Geografia Africa Ghana

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Geografia - Africa - Indice

GEOGRAFIA - AFRICA - GHANA

PRESENTAZIONE


Affacciato a Sud sul golfo di Guinea, il Ghana è delimitato a Nord dal Burkina, a Est dal Togo e a Ovest dalla Costa d'Avorio. Ha una superficie di 238.673 kmq ed una popolazione di 19.678.000 abitanti con una densità media di 82 abitanti per kmq. I gruppi etnici più diffusi sono: Akan (53%), Mole Dagbani (16%), Ewe (12%), Ga-Adangme (7,6%), Gourma (3,3%), Yoruba (1,3%). L'inglese è la lingua ufficiale; in uso sono anche le lingue kwa e gur. La religione più diffusa è l'animista (38%), con forti minoranze cristiane (24%) e musulmane (20%). Ex colonia britannica, dal 1957 il Ghana è indipendente nell'ambito del Commonwealth e dal 1960 è diventato Repubblica. La Costituzione democratica del 1992 prevede che il presidente della Repubblica, eletto per quattro anni a suffragio diretto (e rieleggibile una sola volta), sia anche capo dell'Esecutivo. L'Assemblea Nazionale, formata da 200 membri, è eletta a suffragio diretto per quattro anni. Nel 1993 è stata proclamata la Quarta Repubblica. L'unità monetaria è il cedi. La capitale è Accra (949.100 ab.).

IL TERRITORIO


Il territorio del Ghana presenta una conformazione pianeggiante, tranne nella fascia meridionale, parallelamente alla costa, ove sorge l'altopiano del Kwahu, e presso il confine col Togo. Il Ghana è solcato da numerosi corsi d'acqua: il maggiore di essi è il Volta (1.500 km), seguito dall'Oti (500 km circa). L'abbondanza di risorse idriche rende fertilissima la zona meridionale del Paese: imponente è la grande diga di Akosombo che forma il grande Lago Volta. Tale bacino regola le piene del fiume Volta, spesso devastanti, e copre la maggior parte del fabbisogno interno di energia elettrica. Le coste basse e sabbiose non offrono possibilità di attracco alle navi. Il clima è sub-equatoriale, con precipitazioni variabili: più copiose nella zona costiera, nell'interno sono ridotte per l'azione dei venti.
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L'ECONOMIA


Il Ghana, come tutti i Paesi sottosviluppati, basa la propria economia sull'agricoltura. È infatti uno dei maggiori produttori mondiali di cacao, coltivato soprattutto nell'altopiano centrale. Meno diffuse sono le colture del caffè, del tabacco, delle arachidi, della palma da cocco e dei frutti tropicali. In forte espansione sono le coltivazioni del riso, del mais, del miglio e della manioca, che coprono il fabbisogno interno. L'allevamento ha scarsa rilevanza a causa del clima caldo e umido, mentre una certa rilevanza ricopre lo sfruttamento delle risorse forestali. L'industria è piuttosto debole: vi sono raffinerie di petrolio, cementifici, industrie chimiche, tessili e alimentari. Il centro industriale del Paese è situato presso la città di Tema e beneficia della centrale idroelettrica di Akosombo. Le risorse minerarie sono rilevanti ma poco sfruttate: il sottosuolo del Ghana è ricco di oro, diamanti, manganese. Il commercio con l'estero è caratterizzato dall'importazione di prodotti industriali e dall'esportazione di cacao e oro. I traffici internazionali si svolgono nel porto di Tema e in quello di Takoradi. Grande importanza hanno i trasporti fluviali; la rete stradale misura 38.940 km, la ferroviaria 953 km e collega i centri più importanti: Accra, Kumasi e Sekondi-Takoradi. Gli aeroporti principali sono situati ad Accra, Takoradi, Tamale, Sunyani e Kumasi.

