciutto. La denominazione di Lagos venne data dai Portoghesi nel XV secolo al villaggio di Eko. Fino al XIX secolo Lagos era considerata il principale mercato di schiavi. Gli Inglesi la occuparono nel 1851. Attualmente è un nodo commerciale importantissimo, essendo il capolinea della ferrovia per Kano.Ibadan(1.432.000 ab.). Città della Nigeria, capoluogo dello Stato di Oyo (28.454 kmq; 3.900.803 ab.), è posta in una zona di basse colline. La città vecchia si è sviluppata grazie al collegamento ferroviario Lagos-Kano, diventando in tal modo un centro commerciale, industriale (alimentare, tessile e della gomma) e culturale. È la più grande città indigena dell'Africa tropicale.Kano(674.100 ab.). Città della Nigeria, capoluogo dello Stato omonimo (20.131 kmq; 6.297.165 ab.). Importante mercato agricolo, del bestiame e delle pelli oltre che nodo ferroviario. La città fu fondata alla fine del XI secolo da un principe berbero. Dominata dai Songhai di religione musulmana, passò in seguito ai Giunkum e dal 1807 al 1892 ai Fulbe.
PICCOLO LESSICOGuerra del BiafraIl 27 maggio 1967, la regione del Biafra si proclamava Repubblica indipendente con capitale Enugu, iniziando una dura guerra contro le truppe del Governo federale nigeriano, subito mobilitate dal presidente generale Gowon per reprimere la secessione. Sotto la guida del generale Odumegwu Ojukwu, il contingente degli Ibo si batté crudelmente per l'indipendenza e per i forti giacimenti di petrolio. Nei primi sei mesi di guerra i morti ammontavano già a 100.000, di cui una gran parte per fame. Una tambureggiante campagna di stampa portò all'acme l'emozione mondiale: ma dopo quasi tre anni il conflitto terminava con la fuga di Ojukwu, la resa delle truppe secessioniste e il ritorno della provincia orientale nel seno della federazione nigeriana (gennaio 1970).IboDenominazione con cui si designano le genti che abitano la regione a Nord-Est del Niger. Comprendono un gran numero di tribù diverse, parlano un idioma affine e hanno caratteri comuni. Dopo la secessione del Biafra (1967), gli Ibo sono stati decimati dalla carestia e dalla guerra civile.MangroviaAlbero tropicale, appartenente alla famiglia delle Rizoforacee. Cresce in terreni paludosi e in Nigeria ricopre la zona del delta del Niger e di alcuni fiumi che si gettano nel Golfo di Guinea come il Cross e l'Ogun. Il fusto e i rami di questa pianta emettono radici supplementari che si abbarbicano al terreno, sostenendo l'albero come puntelli. Della mangrovia si utilizza la corteccia che contiene tannino e sostanze coloranti.Songhai (o Sonrhai)Popolazione di razza sudanese, con infiltrazioni di altri popoli, stanziate nella regione del fiume Niger. Le tribù Songhai comprendono complessivamente un numero di individui valutato tra il milione e il milione e mezzo e sono sparse nei territori di cinque Paesi dell'Africa occidentale: Niger, Nigeria, Togo, Mali, Burkina Faso. Alla base dell'organizzazione sociale è la «grande famiglia» di tipo patriarcale, e vige il prezzo nuziale. Esiste una divisione di classe e notevole è il grado di stratificazione sociale. L'attività economica fondamentale è l'agricoltura, ma è diffuso anche l'allevamento di cavalli e la caccia, praticata da nuclei discendenti da antiche genti cacciatrici come anche la pesca. Vi è poi una classe di artigiani, temuta e disprezzata, che eccelle nell'arte della lavorazione delle pelli. Sull'organizzazione sociale ha notevolmente influito la religione islamica.
