PRESENTAZIONE
Il territorio della Papua Nuova Guinea si estende nella parte orientale dell'isola omonima
e comprende anche le Isole dell'Ammiragliato, l'arcipelago di Bismarck, la parte
settentrionale delle Isole Salomone e, a Sud, gli arcipelaghi di Louisiade, di
Entrecasteaux e di Trobriand. Sull'Isola di Nuova Guinea il confine rettilineo con il
settore occidentale appartenente all'Indonesia è stato fissato per convenzione. Il Paese
si estende per 462.840 kmq e la popolazione ammonta a circa 5.808.000 abitanti con una
densità di 13 abitanti per kmq. Dal punto di vista etnico si distinguono due principali
ceppi: quello melanesiano (15%), stanziato essenzialmente sulla costa settentrionale, e
quello papuasico (84%), situato nelle zone montuose interne. Si suppone però che le vere
popolazioni autoctone dell'isola siano genti pigmoidi. Per quanto riguarda la lingua,
l'inglese è quella ufficiale, ma sono diffusi molti idiomi papuani (motu) e diffusissima
è una varietà neo-melanesiana del pidgin-english. Le religioni professate sono la
protestante (58%), la cattolica (34%), l'anglicana (5,4%). Gli indigeni professano culti
animistici. Già amministrata dall'Australia fino al 1973, Papua Nuova Guinea è dal 1975
un Paese indipendente nell'ambito del Commonwealth. Il potere legislativo è esercitato
dal Parlamento nazionale, composto da 109 membri eletti a suffragio universale per cinque
anni. Il potere esecutivo spetta al Governo, responsabile nei confronti del Parlamento, e
presieduto dal primo ministro. Questi è nominato dal governatore generale, che
rappresenta il sovrano britannico. Le riunioni in Parlamento vengono condotte in tre
lingue: inglese, pidgin e motu. Amministrativamente il Paese è diviso in 19 province più
il distretto della capitale. Unità monetaria è il kina. La capitale è Port Moresby
(193.242 ab.).
IL TERRITORIO
Il territorio della Nuova Guinea è percorso da un sistema montuoso ricco di vulcani,
formato dalla Catena Centrale, dai Monti Bismarck (Monte Wilhelm, 4.508 m) e dai Monti
Owen Stanley. Catene monori si trovano lungo la costa settentrionale del Paese, separati
dal sistema montuoso principale da pianure paludose e ampie depressioni attraversate da
fiumi, tra cui il Sepik e il Ramu. A Sud si estendono altipiani calcarei e vaste pianure
paludose solcate da corsi d'acqua (il Fly, il più lungo dell'isola con i suoi 1.050 km, e
i suoi affluenti), che sfociano nell'ampio golfo di Papua. Le coste, di origine tettonica,
sono piuttosto uniformi. I territori di Papua e della Nuova Guinea sono interessati da un
clima equatoriale caldo-umido con scarsa escursione termica tra le stagioni. Le
temperature medie raramente scendono sotto i 25° C, tranne sui rilievi, dove si abbassano
sensibilmente. Le piogge sono molto abbondanti.
Le alture della Catena centrale nei pressi di Goroga (Papua Nuova Guinea)
Casa degli Spiriti nella valle del Sepik (Papua Nuova Guinea)
L'ECONOMIA
Nonostante le terre coltivate costituiscano una minima parte del territorio (1%), la
maggior parte della popolazione di Papua Nuova Guinea è impiegata nell'agricoltura. La
produzione non copre il fabbisogno interno ed è costituita principalmente da patata dolce
e manioca. Le colture commerciali, gestite in gran parte da società straniere e destinate
all'esportazione, comprendono caffè, cacao e copra. Le foreste forniscono ingenti
quantitativi di legname e concimi. L'attività industriale è pressoché inesistente,
mentre il territorio, in gran parte montuoso, è ricco di risorse minerarie, che, pur in
parte non ancora sfruttate, costituiscono la principale fonte di entrate del Paese: rame
(Isola di Bougainville), oro, argento, petrolio e platino costituiscono le principali
voci. Se le esportazioni riguardano caffè, copra, cacao, olio di cocco, rame e legname,
le importazioni sono concentrate principalmente nel settore dei manufatti industriali. La
rete di comunicazioni è piuttosto carente: quella ferroviaria è addirittura inesistente,
mentre quella stradale ammonta a 21.433 km di cui 3.000 asfaltati. Porto e aeroporto
principale è Port Moresby.