CENNI STORICI


Verso il 1300 le coste del Ghana erano dominate dal potente Regno fanti di Denkiera, quando giunsero gli Ashanti che si stabilirono nell’interno, fondando una serie di piccoli Regni che pagavano un tributo allo Stato costiero. A partire dal XV sec. gli Ashanti entrarono a far parte dei circuiti commerciali del Sudan dove scambiavano schiavi e oro con stoffe e articoli sudanesi. Nel XVII sec. una nuova migrazione di popoli, i Doma, minacciò l’esistenza dei piccoli Regni dell’interno, costringendo tutti gli Ashanti a unirsi per affrontare gli invasori. I mercati sudanesi furono colpiti da una crisi dovuta alla decadenza dell’Impero Songhai, alle incursioni marocchine e all'inizio delle conquiste dei Fulani. Denkiera, che dominava il litorale, lasciava gli Ashanti senza mercati. Questi ultimi diedero allora inizio ad una guerra che li vide vincitori. Organizzarono quindi uno Stato centralizzato, governato dall’ashantilene (il capo del popolo ashanti) e dotato di un potente esercito. A partire dal 1700, gli Ashanti furono a capo del traffico degli schiavi verso la costa e dei prodotti europei verso l’interno. Di fronte alla crisi del mercato degli schiavi, causata dagli Inglesi, essi cercarono di cacciare i fanti dalla costa, dove il commercio era ancora possibile. La protezione offerta dagli Inglesi ai loro rivali sfociò nella prima guerra anglo-ashanti (1806-16), che fu seguita da altre nel 1825-28 e nel 1874. Al termine di quest’ultima, gli Inglesi trasformarono il territorio fanti in una colonia della Corona e nel 1895 proclamarono il protettorato sui territori del Nord. L’estremo Nord e la costa restarono sotto gli Inglesi, mentre al centro si trovava lo Stato ashanti. Inevitabilmente scoppiò un’altra guerra anglo-ashanti nel 1896. Kumasi, la capitale, fu rasa al suolo a cannonate, il re fu deposto ed esiliato. Quattro anni più tardi la pretesa del governatore inglese di sedersi sul simbolico trono d’oro provocò una ribellione che fu soffocata al prezzo di migliaia di vittime. Nel 1902 il Regno ashanti venne formalmente trasformato in parte della colonia della Costa d’Oro. Nella prima metà del XX sec., segnato da un accentuato nazionalismo, la pressione popolare ottenne alcune concessioni politiche dall’amministrazione coloniale. Nel 1946 il Governo britannico permise ad alcuni funzionari africani di accedere ai Governi locali. Nel 1949 Kwame N’Krumah organizzò il Partito della convenzione del popolo (CCP), per lottare per riforme più profonde. Il leader ghanese organizzò una struttura politica solida, che nel 1952 gli permise di diventare primo ministro della colonia. Nel 1955 egli svolse un ruolo da protagonista nella Conferenza di Bandung, durante la quale, insieme a Tito, Nasser, Nehru e Sukarno, diede vita al Movimento dei Paesi non allineati. Nel 1957 ottenne una vittoria d’importanza storica quando il Ghana fu la prima colonia dell’Africa occidentale ad arrivare all’indipendenza. Noto come l’osangyefo (redentore), N’Krumah avviò un processo di trasformazioni interne fondato su «industrializzazione di base, rivoluzione agraria ed educazione socialista». Gli interessi neocolonialisti, colpiti da queste misure, cospirarono per destituire N’Krumah. Nel 1969 il potere fu trasferito a un Governo civile, con elezioni in cui fu proibita la candidatura di N’Krumah, il quale morì in esilio a Bucarest nel 1972. Nello stesso 1972 il colonnello Ignatius Acheampong attuò un nuovo colpo di Stato. Acheampong abbandonò i piani di sviluppo di N’Krumah e li sostituì con una politica agraria che favoriva i grandi piantatori di cacao. Durante il suo Governo, Acheampong subì otto tentativi di colpo di Stato e non ottenne risultati sul piano economico: nel 1977 il Ghana aveva un tasso d’inflazione del 36%, un ingente debito estero, una moneta svalutata e centinaia d’intellettuali e studenti incarcerati per aver contestato il Governo. Nel 1977 scoppiò la cosiddetta «rivolta della classe media» che diede inizio ad un periodo di sconvolgimenti sociali. Nel 1978 Acheampong fu costretto a dare le dimissioni. Gli succedette un nuovo regime militare, presieduto dal generale William Frederick Akuffo, di fatto un continuatore della politica precedente. Nel giugno 1979 un colpo di Stato condotto da Jerry Rawlings destituì Akuffo e indisse elezioni nelle quali vinse il Partito nazionale popolare (PNP) che riuniva i seguaci di N’Krumah. Furono promessi un Governo di transizione e il ritorno al sistema costituzionale. Hilla Limann, leader del PNP, divenne presidente nell’ottobre 1979. Egli decise di seguire l’orientamento economico del FMI rinunciando alla politica di N’Krumah, nel tentativo di