PERSONAGGI CELEBRIWole SoyinkaScrittore e drammaturgo nigeriano di lingua inglese (n. Abeokuta, Nigeria 1934). Nato in una famiglia cristiana appartenente al ceppo culturale Yoruba, Soyinka studiò ad Abeokuta e ad Ibadan, specializzandosi poi in Letteratura all'università inglese di Leeds. A Londra iniziò a interessarsi alla drammaturgia e al teatro in genere, partecipando attivamente all'allestimento di alcuni spettacoli messi in scena dal Royal Court Theatre. Nel 1960 tornò in Nigeria per effettuare ricerche sul teatro yoruba: nello stesso anno venne rappresentata a Lagos, in celebrazione dell'indipendenza, la sua «Danza della foresta», nella quale ampio spazio è dedicato alla mitologia yoruba. Fermatosi in Africa, Soyinka iniziò a insegnare in università, a lavorare in teatro e a organizzare programmi radiofonici. Unitosi al gruppo di artisti che facevano capo alla rivista «Black Orpheus», fu direttore della rivista letteraria «Transition». Durante la guerra civile successiva alla secessione del Biafra, Soyinka si oppose fermamente a ogni intervento di tipo militare e venne per questo imprigionato, trascorrendo oltre due anni (1967-69) in isolamento. Dopo il 1970 intraprese una serie di viaggi, creando e dirigendo compagnie teatrali, insegnando in università africane (Lagos, Ibadan, Ife), inglesi (Cambridge) e americane (Yale). Nel 1986 fu insignito del premio Nobel per la Letteratura. Nel 1994 fu costretto all'esilio, protrattosi fino al 1998. La sua produzione, nella quale trovano posto poesia, prosa, saggistica letteraria e drammaturgia, è permeata di spunti culturalmente legati alla tradizione africana mescolati ad altri che si rifanno all'ambiente europeo. Immagini proprie di un universo magico si mescolano a situazioni moderne nelle quali diventano parte di un gioco ritualistico teso a svelare la costante presenza del contrasto tra bene e male, tra passato e presente, tra mondo dei vivi e mondo dei morti: il tutto presentato con un linguaggio che sa farsi di volta in volta immaginifico, allusivo, freddo o tagliente. Tra le raccolte poetiche ricordiamo: Idanre e altre liriche (1967); Liriche dal carcere (1969); Una navetta nella cripta (1971), contenente poesie scritte in carcere; Ogun Abibiman (1976), una sorta di tributo alle lotte di liberazione africane. La produzione in prosa è composta da romanzi (Gli interpreti, 1965, un abile miscuglio di tecniche e tematiche che si rifanno a Shakespeare e Joyce; Stagione di anomia, 1973, avente come personaggi dei moderni Orfeo ed Euridice africani), un diario dal carcere (L'uomo è morto, 1972, una sorta di appello contro l'apatia di chi rinuncia ad esprimere le proprie opinioni), un'autobiografia romanzata (Aké. Gli anni dell'infanzia, 1981; Isara. Un viaggio intorno al padre, 1989; Ibadan. The penkelmens years, 1994), alcuni testi di critica letteraria (Mito, letteratura e il mondo africano, 1975; Arte, dialogo e oltraggio. Saggi di letteratura e cultura, 1988), nonché la traduzione in inglese di un'opera redatta in lingua yoruba da D.O. Fagunwa (La foresta dei mille demoni, scritta originariamente nel 1968). La parte più ampia della sua opera, di tipo drammatico, comprende: Gli abitanti della palude (1958); Il leone e la perla (1959); L'invenzione (1959), nel quale introdusse momenti mimici e di danza; La prova di Fratel Geronimo, messa in scena nel 1960 così come la già citata Danza della foresta; La razza forte (1963); Il raccolto di Kongi e Prima del black-out (1964); La strada (1965), ultima opera, caratterizzata da uno spiccato accento grottesco, prima dell'esperienza del carcere; Pazzi e specialisti (1970), nel quale si affronta il problema della guerra fratricida; Baccanti: un rito di comunione (1973), una rivisitazione delle Baccanti di Euripide; La morte e il cavaliere del re (1975); Opera Woyosi (1980); Dramma di giganti (1984).
ALTRI CENTRIIfe(296.800 ab.). Città della Nigeria. Divenne celebre per la scultura, che vi fiorì soprattutto nel XIV secolo. In questa zona infatti penetrarono alcuni influssi egiziani, attraverso il Sudan, che vennero assimilati dagli Yoruba e dagli Ibo che vivono nella regione. I capolavori artistici ivi presenti, oggi contesi e ammiratissimi in tutto il mondo dai collezionisti di arte, riproducono scene di vita domestica, uomini, animali, o alludono alle grandi dinastie che regnarono in quel periodo.Port Harcourt(410.000 ab.). Città della Nigeria e capoluogo dello Stato di Rivers (21.850 kmq; 4.454.337 ab.). È situata sul braccio orientale navigabile del Niger, che percorre la Nigeria orientale. Venne fondata nella prima guerra mondiale, come capolinea della ferrovia che collega Lagos con Kano. Importante luogo di esportazione dell'olio di palma.
Ministero degli esteri italianoLa Farnesina - Viaggiare sicuriU.S. Department of StateU. K. GovernMinistero della SaluteEarth Quake Live - TerremotiCnt Rm Ingv Centro Nazionale Terremoti
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