CENNI STORICI
La particolare morfologia della Nuova Guinea impedì la creazione di una struttura sociale
unitaria tra gli indigeni (Melanesiani, Papua e Negritos), che sino ai primi anni del XX
sec. rimasero inquadrati in tribù, separate le une dalle altre per lingua e costumi. I
primi stranieri a toccare le coste dell'isola furono i mercanti malesi del Madjapahit
che posero alcune basi commerciali lungo il litorale occidentale di Papua (seconda metà
XIII sec.), mentre nel 1528 prima il navigatore portoghese J. de Meneses e poi gli
spagnoli Á. de Saavedra (1528) e I. Ortiz de Retes (che nel 1546 diede all'isola il
nome attuale, avendo riscontrato una certa somiglianza tra gli indigeni e gli Africani
della Guinea) fondarono alcuni insediamenti sulla costa settentrionale. Nel 1606
l'esploratore spagnolo L. Váez de Torres scoprì lo stretto di mare tra
l'Australia e la Nuova Guinea, scoperta che rimase tuttavia sconosciuta sino al 1762,
così che l'insularità della regione venne ignorata sino ai viaggi di Cook del 1770.
La colonizzazione dell'isola risultò perciò assai lenta e interessò inizialmente
il solo settore occidentale, passato dopo la caduta del Madjapahit (XV sec.) ai sultanati
delle Molucche e alla Compagnia olandese delle Indie Orientali (1660). Tuttavia solo nel
1828 gli Olandesi presero formalmente possesso della porzione occidentale dell'isola,
circostanza riconosciuta dalla Gran Bretagna e dalla Germania nel 1886 (Nuova Guinea
Olandese). Nel 1864 una spedizione di coloni australiani aveva intanto avanzato pretese
territoriali sulla regione sud-orientale, suscitando la disapprovazione del Governo di
Londra che si mostrò altrettanto inflessibile nel 1883, quando una rivendicazione analoga
venne sollevata dalla provincia australiana del Queensland. Tuttavia, quando fu evidente
la volontà tedesca (Compagnia della Nuova Guinea) di infiltrarsi nella regione, la Gran
Bretagna proclamò il proprio protettorato sul territorio di Sud-Est (novembre 1884),
immediatamente seguita dalla Germania con la creazione del protettorato sul Nord-Est
(dicembre 1884), battezzato come «Kaiser Wilhelms Land». L'amministrazione di
Sud-Est (Papuasia) dipese dal Queensland (1901) e dal 1906 dal Commonwealth australiano.
Con l'inizio della prima guerra mondiale l'Australia occupò anche la zona
nord-orientale già controllata dalla Germania, regione che, alla conclusione del
conflitto, le venne affidata con mandato dalla Lega delle Nazioni (1920). Sotto
l'amministrazione australiana fu varato un sistema per l'istruzione, migliorata
la sanità e create nuove piantagioni. Nel 1942 truppe giapponesi occuparono il settore
nord-orientale e giunsero 56 km a Nord dalla capitale (presso Lae e Salamaua), dirigendosi
poi verso Sud, attraverso le montagne e la giungla, prima di venire respinte
dall'offensiva statunitense e australiana sferrata dalle truppe del generale
McArthur, che costrinse il nemico a ritirarsi progressivamente (dicembre 1942 - gennaio
1943) sino alla resa degli ultimi focolai di resistenza (settembre 1945). Al termine del
conflitto, l'ONU riconfermò all'Australia il mandato sull'intera porzione
orientale della Nuova Guinea, congiuntamente all'amministrazione sui territori ex
britannici e tedeschi. L'Australia proseguì nello sviluppo dell'apparato
educativo e del settore economico, cercando d'incoraggiare la creazione di
istituzioni democratiche: vennero infatti formati consigli di villaggio (1950) e un
consiglio legislativo nazionale (1951) da cui successivamente scaturì l'assemblea
parlamentare (1964). La Nuova Guinea Olandese, rivendicata dall'Indonesia, venne a
questa concessa in amministrazione fiduciaria e fu annessa alla Repubblica asiatica con il
nome di Irian Occidentale. Un Governo papuano centrale fu costituito nel 1972 e il 1°
dicembre 1973 i territori di Papua e di Nuova Guinea divennero uno Stato autonomo con il
nome di Papua Nuova Guinea. L'indipendenza venne ufficialmente proclamata il 16
settembre 1975, quando M.T. Somare, leader del partito Pangu Pati, venne nominato primo
ministro. Al principio dello stesso mese l'Isola di Bougainville si proclamò
indipendente come Repubblica di Nord Salomon; tuttavia pochi mesi dopo Bougainville
accettò la proposta di divenire provincia con ampia autonomia, mettendo fine alle proprie
rivendicazioni secessioniste. Le elezioni politiche del 1977 rafforzarono il potere di
Somare che però non poté impedire la crisi del proprio Governo, cedendo quindi il potere