trovare un’uscita dalla crisi economica, ma il risultato delle dure restrizioni portò ad un’ondata di scioperi durante il 1980 e il 1981. L’inflazione superò il 40% e il tasso di disoccupazione salì al 25%, creando una situazione d’instabilità che culminò, nel gennaio 1982, in un colpo di Stato capeggiato da Rawlings. Quest'ultimo, a partire del 1983 intensificò i rapporti col FMI, che, in base alla considerazione che, se le sue ricette fossero state applicate con successo, sarebbero divenute un modello per gli altri Paesi della regione, concesse prestiti molto generosi. Lo stesso fece la Banca Mondiale. Per aumentare il gettito fiscale e impedire il contrabbando, il Ghana svalutò la propria moneta; inoltre, furono aumentate le imposte, tagliati i sussidi, contenuti gli aumenti salariali, eliminati i finanziamenti alle imprese private inefficienti e praticamente venne sospesa l’emissione di denaro. Si ottenne un abbassamento dell’inflazione dal 200% al 25%. In cambio di questa politica il Ghana ottenne prestiti a condizioni molto generose. Queste facilitazioni, decisamente eccezionali per un Paese del Sud del mondo, ebbero come contropartita un severo controllo delle finanze dello Stato. Il debito estero del Ghana raggiunse i quattromila milioni di dollari e il pagamento del servizio del debito raggiunse i due terzi del valore delle esportazioni. Dal punto di vista sociale ciò significò che tra il 1983 e il 1987 i prezzi al consumo aumentarono del 30%, 45.000 impiegati pubblici persero il posto di lavoro e il potere d’acquisto dei salari diminuì. Aumentarono la fame, la mortalità infantile e l’analfabetismo. La già forte migrazione verso i centri urbani subì una tale impennata da costringere il Governo ad intraprendere un programma di trasferimento di dodicimila persone all’anno verso le zone rurali. Da un punto di vista ecologico il disastro fu immane: le foreste tropicali che coprivano il 34% della superficie del Paese furono ridotte al 7%. Nonostante le «iniezioni di capitali», nel 1990 le illusioni di crescita si sgretolarono, il deficit fiscale raddoppiò e i guadagni derivanti dall’esportazione si abbassarono a livelli inferiori a quelli del 1988. Circa centoventi industrie chiusero tra il 1988 e il 1989. La crisi costrinse il Governo di Rawlings a iniziare un processo d’apertura e un piano di decentramento a vantaggio delle amministrazioni locali. Nel 1992 fu approvata una nuova Costituzione e si svolsero le elezioni. Rawlings ottenne il 58,3% e l’opposizione lo accusò di brogli e intimidazioni. L’opposizione decise di boicottare le elezioni, alle quali partecipò solo il 29% dell’elettorato. Nonostante queste irregolarità, Rawlings tornò a governare nel gennaio del 1993. Nel 1994 ci furono diversi scontri per il possesso di terre che causarono la morte di più di mille persone e la migrazione di altre centocinquantamila. Il Governo dichiarò lo stato d’emergenza. L’opposizione trovò un modo per coalizzarsi: il Nuovo partito patriottico (NPP) e la Convenzione popolare (CP) passarono sopra le proprie differenze e presentarono una piattaforma elettorale comune. Ma fu ancora Rawlings a vincere le elezioni nel 1996 con il 57,2% dei voti. Un grave problema in quell’anno si impose al Paese: la caduta del livello dell’acqua nella diga di Akosombo produsse una pesante crisi energetica. Il Governo cercò fonti alternative, che risultarono impraticabili. La crisi fu parzialmente risolta nel 1998 grazie al governo della Costa d’Avorio che acconsentì a raddoppiare la fornitura d’energia elettrica al Ghana. Nel 2000 ad Accra venne intanto firmato un accordo tra alcuni dei principali Paesi dell’area (Nigeria, Ghana, Gambia, Sierra Leone, Liberia e Guinea) che prevede l’adozione di una moneta unica entro il 2003 e la creazione di un mercato comune. Nel dicembre 2000, per la prima volta nella storia del Paese, un partito di opposizione giunse al potere dopo un legittimo processo elettorale. Le consultazioni legislative si conclusero infatti con la vittoria del Nuovo partito patriottico (NPP) che si aggiudicò 100 seggi su 200, contro i 92 degli avversari del Congresso nazionale democratico (NDC) del presidente uscente Jarry Rawlings. Analogamente le elezioni presidenziali terminarono con il successo di John Kufour, leader dell'NPP, che sconfisse il vicepresidente John Atta Mills dell'NDC. Il 9 maggio 126 persone persero la vita allo stadio di Accra, schiacciati in una ressa cominciata quando le forze dell’ordine, lasciando i cancelli chiusi, spararono lacrimogeni tra la folla per separare due gruppi di tifosi. A giugno inondazioni causarono la morte di 10 persone, lasciandone 100.000 senzatetto.

