PRESENTAZIONE
Affacciato a Ovest sul Mar Caspio, il Turkmenistan confina con l'Iran e l'Afghanistan a
Sud, con il Kazakistan a Nord e con l'Uzbekistan a Nord e a Est. La sua superficie è di
488.000 kmq e ha una popolazione è di 4.309.000 abitanti, con una densità di 8,8
abitanti per kmq. La popolazione è composta da Turkmeni (72%), Russi (9,5%), Uzbeki (9%),
Kazachi (2,5%) e Tartari (1,1%). Lingua ufficiale è il turkmeno; diffuso anche il russo.
La religione prevalente è la musulmana. Già Repubblica federata nell'ambito dell'URSS,
il Turkmenistan è una Repubblica. In base alla Costituzione del 1992, il presidente della
Repubblica è anche capo dell'esecutivo ed è eletto a suffragio diretto per 5 anni, al
pari del Parlamento (50 membri). L'unità monetaria è il manat. La capitale è Ashabad
(416.000 ab.).
IL TERRITORIO
Il territorio turkmeno è costituito da un tavolato che a Occidente si affaccia sulle
coste del Mar Caspio, rialzandosi poi verso Sud dove si ergono la catena del Kopet Dag e
le propaggini nord-occidentali del Paropamisus. Il settore pianeggiante è interessato
quasi interamente dal deserto del Karakumy. La popolazione è concentrata in gran parte
lungo la striscia che si stende ai piedi del Kopet Dag, dal quale scendono acque che
irrigano le terre coltivabili del Paese. Qui sorge la capitale, Ashabad, che è anche la
città più popolosa del Paese. La zona che costeggia il Caspio è invece una palude
salmastra per l'evaporazione originata dal più grande lago (salato) della Terra. Il clima
è continentale, caratterizzato da scarse precipitazioni e da forti escursioni termiche.
Cartina del Turkmenistan e dell'Uzbekistan
L'ECONOMIA
La principale voce economica del Turkmenistan è costituita dall'agricoltura (il 43% della
popolazione è dedito alla coltivazione delle terre), grazie anche alla costruzione del
canale Karakum, di 815 km, il quale ha reso coltivabili consistenti porzioni di deserto.
La produzione di queste zone riguarda legumi, frutta, cereali, cotone (ampiamente
esportato). L'allevamento, non più nomade come in passato, si fonda soprattutto sulle
pecore Karakul, sugli agnelli astrakan e sui cavalli purosangue. La ricchezza del
sottosuolo ha permesso lo sfruttamento di giacimenti di gas naturale, petrolio e zolfo e
l'insediamento di impianti chimici e di raffinazione; nel 1997 il Governo ha siglato un
accordo con un consorzio internazionale per la realizzazione di un gasdotto che
convoglierà il gas turkmeno in Pakistan, passando attraverso l'Afghanistan. L'industria
è invece poco sviluppata, se si escludono gli impianti riservati alla trasformazione dei
prodotti agricoli, le raffinerie e alcune aziende meccaniche insediate nei pressi della
capitale.
CENNI STORICI
Il Turkmenistan, privo di naturali baluardi difensivi, fu fin dal primo millennio a.C
inglobato da grandi Stati: l'Impero degli Achemenidi e più tardi quello di
Alessandro Magno. Nel III secolo d.C. fu poi conquistato dalla dinastia dei Sasanidi e tra
il V e l'VIII subì l'invasione dei turchi e degli arabi. Nel IX e X secolo
venne annesso agli Stati dei Tahiridi e dei Samanidi mentre verso la fine dell'XII il
Turkmenistan venne conquistato dalla dinastia degli scià di Horezm. All'inizio del XIII
secolo fu invaso dalle truppe di Gengis Khan, i cui eredi si spartirono il Paese. Dal XVI
al XVIII secolo fu suddiviso tra gli Stati di Hiva e Buchara e lo stato iraniano di
Settevidi. Il territorio diventò protettorato russo nel 1868 e nel 1884 le regioni
occidentali e meridionali del Turkmenistan passarono alla Russia. La dominazione russa
trovò una forte resistenza in Turkmenistan fino alla battaglia di Geok-Tepe del 2881 che
segnò la sconfitta degli ultimi gruppi ribelli. La caduta dello zarismo nel febbraio 1917
incentivò la creazione dei soviet in tutto l'Impero. Dopo due anni di guerra civile
nel 1920 fu instaurato il potere sovietico e il 14 febbraio 1924 fu fondata la Repubblica
socialista sovietica del Turkmenistan come parte integrante dell'URSS. Fino a quel
momento il Turkmenistan non aveva mai vissuto l'unità politica della nazione.