al leader del People's Progress Party, J. Chan. Nelle elezioni del 1982 Somare
riottenne la guida del Paese, non riuscendo tuttavia a limitare le conseguenze della
difficile situazione economica di Papua. Costretto alle dimissioni da un voto di sfiducia
del Parlamento (novembre 1985), Somare venne sostituito dal vice primo ministro P. Wingti,
capo di una coalizione riconfermata dopo le consultazioni del luglio 1987, quando però il
Pangu Pati subì una forte sconfitta. R. Namaliu, nuova guida del Pangu Pati, divenne
primo ministro nel 1988, quando Wingti fu travolto da uno scandalo e costretto alle
dimissioni. Namaliu dovette affrontare un nuovo tentativo secessionista dell'Isola di
Bougainville (1989) dove l'Esercito rivoluzionario di Bougainville costrinse le
truppe papuane a evacuare l'isola (marzo 1990) e decretò in breve la chiusura delle
miniere di rame, risorsa essenziale per l'economia papuana, proclamando quindi
l'indipendenza (maggio 1990). Nel gennaio 1991 venne firmato un accordo di pace, ma
il conflitto riprese quando le truppe governative ritornarono a Bougainville (ottobre
1992). Incursioni delle forze armate presso l'arcipelago della Salomone (nel
tentativo di stroncare le linee di rifornimento dei ribelli), determinarono la decisa
protesta del vicino Governo e una tensione che perdurò per tutto il 1993. Le
consultazioni del luglio 1992 avevano intanto registrato la vittoria del People's
Progress Party di P. Wingti, mentre alla guida del Pangu Pati ritornò M. Somare. Il nuovo
Esecutivo non ottenne risultati apprezzabili e nell'agosto 1994 la Corte Suprema
dichiarò priva di valore la rielezione di Wingti, così che il Parlamento nominò J. Chan
nuovo primo ministro. Si tentò di giungere a una conclusione per la questione ancora
aperta di Bougainville, sia attraverso incontri diplomatici sia con il tentativo di
piegare il movimento indipendentista per mezzo dell'azione militare. Nel 1994 il
Paese venne funestato da terremoti e da eruzioni vulcaniche, concentrate soprattutto nella
provincia di Rabaul, costringendo il Governo a dichiarare lo stato d'emergenza; nei
primi mesi dello stesso anno le forze di Papua riacquistarono il controllo sui porti,
sull'aeroporto e sulla capitale di Bougainville, Arawa, senza però risolvere il
problema politico. Nel marzo 1997 Chan si dimise per l'incapacità mostrata dalle
truppe mercenarie, assoldate dal Governo centrale, nello sradicare le truppe ribelli di
Bougainville; finalmente nell'ottobre dello stesso anno si giunse a un negoziato tra
le forze in campo, concludendo un decennale conflitto causa di più di 10.000 vittime. Le
nuove elezioni vennero proclamate nel giugno del 1997 e determinarono la vittoria di una
coalizione guidata da B. Skate, ex sindaco della capitale. Nel settembre 1997 il fenomeno
meteorologico «El Niño» provocò uno dei peggiori disastri ambientali del Paese negli
ultimi 50 anni. Nel luglio del 1999 Skate si dimise prima di attendere il voto di sfiducia
nei suoi confronti formulato dal Parlamento, venendo soppiantato da M. Morauta, capo del
People's Democratic Movement, formazione nata da una costola del Pangu Pati nel 1985.
Il primo ministro s'impegnò immediatamente per ridurre il deficit di bilancio e
rafforzare la politica estera di Papua; a sostegno degli ambiziosi programmi
dell'Esecutivo, il Fondo Monetario Internazionale approvò lo stanziamento di 115
milioni di dollari da distribuire in un periodo di 14 mesi. Il malcontento popolare per le
politiche economiche di Morauta si manifestò chiaramente nel marzo 2001, quando il
Governo annunciò l'intenzione di ridurre la spesa militare per risollevare
l'economia nazionale. Le Forze armate di Papua Nuova Guinea si ammutinarono,
chiedendo le dimissioni di Morauta e del suo Esecutivo; la protesta si allargò a una
generale contestazione delle misure economiche intraprese dallo Stato, coinvolgendo anche
gli studenti, e si spense solo con la ritrattazione del premier che negò di voler
procedere agli annunciati tagli della spesa militare.
LA CAPITALE
Port Moresby
(193.242 ab.). Capitale di Papua Nuova Guinea, situata sulla costa orientale del Golfo
di Papua. Il porto è molto attivo per l'esportazione dei principali prodotti del Paese,
quali rame, argento, oro, gomma e copra. Sorge su un territorio scoperto da J. Moresby, di
cui ripete il nome, nel 1873 e occupato dagli Inglesi dieci anni dopo; oggi è la sede di
tutti i più importanti organi dell'attività politica della Papua Nuova Guinea.