PRESENTAZIONE
Il Bahrein, piccolo arcipelago del golfo Persico, è posto al largo delle coste saudite.
Il territorio nazionale è composto dalle Isole Bahrein (572 kmq), Muharraq (17,4 kmq),
Sitra (9,9 kmq), Umm Nasan (19 kmq), Hawar (38 kmq) e da numerose isole minori. Il Bahrein
ha una superficie complessiva di 678 kmq e una popolazione di 606.000 abitanti con una
densità di 894 abitanti per kmq. Gruppo etnico predominante è l'arabo (64%); esistono
anche minoranze di asiatici - Indiani, Persiani e Pakistani (30,3%) - e di altre etnie. La
lingua ufficiale è l'arabo, molto diffuso è l'inglese. La religione dominante è la
musulmana (sciiti 57,3%, sunniti 24,5%) con minoranze cristiane (8,5%). Protettorato
britannico dal 1820, il Bahrein ha raggiunto l'indipendenza nel 1971, ed è una Monarchia
ereditaria. Dal 1975 l'emiro detiene tutti poteri, avendo sciolto l'Assemblea nazionale
legislativa. I partiti politici sono illegali. Il potere giudiziario si basa sulla sharia,
la legge islamica e contempla la pena di morte. L'unità monetaria è il dinar di Bahrein.
La capitale è Manama (160.000 ab.).
IL TERRITORIO
L'arcipelago del Bahrein è costituito da isole di origine corallina e sedimentaria
dall'aspetto piatto e uniforme. Bahrein, l'isola principale, è l'unica che possiede una
modesta formazione collinare di origine sabbiosa. Abbondanti sono le acque sorgive che
consentono il prosperare della vegetazione, comprendente soprattutto palme da datteri. Le
coste sono basse e frastagliate. Il clima è continentale con estati molto calde, forti
escursioni termiche stagionali e piogge scarse.
Cartina del Bahrein
L'ECONOMIA
Come la maggior parte dei Paesi del golfo Persico, il Bahrein deve la sua ricchezza al
petrolio. L'attività economica ha raggiunto un grado di sviluppo omogeneo, disponendo di
un settore terziario molto avanzato e di industrie manifatturiere che si occupano della
lavorazione e riesportazione di prodotti importati. Il Bahrein è dunque un attivo centro
di servizi, che assolve funzioni commerciali e finanziarie di importanza internazionale.
L'agricoltura, nonostante la fertilità del terreno e l'abbondanza d'acqua, non ha che un
ruolo marginale nell'ambito dell'economia. È ingente la produzione di datteri; buoni
risultati danno anche le coltivazioni di ortaggi, riso e agrumi. La produzione mineraria
consiste in petrolio e gas naturale. L'industria è attiva nei settori della petrolchimica
e della metallurgia. Gli impianti di raffinazione lavorano soprattutto greggio saudita,
come pure viene esportato l'alluminio prodotto con la bauxite proveniente dall'Australia.
Molto attive sono anche le fabbriche di cemento e le industrie alimentari. Le esportazioni
costituiscono il 76% del prodotto nazionale lordo; attivissimo è il commercio di petrolio
raffinato. Le comunicazioni sono assicurate da una buona rete stradale che ha
un'estensione di 2.835 km, di cui 2.115 asfaltati, e collega i maggiori centri del Paese.
Il porto di Mina Sulman è lo scalo principale per i traffici petroliferi e svolge anche
un'importante funzione negli scambi commerciali con l'estero. Altri porti importanti:
Manama e Sitra. L'aeroporto di Al Muharraq è un moderno scalo internazionale.
CENNI STORICI
L'isola fu già cinquemila anni fa sede di un intenso commercio marittimo tra la
Mesopotamia e l'India, che divenne prospero tra l'XI e il XV secolo, al momento
del massimo splendore della civiltà islamica. Dopo lo sbarco dei Portoghesi nel 1507, il
Paese venne conquistato nel 1622 dagli Arabi provenienti dal Kuwait. Nel 1872 prese il
potere Al- Khalifah (il Paese è a ancora oggi nelle mani dei discendenti di questa
famiglia) che cercò di scacciare i Persiani. Nel 1861 divenne protettorato britannico,
proprio per rinforzarsi contro gli attacchi persiani. Durante le due guerre mondiali il
Bahrein fu un'importante base militare britannica. Al 1932 risale l'apertura dei
primi pozzi petroliferi del golfo, mentre agli anni Cinquanta emersero i movimenti
nazionalistici, con richieste di libertà sindacale, democrazia e indipendenza.