L'organizzazione sociale era esclusivamente tribale e la maggior parte della
popolazione praticava forme di vita nomade. Il regime sovietico impose subito
l'industrializzazione e la collettivizzazione dell'agricoltura. Dopo la seconda
guerra mondiale si registrò una crescita economica, aumentò l'estrazione del
petrolio e del gas naturale e la coltivazione del cotone. Durante il Governo di Leonid
Breznev, tra il 1963 e il 1983 si aggravarono invece i problemi politici e anche
l'economia subì un ristagno. Dal 1985 grazie ai cambiamenti promossi dal presidente
Gorbaciov vi fu una rinascita religiosa dell'Islam con il sorgere di numerose
moschee. Dopo il tentativo di colpo di Stato del 1991, il Partito comunista del
Turkmenistan perse legittimità e venne indetto un referendum. La Repubblica proclamò
l'indipendenza nell'ottobre dello stesso anno e venne adottato un sistema
presidenzialista. Lo Stato entrò subito a far parte della Comunità di Stati Indipendenti
(CSI) e il Partito comunista si ribattezzò Partito democratico. Il presidente Niyazov, ex
segretario del PC turkmeno, si riavvicinò immediatamente alla Turchia con la quale, a suo
giudizio, vi era una maggiore affinità culturale. Niyazov venne rieletto nel 1992 con il
99,5% dei voti e nel 1994 con il 99,9%. Una politica di scontro frontale con ogni
opposizione spinse vari personaggi politici a rifugiarsi a Mosca, mentre la politica di
avvicinamento all'Iran preoccupò il Governo russo. Nel dicembre 1997 fu inaugurato
il primo oleodotto tra il Turkmenistan e l'Iran destinato al trasporto di petrolio e
gas turkmeno ai Paesi del Mediterraneo e del golfo Persico. Nel febbraio 1998 Niyazov
annunciò che avrebbe concesso maggiore autorità al Parlamento, sottraendola alla
presidenza. Ma, una volta rieletto nel 1999, rimandò astutamente l'applicazione
della sua stessa dichiarazione. Nel corso del 2000, subito dopo aver costretto alle
dimissioni il ministro degli Esteri, Boris Sheykhmouradov, accusato di non padroneggiare
sufficientemente il turkmeno (la sua lingua madre era l'armeno), il presidente
Niyazov annunciò che tutti i candidati ai posti di responsabilità avrebbero dovuto
parlare correntemente il turkmeno e la loro discendenza sarebbe stata verificata su tre
generazioni. I Turkmeni si videro inoltre privati della possibilità di tenere conti
all'estero, mentre vennero introdotte misure restrittive per il rilascio dei visti
agli stranieri.
LA CAPITALE
Ashabad
(548.500 ab.). Capitale del Turkmenistan presso il confine con l'Iran. Fu fondata
dai russi nel 1881, sorge ai piedi del Kopet Dag. È il principale centro culturale e
commerciale del Paese, sede universitaria e di industrie meccaniche, tessili e alimentari.
Completamente distrutta da un terremoto nel 1948, fu in seguito ricostruita con criteri
anti-sismici.