LE CITTÀ


Accra

(949.100 ab.). Capitale del Ghana e capoluogo della regione della Grande Accra (3.245 kmq; 1.696.170 ab.), è situata sul golfo di Guinea. Ebbe origine da un primo nucleo di villaggi sorti presso i forti coloniali di St. James, Crèvecoeur e Christiansborg, costruiti nella seconda metà del XVII sec. Distrutta da un incendio nel 1894, venne ricostruita secondo criteri moderni, con l'intervento di architetti e urbanisti americani ed europei. Possiede un ancoraggio ed esporta cacao, prodotto nelle vastissime piantagioni dell'interno. È in via di sviluppo grazie al nuovo porto artificiale di Tema, distante dalla capitale circa 20 km. Accra è il maggiore centro culturale (sede dell'università del Ghana), commerciale e industriale del Paese.

Kumasi

(385.192 ab.). Città del Ghana, fu capitale dell'antico Regno degli Ashanti e capoluogo dell'attuale territorio che porta lo stesso nome di quel popolo (24.389 kmq; 2.485.766 ab.). Notevole centro commerciale, è anche una città di grande interesse storico, vero nucleo dell'arte popolare più antica ed autentica del Paese.

Sekondi-Takoradi

(103.653 ab.). Importante porto del Ghana affacciato sul golfo di Guinea, è capoluogo della regione denominata Occidentale (23.921 kmq; 1.374.483 ab.). Esportazione di cacao, olio di palma, ecc.

Cape Coast

(86.620 ab.). Porto del Ghana situato sulla costa occidentale, è un centro per il commercio del cacao. È capoluogo della regione Centrale (9.826 kmq; 1.359.861 ab.).


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