PRESENTAZIONE
Stato
dell'Africa occidentale è situato nell'Oceano Atlantico a circa 500 km
dalle coste del Senegal tra il 15° e il 17° parallelo di latitudine
nord. Formato da dieci isole, l'arcipelago ha una superficie totale di 4.033 kmq
e una popolazione di 408.000 abitanti con una densità media di 101
abitanti per kmq. La popolazione è costituita in prevalenza da Creoli; la
lingua ufficiale è il portoghese, anche se è in uso il dialetto
creolo. La religione dominante è quella cattolica. Capo Verde è
una Repubblica. In base alla Costituzione democratica del 1992 il presidente
della Repubblica e l'Assemblea Nazionale sono eletti a suffragio diretto con
mandato di cinque anni. L'unità monetaria è l'escudo di Capo
Verde. La capitale è Praia (68.000 ab.).
IL TERRITORIO
L'arcipelago è
formato da dieci isole principali (Santo Antao, Sao Vicente, Santa Luzia, Sao
Nicolau, Sal, Boa Vista, Maio, Santiago, Fogo, Brava) e vari isolotti minori. Le
isole, di origine vulcanica, sono disposte a semicerchio. Generalmente montuose,
raggiungono l'altezza di 2.829 m con Fogo, vulcano ancora in attività. Il
clima, caldo e asciutto, è caratterizzato da scarse precipitazioni. La
vegetazione è povera (palme da cocco e da dattero, graminacee, acacie,
tamerischi).
Cartina di Capo Verde
L'ECONOMIA
Più della
metà della popolazione si dedica all'agricoltura, anche se la maggior
parte del territorio è incolto a causa della scarsità idrica. Tra
le principali coltivazioni: banane, caffè, mais, manioca, patate, legumi,
canna da zucchero. Abbastanza sviluppata è la pesca. L'attività
industriale è quasi inesistente, limitata al settore agro-alimentare e al
dissalamento dell'acqua marina. L'economia del Paese è perciò
sostenuta dal Sudafrica e dalla Cina. Nell'Isola di Santiago sorge Praia, la
città più popolosa dell'arcipelago (62.000 ab.); Mindelo (47.100
ab.) è situata nell'Isola di San Vincente. L'aeroporto è situato a
Espargos, nell'Isola di Sal.
CENNI STORICI
Quando i Portoghesi si
insediarono nell’arcipelago di Capo Verde, nel XVI sec., le isole
corrispondevano al nome che veniva loro dato: erano infatti coperte da una fitta
vegetazione tropicale che la colonizzazione in quattrocento anni ha trasformato
in desertiche. Gran parte della popolazione emigrò verso la Guinea
Bissau, l’Angola, il Senegal, il Brasile e quelli che rimasero dipesero in
gran parte in gran parte dagli aiuti provenienti dall’estero. Scoperte
probabilmente nel 1455 da Antonio da Noli, le isole cominciarono a essere
popolate nel 1461, diventando un centro di attività per la tratta degli
schiavi provenienti dalla Guinea. Capo Verde fu infatti uno scalo importante
nelle rotte che trasportavano schiavi verso l’America. Lo sviluppo
economico cominciò nel XIX sec. quando, con l'abolizione della tratta
degli schiavi nel 1834 e della schiavitù nel 1875, la colonia portoghese
iniziò a sfruttare al meglio la sua felice posizione di scalo sulla rotta
per l'America Meridionale. Nel 1961 ebbe inizio la guerriglia per la conquista
dell’indipendenza, con l’impegno nella lotta di centinaia di
patrioti capoverdiani. Una data importante fu la creazione, nel 1965, del
Partito africano per l’indipendenza della Guinea Bissau e di Capo Verde
(PAIGC), che raggruppava i militanti delle due colonie. Amilcar Cabral, il
fondatore e l’ideologo del partito, sosteneva la necessità di
un’azione di lotta comune a partire da una visione complementare delle due
economie una volta raggiunta l’indipendenza. Nel 1974, quando cadde il
regime coloniale portoghese, si formò un Governo di transizione e nel
1975 venne proclamata l’indipendenza. Unico caso al mondo, un solo
partito, il PAIGC, governò due Paesi. Aristides Pereira venne eletto
presidente di Capo Verde e la direzione del PAIGC si mosse per dare vita ad una
federazione tra Capo Verde e la Guinea Bissau. I due Paesi e le rispettive
Assemblee Nazionali costituirono un Consiglio dell’Unione. Capo Verde
dovette affrontare gli effetti drammatici di una siccità che ebbe inizio
nel 1968, affamando l’80% della popolazione. La crisi non provocò