All'inizio degli anni Settanta gli inglesi decisero di ritirarsi anche dal Bahrein,
pur mantenendo nell'isola interessi economici strategici. Il Paese divenne
indipendente dal 1971 e si costituì emirato sotto il regime semi-autoritario dei
Khalifah. Come l'Arabia Saudita, ha assunto una politica filoccidentale. Washington
ricevette l'autorizzazione ad installare delle basi navali, che vennero evacuate dopo
il conflitto arabo-israeliano del 1973. L'Iran cercò di superare l'influenza
saudita negli emirati, imponendo un protettorato virtuale e creando un conflitto che si
accentuò dopo la cacciata dello scià nel 1979. L'emiro come risposta intensificò
la repressione, non solo contro le minoranze immigrate di iraniani e sciiti, ma più in
generale contro tutte le forze progressiste. Si avvicinò invece agli altri Governi arabi
nel condannare gli accordi di Camp David, firmando trattati di difesa con il Kuwait e
Arabia Saudita. Nel 1981 il Bahrein entrò nel Consiglio di cooperazione del golfo (CCG),
un'organizzazione creata su consiglio degli Stati Uniti per il controllo militare e
politico della regione. Nel 1986 il Paese comprò grandi quantità di armi sofisticate per
difendersi da attacchi da parte dell'Iran, e nel contempo inaugurò
un'autostrada che lo collega all'Arabia Saudita smettendo così di essere
un'isola. Nonostante queste grandi opere la crisi economica, dovuto alla caduta del
prezzo del petrolio, si aggravò nel 1989 costringendo il Bahrein a sollecitare crediti
per riequilibrare il bilancio. Nel 1991, dopo la sconfitta dell'Iraq nella guerra del
golfo, il Governo fu costretto a concedere alle compagnie petrolifere straniere
l'autorizzazione a controllare totalmente le imprese locali, per compensare le
perdite procurate dalla guerra. Durante il conflitto il Paese venne minacciato dalla marea
nera e per mesi i pozzi di petrolio incendiati nel Kuwait oscurarono il suo cielo. I
depositi delle banche si ridussero in quel periodo del 30-40% e le banche straniere che
nel 1981 erano settantacinque si ridussero a cinquantuno alla fine del 1991. Dal 1992 i
capitali stranieri cominciarono lentamente a ritornare. Per cercare di ridurre i problemi
interni di richiesta di maggiori libertà civili, l'emiro Isa bin Sulman al-Khalifah
firmò nel 1994 un accordo per la liberazione di 250 prigionieri politici. Pochi mesi dopo
i capi dell'opposizione denunciarono il mancato rispetto dell'accordo e
iniziarono uno sciopero della fame durato mesi. Una grande manifestazione
dell'opposizione ebbe come risposta la chiusura delle moschee, misura che contribuì
ad aumentare il clima di tensione. Contro le successive manifestazioni del 1996 il Governo
decise di ricorrere alla pena di morte, misura avvallata dalla Corte di Cassazione. Di
fronte al perdurare del conflitto sociale alcune imprese decisero di abbandonare in Paese
in favore di Dubai. Nel 1998 intanto il Bahrein insieme agli altri cinque Paesi del
Consiglio di cooperazione del golfo (Arabia Saudita, Oman, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi
Uniti) studiarono la possibilità di svincolare le loro monete dal dollaro per proteggersi
dalle fluttuazioni e prevenire maggiori perdite negli introiti petroliferi. Alla fine del
1999 venne istituita una commissione bilaterale per cercare di risolvere i problemi di
confine con il Qatar, ma pochi mesi dopo nel maggio 2000 il Governo interruppe i lavori
della commissione. Nel frattempo, nel marzo 1999, dopo la morte del padre, era salito al
potere lo sceicco Hamad bin Isa al-Khalifa bin Sulman al-Khalifa che mostrò subito una
certa apertura nei confronti dell'opposizione e promise una serie di riforme
politiche accolte con favore dalla popolazione. Dopo aver nominato per la prima volta un
rappresentante non musulmano (per la precisione un uomo d'affari ebreo) e quattro donne,
di cui una cristiana, al Consiglio consultivo (settembre 2000), nel febbraio 2001 lo
sceicco confermò la liberazione di 900 prigionieri politici, il ritorno degli esiliati e
l'abolizione della legge d'emergenza con cui erano stati sospesi alcuni articoli
della Costituzione. Sempre a febbraio, a conferma di un'apertura reale alla democrazia,
venne indetto un referendum propositivo che raccolse il 98,4% dei voti a favore di una
nuova carta costituzionale secondo la quale, entro il 2004, il Bahrein dovrebbe diventare
una Monarchia costituzionale con un Parlamento bicamerale eletto democraticamente.
LE CITTÀ
Manama
(160.000 ab.). Capitale del Bahrein, situata sulla costa nord-orientale, è collegata
alla città e all'isola di Al Muharraq con un ponte stradale. Importante porto, la sua
principale risorsa economica è costituita dall'industria petrolifera.
Il modernissimo centro direzionale di Manama
Al-Muharraq
(74.254 ab.). Città del Bahrein affacciata sul golfo Persico è unita da un viadotto
alla capitale dello Stato, Manama, che sorge quasi di fronte. Conurbata con il vicino
centro di Hidd, è dotata di aeroporto. Le maggiori risorse economiche della città sono
rappresentate dalla pesca, assai abbondante nel golfo Persico, e dai prodotti agricoli,
tra i quali occupano il primo posto i datteri.