PRESENTAZIONE
L'arcipelago delle Isole Salomone fa parte della Melanesia ed è situato nell'Oceano
Pacifico meridionale, a Est della Nuova Guinea. Le isole più importanti sono Guadalcanal,
Malaita, San Cristobal (ora Makira), Santa Isabel, Choiseul. La superficie totale delle
isole ammonta a 28.370 kmq e la popolazione è di 460.000 abitanti, composta, oltre al
gruppo etnico indigeno melanesiano (94%), da minoranze polinesiane (4%), micronesiane
(1,5%), europee (0,4%) e cinesi (0,1%). Lingua ufficiale è l'inglese, ma sono diffusi
anche il pidgin english (neo-solomonian) e lingue melanesiane e polinesiane. La religione
maggiormente professata è la protestante (77%), con minoranze cattoliche (19%) e di
animisti (0,2%). Già protettorato britannico dal 1893, dal 1978 le Isole Salomone sono
uno Stato indipendente nell'ambito del Commonwealth britannico. Il sovrano del Regno Unito
è rappresentato da un governatore generale che deve essere un cittadino delle Isole
Salomone; il Parlamento, composto da 50 membri, detiene il potere legislativo; il potere
esecutivo è esercitato dal Consiglio dei ministri (8 membri) presieduto dal presidente
del Consiglio. L'unità monetaria è il dollaro delle Isole Salomone. La capitale è
Honiara (43.643 ab.), situata sull'Isola di Guadalcanal.
UNO SGUARDO D'INSIEME
Le isole dell'arcipelago sono in prevalenza montuose, con fitte distese di foreste, di
origine corallina o vulcanica con numerosi crateri ancora attivi. Il clima è tropicale,
fortemente influenzato dai monsoni e dagli alisei con conseguenti abbondanti
precipitazioni. Il settore primario è l'unico attivo sulle isole, sebbene il suo sviluppo
sia ostacolato dalle foreste tropicali e dalle difficoltà del trasporto. Sebbene solo
l'1% del territorio sia coltivabile, l'agricoltura rappresenta il principale settore
di produzione, limitandosi però alla copra, derivata dalla noce di cocco, alla patata
dolce e ad ananas, cacao, banane e riso. Le esportazioni riguardano essenzialmente copra,
legname, olio di palma e pesce. Il Governo cercò negli ultimi anni del XX sec. di
diversificare l'economia, orientandosi verso lo sfruttamento di giacimenti minerari di
zinco, nichel, rame, fosfati e amianto; tracce di oro alluvionale furono ritrovate
sull'Isola di Guadalcanal. Nel corso degli anni Novanta l'intenso sfruttamento
boschivo causò preoccupazione tra le organizzazioni internazionali, tanto che sia
l'Australia sia L'Unione europea ridussero gli aiuti economici, quale protesta
per l'eccessiva deforestazione. Piuttosto importante è il turismo.
CENNI STORICI
Abitate probabilmente già 4.000 anni fa da genti melanesiane appartenenti al gruppo
linguistico austronesiano, le Isole Salomone vennero scoperte nel 1567-68 dal navigatore
spagnolo Álvaro de Mendaña de Neyra; la parte più settentrionale dell'arcipelago
fu invece esplorata nel 1768 da L.A. de Bougainville che battezzò con il proprio nome
l'omonima isola, oggi parte dello Stato di Papua Nuova Guinea. La Germania stabilì
il proprio controllo sulle isole settentrionali (1885), mentre nel 1889 la Gran Bretagna
fissò il proprio protettorato su quelle meridionali. Nel 1899 tutto l'arcipelago,
eccetto le Isole Bougainville e Buka, passò alla Gran Bretagna. Allo scoppio della prima
guerra mondiale, l'Australia occupò le Salomone tedesche, così che nel 1919 la Lega
delle Nazioni affidò al vicino Paese sud-Pacifico il mandato sulle isole. Durante il
secondo conflitto mondiale alcune isole vennero invase dai Giapponesi, determinando,
soprattutto attorno a Guadalcanal, pesanti scontri almeno sino al 1943, quando le truppe
americane ripresero il controllo sulla regione. Nel gennaio 1976 le Salomone ad
amministrazione australiana ottennero l'autonomia all'interno dello Stato di
Papua, mentre quelle britanniche raggiunsero l'indipendenza come Isole Salomone il 7
luglio 1978, sotto la guida del primo ministro P. Kenilorea. Nell'ottobre del 1997
Salomone citò in giudizio Stati Uniti e Giappone per il recupero al largo delle proprie
coste di almeno 50 navi affondate nel corso della seconda guerra mondiale, carcasse che,
secondo il Governo delle Salomone, rappresentavano una minaccia per la barriera corallina
e la vita dei fondali del Paese. A partire dal 1998 le Salomone vennero sconvolte da
disordini etnici tra milizie clandestine e immigranti malesi sull'Isola di
Guadalcanal: fu dichiarato lo stato d'emergenza che si concluse solo nel giugno del
1999 con l'accordo tra l'Isatabu Freedom Movement (IFM), composto da autoctoni
di Guadalcanal, e i rappresentanti delle amministrazioni provinciali e nazionali delle
Isole Salomone. Poco dopo il primo ministro in carica, Ulufa'alu, dichiarò la
necessità di una revisione costituzionale nelle Salomone. Un gruppo di osservatori
internazionali giunse quindi nella capitale nell'ottobre del 1999 per verificare la
deposizione delle armi da parte delle milizie. Il 5 giugno 2000, le rivalità interetniche
sull'isola di Guadalcanal sfociarono in un colpo di Stato organizzato da un gruppo di
ribelli armati appartenenti alla milizia delle Aquile di Malaita (Malaita Eagles Force,
MEF), capeggiate da Andrei Nori. I miliziani assunsero il controllo della capitale Honiara
chiedendo le dimissioni del primo ministro Ulufa'alu. Il tentato golpe suscitò la
reazione dell'IFM, che ingaggiò una vera e propria battaglia con il MEF. A fine giugno,
in seguito alle dimissioni di Ulufa'alu, venne eletto un nuovo premier, Manasseh
Sogarave, ma i combattimenti tra IFM e MEF proseguirono fino ad a ottobre, quando le due
parti sottoscrissero a Townsville un accordo di pace. La crisi ebbe pesanti ripercussioni
sull'economia, soprattutto in termini di distruzioni delle infrastrutture esistenti. Per
far fronte alle difficoltà, il primo ministro Sogarave cercò di soddisfare le condizioni
poste per poter accedere all'aiuto internazionale: un bilancio credibile e la
promessa di tenere le elezioni entro la fine del 2001, oltre alla rinuncia a creare un
esercito formato da ex miliziani. Il 5 dicembre si tennero le consultazioni elettorali
terminate con la vittoria del People's Action Party (PAP, socialdemocratici) che si
aggiudicarono 20 seggi contro i 13 dell'Association of Independent Members (AIM) e i
12 della Solomon Island Alliance for Change (SIAC, liberali). Dopo le elezioni,
l'incarico di primo ministro fu affidato ad Allan Kemakeza, esponente del PAP.