conseguenze catastrofiche solo grazie alla mobilitazione popolare e
all’aiuto internazionale. Dal 1975 l’area boschiva cominciò
ad aumentare, passando da 3.000 a 45.000 ettari grazie all'impegno della
popolazione che, all’inizio delle stagioni piovose, lasciava per una
settimana la propria occupazione per dedicarsi a piantare alberi. Capo Verde
appoggiò l’Angola nella «seconda guerra di liberazione»,
permettendo ai velivoli cubani di fare scalo nell’arcipelago durante il
ponte aereo che contribuì a respingere l’invasione del territorio
angolano da parte delle truppe del Sudafrica e dello Zaire. Capo Verde
adottò inoltre una politica di non-allineamento, decidendo che il suo
territorio non sarebbe stato usato per installare basi militari straniere. Nel
1981 venne deposto il presidente Luiz Cabral della Guinea Bissau. João
Bernardino Vieira prese la guida del Governo e adottò una politica
contraria all’integrazione. Gli esponenti del PAIGC, a Capo Verde, in un
congresso convocato immediatamente dopo, analizzarono i cambiamenti politici
dello Stato allineato e decisero di modificare il nome in Partito africano per
l’indipendenza di Capo Verde (PAICV), separandosi organicamente da quello
esistente in Guinea Bissau. Le relazioni tra i due Governi divennero tese, ma
grazie alla mediazione di Angola e Mozambico nel 1982 si arrivò alla
riconciliazione. Le relazioni diplomatiche furono normalizzate, ma il partito
non venne riunito e i progetti di unificazione furono archiviati. Nel 1984
intanto la siccità ridusse i raccolti del 25% rispetto ai cinque anni
precedenti, il disavanzo commerciale fu di 70 milioni di dollari e il debito
estero arrivò a 98 milioni di dollari. La scarsità delle risorse
costrinse Capo Verde a dipendere dagli aiuti esterni. Il piano di sviluppo del
1986 diede la priorità al settore privato dell’economia,
specialmente quello cosiddetto informale e in agricoltura si puntò a
combattere la desertificazione. L’obiettivo era di recuperare più
di cinquemila ettari di terra, introdurre un sistema unico di amministrazione e
di ridistribuzione delle riserve di acqua. Dal 1991 il presidente della
Repubblica divenne Antonio Mascarenhas. Il nuovo Governo cominciò anche
la transizione verso l’economia di mercato, privatizzando imprese di
assicurazione, pesca e banche, secondo i dettami degli organismi internazionali
da cui dipendeva in gran parte. Gli aiuti costituivano il 46% del prodotto
interno lordo, mentre un altro 15% proveniva dalle rimesse di denaro dei
settecentomila Capoverdiani residenti all’estero. Nel 1995, con una
disoccupazione al 25%, il primo ministro Carlos Veiga attuò importanti
cambiamenti nel suo Governo, per «facilitare la trasformazione del Paese in
un’economia di mercato». L’inflazione nel 1995 fu del 6% e
l’economia capoverdiana vide un aumento degli aiuti esterni, in
particolare quelli della Comunità Europea. La Banca Africana per lo
Sviluppo concesse nel 1997 un prestito di 4,9 milioni di dollari per finanziare
progetti di ricostruzione di strade. Capo Verde ricevette appoggio economico
dalla Cina e raggiunse un’intesa col Governo dell’Angola per
realizzare investimenti congiunti in settori come la sanità e i servizi
sociali. Nel 2000 si dimise il primo ministro Carlos Veiga, alla guida del Paese
dal 1991, al fine di candidarsi alle prossime elezioni presidenziali previste
per il febbraio 2001. Gli subentrò l'economista Gualberto Rosario, leader
del MPD (Movimento per la democrazia). Nel febbraio 2001 le consultazioni
presidenziali si conclusero con la vittoria di misura di Pedro Pires, candidato
del Partito per l'indipendenza di Capo Verde (PAICV, socialista) che ebbe la
meglio su Veiga dell'MPD.
LA CAPITALE
Praia
(68.000 ab.). Capitale delle Isole di Capo Verde, sulla costa meridionale
dell'Isola di Santiago. Porto peschereccio e scalo delle linee di navigazione
dall'Europa all'America del Sud, la città è sede di un attivo
mercato agricolo. Industria della conservazione del pesce. Aeroporto.
Osservatorio meteorologico.